| inviato il 05 Settembre 2022 ore 15:51
@Theblackbird ......infatti mi sono reso conto |
| inviato il 05 Settembre 2022 ore 15:58
di solito io lo maschero, abbasso un po la luminosità, abbasso i neri e do un po di contrasto; al max do una regolata al wb ma non tocco quasi mai saturazione e vividezza; e un po di denoise |
| inviato il 05 Settembre 2022 ore 16:09
IO in effetti credo di aver esagerato |
| inviato il 05 Settembre 2022 ore 16:24
Bisogna sempre fare attenzione con i cursori nitidezza e chiarezza. Da dosare con molta attenzione. Ma poi, anche quel po di disturbo, cambia quello che la foto racconta? Inoltre, a dimensione di visualizzazione standard o in stampa nemmeno si vede quel disturbo. Non farti troppe masturbazioni mentali a riguardo, sono tempo perso |
| inviato il 05 Settembre 2022 ore 16:38
No ma infatti penso sia chiaro a tutti che si sta discutendo di una minuzia. Però quando magari uno sperimenta con un software diverso, o un flusso di lavoro nuovo, mi sembra un approccio molto corretto fare dei confronti, anche oltremodo puntigliosi, a ingrandimenti irrealistici, con quello che si è abituati a usare. Solo allo scopo di capire dal punto di vista tecnico quali parametri determinano certi comportamenti e certe differenze. Io ho interpretato così lo spirito della domanda. |
| inviato il 05 Settembre 2022 ore 16:59
“ No ma infatti penso sia chiaro a tutti che si sta discutendo di una minuzia. Però quando magari uno sperimenta con un software diverso, o un flusso di lavoro nuovo, mi sembra un approccio molto corretto fare dei confronti, anche oltremodo puntigliosi, a ingrandimenti irrealistici, con quello che si è abituati a usare. Solo allo scopo di capire dal punto di vista tecnico quali parametri determinano certi comportamenti e certe differenze. Io ho interpretato così lo spirito della domanda „ Hai capito perfettamente . Non sono uno che va a spaccare il pixel , più che altro volevo capire cosa aveva provocato l'effetto. |
| inviato il 05 Settembre 2022 ore 17:00
Si tratta di rumore di luminanza, per via della maschera di contrasto applicata. Anche l'aumento di saturazione fa risaltare maggiormente il problema. Non è sorprendente che il rumore appaia maggiormente nel cielo, rispetto ad altre aree, visto che non vi sono pattern particolari che possano coprirlo. Inoltre, nei sensori con filtro di Bayer vi sono molti meno pixel con filtro di colore blu, rispetto ai verdi, e questo ha impatto sul rumore visibile. Insomma, il canale del blu è uno di quelli problematici, per quanto concerne il rumore, sopratutto se è un colore che occupa una buona porzione dell'immagine. Detto questo, è normale che con interventi di un certo tipo di postproduzione aumenti anche il rumore, per cui può convenire lavorare il più possibile selettivamente, a meno che sia necessario applicare una correzione all'intera immagine. Ad esempio, potresti selezionare il cielo e poi applicare una maschera inversa, così da applicare solo su tale area dell'immagine la maschera di contrasto, e ridurresti drasticamente il rumore visibile (nel cielo). |
| inviato il 05 Settembre 2022 ore 17:04
“ Ad esempio, potresti selezionare il cielo e poi applicare una maschera inversa, così da applicare solo su tale area dell'immagine la maschera di contrasto, e ridurresti drasticamente il rumore visibile (nel cielo). „ Farò così da adesso in poi oppure per i cieli nuvolosi Ho "imparato" che il rimuovi foschia se ben dosato fa molto meglio(lo uso in affinity) Purtoppo con DPP ho un rapporto di amore e odio. |
| inviato il 05 Settembre 2022 ore 17:07
