| inviato il 29 Novembre 2021 ore 16:51
“ questo è vero, però se voglio catturare un cielo stellato assieme al paesaggio con unico scatto, devo aprire bene...sbaglio? „ lì devi andare su multi esposizioni... |
| inviato il 29 Novembre 2021 ore 16:51
no non sbagli, ma anche li dipende...come vuoi le stelle? puntiformi o linee? Nel primo caso oltre a tenere un diaframma aperto dovrai anche alzare gli iso, diversamente puoi chiudere e tenere gli iso anche ben più bassi Oppure fare due esposizioni, una per il cielo e una per la terra e unire le due in PP (mai fatto e dubito mi cimenterò ) Come scatto unico io ho fatto una foto a Braies con un 28mm ad f4 di 28sec.... Le stelle ti accorgi che sono appena "strisciate" solo se ingrandisci a centordici percento e ad F4 avevo a fuoco/fuoco accettabile sia il soggetto e montagne alle spalle. Ovvio che il soggetto non era a 1mt da me te la mostro qui sotto....nulla di che, è solo per capire se quello che vedi è quello che cerchi ibb.co/m5r3Y5D |
| inviato il 29 Novembre 2021 ore 16:58
“ @Saro, bazzecole rispetto a spiegare la focale equivalente „ Azz.grave dimenticanza da parte mia. |
| inviato il 29 Novembre 2021 ore 17:01
Esatto, può bastare anche un unico scatto a diaframma aperto ma allora il terreno deve anch'esso essere distante. Esempi: Foto di paesaggio lontano con stelle puntiformi: Diaframma aperto, iso anche abbastanza elevati per non avere tempo troppo lunghi (altrimenti rischi le stelle strisciate), fuoco a infinito. Foto di paesaggio ravvicinato con stelle puntiformi: Doppio scatto (ma anche di più), uno (o più) per il terreno con iso base, tempi lunghi e fuoco su uno (o più punti a varie distanze) sul terreno, ed uno a iso più alti e tempi più corti con fuoco a infinito per il cielo stellato. Di solito le foto al terreno si fanno quando ancora c'è un po' di luce. In ogni caso in tutte queste situazioni vai di fuoco manuale. |
| inviato il 29 Novembre 2021 ore 17:24
“ Se scatti con un diaframma troppo aperto, metterai a fuoco solo il punto che hai scelto „ Anche con un diaframma chiuso |
| inviato il 29 Novembre 2021 ore 17:30
Allora io tifo per il diaframma medio. |
| inviato il 29 Novembre 2021 ore 18:20
Reallyfly: scusami, ma non sono chiare le tue domande. Tranne per situazioni specifiche o per necessità di isolare specifici piani, quando fai foto di paesaggi chiudi sempre molto il diaframma per avere la massima profondità di campo possibile. E ti spesso affidi spesso all'iperfocale. Metti gli iso più bassi possibile e metti la macchina su cavalletto per potere allungare i tempi a seconda delle necessità. Altrimenti, se vuoi aumentare la pdc devi usare il focus stacking. Lasciando perdere quest'ultima soluzione, se hai la necessità di avere il massimo a fuoco è solo possibile mettere su cavalletto e allungare i tempi di scatto: ovviamente di notte i tempi si allungano ancora di più. Elementare. Quando dici che in notturna che devi aprire il diaframma, la tua frase non è troppo comprensibile;ovviamente questo non vale per un paesaggio fatto come detto prima: terrai sempre chiuso il diaframma e, ripeto, allungherai i tempi. Puoi non tenere troppo chiuso il diaframma solo se il soggetto è abbastanza lontano e non hai bisogno di una profondità di campo elevatissima. Quest'ultima situazione dipende anche dalla focale che usi e dal tipo di sensore che usi (ad esempio un m4/3 ti mostrerà una pdf maggiore di un sensore FF a parità di diaframmi utilizzati) |
| inviato il 29 Novembre 2021 ore 18:37
“ Reallyfly: scusami, ma non sono chiare le tue domande. Tranne per situazioni specifiche o per necessità di isolare specifici piani, quando fai foto di paesaggi chiudi sempre molto il diaframma per avere la massima profondità di campo possibile. E ti spesso affidi spesso all'iperfocale. Metti gli iso più bassi possibile e metti la macchina su cavalletto per potere allungare i tempi a seconda delle necessità. Altrimenti, se vuoi aumentare la pdc devi usare il focus stacking. Lasciando perdere quest'ultima soluzione, se hai la necessità di avere il massimo a fuoco è solo possibile mettere su cavalletto e allungare i tempi di scatto: ovviamente di notte i tempi si allungano ancora di più. Elementare. Quando dici che in notturna che devi aprire il diaframma, la tua frase non è troppo comprensibile;ovviamente questo non vale per un paesaggio fatto come detto prima: terrai sempre chiuso il diaframma e, ripeto, allungherai i tempi. Puoi non tenere troppo chiuso il diaframma solo se il soggetto è abbastanza lontano e non hai bisogno di una profondità di campo elevatissima. Quest'ultima situazione dipende anche dalla focale che usi e dal tipo di sensore che usi (ad esempio un m4/3 ti mostrerà una pdf maggiore di un sensore FF a parità di diaframmi utilizzati) „ generalmente il mio scatto di sera con apsc era in cavalletto, avevo un sigma 16, mettevo tutto manuale a parte il fuoco, f2.0 circa e tra i 10 e i 15 secondi a seconda se il paesaggio aveva luci o no, oppure so volevo catturare stella (cosa che non mi è mai riuscita). Nella tua affermazione mi hai chiarito un aspetto "Puoi non tenere troppo chiuso il diaframma solo se il soggetto è abbastanza lontano e non hai bisogno di una profondità di campo elevatissima" ...ora scatto con una ff e per me è tutto nuovo, non so come devo adeguarmi |
