| inviato il 21 Dicembre 2021 ore 16:44
il mio display segna 999 volte che lo hai detto in questi anni ... dovrò' comprare un display a 4 cifre :) E quando? |
| inviato il 21 Dicembre 2021 ore 16:48
No, esiste ed è misurabile attraverso calcoli trigonometrici, è legata a vari fattori, distanza di maf, lunghezza focale dell'ottica utilizzata, diaframma, circolo di confusione, ingrandimento finale, distanza di visione della stampa, capacità visive dell'osservatore... Comunque, anche senza lauree in matematica, che esista è evidente dalla semplice osservazione di un'immagine, tipo questa [IMG]https://i.ibb.co/T88Cn6c/diaframma-e-profondita-di-campo-copia.webp[/IMG] E' evidente che tutti gli elementi dell'immagine, molto distanti tra di loro e pertanto non facenti parte di un unico piano di fuoco, abbiano nitidezza più che sufficiente anche per occhi -esigenti-. Che guarda caso sono tutte grandezze arbitrarie Julia, e quindi dicono tutto e il contrario di tutto. Per quanto rigurda la fotografia invece certo che è tutto a fuoco... del resto c'è solo il soggetto al centro e il resto è tutto vuoto! |
| inviato il 21 Dicembre 2021 ore 16:52
Ah però interessanti spunti.. mi veniva poi di riflettere su Ansel Adams ed Edward Weston.. nelle loro immagini non trovi mai uno sfuocato manco a pagarlo oro.. portatori di un' estetica precisa? tanto da fondare un gruppo denominato, non a caso, f/64..! E certo... dimentichi solo un particolare: fotografano con formati minimi di 8x10" e stampavano 5, forse 6X... ovvio che fosse tutto a fuoco! |
user203495 | inviato il 21 Dicembre 2021 ore 17:00
Seguo. |
| inviato il 21 Dicembre 2021 ore 17:14
bè insomma paolo, più è grande il formato, più è grande lo sfocato... per quanto gli obiettivi da banco non abbiano quello stacco dei piani tipico dei 35mm |
| inviato il 21 Dicembre 2021 ore 17:51
“ A me certe affermazioni apodittiche lasciano sempre perplesso. Sostenere che la profondità di campo non esista è come sostenere che il sapore agrodolce non esista: al tempo stesso una tautologia e una falsità. „ Questo succede quando si guarda con un occhio solo e si ascolta con un orecchio solo, il diaframma in chiusura lo uso pure io e esattamente dal 1981 e non perché sono già al minimo degli iso, tempo massimo e ancora esposimetro a palla in alto. Se ci mettiamo tutti a decidere come fare affinché guardando una foto si riesca a scambiare zone molto poco nitide con zone più nitide chi dice che chiudere il diaframma non serve può lasciare la discussione, ma facciamo che non sia il caso nostro, se invece ci mettiamo con numeri a dire che chiudendo il diaframma possiamo avere la stessa nitidezza su un campione di linee per mm a diverse distanze dall'unico piano di fuoco esistente siamo alla falsità. |
| inviato il 21 Dicembre 2021 ore 18:07
“ Siete sicuri che una foto con un po'di diffrazione (ammesso di vederla a occhio) sia meno bella? „ ho amici a cui mostro qualche scatto, da principiante ossessionato di conoscere ed approfondire la materia, che prima la apprezzano e dopo aver saputo che ho scatttato ad f16 o f22 si sentono in dovere di dirmi: "la prossima volta non superare f8....guarda bene la tua foto si vede che c'è della diffrazione!" io, dopo aver studiato un libro sull'esposizione, non mi pongo più il problema, se la mia esposizione ha bisogno di un diaframma chiuso, per raggioni narrative, chiudo e scatto...lo faccio stando attendo a non bruciare, cercando di trovare i giusti contrasti ma, onestamente, l'idea della diffrazione non la calcolo proprio. ultimamente ho stampato un po' di foto, da saal digital, e quando riguardo le foto me le godo e manco mi ricordo che obbiettivo ho usato |
| inviato il 21 Dicembre 2021 ore 19:45
Usare F8 è come friggere. Fritta è buona anche una ciabatta... |
