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Tecniche, trucchi e segreti di una volta


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avatarsenior
inviato il 14 Giugno 2023 ore 18:45

Sig Mario si, in “atterraggio” e “in decollo”…posati sul fiore fermi credo di averci fatto i miei primi due rullini, poi ho cercato “altro “

avatarsenior
inviato il 14 Giugno 2023 ore 19:03

Allora sei un fenomeno. Mi piacerebbe vedere

avatarsenior
inviato il 14 Giugno 2023 ore 23:29

La correzione delle linee cadenti si poteva fare, entro certi limiti, anche con ingranditori privi della possibilità di inclinare il portanegativi. Si faceva inclinando il piano di appoggio della carta sensibile e chiudendo alquanto il diaframma dell'obiettivo dell'ingranditore, come spiega Feininger nel suo manuale.

user109536
avatar
inviato il 15 Giugno 2023 ore 3:06

Era molto più difficile è ci riuscivano in pochi.
Oggi, con la tecnologia ( iso e scatto a raffica ad esempio ) è tutto un po' più semplice. Per non parlare di quello che si può fare in PP.

avatarsenior
inviato il 15 Giugno 2023 ore 8:27

Forse un tempo ci si "arrangiava" di più con quel che si aveva, si adottavano soluzioni extemporanee per superare le limitazioni tecniche del tempo.
Poi non esistevano i social, la gara a chi pubblica più velocemente, la competizione all'ultimo pixel e questo portava a vivere questa passione con più "passione" e meno fronzoli.

avatarsenior
inviato il 15 Giugno 2023 ore 8:38

COme ha detto Luca.categoria la tecnica è abbastanza semplice, si focheggia prima sul fiore o sul punto previsto per il transito e si scatta al momento giusto; che può significare anticipare un po' se possibile in base all'esperienza e ai propri riflessi.
Lo facevo più di 30 anni fa col sistema Canon FD e l'ho applicato proficuamente anche sul digitale.
Un esempio sono queste foto del del gruccione in uscita dal nido:
www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1382230
www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1382228
www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1382229
fotografando col 400mm a una decina di metri dal nido la 550D usata non sarebbe stata in grado agganciare e mettere a fuoco, in una frazione di secondo si passa da un buco nero al gruccione che si lancia in volo.

I più bravi con la tecnologia invece si costruivano sistemi di fotocellule per lo scatto automatico, ricordo di aver visto sulle riviste foto del martin pescatore in tuffo fatte con l'Hasselblad...

avatarsenior
inviato il 15 Giugno 2023 ore 8:43

@Regolus
Non si vedono le foto, se non ricordo male va usato [*IMG2] [*/IMG2] (senza asterischi) per poterle visualizzare direttamente nel post.

[EDIT]
Come link le vedo, sono splendidi esempi di cosa significava scattare senza poter contare sull'AF della macchina; c'è anche da dire che il digitale rende molto più pratico (ed economico) l'utilizzo delle raffiche.
[/EDIT]

@Perazzetta Ettore
Anche io sono dell'idea che i social (come filosofia, non come strumento) abbiano peggiorato l'esperienza fotografica in generale.

avatarsenior
inviato il 15 Giugno 2023 ore 8:58

FrankLan
in quel caso nessuna raffica, sarebbe stato inutile, la 550D non arriva a 3 frame/secondo in teoria, nella pratica siamo a 2, nè più né meno di quanto potevo fare con la Canon AV-1 e il suo winder!
Però è vero che col digitale si può provare tante volte e imparare senza spendere, con un po' di allenamento (anche i riflessi si allenano ;-) ) e conoscenza delle abitudini della specie (i tempi entrata al nido-uscita sono grossomodo sempre quelli) si arriva tranquillamente ad un rateo di 7 /8 buone su 10

avatarsenior
inviato il 15 Giugno 2023 ore 8:59

Regolus io sto parlando di insetti, molto più veloci degli uccelli, è tutta un'altra storia.
Davvero sarei curioso di vedere altri esempi oltre quello che ho citato ma personalmente non ne ho mai trovati

avatarsenior
inviato il 15 Giugno 2023 ore 9:14

@Regolus
Perdonami, ignoranza mia; ero convinto li avessi beccati con le raffiche! In tal caso, ancora più belle! ;-)

avatarsenior
inviato il 15 Giugno 2023 ore 9:36

Per alcuni insetti (come per molti uccelli) si può capire quando stanno per involarsi guadagnando una frazione di secondo sufficiente: i coleotteri devono prima aprire le elitre, distendere le ali e poi partire e alcuni sono relativamnete lenti nel farlo, certe farfalle possono essere invece più difficili, troppo erratiche , a volte si fermano di più, altre ripartono subito o quasi non si fermano sul fiore, praticamente impossibile anche solo prefocheggiare.*

