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Disastro ambientale in Sardegna, cinque generali a processo


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avatarsenior
inviato il 23 Giugno 2023 ore 16:08

Comunque, da un punto di vista giuridico ho l'impressione che
la richiesta di non luogo a procedere avanzata dal pm Emanuele Secci, che riteneva di non avere elementi sufficienti per sostenere l'accusa in giudizio
partisse dal fatto che la legislazione e quindi la regolamentazione per l'utilizzo dei poligoni di tiro è materia di competenza del Parlamento (e nel caso specifico anche di accordi tra questo e il Governo Regionale, dato che si tratta oltre tutto di Regione a statuto autonomo) e che perciò, una volta verificato che le esercitazioni e le relative operazioni di messa in sicurezza e bonifica rispettavano le indicazioni di tali Leggi e regolamentazioni, gli effetti negativi a carico del territorio e della relativa popolazione circostante i poligoni siano da imputare a inefficienza e inefficacia della legislazione vigente e non a chi è unicamente addetto (oltre tutto per Legge, dato che si tratta di ufficiali delle Forze Armate e non di privati cittadini) ad effettuare tali esercitazioni proprio in quel luogo e "nel rispetto" della Legge stessa, che per i militari significa anche che non possono eccedere prendendo iniziative che non siano comprese nel dettato legislativo stesso e che, tra l'altro, possano comportare per lo Stato un aggravio di spesa non preventivato e già messo a bilancio.
Insomma, se il processo si concluderà con un nulla di fatto, temo che non sarà per un semplice insabbiamento, ma perché, come spesso accade in Italia quando c'è di mezzo una Legge sbagliata, anche le imputazioni vengono messe a carico dei soggetti sbagliati.
Certo, agli occhi del popolo i cattivi sono quelli che il fucile lo tengono in mano, ma non dimentichiamo che quel fucile glielo ha messo in mano qualcun altro, oltre tutto attraverso Leggi ben precise.

avatarsenior
inviato il 26 Giugno 2023 ore 7:16

Solo in Italia si può processare qualcuno perché un poligono è stato usato come un poligono nell'ambito di esercitazioni sovranazionali.

avatarsupporter
inviato il 26 Giugno 2023 ore 17:18

Personalmente credo che sia difficile vedere reazioni perché quelli sono luoghi sconosciuti ai più.
Sia perché remoti rispetto al resto d'Italia, sia perchè appositamente inaccessibili.
Se solo uno avesse la fortuna di visitare dal mare - come è capitato a me - quelle cale, ad esempio Cala Zafferano, gli verrebbe un infarto pensando a come è utililizzata, senza se e senza ma.
Bisognerebbe portarci i bambini in gita scolastica, altro che gite a Firenze! Così poi le leggi ad ca22um vedrai che da grandi non le faranno.
Se uno non c'è stato, basta aprire google maps, mettere la vista satellitare e vedere le cicatrici di quel territorio per capire.
Mappa
E poi c'è ancora chi pensa che il territorio è il nostro.Cool

avatarjunior
inviato il 26 Giugno 2023 ore 19:38

qualche considerazione
A- non è un problema italico: tutte le nazioni hanno territori soggetti a servitù militari (ovviamente nessuno le vuole nel proprio giardino)
B- la pacifica Svizzera ha uno degli eserciti più efficienti, fino a 10 anni fa aveva ponti, tunnel, piste per aerei tutte minate, si passava sulle mine e nessuno lo sapeva. Oggi hanno un nuovo sistema difensivo (ma non ti dicono quale)
C- (considerazione molto personale) I luoghi incontaminati della natura sono così perchè .... sono servitù militari: nessuno ha potuto deturparli, se si sono ripopolati di avifauna o specie marine forse è perchè 15/20 giorni di esercitazioni l'anno sono per loro meno pericolosi di 365 giorni di turismo

avatarsupporter
inviato il 26 Giugno 2023 ore 22:14

qualche considerazione:
A-il problema è proprio che non è un problema italico.
B-l'efficiente esercito Svizzero è al 44° posto nel ranking GPF della forza militare, dietro a Colombia, Bangladesh e Malaysia (noi siamo al 10°).
C- nei parchi non si può far volare un drone da 250 grammi, neanche un minuto, perché "molesta" gli animali e per te è bene far volare elicotteri o caccia, e far sparare l'artiglieria come forma di tutela dello stato natuale.
Ma che ideona!
Come abbiamo fatto a non averci pensato prima! MrGreen

