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Peggio la caccia tradizionale od il turismo fotografico per l'Africa?


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avatarsenior
inviato il 15 Luglio 2024 ore 12:09

Basta limitare le armi, safari fotografici si ma solo con pellicola.

avatarsupporter
inviato il 15 Luglio 2024 ore 12:12

Luve, Grazie dell'apporto e dei link. Ho voluto citare quella fonte non a caso, proprio perché avere un punto di vista differente e soprattutto da chi, per diciamo sport o passione si dedica alla caccia è sicuramente qualcosa che fa diventare meno monotematico il discorso. A Torino, all'aeroporto Sandro Pertini, in mezzo a vari oggetti sequestrati provenienti da somari a due zampe sono presenti teche con famigerati sgabelli o portaombrelli ricavati dalle zampe degli elefanti... molto didattico, e tragico. Triste

avatarsenior
inviato il 15 Luglio 2024 ore 12:33

alla bieca tradizione americana delle tips, porta spesso a comportamenti poco in linea con lo scopo


Bravo! Questo sarà un problema sempre più grosso, 10/15 anni fa si vedevano pochi americani, adesso è pieno e le guide si stanno abituando ai 15/20 dollars per person per day che è il consiglio che danno le agenzie americane, riproducendo le distorsioni tipiche del loro mercato, con le guide che prenderanno meno fisso e si scanneranno per le mance.
Ho già avuto qualche "amichevole" scambio di opinioni con americani su youtube, ma non ce la fanno a capire.

avatarsupporter
inviato il 15 Luglio 2024 ore 12:38

Ho fatto quasi tutti i parchi africani, ho trovato l'overturismo più impressionante all'Amboseli National Park in Kenya, ho contato 72 jeep sulla strada (non ci si può allontanare dalle strade bianche) in linea di fronte ad una famiglia di leoni.

Bello l'Amboseli e il Kilimanjaro di sfondo alle mandrie di elefanti ma un overturismo davvero soffocante.


avatarjunior
inviato il 15 Luglio 2024 ore 12:43

Ciao _Axl_, ad Amboseli al contrario io sono stato quasi sempre da solo. Leoni, Elefanti e un bellissimo serval che era di fatto ignorato da altri mezzi che passavano. Questo per dire che spesso sono coincidenze che vanno messe in conto e che si possono "aggirare". Esempio: leopardo con impala sul ramo; vedo la scena e valuto; se è tardo pomeriggio il leopardo probabilmente mangerà e dormirà la notte; invece di stare nell'ingorgo ed innervosirmi, mi marco la posizione ed il giorno dopo sono li alle 5.30. magari il leopardo sarà andato, magari no, sicuramente farò foto migliori nel caso. Lo stesso dicasi per leoni stesi nell'erba alla 3 del pomeriggio.

avatarjunior
inviato il 15 Luglio 2024 ore 13:12

Articolo ovviamente di parte che enfatizza i problemi dati dal turismo fotografato con l'evidente scopo di sminuire i problemi, di gran lunga superiori , dati dal turismo venatorio.
E mi spiace che anche qui alcuni intervengano ponendo "caccia fotografica" e "caccia da trofeo" sullo stesso piano. Non c'è proprio storia.
Parlare oggi di caccia da trofeo "utile e didattica" è semplicemente ridicolo.
Per quanti assembramenti di jeep, comportamenti scorretti dei driver, fotografi da lo-scatto-giustifica-i-mezzi mi sia capitato di vedere in tanti anni in Africa, non è nulla in confronto ai danni fatti all'ambiente dalla caccia, legale o no, locale o d'importazione.
PS: non posso non condividere in pieno quanto scritto da Luve.

avatarsenior
inviato il 15 Luglio 2024 ore 14:45

Parlare oggi di caccia da trofeo "utile e didattica" è semplicemente ridicolo.