“ Ad esempio, potresti selezionare il cielo e poi applicare una maschera inversa, così da applicare solo su tale area dell'immagine la maschera di contrasto, e ridurresti drasticamente il rumore visibile (nel cielo). „ Farò così da adesso in poi oppure per i cieli nuvolosi Ho "imparato" che il rimuovi foschia se ben dosato fa molto meglio(lo uso in affinity) Purtoppo con DPP ho un rapporto di amore e odio. |
| inviato il 05 Settembre 2022 ore 17:37
Dpp ha i suoi pregi: ho eseguito svariate prove, e trovo che rispetto a lightroom, capture one e dxo sia superiore per quanto concerne la demosaicizzazione e la pulizia del file, disattivando maschere di contrasto e riduzione del rumore. In particolare, con tali software vi è più rumore di crominanza, che poi va eliminato con la riduzione del rumore, mentre con dpp in molti casi non serve applicarla. Un altro punto a favore di dpp è il dlo, che con certe ottiche consente un margine di recupero notevole, mentre i software di terze parti non hanno nulla di comparabile. Recentemente hanno poi aggiunto una interessante integrazione con i video. Sulle fotocamere che registrano video in raw (1dx mark III, r5, r5c, r3), è possibile non solo visualizzare il filmato, ma anche aprire i singoli fotogrammi come se fossero dei raw fotografici (con gamma lineare, invece delle curve log dei video), applicando picture style e quant'altro, per poi salvarli in altri formati. Per contro, dpp è un software poco adatto alla postproduzione avanzata, per via delle considerevoli lacune sotto diversi aspetti: - gestione molto limitata per la selezione di aree in cui applicare le correzioni: la maschere non esistono, tanto che sembra di avere per le mani una versione di photoshop di 20 anni fa (priva di molti strumenti che su tale software sono presenti, peraltro) - sono supportati solo i picture style, e non si possono utilizzare dei profili colore icc personalizzati, per la fotocamera (non si possono utilizzare i profili creati facendo uso di un color checker come, con il software dedicato) - gestione delle curve rgb estremamente limitata, e impossibilità di lavorare in Lab - margine di intervento limitato per le correzioni a livello di esposizione Tutte limitazioni che, a mio avviso, sono dovute al fatto che Canon fornisce tale software gratuitamente, per cui a differenza di Adobe e altre case, non guadagnano un euro dallo sviluppo di tale programma. Al contempo, essendo un software nativo e utilizzabile solo con fotocamere Canon, non so quanti sarebbero disposti a versare del denaro per avere una versione più avanzata di tale programma. Insomma, come al solito si applica il detto "non vi sono pasti gratis": sviluppare software costa, per cui se devono fornirlo gratuitamente, non dedicano più di tante risorse allo stesso... |
| inviato il 05 Settembre 2022 ore 18:48
@Hbd ci sarebbero vantaggi nel trattare i file con DPP solo per quanto riguarda demosaicizzazione e correzioni varie e poi esportare in tiff (non ricordo se dpp esporta anche in dng) da gestire in Lightroom? Nel senso, è solo una perdita di tempo in proporzione agli eventuali vantaggi? |
| inviato il 05 Settembre 2022 ore 19:14
Però pensa anche a cosa ci vuoi fare con quella foto. Se non la stampi in A3 o più grande la cosa sarà abbastanza irrilevante. Tutti controlliamo le foto guardandole al 100%. Vediamo artefatti e altre schifezze ma se la foto è molto grande (le tue sono 18mpx!) non è il caso di preoccuparsi troppo. Io quando ho qualche dubbio metto le immagini a monitor nella dimensione nella quale saranno stampate o nella quale presumibilmente saranno visualizzate da chi le vedrà, o anche un pochino di più, e vedo come vanno in quelle dimensioni. Diverso il caso di crop da pochi mpx, dove se poi li stampi un po' in grande le magagne diventano evidenti, e allora bisogna darsi da fare un po' di più sistemando bene lo sharpening e la la riduzione del rumore. |
