user12181 | inviato il 23 Marzo 2022 ore 10:22
"Mi trasmette tanta pace, tanta tranquillità, un senso di spazio, spensieratezza.." Di solito l'arte fa più o meno questo effetto, libero gioco di immaginazione e intelletto lo chiamava un filosofo, che però faceva riferimento a esempi piuttosto discutibili. Ma non è necessario essere grandi conoscitori d'arte per indagare i suoi fondamenti, è necessario saper ragionare. P.S. Le foto di Ghirri che ho visto mi incantano quasi tutte, nel senso che hai cercato di comunicare, aggiungerei, come il filosofo, libertà, senza aggiungere nulla. Sai che questa invece... 'nzomma... |
| inviato il 24 Marzo 2022 ore 9:17
“ Non ho mai copiato e non lo farò mai se non con gli scatti di Ghirri che per mia fortuna ho la possibilità di ricreare (quelli della mia zona) per puro piacere personale, anche per vedere come sia cambiato il paesaggio a distanza di molti anni. „ Stai facendo un lavoro fantastico. |
| inviato il 24 Marzo 2022 ore 10:33
Una bella storia. Ti invidio per la sorpresa che hai provato scoprendo questa fotografia dal contenuto così familiare. Il "gioco" di riprodurre quella immagine ha un senso più nobile secondo me; Ghirri era interessato tra le altre cose a registrare il rapporto tra territorio e umanità (per semplificare) e probabilmente non avrebbe disdegnato riprendere gli stessi luoghi a distanza di tempo. Ma forse è solo una mia fantasia! Seguo volentieri chi volesse continuare con questo "progetto", e tempo permettendo potrei cimentarmi anche io |
| inviato il 24 Marzo 2022 ore 11:48
“ Seguo volentieri chi volesse continuare con questo "progetto", e tempo permettendo potrei cimentarmi anche io „ Anch'io, assolutamente per caso, ho trovato uno dei luoghi fotografati da Ghirri. Ogni tanto ci penso a riprendere la stessa fotografia sua, solo che è una ripresa all'alba e il cancello della villa è chiuso, forse potrei infilare l'obiettivo attraverso le sbarre. Racconto brevemente la scoperta. Qualche anno fa stavo guidavo verso Bologna per vedere la mostra di Eugene Smith. Pensavo ai cavoli miei, ma inconsapevolmente passando davanti alla villa l'ho riconosciuta e ho cacciato una gran frenata, il risultato è che un camioncino quasi mi ha tamponato e comunque mi ha superato suonando e mandando accidenti. Quindi mi sono fermato, ho cercato la foto di Ghirri sul cellulare e confrontato tutti i particolari della villa. Era proprio quella. Capisco benissimo l'autore del post quando dice che era emozionato. Io poi sono andato oltre, mi sono convinto che lo spirito di Eugene Smith abbia chiamato lo spirito di Ghirri per dirgli di farmi una sorpresa. Ovviamente amo molto Ghirri come fotografo e scrittore. |
| inviato il 24 Marzo 2022 ore 14:24
Mi è piaciuto il tuo post e ti ringrazio della bella lettura che mi hai fatto fare. |
| inviato il 24 Marzo 2022 ore 14:29
@canti del caos Dopo posso vedere la tua fotografia? |
| inviato il 24 Marzo 2022 ore 19:28
Fantastico, Ghirri è un Maestro unico per tutti...e il tuo sforzo di ricreare i suoi scatti adesso o comunque ri-fotografare i suoi luoghi, mi incuriosice oltre misura. Condividi se puoi... Grazie |
| inviato il 24 Marzo 2022 ore 20:15
Mi gai scaldato il cuore, ed è merce rara! Altra cosa, scendendo nel dettaglio, è che se vedi Ghirri aveva dato molto più spazio al primo piano (lo dico solo a fini descrittivi e di discussione, nient'altro) mettendo: - l'orizzonte sopra metà inquadratura - il centro del silo sul quarto di sinistra - la fine del boschetto sul quarto di destra Però il boschetto ahinoi è sparito adesso! |
| inviato il 25 Marzo 2022 ore 8:40
Gentile Jacopo, adoro Ghirri, e non solo le Sue fotografie ... e mi piace questa Tua storia ... Questo "tornare ad un luogo", od anche riconoscerlo, ripercorrendo i territori dell'anima con gli occhi propri; con la propria sensibilitá ... al tempo stesso giá infusa di quella d'Altri, ... di chi ci ha preceduti. Direi ... una reinvenzione continua dello spirito, un'azione (d'essenziale scrittura ...) non esclusivamente documentaria bensí poeticamente artefice ... di mediazione ed al tempo stesso creativa. Complimenti ... [ ...continui ! ] Ben Edit: Pur non posso non assumere ( e non senza un certo grado d'inquietudine) , per codesta interpretazione, quella dimensione, apparentemente tragica, di "fatale" separazione dell'uomo dal mondo naturale che il "mondo alterato", attraverso la fotografia, stabilisce per ogni possibile e sempre attuale, dunque viva, narrazione del paesaggio : “Le immagini registrano cosa abbiamo acquistato, cosa abbiamo pagato, e cosa non abbiamo potuto comprare. Documentano una separazione da noi stessi e dal mondo naturale che professavamo di amare”. Robert Adams Ma questo rapporto è ... personale, è un rapporto tra se stessi e lo spazio ove anche il tornare sulle orme del "giá visto" promette quella 'poetica attiva' alla quale mi riferivo, e questo, credo, indipendentemente da una finalizzazione, mediata, quale quella indicata dai New Topographers [ lo stesso Adams parla del fotografo come "geografo mediatore" ed ancor piú precisamente individua la possibilitá di tale ruolo nelle Sue "Tre veritá del paesaggio" (geografia, autobiografia e metafora) che se solo riguardate come indissolubili restituiscono una "Affection of life"... ] . Piú basilare e documentale la concezione di Basilico : "Quando mi trovo in un luogo che non conosco, ho bisogno di cercare un punto di osservazione per poter costruire visivamente un rapporto tra me e lo spazio, per poter leggere e capire il luogo attraverso la sua forma ….. Per me fotografare significa prelevare campioni del mondo reale e metabolizzarli, come sostanza necessaria e nutriente per la memoria. Così, anche nell'esplorazione di un luogo nuovo, nella percezione visiva, tutti i luoghi già visti e “fotograficamente” registrati nella memoria, sono virtualmente presenti” Gabriele Basilico, “Architetture, città, visioni” Mondadori, Milano, 2007 Un gentile augurio di buona giornata a Voi tutti, Ben |
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