| inviato il 19 Novembre 2021 ore 23:57
Bravo Mirko. All'incirca le stesse considerazioni... gli assolutismi son sempre dei limiti. Aggiungo: nella "street" talvolta si cerca il messaggio prevalentemente con la postproduzione. Bene "accompagnare", male basare il tutto solo su quello... |
| inviato il 20 Novembre 2021 ore 0:13
Concordo pienamente e sottoscrivo con quanto detto da Mirko. E aggiungo: per me deve essere anche divertente. Ormai, non me ne vogliate, trovo spesso noiosi i generi classici (paesaggi, ritratti, ecc.); sarà l'abbuffata di immagini a cui siamo ormai sottoposti, ma la foto per strada si presta di più all'ironia e alla leggerezza. |
| inviato il 20 Novembre 2021 ore 1:42
Ho letto con molto interesse gli interventi raccolti fino ad ora. Mi offrono molte considerazioni su cui riflettere a fondo. Il lungo intervento di Mirko smonta e sfata ( in modo salutare ) assiomi, luoghi comuni e 'gabbie' mentali. Ne terrò conto, perché si tratta di indicazioni concrete e acute. Mi sembra poi di capire, da Mattewx, l'importanza di un lavoro 'a posteriori', basato su una raccolta di materiale. Ricordo che Winogrand, che scattava senza sosta, rivedeva i fotogrammi anche a distanza di un anno, per maturare il giusto distacco emozionale. Guarderò con calma l'ampio materiale proposto da Gaga attraverso i link. Si impara faticando, sbagliando, divertendosi. La 'via' siamo noi stessi che, a poco a poco, ce la apriamo, partendo da chi siamo, dalla nostra storia personale, da ciò che esercita su di noi suggestione in base al nostro temperamento ( drammaticità, ironia, curiosità...ecc. ). |
| inviato il 20 Novembre 2021 ore 7:48
Anni fa ho avuto una sbandata per la fotografia di strada, ma l'ho abbandonata quasi subito, per gli stessi motivi che hai individuato a inizio topic e, soprattutto, perché non riuscivo a ottenere risultati decenti. Intanto mi pare che la fotografia di strada come genere non dovrebbe proprio esistere, perché come genere finisce per essere la canonizzazione di situazioni, trucchetti e di immagini stereotipate scattate nella totale indifferenza per il soggetto. Se la guardiamo non come branca a sé, ma come una delle possibili espressioni della fotografia in generale, la fotografia fatta in strada dovrebbe comunque nascere da un'esigenza interiore, se non da un vero e proprio progetto. Se osserviamo le foto dei grandi fotografi di strada, riconosciamo una visione del mondo particolare per ciascuno di essi, talvolta ironica, talvolta drammatica, unita all'esigenza di documentare alcuni aspetti della società che stavano a cuore all'autore. Al contrario le foto di strada amatoriali che si vedono sui forum e sui social sono accomunate più da stilemi, talvolta banali, e da un esibizionismo caricaturale dei soggetti che dalla ricerca di un messaggio, di qualunque tipo. Sono assolutamente favorevole alla foto che nasce in maniera disimpegnata, vagando per il territorio, e che a posteriori si consolida in uno sguardo, una voce, un progetto; molto meno a quella fotografia per cui "ora esco e faccio un po' di street". |
| inviato il 20 Novembre 2021 ore 8:02
Se si parte con l'idea di fotografare solo ciò che si ritiene una foto di strada da un mio punto di vista si è mentalmente limitati.. molto. Non esistono regole, esiste il lavoro che si propone. Ho raccolto per circa sei anni materiale riguardante le persone che si spostano in città utilizzando la metropolitana. Le foto selezionate per la realizzazione di un fotolibro son quelle ritenute più riuscite per il racconto che avevo in mente (non per estetica o tecnica). Che sia considerata Street o meno poca mi interessa, l'intento nasce per raccontare da osservatore la quotidianità delle persone che ogni giorno per motivi di lavoro o altro si sposta da un punto all'altro della città utilizzando la metro. Sono dal parere che quando si fotografa (in generale) bisogna avere in mente il tipo di immagini che ci possano servire per comporre un racconto se l'intento è quello, non importa il mezzo utilizzato per immortalare le scene. Che buona parte del materiale raccolto sarà cestinato o archiviato è la prassi, la cosa importante che ogni foto scattata abbia un suo perché. Andare in giro la domenica per qualche foto può essere un buon passatempo sicuramente, si può portare a casa qualche foto ben riuscita magari utilizzando un grandangolare ma non per questo si può dire di fare street. Facciamo le nostre foto senza pippe mentali, qualsiasi sia il nostro scopo cerchiamo di farlo con un criterio. |
| inviato il 20 Novembre 2021 ore 8:51