Generalizzare può diventare ridicolo, la caccia venatoria è utile e didattica quando viene svolta con quel preciso scopo e ti assicuro, non se anche in africa, ma in certi posti lo è e grazie a quel tipo di intervento le popolazioni di alcuni ungulati stanno decisamente meglio che in aree dove una gestione di "conservazione ottusa", ovvio che serve sapere di che si parla e possibilmente informati.

avatarjunior
inviato il 15 Luglio 2024 ore 14:52

Non stiamo parlndo di caccia venatoria con fini più o meno lontani di alimentazione. In Africa la caccia è di trofeo, tutto il resto è tendenzialmente o autorizzato (per le tribu locali) o bracconaggio e di sicuro non punta nè a leoni né ad Elefanti. La caccia di trofeo ha impatti variabili a seconda delle zone e non sempre positivi per le comunità locali e l'ecosistema. Le generalizzazioni sono pericolose e andrebbe analizzato caso per caso. Una cosa è certa, è negativa per i messaggi conservazionisti e di tutela: non si spara ad un elefante super tusker per regolare un ecosistema. Si spara per ambizione personale, vanità e violenza.

avatarjunior
inviato il 15 Luglio 2024 ore 15:00

@SaroGrey
Sono più di quarant'anni che vivo a stretto contatto con il mondo della caccia, e credo di saperne qualcosina... Ed è proprio per questo che so bene quanto poco di didattica e quanto molto di facciata ci sia. Per non parlare poi di termini quali "selezione" e "gestione" che sono solo parole di cui si riempiono la bocca i cacciatori più falsi. Quelli che cercano di dare una patina di rispettabilità al proprio hobby, adesso che sta passando di moda ed è malvisto dai più. Quelli che magari cercano di spostare l'attenzione su altre categorie, come in questo articolo.

avatarsupporter
inviato il 15 Luglio 2024 ore 15:05

Grazie per la testimonianza Luve, in che periodo hai fatto l'Amboseli?
Io ad agosto

avatarsenior
inviato il 15 Luglio 2024 ore 15:15

@SaroGrey
Sono più di quarant'anni che vivo a stretto contatto con il mondo della caccia, e credo di saperne qualcosina... Ed è proprio per questo che so bene quanto poco di didattica e quanto molto di facciata ci sia. Per non parlare poi di termini quali "selezione" e "gestione" che sono solo parole di cui si riempiono la bocca i cacciatori più falsi. Quelli che cercano di dare una patina di rispettabilità al proprio hobby, adesso che sta passando di moda ed è malvisto dai più. Quelli che magari cercano di spostare l'attenzione su altre categorie, come in questo articolo.


Io dal '76, e io ho paura che i tuoi 40 anni li hai passati non nel posto migliore per osservare delle gestioni fatte come si deve, ti dico solo che da me ci sono molte valli dove decenni di buona gestione ha dimostrato e lo sta facendo tutt'ora come ha surclassato gestioni errate fatte all'interno del Parco nazionale dello Stelvio, ma non a chiacchiere ma con fatti, numeri, consistenze e stato di salute delle popolazioni.

Magari altre regioni con la caccia hanno fatto uno scempio, niente di più facile.

avatarjunior
inviato il 15 Luglio 2024 ore 15:25

Amboseli a fine Agosto 2019.

Qui eravamo gli unici o con al massimo 3 mezzi attorno.

https://www.amazon.it/photos/share/Fud3og549t6p68dEPf61S3wbakXZxCbpskW

https://www.amazon.it/photos/share/DNz3iwswYQXDsScKgKTU2emWC1mI8Ro4Fxk

https://www.amazon.it/photos/share/DpOq6mMHpQvP0q5DRlIeCoh2Gy3uEuhuAm0

https://www.amazon.it/photos/share/IINr7TqE3tEOSmOi3KyTNPmlrlMSzpsmL5F

avatarjunior
inviato il 15 Luglio 2024 ore 15:33

@SaroGrey
È proprio il concetto di "gestione" ad essere sbagliato. Che sia fatta dal Parco dello Stelvio o dai cacciatori nelle valli limitrofe. La cosiddetta gestione causa solo danni. Le popolazioni si autoregolano da sole, se lasciate libere dalla gestione dell'uomo.
La "gestione" attuata dai cacciatori non ha altro fine che quello di garantire la perpetuazione dell'hobby. Per decenni, nelle valli che frequento, guarda caso i risultati della gestione e dei censimenti garantivano ad ogni cacciatore un adeguato carniere.
E, per tornare all'Africa e per non dare addosso solo ai cacciatori, c'è il lampante esempio della "gestione" del Kruger: in quel parco, per cinquant'anni hanno scavato pozzi e costruito dighe al fine di aumentare il numero di erbivori (e di conseguenza di carnivori) per accorgersi, vent'anni fa, che avevano fatto disastri e alterato forse irreparabilmente gli equilibri.
La migliore gestione è la non-gestione.

