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Domanda tecnica su messa a fuoco


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avatarsenior
inviato il 28 Gennaio 2022 ore 22:10

C'entra invece, se consideri solo i raggi blu che sono quelli che partono da un oggetto in centro; quelli verdi si possono anche non visualizzare ma non si può inserire un link che non li visualizzi.

Se varia la distanza varia anche l'angolo di incidenza dei raggi sulle lenti, le due cose sono correlate.

L'angolo non è quello di un oggetto fuori asse rispetto all'asse, quello effettivamente non c'entra nulla.

Ho corretto il messaggio precedente aggiungendo "sull'asse ottico" così è più chiaro.

avatarsenior
inviato il 28 Gennaio 2022 ore 22:35

Il piano di messa a fuoco è lo stesso, ed è quello che incide sulla messa a fuoco. Due oggetti sullo stesso piano, uno al centro fotogramma e uno spostato di lato saranno entrambi a fuoco (tralasciando altre problematiche e diversa resa dell'obiettivo ai bordi).
Quello che risponde alla domanda iniziale sono i due schemi che ho postato, ma non lo dico io, che sono un signor nessuno, lo dice Andreas Feininger.
Lo schema che hai portano non ha niente a che fare con la messa a fuoco e con il perché gli oggetti a diverse distanze vanno fuori fuoco.

avatarjunior
inviato il 29 Gennaio 2022 ore 7:36

Forse c'entrano entrambe perchè sono correlate? Scusa Diebu ma come fa la lente a decidere come dirigere i raggi di luce in base alla distanza? Non può sapere dove si trova un oggetto. Qualcos'altro, influenzato dalla distanza, deve avvenire nel modo in cui l'immagine raggiunge la lente, che determini poi il punto di messa a fuoco. Qualcosa la cui causa è la distanza, che però da sola, come valore, non può essere sufficiente per informare la lente e farle dirigere i raggi luminosi.

avatarsenior
inviato il 29 Gennaio 2022 ore 9:40

Claudio, prendi un libro di ottica e cerca lì le risposte. Come dico sempre oggi si cercano le risposte nei forum invece che su libri specifici. Se leggi il libro di Andreas Feininger che ho consigliato ci sono tutte le spiegazioni corredate di schemi esemplificativi molto chiari (oltre ai due che ho postato ce ne sono anche altri per altri argomenti).
Il tuo approccio, permettimi, semza offesa, ma non ha alcun senso; parli di "come fa la lente a sapere...", "informare la lente...", la lente non ha intelligenza, né è un microprocessore, quindi non ha bisogno SAPERE alcunché, semplicemente risponde alle leggi della fisica e dell'ottica.

avatarsenior
inviato il 29 Gennaio 2022 ore 9:55

Scusa Diebu ma come fa la lente a decidere come dirigere i raggi di luce in base alla distanza?


Cerca di immaginare cosa succede per un soggetto in asse (al centro) che è più facile, ma vale la stessa cosa per quelli fuori asse.

Per ogni distanza del soggetto l'obiettivo converge i raggi che partono dal soggetto in punti diversi (più il soggetto è vicino è più il punto di convergenza è lontano), quindi devi aggiustare la posizione relativa di obiettivo e sensore per fare in modo che la convergenza cada sul sensore, la messa a fuoco fa questo.

Perchè succede questo?

Perchè i raggi che arrivano sulla prima lente ci arrivano con inclinazioni diverse per ogni distanza del soggetto, di conseguenza tutto il percorso ottico a valle è diverso come anche la distanza del punto di convergenza.

Inserisco di nuovo il link dove ci sono solo i raggi provenienti da un punto nel centro ottico

www.photonstophotos.net/GeneralTopics/Lenses/OpticalBench/OpticalBench

Prova a cambiare "Scenario" e ti rendi conto di come cambia il percorso ottico, e di conseguenza il punto di convergenza, quando il soggetto passa da infinito alla minima distanza.

avatarsenior
inviato il 29 Gennaio 2022 ore 10:04

Ho capito che questa discussione arriverà a 15 pagine come quelle su "prospettiva" e "schiacciamento dei piani"MrGreen

avatarsenior
inviato il 29 Gennaio 2022 ore 10:17

Riporto il testo del libro di Andreas Feininger che illustra i due schemi che ho postato:
"Immaginiamo due punti luminosi A e B (vedi lo schema) a differenti distanze dell'apparecchio. Qualsiasi punto emette luce in tutte le direzioni, o per radiazione o per riflessione. Ma di tutta la luce emessa da ogni punto, soltanto un cono luminoso, avente come apice il punto stesso e come base la superficie dell'obiettivo, è utilizzato nella formazione dell'immagine sul negativo. Se l'obiettivo è messo a fuoco sul punto A, la luce esce dall'obiettivo rifratta in modo da formare un secondo cono luminoso nell'interno dell'apparecchio. L'apice di questo cono tocca esattamente il piano su cui si trova il negativo e forma in "alfa" un'immagine nitida del punto luminoso. Ma poiché un obiettivo non può mai esere messo a fuoco su due distanze diverse, l'immagine del punto B più vicino dovrebbe teoricamente cadere al di là del film. Dato che ciò è impossibile perché il film intercetta la luce, l'immagine del punto B è resa in questo caso senza nitidezza, in forma di un cerchio di diametro corrispondente al diametro che ha il cono luminoso sul piano di interrelazione del film."
www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=4156806

avatarsenior
inviato il 29 Gennaio 2022 ore 12:06

Ho capito che questa discussione arriverà a 15 pagine come quelle su "prospettiva" e "schiacciamento dei piani"MrGreen


E' molto probabile fino a che non ci si intende sulla domanda iniziale.

