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Rapporto tra lunghezza focale e distanza dal soggetto


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avatarsenior
inviato il 18 Febbraio 2024 ore 12:29

L e H non servono per individuare il RR, questo è pacifico, ma MP, L e H servono a definire la "densità" del sensore, intesa come n. pixel per millimetro, senza la quale il valore Px (ossia con quanti pixel viene reso il soggetto)non può essere calcolato

avatarsenior
inviato il 18 Febbraio 2024 ore 12:36

L e H non servono per individuare il RR, questo è pacifico, ma MP, L e H servono a definire la "densità" del sensore, intesa come n. pixel per millimetro, senza la quale il valore Px (ossia con quanti pixel viene reso il soggetto)non può essere calcolato


Proprio così; alle volte sembra di semplificarsi la vita (non usare il RR che può risultare ostico) ed invece ce la si complica (la formula che non lo prevede è più complessa).

Ma comunque GiorgioG adesso può scegliere come approcciarsi nel determinare la focale di cui ha bisogno, sempre che ci segua ancora. MrGreen


avatarsenior
inviato il 18 Febbraio 2024 ore 13:01

L e H non servono per individuare il RR, questo è pacifico, ma MP, L e H servono a definire la "densità" del sensore, intesa come n. pixel per millimetro, senza la quale il valore Px (ossia con quanti pixel viene reso il soggetto)non può essere calcolato


Esatto anche questo, però allora andiamo ancora più profondi, non è detto che una densità alta porti in assoluto a maggior dettaglio, la dimensione del pixel ha la sua grande importanza,

per meglio rappresentare il concetto portiamoci sugli estremi dove un sensore da cellulare con alta risoluzione non può certo portarci il dettaglio di un sensore 10 volte più grande e con una risoluzione/densità ben minori.

La richiesta dell'autore per avere un "accettabile" non enormemente variabile andrebbe fatta su una densità>dimensione sensore fissa, allora si arriva ai dati dimensione soggetto, distanza, focale per raggiungere un "accettabile" con misura non troppo elastica.

avatarsenior
inviato il 18 Febbraio 2024 ore 16:17

il dettaglio finale è sempre derivato dalla combinazione di quello intrinseco del sensore (sensel + piccoli = maggiore capacità di distinguere dettagli minuti) e della risoluzione dell'ottica (che al netto di difetti e aberrazioni, dipende dal diametro del fascio ottico in entrata).

E il cellulare ha un obiettivo che non può certo essere paragonato come dimensioni (e quindi risoluzione) a quello di una moderna fotocamera

Va da se che quello che "comanda" è la parte più debole, un sensore iper risoluto sarà limitato da un ottica molto scarsa, e al contrario anche lo Space telescope non farà faville se accoppiato ad un sensore con sensel molto grandi.

Quindi a parità di RR un sensore più denso darà maggior dettaglio se supportato da un'ottica adeguata

Questo sempre in linea teorica, nella realtà spesso ci pensa l'aria a livellare il tutto già a distanze dal soggetto relativamente brevi

user207727
avatar
inviato il 19 Febbraio 2024 ore 9:22

Secondo me la domanda, forse, potrebbe essere posta così: ho un foglio di carta 20x30 cm, a quale distanza devo metterlo affinché riempia tutto il sensore impiegando ottiche diverse? C'è una regola matematica che mi dice automaticamente quale è la distanza a cui mi devo porre, con ottiche diverse, per avere la stessa copertura del sensore? Se ho interpretato il senso del posto originale.

avatarsenior
inviato il 19 Febbraio 2024 ore 9:41

C'è una regola matematica che mi dice automaticamente quale è la distanza a cui mi devo porre, con ottiche diverse, per avere la stessa copertura del sensore?


Certo che c'è, ed è già stata data, addirittura con tre formule alternative.




avatarjunior
inviato il 20 Febbraio 2024 ore 19:17

Ciao, intanto ringrazio tutti quelli che hanno passato il loro tempo libero a rispondere ad uno sconosciuto MrGreen
Devo dire che la formula di Rolubich mi convince abbastanza (F = R * D ).
Grazie ancora e "buona caccia"
Giorgio

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