| inviato il 29 Novembre 2021 ore 18:51
“ ...ora scatto con una ff e per me è tutto nuovo, non so come devo adeguarmi „ Da una APSC a una FF non cambia nulla a livello regole ottiche, che poi sulla più nuova ci siano maggiori regolazioni non influisce zero, il sensore ridotto a pari lunghezza focale taglia l'inquadratura ma a pari lunghezza focale, pari distanza di ripresa, pari diaframma ( a parte il ritaglio e quindi angolo di campo ) non cambia nulla, perfino il rapporto di riproduzione rimane identico, non immaginarti cose che non esistono, poi magari troverai che ti puoi permettere sensibilità maggiori, che un 16mm ( se costruito per FF ) ti darà un angolo di campo non croppato ( fatto non da poco ), Non confondere il fatto che con il sensore minore su una inquadratura identica ottenuta con un FF hai maggiore PSC, per forza, per averle uguali con il FF hai dovuto aumentare la focale, per chi dice che il sensore minore ha maggiore PDC io proporrei il confino , |
| inviato il 29 Novembre 2021 ore 19:03
La PdC dipende da focale, diaframma e distanza di ripresa, pertanto quale che sia il formato esso c'entra sempre nulla! |
| inviato il 29 Novembre 2021 ore 19:05
Banalmente basta mettere la messa a fuoco su infinito o meglio ancora in iperfocale con diaframma da minimo f/8 per FF, minimo f/6.3 per APS-C e minimo f/5.6 per M4/3 e non devi fare nient'altro. Per la messa a fuoco su infinito se hai un'obbiettivo manual focus o con la scala basta metterlo sul segno dell'infinito e stai certo che la messa a fuoco non sarà cannata facilmente, iperfocale invece bisogna fare un calcolo ma è la tecnica migliore per essere certi di avere TUTTO ben a fuoco senza ricorrere al focus stacking- (ma ci sono app per calcolare l'iperfocale). Se invece hai un'obbiettivo AF e/o senza scala basta usare il singolo punto AF e puntarlo al centro, tanto ci pensa il diaframma molto chiuso a darti la PdC che ti serve. Poi la grandezza del sensore gioca almeno un buon 80 % in tutto ciò: Su un sensore FF o FF+ per avere una sufficiente PdC devi minimo mettere il diaframma a f/8-f/11 arrivando anche a f/14 volendo, tanto su sensori così grandi e su lenti così risolventi la diffrazione evidente all'occhio umano arriva da f/16 in su. Su un sensore APS-C basta anche un f/6.3-8 per avere tanta PdC, su un sensore M4/3 basta anche un banale f/2.8 per avere un fottio di PdC, se chiudi a f4 o f5.6 invece hai così tanta PdC che che è impossibile avere una foto con delle zone non ben a fuoco. Su un sensore da 1" e più piccoli (2/3", 1/1.12", 1/2.3"...) anche un f/1.6-1.8 ti da sempre un fottio di PdC senza dover chiudere tanto, ed è per questa ragione che i telefoni con diaframmi da f/1.5-1.6 hanno sempre tanta PdC e bisogna proprio impegnarsi per fare un paesaggio con zone non a fuoco quando hai così tanta PdC. |
| inviato il 29 Novembre 2021 ore 19:29
Comunque mi sa che io sto sul × all'autore del topic. |
| inviato il 29 Novembre 2021 ore 19:38
“ Su un sensore FF o FF+ per avere una sufficiente PdC devi minimo mettere il diaframma a f/8-f/11 arrivando anche a f/14 volendo, tanto su sensori così grandi e su lenti così risolventi la diffrazione evidente all'occhio umano arriva da f/16 in su. Su un sensore APS-C basta anche un f/6.3-8 per avere tanta PdC, su un sensore M4/3 basta anche un banale f/2.8 per avere un fottio di PdC, se chiudi a f4 o f5.6 invece hai così tanta PdC che che è impossibile avere una foto con delle zone non ben a fuoco. Su un sensore da 1" e più piccoli (2/3", 1/1.12", 1/2.3"...) anche un f/1.6-1.8 ti da sempre un fottio di PdC senza dover chiudere tanto, ed è per questa ragione che i telefoni con diaframmi da f/1.5-1.6 hanno sempre tanta PdC e bisogna proprio impegnarsi per fare un paesaggio con zone non a fuoco quando hai così tanta PdC. „ In quale film?? |
| inviato il 29 Novembre 2021 ore 19:39
Fattore di equivalenza. Un f/2.8 su un sensore da 1" avrà comunque più PdC di un f/2.8 su APS-C o FF per via del fattore di equivalenza. Gli smartphone anche gli ultimi con i sensoroni hanno diaframmi veramente aperti (f/1.8 in giù), eppure hanno di base così tanta PdC che per avere un'effetto bokeh "decente" per staccare un soggetto devono simularlo via software Poi su FF una lente ben risolvente a f/14 non dimostrerà fenomeni di diffrazione visibilissimi, al contrario un tale diaframma su un sensore più piccolo mostra subito la diffrazione pure se la lente è ben risolvente |
Che cosa ne pensi di questo argomento?Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!
Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 254000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista. |

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |