| inviato il 04 Maggio 2023 ore 22:31
Vero per quanto riguarda Sigma |
user124620 | inviato il 04 Maggio 2023 ore 22:38
Attenzione che la scritta made in xxx non assicura che tutto sia prodotto lì, ma solo che ha seguito i processi per cui mettere quella scritta sia legale. |
| inviato il 04 Maggio 2023 ore 22:38
@Gainnj. Vero. E se ne fanno un vanto! GL |
| inviato il 04 Maggio 2023 ore 22:42
“ Attenzione che la scritta made in xxx non assicura che tutto sia prodotto lì, ma solo che ha seguito i processi per cui mettere quella scritta sia legale. „ Nel senso che gli elementi potrebbero essere stati costruiti altrove e solo assemblati in Giappone? |
user198779 | inviato il 04 Maggio 2023 ore 22:51
? Una mia innocua curiosità, che spero non diventi spunto per polemiche e guerre di religione: nella corsa al decentramento produttivo negli altri paesi del sud-est asiatico che ha interessato l'industria nipponica negli ultimi decenni, quali macchine di quali marchi, attualmente in commercio, possono fregiarsi della dicitura "Made in Japan", che, lo confesso, continua per me a esercitare un certo fascino? Come è già stato scritto da chi ha qualche anno in più il made in japan era considerato con un pò di snobismo un prodotto di scarsa qualità come sta succedendo con il prodotto cinese ora . |
| inviato il 04 Maggio 2023 ore 23:12
"..il made in japan era considerato con un pò di snobismo un prodotto di scarsa qualità .." Non era snobismo, era la realtà dei fatti di quel tempo, anni '70 - '80 del secolo scorso: i tedeschi sull'ottica non li batte nessuno, nemmeno oggi, ma oggi il gap rispetto ai giapponesi è basso in progettazione, e praticamente nullo in produzione, mentre a quei tempi tra tedeschi e giapponesi c'era un abisso come prestazioni e qualità. |
| inviato il 04 Maggio 2023 ore 23:19
La Z6 è made in Japan, forse è la mia prima macchina fotografica made in Japan. |
| inviato il 05 Maggio 2023 ore 1:05
“ Come è già stato scritto da chi ha qualche anno in più il made in japan era considerato con un pò di snobismo un prodotto di scarsa qualità come sta succedendo con il prodotto cinese ora . „ Sì, sì, lo capisco benissimo, ma non ne faccio una questione di meglio o peggio, semplicemente per la mia generazione (sono del 70) tutto ciò che arriva dal Giappone ha sempre avuto un fascino particolare, tutto qua. |
| inviato il 05 Maggio 2023 ore 1:33
@Enrian: “ Una mia innocua curiosità, che spero non diventi spunto per polemiche e guerre di religione: nella corsa al decentramento produttivo negli altri paesi del sud-est asiatico che ha interessato l'industria nipponica negli ultimi decenni, quali macchine di quali marchi, attualmente in commercio, possono fregiarsi della dicitura "Made in Japan", che, lo confesso, continua per me a esercitare un certo fascino? So già che Canon continua a produrre le proprie macchine, tutte o in buona parte, in Giappone, (…) Confermate? Gli altri marchi, invece? „ Possiedo Canon R5 e 90D, che risultano entrambe Made in Japan. Possiedo anche una Nikon D850, che non risulta Made in Japan, bensì Made in Thailand. Comunque, la qualità costruttiva della D850 mi sembra elevata: tenendola in mano, trasmette la sensazione di essere una macchina robusta, almeno questa è la mia personale opinione. Invito chi ne avesse la possibilità, se interessato, a provarla di persona. D'altro canto, l'obiettivo Nikon 70-200 f/2.8 FL con attacco reflex, che monto su D850, risulta Made in Japan. |
| inviato il 05 Maggio 2023 ore 9:49
Ovunque vengano fatte importano gli standard, ormai la manodopera è per la spedizione. Per la Cina ci vedo solo un enorme problema politico: vogliono invadere taiwan io non prendo più niente di cinese dove posso. Anche se è difficile ormai. |
| inviato il 05 Maggio 2023 ore 11:10
L'avvento della progettazione computerizzata ha un po' ridotto i gap che esistevano prima tra tedeschi, giapponesi, coreani e chi più ne ha più ne metta. Il made in Japan, come il made in taiwan del resto, negli anni '50 e parte dei '60 era sinonimo di costi bassi. Nonché, in molti casi, di copie di prodotti europei o americani di bassa qualità, quando non di plagio vero e proprio. Poi si sono evoluti, come spesso accade a chi fa ingegneria inversa ed ora Giappone e Taiwan sono ai vertici (la Corea sta per arrivarci). Diversa la questione Cina Popolare. Pure plagiando praticamente qualunque cosa mantengono costi (e qualità) bassa sopra tutto per i grandi numeri della produzione destinata al mercato interno o dei paesi vicini, per cui un controllo della qualità adeguato risulterebbe quasi impossibile e controproducente economicamente. Alcuni prodotti invece destinati al mercato estero hanno una qualità migliore (sempre stato così sempre ed ovunque...) Quelli prodotti per conto di aziende straniere devono avere una qualità adeguata alle pretese dei committenti, che siano basse o alte poi è un'altra questione. Se compro un prodotto Nikon mi devo aspettare che sia qualitativamente un prodotto Nikon indifferentemente da dove sia stato prodotto e/o assemblato (dico Nikon ma potrebbe un qualsiasi altro marchio...) e che i materiali giustifichino il prezzo. E giustifichino la differenza di prezzo tra un marchio "nobile" ed un marchio "economico" o presunto tale. |
| inviato il 05 Maggio 2023 ore 11:43
In effetti una fotocamera giapponese costruita in Cina, rimane una fotocamera giapponese. Costruita all'estero in stabilimenti di proprietà, secondo una progettazione e dei processi produttivi sviluppati in patria e con lo standard qualitativo previsto dal progetto. Quello che cambia è il passaporto della maestranza che l'ha assemblata e, sopratutto, la sua busta paga. Non mi stupirei che gli stabilimenti produttivi delle major giapponesi della fotografia, situati in Cina, possano essere migliori di quelli in patria, magari anche solo perché di più recente progettazione. Poi ci sta che il super tele, da migliaia di euro, non trovi un particolare vantaggio per la delocalizzazione della sua produzione, ma parliamo di un prodotto molto più di nicchia, rispetto a un obiettivo kit. |
| inviato il 05 Maggio 2023 ore 11:53
Più che altro la differenza la fa, o la dovrebbe fare, il controllo qualità. Sia nei materiali che, forse sopra tutto, nella precisione dell'assemblaggio |
| inviato il 05 Maggio 2023 ore 12:32
“ Più che altro la differenza la fa, o la dovrebbe fare, il controllo qualità. „ Ma il controllo della qualità è parte intrinseca del processo produttivo. E il controllo qualità definisce anche la qualità del montaggio. Non credo che le multinazionali della terza potenza economica del mondo, che fanno miliardi di Yen di fatturato, siano disposte a sottostare a simili variabili, che inficerebbero il loro blasone e il loro fatturato. In effetti in Cina vengono prodotti i più diffusi beni (o molti dei loro componenti), relativi all'elettronica di consumo, diffusi in tutto il mondo. Diverso è se parliamo di prodotti dei brand originali cinesi, cioè di loro specifica progettazione e fabbricazione dove, in effetti, una certa variabilità la si riscontra. |
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