| inviato il 01 Agosto 2023 ore 6:27
Un tale che sostiene di essere stato vittima di un'aggressione e mostra una foto mentre viene steso a terra, induce ad essere creduto, mentre dietro l'angolo qualche istante prima aveva mollato lui per primo un c@zzotto a qualcuno... ************************************ E questo che c'entra? La a fotografia lo ritrae mentre è steso a terra giusto? La realtà è, appunto, che è stato "steso"! Poi il fatto che se lo sia meritato, o meno, di essere steso a suon di caz.zotti c'entra niente col fatto di essere stato EFFETTIVAMENTE e REALMENTE "steso". |
| inviato il 01 Agosto 2023 ore 6:40
La fotografia ritrae la realtà. La parzializza, la interpreta, va a mostrare quello che nessuno aveva visto prima, ma sempre da materia che emette energia luminosa deve partire. Sennò è grafica, altra espressione artistica degna di rispetto, ma che non può chiamarsi fotografia in virtù della definizione stessa. |
| inviato il 01 Agosto 2023 ore 6:57
Condivido il pensiero di PaoloMcmlx |
| inviato il 01 Agosto 2023 ore 11:24
“ "La foto non la fai tu, ma il passante". (che non è necessariamente il soggetto in una data foto) ... Il passante (o i passanti) sarà certamente la casualità ad offrirli, ma senza la mano o l'abilità del ritraente, col cavolo che sarà o possa risultare figura preponderante l'umano camminante. „ Chiaro che l'abilità è quella del ritraente, ma la frase più che ad una interpretazione "alla lettera" credo si presti ad indicare l'atteggiamento del fotografo. Non del fotografo in genere, ma in particolare di quello che vuole fare della documentazione. Questa secondo me, è la differenza che ormai sfugge, in quanto la fotografia viene vista come forma di espressione, cosa che certamente è. Ma può anche essere, o almeno in passato lo è stata, uno strumento di indagine. |
| inviato il 01 Agosto 2023 ore 11:44
Remember In linea di massima concordo con quello che hai scritto. La fotografia non è la realtà. Già la visione della realtà può essere ingannevole, figuriamoci la fotografia La fotografia ha bisogno di una didascalia, che può essere falsa anch' essa. Nella Storia o nella cronaca gli esempi abbondano. Infine la fotografia è bidimensionale è la realtà è tridimensionale. Il colore è un'opzione, condizionato dalla luce e dal nostro cervello. Per noi un foglio di carta bianca rimane bianco sotto ogni tipo di luce e quando, almeno per questa volta, la fotografia lo rappresenta come è in realta, noi vi lamentiamo dell' errato bilanciamento del bianco. Mi piace il BN perché è ancora più irreale della foto a colori e lascia spazio alla fantasia. La realtà, come la verità , è inafferrabile. |
| inviato il 01 Agosto 2023 ore 11:48
Infine la fotografia è bidimensionale è la realtà è tridimensionale. ************************** Fino a un certo punto. Anzi... fino a una certa distanza! |
| inviato il 01 Agosto 2023 ore 11:51
No sempre. Poi se vogliamo parlare di percezione e della nostra visione... Comunque come scritto all'inizio un topic che non porta a nulla e dove non si parla di fotografia |
| inviato il 01 Agosto 2023 ore 12:37
Immaginiamo un fotoreporter che va a fotografare una manifestazione. Può fotografare i manifestanti violenti, quelli pacifici, creare un'immagine che dia l'idea che si trattava di una folla oppure che si trattasse di quattro gatti, può fotografare la polizia mentre carica i manifestanti o i manifestanti mentre lanciano pietre o sfondano vetrine. Per quando si impegni però non potrà mai fotografare TUTTO, e in ogni caso le foto che sceglierà per la pubblicazione non potranno essere moltissime. Ogni foto ovviamente mostra qualcosa di reale che stava accadendo, ma la scelta di dove mettere l'inquadratura quella nella realtà non esiste, è data dall'interpretazione che il fotografo ritiene di dare degli eventi. Perciò alla fin fine, più che "rappresentare la realtà" della manifestazione le foto (quelle scelte, nel loro insiem) dicono cosa ci ha capito (o voluto capire) il reporter e/o cosa una certa linea editoriale vuole comunicare al pubblico. |
| inviato il 01 Agosto 2023 ore 12:54
“ La a fotografia lo ritrae mentre è steso a terra giusto? „ Il problema è che poi l'osservatore deve obbligatoriamente effettuare una "lettura" di quella fotografia e intrepretare quella lettura; senza altri riferimenti ne possono uscire parecchie interpretazioni, praticamente una per ciascun osservatore. Quindi la domanda è: cosa intendiamo per realtà? Le possibili risposte sono solo di due tipi 1) il fatto che quella fotografia ci mostra con esattezza un istante, ma senza contestualizzarlo, consentedo così all'osservatore qualunque fraintendimento circa quel contesto, tanto quello che conta è solo la realtà "formale"; 2) il contesto a cui appartiene quell'istante, così che non siano possibili fraintendimenti su cosa realmente stava accadendo davanti all'obiettivo. A questo punto entra in gioco l'uso che si fa di quella fotografia, e qui mi viene in mente una vecchia diatriba circa il fotoreportage, anzi, circa la più famosa