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Calibrazione periodica monitor Eizo


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avatarsenior
inviato il 02 Agosto 2022 ore 12:09

Ancora non avete capito? Io posso basare i miei parametri di calibrazione sul mio ambiente, Ok ? Ma quando lo strumento sta misurando il monitor per metterlo ai parametri che voglio io non deve avere luci parassite. Ok ? Spero sia chiaro , misurare la luce ambiente serve solo a dare un consiglio sui parametri da impostare, ma mica devo lasciare quella luce in fase di misura sul monitor, anche perché lo strumento non deve vedere altro che l'emissione del monito , solo quello, ma comunque pensatela come volete e fate tutta la confusione che vi pare…

avatarsenior
inviato il 02 Agosto 2022 ore 13:09

Il sito di Eizo e non quello che penso io pare molto chiaro a proposito.

Tra l'altro documentandosi anche in modo non approfonditissimo in Rete

Il valore di luminosità del monitor deve pertanto in qualche modo rispecchiare la quantità di luce presente nella nostra area di lavoro. A tale proposito è importante segnalare che sarebbe opportuno fare in modo che la luminosità dell'ambiente di lavoro rimanesse per quanto possibile costante.


Pertanto ho capito quanto affermi, ma ripeto che se non si hanno luci parassite o puntate direttamente sul monitor, non vedo alcun problema.

Come ho già detto, ci sono un sacco di studi dove è praticamente impossibile calibrare al buio completo.

avatarsenior
inviato il 02 Agosto 2022 ore 15:01

Ho detto inizialmente che è solo un'accortezza, nulla a che vedere con quello che citi sul sito Eizo riguardo all'ambiente di lavoro, ripeto per l'ultima volta, quando lo strumento legge il monitor, non vedo controindicazioni a farlo con luci spente, vedo solo vantaggi e non costa nulla.

avatarsenior
inviato il 02 Agosto 2022 ore 17:55

x FolAnd46 Eizo consiglia 200 Ore.

Per quanto riguarda l'evitare luci parassite tramite l'oscuramento dell'ambiente è un'accortezza che si usa da sempre specie con strumenti non integrati che possono far passare la luce.

Negli studi senza tapparelle, persiane o altro di solito si fa partire la routine di calibrazione la notte. Il problema è meno sentito con i monitor dotati di colorimetro integrato essendo questo molto aderente alla superficie e dotato di palpebra antiriflesso.

Gli ambienti di lavoro dovrebbero seguire le normative, che parlano molto chiaro e ne esistono diverse. Sono state fatte per dare una risposta al problema della gestione di colore in ambienti color critical o amatoriali ad anello chiuso, semi chiuso ed aperto.

Si può scegliere per ragioni economiche, ambientali o di scarsa conoscenza di non seguirle e non sono pochi gli studi che lavorano in condizioni lontane da questi standard per questo motivo esistono compromessi come i sensori di luminositá ambientale e di punto del bianco. In italia è un fenomeno diffuso oltre alla scarsa conoscenza della gestione del colore.

Ma in linea generale, scelto lo standard di riferimento è meglio attenersi a quello senza inventarsi nulla, la costruzione da zero dell'ambiente non costa cifre folli anzi. Per una cameretta amatoriale le luci a norma costano poco e poi va di moda il grigio e una mano di pittura certificata male non fa.

Se siete curiosi, date un'occhiata alle condizioni ambientali consigliate dallo standard sRGB, le motivazioni e i commenti degli autori. Se pubblicate esclusivamente per il web è un ottimo punto di partenza. (120 cd/m2 e non 80 ovviamente).

www.w3.org/Graphics/Color/sRGB.html

Seguendo i consigli di Eizo si va nella direzione opposta dove loa calibrazione è assoggettata all'ambiente che, se possibile, dovrebbe essere il più possibile costante.

www.eizo.it/nozioni-pratiche/gestione-del-colore-e-calibrazione/workfl


Quando un utente non può o no sa come intervenire sull'ambiente circostante intervengono gli strumenti correttivi o "tampone" agendo sulla calibrazione ma nonostante tutte le buone intenzioni un ambiente incontrollato influenza in modo significativo la gestione del colore e la successiva correzione del colore.

Lasciare tutto in mano ad una lampadina ikea (basso CRI e incostasnte) e pareti color nocciola per poi intervenire sulla calibrazione è davvero un controsenso e personalmente non lo consiglio. È ragionare al contrario.

La "costanza" risiede tutta nella qualitá dell' illuminante e nella riflessione delle pareti e degli oggetti presenti. Considerando che una scrivania non colorata, poco riflettente e un paio di lampadine decenti oggi costano poco non ci sono più scuse.

