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Che siano professionisti non significa molto,bisogna vedere la loro competenza in un determinato genere. Poi ci sono anche persone che non sono fotografi ma che sono molto competenti
user207727
inviato il 29 Giugno 2024 ore 9:47
Grazie a tutti dei contributi, il problema delle letture portfolio è che ci porti una selezione di foto già scelte. Certo un'idea te la fai, le informazioni che ne ricavi sono importanti però va anche detto che non tutti i generi e modi di scattare si prestano a letture portfolio "classiche" dove è apprezzato un racconto fatto da più foto con apertura e conclusione. Io prediligo lo scatto singolo e, quando mi sono presentato con questo, dei riconoscimenti li ho avuti. Ma l'insicurezza e le incertezze nello scegliere i pochi scatti restano, sarò io che sono un insicuro.
Credo pure io nel concetto di distacco emotivo. Rientri da un viaggio, dieci giorni di full immersion che si, in Islanda. Cascate, marine, paesaggi infiniti. Riguardi le foto e i ricordi sono ancora troppo forti, ti senti catapultato nuovamente in quei posti. Senti ancora il vento, l'aria fredda, la pioggia. Ti ricordi la fatica che hai fatto per ottenere la foto, il perché hai scattato a F22 invece che a F8.
Non sei lucido.
Se riguardi le stesse foto dopo un mese, la gran parte di quel sentire se n'è andato. Ricordi ancora la notte che hai fatto in mezzo a un vento assassino con la sabbia che si accumulava nelle pieghe del giaccone, ma è tutto più ovattato, lo scatto lo vedi per quello che è. E nel 70% dei casi, se si è di manica larga, una m.erda. Ma perché ho composto così, cosa avevo in testa, i criceti? Così tagli senza avere rimpianti.
Personalmente, trovo molto difficile decidere tra una serie di scatti allo stesso soggetto, anche frapponendo del tempo prima dell'osservazione. Come se la serie mi riportasse nuovamente lì, come se quel filtro “razionale” che fa il tempo svanisse.
Piccola proficua esperienza personale: un paio di decenni fa mandavo alcune mie foto agli stock, sperando (invano) di guadagnarci qualche soldino. Denaro non ne è praticamente arrivato, però mi ricordo che da uno dei siti ai quali mandavo le mie cacchine fotografiche mi arrivavano quasi sempre, oltre alle sporadiche accettazioni e ai numerosi rifiuti, due righe di commento da parte di chi aveva visto e valutato le mie foto. Due righe preziose, che mi aiutavano a fare i conti con la dura realtà dei difetti delle mie foto. Non so chi fosse che si prendeva il disturbo di commentare le mie cag@te fotografiche ma vorrei ringraziarlo: mi è servito quello molto di più di tante chiacchiere da forum.
Slow… il tema è difficile e spinoso. Tutti gli interventi che mi hanno preceduto secondo me sono ottimi consigli/osservazioni. Io personalmente penso che il giudizio su un progetto o su una singola foto cambi anche in funzione del tempo di fruizione. I condizionamenti sociali e personali fanno moltissimo, e più la foto è lontana dall'essere un capolavoro (pur rimanendo una buona foto) e più questo è vero.
Ci sono due sfere superficiali, quella emotiva che ti fa presentare una foto perchè al momento è quella buona della giornata e quella più fredda dopo l'entusiasmo che ti fa apprezzare meglio un tuo lavoro. Entrambe soffrono della soggettività e della protezione che riserviamo ai nostri sforzi.
Altro punto che ho osservato sulle mie scelte, fatte in tempi differenti, è che sono troppo spesso condizionato dai fotografi che seguo, dalle “mode” del momento.
Se riapro dei cataloghi di qualche anno fa, inevitabilmente finisco a scegliere altre immagini rispetto a quelle scelte.
Inoltre, mi son reso conto, soffro di autocensura: se una foto non raggiunge un livello per me “ottimo” (in quel momento), inevitabilmente la cestino.
Alla fine, la soggettività è sempre quella che ci guida nelle scelte (tutte, non solo fotografiche), per quanto ci impegniamo è sempre il nostro modo di vedere il mondo che ci dice cosa è buono e cosa no.
"Mi chiedo se anche altri, come me, abbiano difficoltà a valutare le proprie immagini o serie."
Io non ce l'ho, quando realizzo una mia fotografia so sempre se è "buona" o "cattiva", e sono in grado di giudicare anche quelle degli altri, verificato con gente esperta a livello anche internazionale.
Ma per arrivare a fare questo ci vogliono tanti anni, decenni, di Fotografia praticata e studiata.
Detta in una parola, ci vuole molta cultura fotografica, e solo quella.
Il che richiede volontà, tempo e soldi, in misura rilevante per tutti (pratica fotografica in proprio, con attrezzatura seria, non importa la migliore, ma seria, visitare mostre di fotografi conclamatamente bravi e studiarsi, non solo guardare, ma studiarsi le foto, comprare e studiarsi libri buoni sull'argomento, se possibile, partecipare ad incontri con fotografi e stampatori di rango, andandoci ben preparati prima, etc)
Nessuno nasce "imparato", e tutto si impara, ma ci vuole volontà di imparare, tempo per imparare e mezzi per imparare.
“ @Alessandro Pollastrini Io non ce l'ho, quando realizzo una mia fotografia so sempre se è "buona" o "cattiva", e sono in grado di giudicare anche quelle degli altri, verificato con gente esperta a livello anche internazionale. „
Questa frase contiene un controsenso, una foto che so già esser "cattiva" non perdo tempo nel realizzarla, io.
"Di sicuro l'aspetto social è decisamente fuorviante, dove spesso la gente ricerca l'approvazione con foto facili, piu' che cercare un linguaggio che leghi le sue foto. E da qui comincia quel cortocircuito in cui un fotografo pensa di essere bravo."...purtroppo è una triste realtà. " Se hai sviluppato un progetto fotografico, la cosa più semplice da fare è quello di partecipare alle letture portfolio. Cerca online"... Se non conosci persone fidate con competenze come alternativa può andar bene.
"una foto che so già esser "cattiva" non perdo tempo nel realizzarla, io."
Tu, ma a volte non io.
Se la foto "cattiva" che ho fatto presenta difficoltà tecniche, io la prendo come sfida, la prendo di petto e cerco di risolverle al meglio, ci lavoro sopra, perché ci imparo sempre qualcosa di buono.
E poi non tutte le foto sono "buone" ma possono essere importanti, per me o altri, etc.
Intendevo: se lo scatto realizzato non è rappresenativo dell'idea alla base dello stesso, credo sia più "conveniente" non cercare di raddrizzarlo; a volte ci si può riuscire ma, come per gli alberi, sarà sempre un intervento di forzatura.
“ Questa frase contiene un controsenso, una foto che so già esser "cattiva" non perdo tempo nel realizzarla, io. „
Qualcuno nasce imparato... abbi pazienza con noi comuni mortali che per progredire a volte ci tocca imparare dalle caxxate che facciamo...
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