avatarjunior
inviato il 15 Luglio 2024 ore 15:47

Mi permetto di aggiungere un paio di considerazioni personali. Intanto mi trovo d'accordo con Luve e Blackgrouse.

1- i cacciatori fanno sempre così, gettano fango sugli altri, dicendo che loro "amano la natura" (perdonate il sarcasmo: se amano la.moglie allora bisogna preoccuparsi?), che grazie a loro l'ecosistema si mantiene e che è colpa di altre attività se ora la situazione è peggiorata per numerose specie. Quindi un articolo scritto su una rivista di caccia che scredita altri, direi che è un po' di parte, non è polemica nei confronti di chi ha aperto la discussione, solo un'opinione.

2- è vero che oggi l'eccessiva antropizzazione anche da noi (abitando in provincia di Sondrio, le Alpi un poco le conosco) sta facendo danni incalcolabili e pesantissimi per tante specie, con disturbo costante di aree che prima erano lasciate solo a poche persone disposte ad avventurarsi e sobbarcarsi scarpinate mica da ridere e con un atteggiamento rispettoso. Però questo non scagiona minimamente la caccia: pensate ai tetraonidi, volete forse dirmi che un gallo forcelli fa danno? O una pernice? O una coturnice? Eppure, subiscono sì il disturbo antropico, ma sono massacrati inutilmente da cacciatori assetati con la bava alla bocca, e che, siccome fa noi i numeri cominciano ad assottigliarsi (sicuramente anche per altre cause, ma la caccia è sicuramente molto responsabile) allora sono disposti ad andare in Scandinavia, pur di soddisfare la loro sete di sangue.

3- la gestione degli ungulati, specialmente come viene praticata in gran parte d'Italia è ridicola: non ho mai visto i cacciatori fare a gara per abbattere il cervo dal palco più brutto a parità di classi di età, e basta parlare con alcuni di loro per rendersi conto che sono anche consapevoli che questo modo becero di fare le cose (palco più grande significa geni migliori, prole più forte con rafforzamento della specie, mentre a parità di età palco più piccolo è indice di esemplari meno prestanti, guarda caso quelli sui quali interverrebbe una vera selezione naturale fatta da lupi e altri) sta rovinando una specie intera. Però il lupo non lo vogliamo vero? Senza contare che andare in giro in autunno in montagna può essere una vera prova di coraggio in certe zone, minaccia vhe almeno i fotografi naturalisti non portano, avranno difetti ma non ammazzano persone per errore (numeri ufficiali parlano di 13/15 vittime annuali in Italia, a cui poi si sommano feriti e danni).

4- non sono mai stato in Africa, ho avuto modo di girare un po' l'Europa settentrionale vedendo cose più o meno simili in certi casi (motivo per cui cerco sempre posti secondari, spesso fuori mano), ma l'effetto di un turismo di massa, magari gestito da poche compagnie occidentali, sicuramente non è un modello sostenibile e sicuramente è dannoso su ecosistemi che già non se la passano al meglio in generale. E questo non toglie che anche da noi molta fotografia naturalistica (caccia vagante e non) sia spesso fatta senza scrupoli e arrechi solo danni.

Concludo con un sincero auspicio: che i cacciatori possano placare la loro sete di sangue sparando al poligono e investano invece la loro vasta e utile esperienza e conoscenza per tutelare e salvare quel poco che è rimasto, mettendo tutte le loro competenze al servizio degli ecologisti e dei tentativi di salvaguardia, anziché al servizio dei proiettili.


avatarsenior
inviato il 15 Luglio 2024 ore 15:49

Quando l'intero ecosistema è stato sconvolto rimane ben poco da gestire.




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