Nel link che ho messo c'è un punto in cui parla esattamente di questo:

"While one would theoretically use the viewing conditions which represent the actual or typical viewing environment, if this is done with 24 bit images a significant loss in the quality of shadow detail results This is due to encoding the typical viewing flare of approximately 5.0 percent into a 24 bit image as opposed to the encoding viewing flare of 1 percent. Therefore we recommend using the encoding viewing environment for most situations including when one's viewing environment is consistent with the typical viewing environment and not the encoding viewing environment."

In parole povere una semplice differenza di illuminazione ambientale fa crollare drasticamente i dettagli nelle ombre di una immagine a 24 bit. I 200 lux tipici di un ambiente di ufficio sono troppi. Basta avvitare due lampadine serie e lasciare che gli strumenti "tampone" dormano serenamente.

È come far girare un Ferrari (monitor professionale) dentro un palazzetto del ghiaccio (ambiente sbagliato) e montargli le gomme chiodate per non sbandare (compensazione della calibrazione attivata). Quando sarebbe più logico portarla in pista (ambiente corretto) e montare le gomme da gara (Normative corrette).

avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2022 ore 9:16

Un po' di chiarezza in tutta la confusione.

Mi sembra confermato che la luce va spenta e l'ambiente di lavoro quando la sonda misura il monitor non lo deve vedere .....;-)

avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2022 ore 10:00

Ho un monitor Eizo CG247x e di default la routine di calibrazione parte nel cuore della notte, quindi quello che ha spiegato Wazer è perfettamente in linea con Eizo.

(Io la prima volta non lo sapevo e mi sono preso un po' paura perché sembrava lo sbarco degli extraterrestri MrGreen)

Mi viene in mente una cosa, avevo visto un video su Alex Majoli stampatore. Lo schermo che usa non ha solo la palpebra intorno ma anche un panno nero, proprio come quello dei banchi ottici, per cui chi lavora allo schermo infila la testa sotto il panno per bloccare le luci esterne. Un modo quasi steampunk di intervenire sull'ambiente di lavoro.

Ecco ho ritrovato il video:


avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2022 ore 16:11

Non so... tempo fa ho seguito la riorganizzazione di un ufficio stile, di un cliente nel settore tessile, e i tecnici si raccomandavano di fare la calibrazione automatica degli Eizo CG in pausa pranzo e con le luci ambiente.

In ambito editoriale, in area pre stampa, ho sempre visto calibrare con le luci accese, ovviamente con tutti i crismi Fogra.

Eizo, sul suo sito, scrive: La calibrazione dei monitor ColorEdge della serie CG può essere dunque effettuata in maniera automatizzata e in tutta comodità persino di notte , senza ostacolare il flusso di lavoro mantenendo l'accuratezza nel tempo.

Comunque se lo dice Wazer, che ci lavora, sarà vero che è preferibile farlo di notte o al buio... anche se, avendo più monitor e dovendo vedere tastiera e altro, le luci parassite potrebbero essere più influenti

avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2022 ore 16:42

Sicuramente i tecnici avranno fatto le loro verifiche e scelto la soluzione migliore per quel cliente. Scelta magari forzata da altre priorità.

I consigli generali non possono tenere conto dei casi specifici e senza vedere dal vivo un ambiente di lavoro è sempre meglio consigliare la calibrazione al buio. Fa più danni una luce parassita che una parete color nocciola, anche se sarebbe meglio non avere pareti colorate.

Mi capitò un cliente che non voleva saperne di creare una piccola zona a norma per motivi di interior design, riuscii a fargli spostare la postazione di lavoro dalla precedente zona abbagliata dalla maxifinestra esposta a ovest con sole diretto. Calibrazione con routine notturna e stop. Le sue priorità erano altre. Va sempre ascoltato il cliente e cercato un compromesso.

ps: il problema dei riflessi sullo schermo non si limita a danneggiare la calibrazione ma anche la postproduzione.

ppss: Tanta stima x Alex Majoli, un vero artista indipendente, talento puro che sa esattamente quello che vuole ottenere. Una rarità.

avatarjunior
inviato il 04 Agosto 2022 ore 16:24

Grazie a tutti per le risposte!
Ne terrò conto per quando effettuerò la prossima calibrazione.
Ps se non ricordo male effettivamente, la prima (ed unica calibrazione) l'ho fatta totalmente al buio. Perché consigliato appunto di farla così per evitare luci parassite sul monitor.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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