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avatarsenior
inviato il 21 Dicembre 2022 ore 1:07

Poi, è chiaro che per vivere dobbiamo mangiare, e qui ciascuno farà le proprie scelte...

Il punto nodale, che citi quasi en passant, è invece ancora proprio questo: cerco un'impronta il meno possibile invasiva e mortifera; posso ammettere che l'etica si fermi di fronte alla mia sopravvivenza, ma poiché piante funghi e batteri non debbono scomparire, allora sarebbe lecito che mi cibi di chi, sicuramente, possiede una coscienza/senzienza come gli animali che abitualmente entrano nella nostra catena alimentare? No, no, no.
Una volta si diceva: "Non mangio chi ha un cuore".

Discorso a parte è quello dell'alimentazione degli altri animali con prodotti vegetali; anche qui - a ben guardare - la scelta etica di un'alimentazione plant based (ma il veganismo è ben altro che il mero nutrirsi) risparmia l'infinità di piante che vengono utilizzate per l'allevamento, quindi è virtuosa.

La lancio allora lì: se il problema è la senzienza di piante e funghi, diventiamo tutti fruttariani, per buona misura anche crudisti; di modo da ridurre al massimo la devastazione del mondo che l'impostazione alimentare classica provoca. Io, se ci stanno tutti, ci starei.

Comunque siamo almeno parzialmente OT e ringrazio l'OP Salt che ci ha tollerati.

avatarsenior
inviato il 21 Dicembre 2022 ore 10:10

posso ammettere che l'etica si fermi di fronte alla mia sopravvivenza, ma poiché piante funghi e batteri non debbono scomparire, allora sarebbe lecito che mi cibi di chi, sicuramente, possiede una coscienza/senzienza come gli animali che abitualmente entrano nella nostra catena alimentare?

Vedi: ancora non vuoi ammettere che il concetto di coscienza/senzienza, pur con la modulazione che ci distingue dai batteri, deve necessariamente essere applicato a tutti gli esseri viventi, non solo agli animali, proprio perché ciò che distingue ogni essere vivente da un minerale è la assoluta necessità, prima ancora delle relative capacità sensoriali e cognitive, di avere quelle "esperienze" che gli servono per sopravvivere e, dunque, anche le relative capacità cognitive, altrimenti non saprebbe che farsene di quelle esperienze, ma anche non sopravvivrebbe nemmeno per 5 minuti; un minerale non ha necessità di sopravvivere, non possiede né metabolismo, né capacità riproduttiva, né capacità sociali o nemici che lo insidiano ecc.
E il giorno in cui, non un cyborg, ma addirittura un drone fosse in grado di "gestire" tutte le funzioni che gli consentano di sopravvivere e di replicarsi, anche solo al livello in cui le gestisce un batterio e, al pari di questo, dovesse mostrare la capacità di riconoscere una potenziale situazione di pericolo (perché è questa la primaria funzione della coscienza), o addirittura un rapporto di parentela come avviene anche nelle piante, dovremmo iniziare a considerare l'idea di trattarlo in modo etico.

Comunque, se proprio dovessimo pensare di risolvere la questione del cibo assolutamente etico diventando fruttariani, dovremmo cibarci esclusivamente di frutti prodotti da individui vegetali triploidi, che per questa anomalia producono frutti senza semi, perché i semi, compresi quindi anche i cereali e i legumi, sono già individui viventi. Insomma, per come si è evoluta la natura dei viventi, non ha senso fare battaglie per portare il discorso etico oltre il fatto di non uccidere altri viventi per motivazioni che non siano strettamente legate alla nostra stessa sopravvivenza o a quella di un altro individuo della nostra specie, perché andare oltre comporta scelte che assumono sicuramente un significato importante a livello personale, e a quel livello non sono discutibili (chi si sente in pace con sé stesso diventando vegano non può essere deriso o criticato per questo), ma che comportano comunque un grado di arbitrarietà che le rende di fatto non oggettive e quindi non universalmente riconoscibili e accettabili: sai che battaglia per decidere quale sia il livello limite di coscienza/senzienza al di sotto del quale è "universalmente" lecito uccidere!?! Posso uccidere una pianta che, in base agli studi fatti, oltre alle situazioni di pericolo è in grado di riconoscere anche i suoi parenti diretti? E se invece fosse provato che un verme non riconosce i parenti, ma percepisce comunque le situazioni di pericolo, posso mangiarlo tranquillamente? Si arriverebbe a questi livelli di dibattito senza "cavare un ragno dal buco".
Forse il miglior atteggiamento etico era quello dei cacciatori/raccoglitori del Paleolitico che, qualunque cosa mangiassero, ne placavano lo "spirito" con adeguati rituali (ma che soprattutto avevano imparato a non eccedere e non sprecare, se volevano continuare a cacciare e raccogliere anche alla stagione successiva).

