| inviato il 11 Dicembre 2023 ore 7:27
Corretto, i grandangoli sono arrivati negli anni 70. |  
| inviato il 11 Dicembre 2023 ore 8:03
E' poi dell'82 la focale più estrema dell'epoca, il mitico NewFD 14L F2.8!
 Che ancora dice la sua anche su corpi come la R5... | 
| inviato il 11 Dicembre 2023 ore 8:13
il 19mm Canon che veniva venduto con il mirino specifico, era uno dei grandangoli più estremi dell'epoca l'ho provato anni fa su mirrorless FF, aveva una resa molto caratteristica, vignettava tantissimo ed aveva colori molto saturi. | 
| inviato il 11 Dicembre 2023 ore 8:17
Che ancora dice la sua anche su corpi come la R5... ******************** E certo che dice la sua anche adesso... è migliore dell'EF! | 
| inviato il 11 Dicembre 2023 ore 8:26
e anche dell'RF 14-35 | 
| inviato il 11 Dicembre 2023 ore 8:33
Ha ragione @Pollastrini il contributo dei trattamenti antiriflesso è stato importantissimo! Però i detti trattamenti erano disponibili, anche se per pochi, già prima della seconda guerra mondiale ma i tecnici ci misero qualche anno a capire che avrebbero potuto valicare il limite delle 5-6 lenti applicando i detti trattamenti su tutte le lenti e non soltanto su quelle esterne. Purtroppo l'evoluzione dei detti trattamenti non è adeguatamente documentata. L'unico esempio documentato che mi viene in mente è quello del mitico binocolo Habicht 7x42 di Swarovski che, in produzione dagli anni '50, volutamente ha mantenuto invariato il disegno ottico e che è passato da una trasmittanza di circa il 64% dei primi esemplari all'attuale 96%! www.swarovskioptik.com/it/it/birdwatching/products/binoculars/habicht/ | 
| inviato il 11 Dicembre 2023 ore 8:40
Reflex-top-line c'è ancora. | 
| inviato il 11 Dicembre 2023 ore 8:46
"....ma già nel '64 proponeva un grandangolo decisamente estremo per telemetro, un 19mm" Occhio che le fotocamere a telemetro hanno un tiraggio molto più corto delle Reflex, perché non hanno lo specchio tra obiettivo e piano focale, dunque realizzare un grandangolo spinto, di norma, richiede meno lenti oppure lenti meno complicate (asferici etc) rispetto ad un grandangolo per tiraggio più lungo. In passato, il limite alla realizzazione di ottiche complesse fu, semplicemente, la non disponibilità dei trattamenti anti riflessi. Mancavano anche i vetri adatti, perché il numero di Abbe dei vetri negli anni '30 era sul 60, vetro normale, con trasparenza media o bassa, mentre oggi, nei vetri a dispersione molto bassa, siamo sopra il 90, trasparenza elevatissima, ma fondamentalmente mancava il trattamento anti riflessi: ogni passaggio aria - vetro, senza il trattamento anti riflessi, porta ad una perdita di luce di circa il 4% e con 5 lenti in schema perdi già il 40% della luce, con 6 lenti sei sulla metà, mentre col trattamento anti riflessi fatto bene, la perdita di luce nel passaggio aria - vetro è quasi nulla. I vetri di tutti i tipi oggi sono produzione comune in diversi Paesi, le lenti asferiche per uso civile oggi le stampano e costano una stupidaggine, mentre un tempo mancavano vetri ottici buoni e le lenti asferiche le dovevano realizzare a mano, costavano una fortuna e c'erano molti scarti. Ovviamente, i primi ad usare i trattamenti antiriflessi in ottica civile fotografica furono i tedeschi, Zeiss e Leitz, e poi, diversi anni dopo, cominciarono anche i giapponesi. La gente oggi non ci pensa, oggi c'è tutto ed è tutto a buon mercato, e fortunatamente siamo abituati a roba dalle prestazioni straordinarie a prezzi ridicolmente bassi, e questo porta al fatto che oggi non c'è limite alle fotografie fattibili con pochi soldi, ed infatti oggi si vedono fotografie straordinariamente belle, è la massa che partorisce i geni. Oggi un 14 mm F 2,8 buono, tipo il Samyang, lo paghi 3 - 400 euro, mentre a quei tempi, il mio costosissimo 17 mm F 4, che non andava così bene come va bene un Samyang da 300 euro oggi, io lo pagai una fortuna, tipo 5 -6000 euro di oggi ed ovviamente di fotografie fatte con gli SWA a quel tempo se ne vedevano pochissime. | 
| inviato il 11 Dicembre 2023 ore 8:54
perché adesso gli butti dentro il profilo di correzione e qualunque obbiettivo diventa almeno dignitoso, una volta se il risultato erano tutte linee storte ai margini poi la gente te li tirava dietro. | 
| inviato il 11 Dicembre 2023 ore 10:32
Grandangoli più o meno spinti per field camera sono sempre esistiti. Il problema erano gli specchi e gli otturatori a piano focale. Gli schnerider angulon sono degli anni '30, e non sono stati i primi. Ci sono foto al musée lumiere in autochrome (prime decadi del secolo scorso) che sono fatte evidentemente con grandangoli piuttosto spinti. | 
| inviato il 11 Dicembre 2023 ore 12:58
 per carità, c'era anche questo (simile, in realtà) che nel 1914 era un 75mm per 8x10 (10-12mm in 135). Però credo si parlasse di roba ampiamente disponibile e a prezzi più o meno accessibili. |  
| inviato il 11 Dicembre 2023 ore 13:47
perché adesso gli butti dentro il profilo di correzione e qualunque obbiettivo diventa almeno dignitoso, una volta se il risultato erano tutte linee storte ai margini poi la gente te li tirava dietro. ************************************ Finalmente c'è qualcuno (oltre me, chiaramente) che lo dice! | 
| inviato il 11 Dicembre 2023 ore 13:55
Negli anni d'oro 30-50 le camere più diffuse erano le field camera, a corpi mobili su lastra o su film 120 in triacetato (con tutti i problemi annessi). Il 135 era il formato del cinema, non delle foto. Solo leica lo proponeva negli anni '30. |
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