avatarjunior
inviato il 27 Giugno 2023 ore 16:00

probabilmente gli animali preferiscono 15 giorni di bombe che 365 di minidroni: se la fauna aumenta un motivo ci sarà

avatarsenior
inviato il 27 Giugno 2023 ore 16:21

Ad Ignazio va tutta la mia comprensione, anche Per il fatto che si è già tutti consapevoli di come andranno le cose. Tempo perso se non per il fatto che risveglia qualche coscienza da qualche parte.Se le bombe fossero intelligenti scoppierebbero in mano ai produttori o in casa ai mandanti.Adesso il poligono lo hanno in ukraina, forse non sprecheranno polvere in Sardegna. Purtroppo fa tutto parte della cultura della morte di cui la nostra società ne è pregna.

avatarsupporter
inviato il 27 Giugno 2023 ore 19:12

Sardegna, terra di conquista e povertà . La Sardegna è tra le regioni più povere d'Europa. A dirlo non è un sedicente gruppo indipendentista o qualche vecchio comunista. Lo scrive il sole24ore, che fa una sintesi dei dati economici rilevati dal Crenos.
Il PIL della Sardegna è, infatti, il 70% della media europea, mentre quello dell'Italia è del 93%.
Le imprese attive nel 2019 sono ben 177 in meno rispetto al 2018. L'abbandono scolastico è del 23%, contro il 10,5% della media italiana.
Il quadro sembra confermare i soliti pregiudizi razzisti: i sardi sono poveri, abbandonano la scuola, e non hanno spirito imprenditoriale. Quindi, in fondo, se lo meritano.
La realtà è però è diversa. Questo è esattamente ciò che succede nelle terre di conquista. Ci hanno impoverito, ci hanno distrutto il tessuto economico fatto di agricoltura, pastorizia, pesca, artigianato, enogastronomia. Hanno devastato la nostra cultura, creando le condizioni per l'abbandono scolastico.
Vorremmo vedere gli studenti del Nord Italia che non hanno edifici scolastici nei loro paesi, che devono fare ore di bus (costoso) su strade impervie e distrutte. Praticamente una tortura. Contando che alzarsi alle cinque del mattino e rientrare a casa alle tre del pomeriggio non è il massimo per garantire il rendimento scolastico.
L'altro estremo generazionale, ossia gli anziani e i pensionati, hanno avuto il colpo di grazia. Se prima del Covid usavano la loro (scarsa) pensione per aiutare figli e nipoti messi in ginocchio dal precariato, durante l'emergenza sanitaria hanno dato fondo alle loro pochissime risorse per supplire alla mancanza di servizi sanitari pubblici, ad esempio. Hanno affrontato spese per visite specialistiche non disponibili in regime pubblico, ma in intramoenia si.
Poi c'è il turismo, che perde circa il 50% delle presenze causa covid. A fine 2020 saranno circa 6500 le imprese che, lavorando solo grazie al settore ricettivo e al suo indotto, presenteranno il conto di questa ennesima crisi ormai ciclica.
Cos'è questo se non il segno che un sistema turistico come è strutturato oggi non ha senso? Lavorare tre mesi l'anno per vivere 12 mesi.
È impensabile. Sotto qualsiasi punto di vista.
Benvenuti turisti, fate di noi e della nostra terra ciò che volete. Tanto poveri siamo, e poveri resteremo. Ma per tre mesi avremo l'illusione che qualcuno "faccia girare l'economia".
Ma possiamo dire con fierezza di avere una raffineria che esporta derivati del petrolio, una fabbrica di bombe, la Costa Smeralda, gli yacht e la GDO.
Eppure, nonostante tutte queste enormi attività che creano lavoro e ricchezza per cui non possono essere mandate via per costruire un sistema economico migliore, la Sardegna è povera
È evidente che qualcosa non funziona.
È evidente che questo sistema economico non sia più sostenibile. Ma non per ideologia, per partito preso, per simpatie o antipatie.
Non funziona perché la Sardegna è terra di conquista, dove ognuno viene, fa ciò che vuole, e la lascia più povera e devastata di prima.
Mentre noi stiamo a guardare. Mentre ci interroghiamo su chi è più ideologicamente puro.
È invece arrivato il momento di sollevare la testa. Di decidere per noi. Di creare la nostra economia. Di lavorare per un presente migliore.
Perché il punto di non ritorno è vicino. Senza sconti per nessuno.

