| inviato il 22 Gennaio 2023 ore 9:34
Sicuramente però vorrei che si facesse un passettino avanti mi sembra che spesso la fotografia italiana sia rimasta ancorata li senza fare sostanziali passi con le sue gambe, si ricerca sempre quel tipo di foto e racconto, ci sta va bene, ma mi viene da dire: dopo anni davvero siamo capaci di fare solo quello? Io credo di no ma che le gallerie spesso diano spazio solo a quello stile dai colori poco saturi, le atmosfere di in certo tipo ecc.. Come dicevo Crewdson ad un certo punto ha perso qualche colpo a mio avviso, é tornato a scattare dopo un po' di blocco e dopo varie vicende personali ma ha perso qualcosa o almeno quella é stata la mia sensazione come se in certi casi ripetesse se stesso, stessa sensazione che ho avuto all'ultima mostra di la chapelle |
| inviato il 22 Gennaio 2023 ore 11:24
Ieri passeggendo per fotografare, ho incontrato questa autrice, mi sono piaciute le sue foto, cosa ne pensate? www.stephaniegengotti.com/ |
| inviato il 22 Gennaio 2023 ore 12:03
Ci sono! |
| inviato il 22 Gennaio 2023 ore 12:05
"Alla decima foto l'effetto "personaggio imbambolato" e la continua citazione di Edward Hopper stufano un po'." È la stessa sensazione che provo io. Sicuramente può essere un mio limite, lo ammetto. www.stephaniegengotti.com/ La trovo interessante. |
| inviato il 22 Gennaio 2023 ore 12:50
É forse rimasto incastrato nei suoi lavori di successo ora si ripete un po' in effetti Speravo prendesse altre narrazioni |
| inviato il 22 Gennaio 2023 ore 12:57
Scusate se approfitto di questa discussione per chiedere un suggerimento: sto leggendo "il paesaggio nell'arte" di Kenneth Clark e mi interessa sapere se esiste qualche saggio simile dedicato al paesaggio in fotografia. |
| inviato il 22 Gennaio 2023 ore 14:23
La butto là: si confronti la foto sotto di Joel Sternfeld con quelle di Gregory Crewdson, non vi pare che senza ricorrere ai mezzi di Crewdson ed a tutte le metodiche dello stage riesca ad esprimere anche meglio quelle atmosfere e sensazioni? (forse non proprio identiche sensazioni) |
| inviato il 22 Gennaio 2023 ore 15:57
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| inviato il 22 Gennaio 2023 ore 18:17
@Andreataiana : " [ ... ] sto leggendo "il paesaggio nell'arte" di Kenneth Clark e mi interessa sapere se esiste qualche saggio simile dedicato al paesaggio in fotografia." *** Gentile Andrea, non ch'io sappia ... purtroppo. Ancora attuali le riflessioni di Andrea Emiliani : patrimonioculturale.regione.emilia-romagna.it/chi-siamo/andrea-emilian Sul piano estetologico forse ... qual singolo contributo (quello d'un artista), e comunque non legato strettamente alla fotografia, mi sovviene l'opera ciclica ed incessante di Tullio Pericoli ... tanto piú riguardando la Sua opera, come Lui stesso invita a fare, in termini "geologici"... Tuttavia mi vien or ora da associare l'Opera di Crewdson, propriamente in ragione di quel carattere del paesaggio ( sottolineato da Clark ) d'artificio che pre-esiste ad ogni Sua possibile rappresentazione, a quello stadio, socio-economico e culturale, della "Desolazione" consegnatoci da Thomas Cole nel Suo "The Course of Empire" ... In tal senso la presenza umana nella "scena di Crewdson" perde ogni Sua possibile forza, ancorché triste dejavú diviene insidiosa tautologia ... ecco dunque che concordo, gentile Andrea, con la Tua disamina: la (medesima?) "scena di Sternfeld" esprime piú direttamente, e direi persino con maggior vigore e chiarezza, lo "stesso" messaggio. La coincidenza esatta, positiva, d' un improbabile stage, poco rileva, in questi termini, ad uno scarto di comunicazione significativa. Quali "oggetti" ( morfemi ) cercare, rinvenire nella chiarezza immediata d'un paesaggio, sia pur esso colto in una paradossale era "geologica" della desolazione mai completamente stratificata? E quando questo cercare, come sempre accade, cede la propria tensione analitica (dello sguardo) all'evocazione poetica dei luoghi, la costruzione (dell'immagine) come potrá discretamente non consegnarsi a moti d'affezione ? ... credo che in quella "discrezione" il sentimentalismo muti e divenga dialogo, appartenenza ... le tecniche e gli strumenti operativi tradizionali (stage incluso) non saranno piú sufficienti ... Crewdson (pretestuoso capro-espiatorio?) avrebbe dovuto inserire se stesso in quelle scene, anticipar d'un soffio la "desolazione", mostrarsi "martire" ... fosse soltanto per quel vuoto (fuoricampo) di Cole che nulla ci ha mai detto di cosa vi sia sulla soglia della "Distruzione" ... o , se preferite, quando questa possa dirsi definitivamente compiuta perché possa parlarsi di "Desolazione". [ ... ] Un gentile augurio di buona serata a Voi tutti |
| inviato il 22 Gennaio 2023 ore 19:45
Grazie per i vostri interessanti interventi. Di sicuro a Crewdson e altri fotografi invidio la capacità e maestria di gestire le luci artificiali. Da quanto ho capito leggendo le spiegazioni alla mostra il risultato finale di Crewdson tecnicamente è frutto di diversi scatti assemblati, in alcuni i personaggi sono illuminati con luce artificiale poi viene rimossa la luce artificiale ed il personaggio e si scatta la base su cui verranno rimontate le figure cancellando gli spot dalla scena. Almeno credo. In una spiegazione si accennava anche all'uso di tecnica multiscatto per ottenere tutto a fuoco, presumo intendesse il focus stacking ma, onestamente, guardando da pixelpeeper le gigantesche stampe ottenute probabilmente dai 150megapixel della PhaseOne stampate a 300dpi (ho fatto i calcoli per le fito dell'ultimo progetto Eveningside) non mi sembra affatto che tutto sia così a fuoco |
| inviato il 22 Gennaio 2023 ore 19:51
Lo scatto dei pompieri dell'incendio e del campo di zucche fi Sternfeld è tipico suo direi, strana situazione americana al limite dell'assurdo fotografata con ironia (come wuella con la famiglia sulla diga con l'infante nel girello). Nella realtà la foto è stata presa durante un esercitazione dei pompieri e la casa in fiamme è un edificio dei pompieri stessi adibito ad esercitazioni |
| inviato il 23 Gennaio 2023 ore 0:35
Sul rapporto fra corpo dell'Opera e corpo dell' Autore, sul ruolo dell'icono-testo, sulle "unitá del sogno opaco" di Barthiana memoria, sottesi alla "nuditá" esemplare di Pasolini catturata nel 1975 da Dino Pedriali, [ giá suggeritaVi nel precedente thread "Club dei fotografi 3", pag.15 ] reinvio ad una lettura attenta dello scritto di Stefano Chiodi : "Dalla voce alla presenza. Il corpo del poeta nel tempo dello spettacolo" sub. "Ostensione-Autoscopia" www.engramma.it/eOS/index.php?id_articolo=4191 [ ... ] |
user204233 | inviato il 30 Gennaio 2023 ore 18:00
Avoja! |
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