| inviato il 05 Settembre 2022 ore 19:51
“ @Hbd ci sarebbero vantaggi nel trattare i file con DPP solo per quanto riguarda demosaicizzazione e correzioni varie e poi esportare in tiff (non ricordo se dpp esporta anche in dng) da gestire in Lightroom? Nel senso, è solo una perdita di tempo in proporzione agli eventuali vantaggi? „ Dipende da quali siano le priorità. Ad esempio, con l'ef 14mm f2.8 L usm sono rimasto sorpreso dai margini di intervento del dlo, dato che riesce a recuperare non poco dettaglio nelle aree periferiche della foto, che risultano deteriorate a causa del forte astigmatismo e curvatura di campo dell'ottica. I profili di correzione dell'ottica di lightroom non fanno nulla di simile, per cui l'unico modo per avere tali correzioni è convertire il raw con dpp. Tuttavia, se poi il medesimo file richiede ad esempio delle forti correzioni selettive a livello di esposizione, allora iniziano i problemi. Infatti, con il tif si è molto meno margine di recupero, rispetto al raw. Ad esempio, mi capita spesso di tirare al limite l'esposizione sulle alte luci (per fare ettr o perché non posso ridurre i tempi di scatto a causa dei flash), e poi gestisco la cosa in postproduzione con correzioni selettive. Con dpp era un discreto calvario, mentre con il sistema di maschere di lightroom correggere l'esposizione sul cielo (ad esempio) è molto più semplice ed efficace. Sotto questo aspetto lightroom va meglio di dpp, nel senso che il margine di recupero sulle aree sovraesposte è nettamente superiore. Anzi, ho fatto delle verifiche con rawdigger, e ho notato che, nonostante in certi casi le aree fossero sovraesposte nel raw (ovvero irrecuperabili, in quanto uno dei canali rgb era sovraesposto), lightroom riusciva a recuperare comunque la sovraeposizione: sospetto che abbiano degli algoritmi che cercano di ricostruire le informazioni mancanti su un canale, tramite quelle degli altri due (ovviamente la cosa funziona entro certi limiti). Tuttavia questo tipo di correzione è fuori portata per dpp che, come avevo scritto sopra, oltre ad avere un pessimo sistema per la selezione delle aree, offre molto meno margine di intervento per le correzioni dell'esposizione. Pertanto, a qualcosa si deve rinunciare, visto che se si utilizza un software per elaborare il raw, non si possono avere i vantaggi forniti dall'altro. |
| inviato il 05 Settembre 2022 ore 20:18
Tempo fa ero a Milano e sono andato a vedere la mostra del grande Giovanni Gastel, suoi ritratti. Alcuni di questi ritratti, digitale, evidenziavano da vicino degli artefatti e una disturbo notevoli dovuto ad un forte microcrontrasto ottenuto in post produzione. Le stampe saranno state 50x60 o giù di li. Invece alla distanza di visione corretta quelle stampe mostravano solamente dei splendidi ritratti. Gli artefatti non si notavano nemmeno |
| inviato il 05 Settembre 2022 ore 20:56
Mi ritrovo perfettamente nelle parole di HDB per quanto riguarda dpp. Ovviamente non sarei stato in grado di dire quello che pensavo su dpp meglio di lui. Nel caso specifico delle foto che ho postato, ma in generale nel mio workflow in pp, personalmente prendo il RAW e lo sviluppo in dpp intervenendo il più delle volte solo sulle correzioni lente, picture style, ombre e luci, luminosità e poi riduzione rumore.il file tiff che ottengo lo lavoro in affinity. Ho provato a sviluppare Direttamente da affinity il RAW, anche perché con l'utilizzo di maschere e grazie all'interfaccia più photoshop similare è più chirurgico. Purtroppo demosaicizzazione e correzioni lenti di dpp sono sempre più efficaci. Sono curioso di provare dxo che sembra dare Ottimi risultati |
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