Sardegna terra di conquista NATO e dell'imperialismo italofrancese ma c'è chi dice no .

La Sardegna è conosciuta mondialmente per le richezze archeologiche e culturali, dai nuraghi ai Giganti di Monte Prama, per aver dato vita a importanti esponenti della cultura come Gramsci e Grazia Deledda, e per la belezza del suo paesaggio. Ma c'è un'altra Sardegna, quella di cui pochi parlano, ed è la Sardegna dei disastri petroliferi, delle basi militari NATO e non, dello sfruttamento delle multinazionali e delle morti sul lavoro, di cui la tragedia alla Saras è stata l'apice, dell'uranio impoverito, di cui la vicenda del poligono di Quirra è solo l'ultimo esempio. Oltre si deve aggiungere l'eventuale prossima costruzione dei radar militari (tra cui quello a Capo Sperone) e l'eventuale costruzione di centrali nucleari da parte dello Stato italiano, con collaborazione della multinazionale francese Areva. La Sardegna praticamente è stata e rimane la portaerei dell'Italia, della NATO, e quindi degli USA, e di essa ci si ricorda giusto quando sono in ballo interessi economici e politici, oppure quando serve come luogo di relax dei vari magnati e dei cosidetti "Vip" di tutto il mondo - basti pensare alla Costa Smeralda. Nell'isola contro l'attuale stato di cose sono attivi molti comitati tra cui quello contro il radar di Capo Sperone, di cui è attiva anche una pagina su facebook, Gettiamo le Basi, varie associazioni, movimenti e partiti indipendetisti come SardIgna Natzione Indipendentzia, IRS Repubblica de Sardigna e A Manca Pro s' Indipendentzia e filoindipendentisti come Uniti e Diversi Sardegna.
Inoltre è stato minacciato di morte Antonello Tiddia, conosciuto come "il minatore rosso" e impegnato nel denunciare la costruzione del radar di Capo Sperone e contro le varie ingiustizie in Sardegna e non, segno che l'impegno nel denunciare le malefatte e i progetti dei governi (e delle multinazionali), che vanno contro le scelte del popolo/i, dà molto fastidio ai potenti di turno e a chi fa il loro gioco.
Rimanendo in tema, è da segnalare anche la crescente "crociata" contro gli ambienti indipendentisti che ha avuto il suo apice nell'arresto di Bruno Bellomente nel 2009, fatto che è stato recentemente ricordato durante la festa della "Patria Sarda" il 28 aprile 2011 a Thiesi.
Il 5 maggio, inoltre, è stato il trentesimo anniversario della morte del patriota irlandese Bobby Sands. Lui disse: "Non ci potrà mai essere pace in Irlanda fino a quando l'oppressiva, potenza straniera britannica non sarà rimossa lasciando tutto il popolo irlandese come un un'unità che controlla i propri affari e determina il proprio destino come un popolo sovrano, libero nella mente e nel corpo, separato e distinto fisicamente, culturalmente ed economicamente".

avatarsenior
inviato il 28 Giugno 2023 ore 22:09

Ignazio, temo che il problema sia in realtà più complesso.
Anche ammettendo che la Sardegna riesca un giorno a raggiungere l'autodeterminazione (e di tutte le istanze simili scaturite in giro per l'Italia è l'unica che mi troverebbe simpatizzante), si troverebbe comunque "fisicamente" al centro di una delle aree nevralgiche dell'intero scacchiere mondiale e, come tale, perennemente soggetta a un'infinità di pressioni esterne, prima fra tutte quella europea; ora, il problema è proprio come potrebbe sopravvivere una Nazione Sarda se pensasse di porsi, soprattutto economicamente, al di fuori dell'UE. Ma anche se rimanesse al suo interno credo che cambierebbe ben poco.
In ultima analisi, ho l'impressione che da qualunque parte cercasse un indispensabile accordo di cooperazione politica ed economica (pensa solo alle problematiche legate all'import-export) le verrebbe chiesto in cambio lo stesso sacrificio a cui è sottoposta attualmente.
Europa (e NATO alle spalle), Russia (che attraverso la Crimea punta a diventare uno dei controllori del Mediterraneo), Turchia, Paesi arabi (con alle spalle probabilmente la Cina) sarebbero tutti pronti a "ricolonizzare" la Sardegna per il medesimo scopo. All'Irlanda è andata tutto sommato bene perché è situata in un'area marginale sotto tutti i punti di vista (in altre parole: non se la filava nessuno).



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