| inviato il 29 Dicembre 2023 ore 9:53
Beh... dire che pecchi di serietà è un eufemismo!? **************** Io direi piuttosto che è la gente, che a essa si affida, a peccare di ottimismo! O qualcuno pensa davvero che un colosso che "custodisce", per modo di dire, milioni se non miliardi di immagini stia pure lì a controllarle UNA PER UNA per assicurarsi che nessuno se le freghi? |
| inviato il 29 Dicembre 2023 ore 9:54
Cmq si parla di video rubati su YouTube e caricati su shutterstock che acquistati regolarmente ci hanno fatto dei documentari. Succede anche per le foto. Poi ultimamente usate per allenare IA. Certo di tutti i soldi che usano gestire questi casi in maniera corretta e veloce non gli passa per la testa. |
| inviato il 29 Dicembre 2023 ore 10:03
“ Io direi piuttosto che è la gente, che a essa si affida, a peccare di ottimismo! „ Ti è sfuggito che il fotografo in oggetto NON si è affidato a Shutterstock (e ripeto anche io, si tratta di VIDEO). Quanto al fatto che si sia affidato a Youtube per pubblicizzare il proprio lavoro, non è ottimistico, è un MALE NECESSARIO: e basta leggere l'articolo linkato nel primo post per capire perché: è l'unico modo per farsi conoscere al più ampio ventaglio di acquirenti possibile. Nel mezzo di questo mare magnum si aggirano anche i ladri che possono rubare materiale, e questo è un pericolo insito nel meccanismo, ma... si, io penso che al riguardo colossi come Getty o Shutterstock ci metterebbero zero ad implementare un meccanismo di corrispondenza - sia di immagini che di video - coi principali canali di diffusione; Youtube per i video, ad esempio: vai a verificare che non siano già caricati lì e se sono già caricati, approfondisci che appartengano effettivamente a chi effettua il caricamento su Shutterstock (per farlo basta contattare l'owner di Youtube chiedendogli se sta caricando su Shutterstock, ci vuole zero anche in questo caso). Se l'owner di Youtube risponde no, picche, caricamento rifiutato e account che caricava su Shutterstock bannato a vita. Ma a loro interessa maggiormente un account Shutterstock in più e qualche decina di licenze a pochi spicci vendute in più, che non un briciolo di reputazione guadagnata. Non è che non possono, non vogliono: ergo, non sono seri, si torna sempre lì! “ Certo di tutti i soldi che usano gestire questi casi in maniera corretta e veloce non gli passa per la testa. „ Esatto... è talmente lampante questo fatto. |
| inviato il 29 Dicembre 2023 ore 10:28
“ DALL-E l'ho tirata in ballo in modo ironico Andrea solo perché secondo me i signori amministratori delle "generative delle immagini" hanno comprato a piene mani dai servizi di stock per addestrarle, ci scommetto quel che vuoi. „ Hai vinto la scommessa, te lo confermo per certo. Ogni agenzia a modo suo lo fa. Adobe l'ha fatto senza dare la possibilità di opporsi (se non chiudendo l'account), almeno hanno riconosciuto agli autori una cifra in base alle immagini utilizzate. Altri danno la possibilità di opporsi, altri ancora non dicono una fava ma se le vendono lo stesso. “ E l'ulteriore ironia è che forse le generative manderanno in pensione proprio i servizi di stock „ Concordo, secondo me la mossa che stanno tentando è di dotarsi di un AI propria (vedi firefly di adobe), la testano ben bene e quando saranno pronti daranno agli autori il benservito ...gli basteranno un centinaio di poveracci sottopagati in qualche paese emergente messi a compilare prompt in uno scantinato. “ Se l'owner di Youtube risponde no, picche, caricamento rifiutato e account che caricava su Shutterstock bannato a vita. „ Ni, è vero in parte. So per certo che gli account vengono chiusi (almeno da adobe, shutter, istock, quelli più grandi insomma provvedono a bannare sta gentaglia). Il problema è che là fuori è pieno di gente che pensa che se una cosa si riesce a fare senza finire in galera allora sia legittimo farla (vedi il tizio a cui si riferiva Andrea Festa dell'altro topic). Anzi, sei pure un novello Robin Hood... |
| inviato il 29 Dicembre 2023 ore 10:48
Il problema è che i proprietari/amministratori dei siti web non rischiano nulla e le leggi sembrano tutelare più la libertà del web che i legittimi interessi dei singoli. E' evidente che li si tratta di riciclaggio; si fosse trattato di un negozio fisico che ricettava gioielli, avrebbe già i sigilli delle forze dell'ordine. Invece un sito web che ricicla comunque materiale del valore di migliaia di dollari, come in questo caso, può continuare imperterrito. E' passato il principio di una certa deresponsabilizzazione dei siti web, per cui anche se pubblicano video che provocano il suicidio di adolescenti, nulla gli viene imputato. |
| inviato il 29 Dicembre 2023 ore 11:57
seguo |
| inviato il 29 Dicembre 2023 ore 12:18
+1 Jazz |
| inviato il 29 Dicembre 2023 ore 12:27
Purtroppo vedrete che useranno la 'scusa' dell' open source per vincere molte cause, anche se nel caso specifico non c'entra. Lo dico da utente Linux. OT Scusate ma pare che una bomba sia caduta su suolo polacco! |
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