[EDIT]
* almeno per foto sul campo, se si prepara un set le possibilità aumentano

avatarsenior
inviato il 15 Giugno 2023 ore 10:59

a bordo pista prefocheggiavo il punto dove passavano le auto/moto, poi quando mi dotai di motore scattavo e muovevo la messa a fuoco su dei preset prestabiliti.

avatarsenior
inviato il 15 Giugno 2023 ore 14:18

@Stile70
Come facevi a muovere la messa a fuoco su preset prestabiliti?

avatarsenior
inviato il 15 Giugno 2023 ore 14:28

" Come si correggevano le linee cadenti utilizzando un ingranditore?"

Si correggono inclinando la testa dell'ingranditore, o il piano della carta, è uguale, chiudendo molto il diaframma dell'ottica dell'ingranditore, almeno F 11, e soprattutto, mascherando la parte dell'immagine più vicina sul piano di esposizione della carta, altrimenti ti viene più scura.

Occhio che a pellicola la correzione è fattibile solo se l'inclinazione delle linee è di entità molto bassa , non è come in digitale che correggi anche scatti di merda per le linee cadenti, a pellicola le correggi solo se l'inclinazione è molto bassa, ben pochi gradi.

Il fatto di dover mascherare la parte più vicina, quella che riceve più luce, oltre a molta manualità, richiede almeno un provino, meglio due, per equilibrare l'illuminazione della scena, che deve essere uguale tra alto e basso dell'immagine, almeno nella maggioranza dei casi.

Il fare due provini, in pratica, richiede 2 (due) giorni, il primo per fare i due provini, che devono essere lavati per almeno due ore, poi vanno fatti asciugare oppure asciugati e smaltati con la smaltatrice, ci vuole molto tempo, perché l'immagine è molto diversa tra carta asciutta e carta bagnata, ed il secondo giorno per fare la stampa.

Bisogna segnarsi tutto, angolo d'inclinazione dell'ingranditore, diaframma dell'ottica, esposizione per la zona vicina (mascherata) e per la zona lontana, tempo di sviluppo, temperatura di sviluppo.

Io lo facevo e, detta in due parole, è un lavoro veramente di merda, con tanti scarti, e risultati non ben ripetibili.

In digitale lo fai perfettamente con un click, in modo indolore ed immediato anche su linee molto cadenti.

Ho stampato a pellicola per 38 anni, sempre in grande formato, minimo 30 x 40 cm, e dal 2008 stampo in digitale: io non tornerei alla pellicola nemmeno se mi picchiassero.

avatarsenior
inviato il 15 Giugno 2023 ore 14:32

a bordo pista prefocheggiavo il punto dove passavano le auto/moto, poi quando mi dotai di motore scattavo e muovevo la messa a fuoco su dei preset prestabiliti.


Questo era oggettivamente il sistema più usato.

Poi c'era ancor prima la raffica che mi insegnò mio padre (cineoperatore di professione per alcuni anni ed amante della fotografia per tutta la vita): la raffica senza motore, motore che negli anni 60' era cosa per pochi, visti i costi.

L'idea nasce nel 700'.

Ricordate le raffiche di fucileria degli eserciti dell'epoca?
Decine di fucilieri sparavano contemporaneamente a raffica (appunto), con l'unico colpo a disposizione.
La raffica era sparare quasi tutti insieme!

Tradotto nella fotografia sportiva (soprattutto sci, per quanto mi riguarda) la cosa diventava così:

Si fotografava in 3-5 fotografi la stessa scena (porta o punto in volo che fosse) ognuno secondo le sue scelte di messa fuoco (che era il vero problema dell'epoca) e su 3-5 foto almeno un 50% abbondante era ottima.

Da soli (senza raffica) si scendeva anche al 20% e meno di foto accettabili, non ottime …

Così abbiam fatto tutti per decenni, dai tempi delle Leica a telemetro, agli anni 60' citati fino all'introduzione del AF verso metà - fine anni 80'.

Come i fucilieri settecenteschi, del resto …

Ah, gran virtù dei guerrieri antiqui! …

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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