avatarsenior
inviato il 21 Dicembre 2022 ore 13:06

Qui mi fermo, però: fare l'apologia del Paleolithic lifestyle (;-)) mi pare veramente - lo dico senza offesa, eh! - specioso: in un topic che parla dell'evoluzione degli esseri umani in cyborg, rispolverare clave caverne e dispute territoriali risolte a pietrate, fors'anche cannibalismo rituale, la considero solo un'iperbole: ma chi vorrebbe vivere così veramente? Non credo - per dirne un paio - che, giusta la tecnologia che possediamo oggi, se uno ti taglia la strada con l'auto lo freddi a revolverate; così come non tiri per i capelli le "femmine" della specie sino a un antro per la copula.

user198779
avatar
inviato il 21 Dicembre 2022 ore 13:15

Tema spinaci ops volevo dire spinoso MrGreen
Questione di punti di vista o di prospettiva tanto cara a noi .
Noi potremmo essere non vivi o questa che noi chiamiamo vita per altre entità potrebbe essere la morte

avatarsenior
inviato il 21 Dicembre 2022 ore 18:37

salva un insalata... mangia un vegano! MrGreenMrGreen

oh... si scherza, neh!!

avatarsenior
inviato il 21 Dicembre 2022 ore 22:18

Noi potremmo essere non vivi o questa che noi chiamiamo vita per altre entità potrebbe essere la morte

Noi siamo solamente gli ultimi arrivati in un mondo che ci ha plasmati e vorremmo plasmare il mondo.

avatarsenior
inviato il 23 Dicembre 2022 ore 8:52

Comunque, tornando in tema e affrontandolo un attimo più seriamente, al di là dello spirito provocatorio o solamente goliardico di chi l'ha scritto, il testo riportato da Salt tocca una tematica che di fatto è già attuale. Se dimentichiamo per un momento gli scenari alla Terminator che la parola cyborg evoca, ci rendiamo conto che la protesi di una mano dotata di sensori collegati al sistema nervoso, le apparecchiature che consentono a numerosi tetraplegici di respirare con sufficiente regolarità, o i software che consentono ad altri tetraplegici, o affetti da patologie altrettanto penalizzanti, di comunicare con i loro simili tramite l'altoparlante di un computer, tutte apparecchiature già esistenti e utilizzate (le ultime due appartenenti persino alla categoria degli organi che si trovano "all'esterno dei loro confini biologici" citata da quel testo), sono solo alcuni esempi di strumenti che ci proiettano già in quel contesto.
Semmai dovremmo chiederci, visto che anche nel vecchio continente si sta andando sempre di più nella direzione di una Sanità non più pubblica, ma solo a pagamento (e nemmeno poco), quanto "universale" sarà in futuro il diritto all'accesso alla categoria di cyborb, prima ancora che riconoscere diritti ai cyborg stessi.
Personalmente, se l'accesso a questi strumenti dovesse diventare impossibile per la maggior parte dei "comuni" lavoratori o pensionati, sarei ben poco propenso a riconoscere diritti ad una categoria di privilegiati dal censo.
Il concetto di Diritto funziona in un contesto di reale reciprocità, altrimenti è solamente un privilegio cammuffato, e chi gode di un privilegio conferitogli dal Dio denaro non ha certo bisogno di una dichiarazione che glielo riconosca, se lo compra e basta.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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