user225138 | inviato il 21 Dicembre 2021 ore 20:13
“ Fritta è buona anche una ciabatta... „ Sei toscano, immagino |
user225138 | inviato il 21 Dicembre 2021 ore 20:38
“ chiudendo il diaframma possiamo avere la stessa nitidezza su un campione di linee per mm a diverse distanze dall'unico piano di fuoco esistente „ E allora diamo la definizione di profondità di campo: è la distanza tra l'oggetto più vicino e quello più lontano dal punto di ripresa, entrambi percepiti nell'immagine sufficientemente (ed eventualmente, uniformemente ) nitidi. La percezione di nitidezza dipende da diversi fattori, tra i quali il circolo di confusione accettabile, che a sua volta dipende da altri parametri misurabili e dalla soggettiva sensibilità e capacità visiva. Approcciare la questione sostenendo - correttamente, dal punto di vista formale - che il piano di fuoco è necessariamente unico è un modo per negare la natura stessa della percezione visiva umana. Che per chi si interessa, professionalmente o per diletto, di fotografia vuol dire - a mio parere - non essersi messi in fila quando è stato distribuito il buon senso. |
| inviato il 21 Dicembre 2021 ore 21:54
“ La realtà è semplice SaroGrey: la PdC NON ESISTE ma l'occhio umano, che è una macchina certamente straordinaria ma tutt'altro che perfetta, in certe condizioni la percepisce... o si illude di percepi.rla. Da qui la mia personale filosofia in merito: la PdC non esiste, e su questo assunto mi regolo, se poi nella mia fotografia ne trovo un barlume è tanto di guadagnato... anche perché in questo caso essa è una nuova che mi giunge inaspettata, e quindi anche particolarmente gradita! ;-) „ Anche i Pixel della macchina, se il cerchio di confusione è molto minore dell'area di un pixel la possibilità per ognuno di questi di cadere tra 2 pixel diventa molto bassa e quindi lo sfuocato diventa sicuramente impercettibile anche per la macchina stessa. |
| inviato il 21 Dicembre 2021 ore 22:37
@ Samuel considera che il CoC per il formato 24x36 e' 0.03mm, molto maggiore della dimensione del pixel. Sono in linea con Jiulia78 e FotografoAgnostico. Con l'unica condizione che la foto venga vista dall'osservatore nella sua intierezza, la definizione del CoC non e' un qualcosa di aleatorio, ma riferito a persona con vista buona. Per chi ci vede peggio la pdc non solo esiste..ma probabilmente sara' anche piu estesa |
| inviato il 21 Dicembre 2021 ore 22:47
Sì intendevo solo che un minimo di profondità di campo (effettivamente molto ma molto minore di quella percepita dall'uomo) esiste anche in teoria e non solo in pratica, non esisterebbe solo in un ipotetico sensore con infiniti pixel di dimensione 0, comunque molto prima di ciò arrivano altre caratteristiche a spargere i punti luce su un area maggiore, ma tutto ciò era solo per la teoria nella realtà importa ben poco. |
| inviato il 21 Dicembre 2021 ore 23:53
Ah, credo di aver capito cosa intendevi. Mi pare concettualmente giusto. |
| inviato il 22 Dicembre 2021 ore 6:45
Il bello è che stiamo dicendo tutti la stessa cosa ma con vocaboli e metodologia personalizzata, la mia ora la metto in altra maniera: raffiguriamo quello che rimane assoluto e quello "un po' no". Mettiamo una foto in cui il piano di fuoco sta negli oggetti di centro ed eseguita con una diaframma in modo da percepire dettaglio ai canonici 1/3 davanti e 2/3 dietro al piano di fuoco. Poi mettiamo sulle stesse distanze una fila di cartelli riportanti tutti la scritta 2+2=4 Bene ora se andiamo a verificare la somma da primo all'ultimo cartello la somma darà sempre lo stesso identico risultato senza la minima variazione, nella ipotesi della foto in fatto di misurazione di dettaglio "un po' no" |
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