foto di guerra: il "miliziano morente" ritratto da Robert Capa nel 1936. A cavallo tra gli anni '70 e '80, quindi in tempi non sospetti , circolarono immagini che pareva proprio fossero altri scatti di Capa fatti al medesimo miliziano che cadeva, ma da punti di ripresa talora differenti e con pose altrettanto diverse. Forse c'erano più fotografi sulla stessa scena e quegli scatti non erano tutti di Capa? Oppure quella foto era tutta una montatura, il "miliziano" era in realtà solo un attore che fece più "cadute" da cui scegliere lo scatto migliore e, perciò, le foto non erano scattate nel bel mezzo di un'azione di guerra, ma in un momento in cui quell'area era sicura così da trasformarla in un set di ripresa (e il miliziano "morente" rimase in "realtà" vivo e vegeto, e magari ben pagato, dopo il servizio fotografico)? Non seguii la diatriba, non so e non voglio sapere come andò a finire (sempre che sia finita, dato che recentemente è stato messo in dubbio che quello scatto sia di Capa), ma da quel momento mi sono posto una domanda che ancora mi pongo ogni volta che faccio una foto, ovvero quale realtà sia più importante in quello scatto: quella puramente "formale" di aver congelato un istante indipendentemente dalla "reale" storia in cui quell'istante è inserito, o quella del significato che la foto assume quando viene posta di fronte ad un osservatore? Personalmente sono giunto alla conclusione che se una foto può mentire sul suo significato finale, non fa nessuna differenza in che modo si concretizzi quella menzogna. |
| inviato il 01 Agosto 2023 ore 13:28
C'e' molta confusione... Che l'informazione (piu' in generale rispetto alla foto) sia spesso usata per avvalorare tesi, piuttosto che documentare, e' un problema... Restando nel tema della discussione, se una foto di una manifestazione "immortala" 10 violenti all'opera, che ce ne fossero stati altri 1000 pacifici o nessuno, questo non cambia di una virgola il valore documentale di QUELLA foto. Cambierebbe se l'atto raffigurato fosse stata una messa in scena, oppure manipolato e presentato come reale, quello ovviamente si. Ed e' certamente un pericolo (fake news) da cui possiamo essere colpiti |
| inviato il 01 Agosto 2023 ore 13:37
“ La fotografia deve PER FORZA DI COSE rappresentare la realtà, nel senso che se la macchina fotografica non ha davanti a sé qualcosa di reale da riprendere, insomma un soggetto, molto semplicemente non se lo può inventare. „ No. La fotografia ritrae la realtà, nel senso che viene realizzata inquadrando qualcosa di reale, ma poi non ne da per forza una rappresentazione reale. Quindi, se per fotografia intendiamo l'atto di fotografare, ok, ma se intendiamo il risultato, allora non è decisamente detto. E per fortuna, aggiungerei |
| inviato il 01 Agosto 2023 ore 16:27
“ E questo che c'entra? La a fotografia lo ritrae mentre è steso a terra giusto? La realtà è, appunto, che è stato "steso"! Poi il fatto che se lo sia meritato, o meno, di essere steso a suon di caz.zotti c'entra niente col fatto di essere stato EFFETTIVAMENTE e REALMENTE "steso". „ Beh, evidentemente ti è sfuggito che fa tutta la differenza del mondo se servisse in ambito di inchiesta di polizia o di un tribunale per stabilire la realtà o verità dei fatti, di chi sia stato il vero aggressore e l'aggredito, o uno scippatore o di un tentativo di rapimento di un infante. Se non ti bastasse comunque mi pare di aver riportato anche altri due esempi per realizzare che la realtà in fotografia è una mera illusione. Se vuoi ti posto anche un primo piano di una sposa o di una donna particolarmente attraenti, grazie alla magica pp. Mentre in origine tra nei, punti neri, macchie, peluria facciale, grinze, rughe e lineamenti vari... I soggetti sarebbero stati un macello. Ergo, ma di che stiamo a parlare? |
| inviato il 01 Agosto 2023 ore 18:18
Parlando di fotografia come storia quotidiana di vita basti pensare ai pittori che dopo aver abbandonato i soggetti religiosi sono passati a dipingere la quotidianità della loro epoca, che usanto una paradosso è come se stessero ''fotografando''. Correggetemi se sbaglio |
| inviato il 01 Agosto 2023 ore 21:49
Se vuoi ti posto anche un primo piano di una sposa o di una donna particolarmente attraenti, grazie alla magica pp. Mentre in origine tra nei, punti neri, macchie, peluria facciale, grinze, rughe e lineamenti vari... I soggetti sarebbero stati un macello. Ergo, ma di che stiamo a parlare?? *********************************** Ancora? Ma allora fai proprio finta di non capire! A me non interessa come viene quella fotografia DOPO che tu l'hai oltraggiata... a me interessa come era PRIMA... come è sul negativo insomma, o sul RAW se pteferisci, e sul negativo, o sul RAW... sempre se preferisci, la stangona era una racioppa ed è quella la realtà... non certo quella che tu hai cosi truff.aldinamente EDULCORATO! Chiaro adesso? |
| inviato il 01 Agosto 2023 ore 21:51
Usa un bravo truccatore e non serve la po' Fidati ci ho lavorato |
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