Praticamente la risposta che hai dato tramite Feininger (di cui ho parecchi libri che consiglio) contiene un assunto:

"Ma poiché un obiettivo non può mai essere messo a fuoco su due distanze diverse"

che è naturalmente vero, ma è proprio la domanda che si/ci fa chi ha aperto la discussione:

Perchè succede questo? Cioè perchè per ogni distanza c'è bisogno di una diversa messa a fuoco?

Almeno a me sembra di aver capito così, ed ho dato risposte in questo senso.


avatarsenior
inviato il 29 Gennaio 2022 ore 12:21

La risposta è nello schema, quello di Feininger non è un assunto, semplicemente anticipa la soluzione (o forse più probabilmente si tratta di un errore nell'adattamento in italiano). Sono le leggi dell'ottica che determinano quello schema. Se togli quelle parole e riformuli la frase come "L'immagine del punto B più vicino, invece dovrebbe teoricamente cadere al di là del film. Dato che ciò è impossibile perché il film intercetta la luce, l'immagine del punto B è resa in questo caso senza nitidezza, in forma di un cerchio..." vedi che il ragionamento fila ugualmente.
Ovvio che in un libro generalista sulla fotografia occorre usare parole e spiegazioni semplici. Se uno non ci crede o vuole approfondire si prenda un libro di ottica.

avatarsenior
inviato il 29 Gennaio 2022 ore 12:37

Come scrive Feininger:
Ma di tutta la luce emessa da ogni punto, soltanto un cono luminoso, avente come apice il punto stesso e come base la superficie dell'obiettivo, è utilizzato nella formazione dell'immagine sul negativo


Ed è proprio quel cono che fa la differenza, l'angolo al vertice diventa via via più grande con l'avvicinarsi del soggetto, al contrario se il soggetto si allontana fino a che all'infinito i raggi incidono paralleli; semplificando al massimo la lente "piega" (termine corretto: rifrange) di una quantità fissa in dipendenza delle sue proprietà ottiche (forma, materiale, mezzo in cui è immerso), ne deriva perciò che:
soggetto vicino --> angolo del cono d'ingresso GRANDE --> angolo cono di focalizzazione in uscita PICCOLO -->piano di fuoco lontano
soggetto lontano --> angolo del cono d'ingresso PICCOLO --> angolo del cono di uscita GRANDE --> piano di messa a fuoco vicino
D'altra parte il sistema è reversibile, se sposto il soggetto al posto del piano di fuoco, il nuovo punto di focalizzazione si sposta dove prima stava il soggetto..

avatarsenior
inviato il 29 Gennaio 2022 ore 17:57

Ed è proprio quel cono che fa la differenza, l'angolo al vertice diventa via via più grande con l'avvicinarsi del soggetto, al contrario se il soggetto si allontana fino a che all'infinito i raggi incidono paralleli; semplificando al massimo la lente "piega" (termine corretto: rifrange) di una quantità fissa in dipendenza delle sue proprietà ottiche (forma, materiale, mezzo in cui è immerso), ne deriva perciò che:
soggetto vicino --> angolo del cono d'ingresso GRANDE --> angolo cono di focalizzazione in uscita PICCOLO -->piano di fuoco lontano
soggetto lontano --> angolo del cono d'ingresso PICCOLO --> angolo del cono di uscita GRANDE --> piano di messa a fuoco vicino
D'altra parte il sistema è reversibile, se sposto il soggetto al posto del piano di fuoco, il nuovo punto di focalizzazione si sposta dove prima stava il soggetto..


Esatto, quindi l'angolo del cono e gli angoli di incidenza (che sono correlati) c'entrano eccome.

avatarsenior
inviato il 29 Gennaio 2022 ore 19:45

Mmmh però credo solo in minima parte, perché se fosse evidente e massiccio l'effetto che citi Rolubich, due oggetti su medesimo piano ma ad angolo differente presenterebbero sfocati radicalmente differenti, mentre non è così.
Se fai un test delle tre pile, metti quella di sinistra a distanza X, le altre due a distanza 2X, poi focheggi sulla pila di sinistra, le altre due saranno sfocate praticamente nel medesimo modo nonostante siano ad angoli differenti rispetto alla lente nel frame.
Sbaglio valutazione o torna?
Io la differenza che hai detto l'ho percepita, è vero, ma era davvero piccola e soprattutto l'ho notata in punti luce sfocati a grandi aperture... Nell'ipotetico test delle pile che proponevo penso non si noterebbero grandi discrepanze.

avatarsenior
inviato il 29 Gennaio 2022 ore 19:53

Infatti BlackBird, ma spesso se non si complicano le cose o non si contraddice qualunque cosa pur di mantenere il punto... pare che non ci si diverte Confuso
Aspetto che arrivi qualcuno a tirare in ballo l'aberrazine sferica, la curvatura di campo, coma, aberrazioni cromatiche dovute ai vari (o all'assenza di) tipi di correzione: acromatica, apocromatica, superacromatica!

avatarsenior
inviato il 29 Gennaio 2022 ore 20:53

Non è la distanza che influisce, ma il fatto di farla confluire in un punto in cui l'Intersezione delle linee coincide con il piano pellicola o Sensore

avatarsenior
inviato il 29 Gennaio 2022 ore 20:56

Vero Gfirmani, ma diciamo che sostanzialmente gli schemi ottici vengono progettati per farlo in base alla distanza del soggetto messo a fuoco, sennò come faremmo a percepire correttamente (cioè in modo coerente a quanto fa la nostra vista) la scena? Sorriso

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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