Anche senza una particolare esperienza da parte mia, mi permetto di intervenire perchè un argomento che mi ineressa tantissimo e poi tra i miei fotografi preferiti in assoluto ce ne sono parecchi che hanno proprio fatto parte di questo "mondo" e hanno lasciato pietre miliari nella storia della Fotografia. E' stato citato Frank ed il suo "The Americans" e considerato padre della street photography.. ora, la cosa non è importante in sè per sè ma lo diventerà tra poco nel resto del mio intervento, ma avrei da ridire su questo.. Per chiarire, Frank è uno dei succitati miei fotografi preferiti, mi piace tantissimo, però insomma la mamma della street come la intendiamo ancora noi oggi ha radici nella Straight Photography che ha iniziato a diffondersi specialmente negli USA quanto Frank non era ancora nato od era appena un pischello. Per dire.. il lavoro incredibile della Lange e di Walker Evans, tanto per citarne due, si colloca tra l'inizio e a metà degli anni '30 quindi direi che Frank si è infilato in un filone street documentativo già ben assestato essendo "The Americans" un lavoro di metà degli anni '50. Dico questo non perchè, ripeto, sia importante come cosa in sè, ma riguarda l'enorme valore documentativo, reportagistico a livello sociale, che questo tipo di fotografia ha rappresentato specialmente tra gli anni '20 e la metà del secolo scorso. Ora, ovviamente quei lavori (Evans, Lange, Frank ma ce ne sono molti altri) avevano uno scopo di "progetto" ben preciso (ed anzi i primi due hanno fatto anche parte di un programma governativo che aveva proprio lo scopo di documentare la povertà negli USA il quale ha permesso loro di produrre tra i loro lavori più famosi) per cui potremmo dire che sì, avere un progetto in mente è cosa buona e giusta. Questo preambolo, lunghissimo, mi porta però ad una riflessione che faccio da tempo e che anzi mi ha tentato molte volte di aprire una discussione in merito ma credo che la tua, Paolo, possa servire benissimo allo scopo. Accorpo i primi 3 punti: “ 1. Non è una Fotografia che si pratica camminando per la strada e scattando a casaccio. 2. Nè rubacchiando qua e là ritratti con sfondo sfocato, quasi a testare un obiettivo. 3. E' opportuno avere e perseguire un tema o progetto con pazienza e coerenza. „ Premesso che "street" non implica necessariamente il fatto che debba essere svolta per strada, le mie elucubrazioni sono nate dal fatto di avere scoperto una sezione del sito del Museo della Città di Stoccolma che raccoglie circa 66000 foto digitalizzate dagli albori della fotografia fino a quasi i giorni nostri. digitalastadsmuseet.stockholm.se/fotoweb/archives/5000-Alla-fotografie Gli autori spesso sono sconosciuti, altre volte sono profesisonisti dell'epoca, altre ancora sono semplici persone con la passione per la fotografia che uscivano a scattare. La stragrande maggioranza delle foto non hanno nessun intento artistico, non "raccontano storie", non contengono messaggi di denuncia sociale ecc.. viste con gli occhi della maggior parte dei fotografi street moderni, leggendo anche le interessanti osservazioni ed opinioni di tutti voi amici che avete già partecipato a questa discussione e chi più ne ha più ne metta, non avrebbero dovute essere nemmeno scattate.. non hanno nessun interesse e non verrebbero considerate di striscio nella sezione street di nessun forum probabilmente. Non hanno, quindi, per il "sentire comune fotografico" una loro valenza, nè una loro dignità. Eppure.. eppure mi ricollego a quanto scritto da Moto Z con il quale mi trovo d'accordo, eppure queste foto "a caso" e senza uno scopo preciso hanno oggi un valore documentativo enorme. Se non ci fossero stati questi "scattatori della domenica" noi avremmo perso decenni di foto che ci raccontano la vita di tutti i giorni, che ci fanno vedere con cosa e come giocavano i bambini negli anni 40 per strada, come si vestiva la gente negli anni 50 eccetera.. Tutto questo per dire che, va bene il progetto, va bene il tema, vanno bene i giochi di ombre e luci, va bene il lato artistico della street, va bene il fishing, va bene tutto.. però, chi è che ha fatto la "vera" documentazione della "vera" vita nelle varie epoche? L'hanno fatta proprio quelli che uscivano a scattare senza un progetto, senza uno scopo "artistico". Il gioco che ho fatto è stato quello di prendere una trentina di quelle foto nel link, un po' a caso, ed immaginare qualcuno che le proponesse identiche, oggi, in una galleria "street" di un qualsiasi forum fotografico anche di genere ed anche famoso ed immaginare che cosa sarebbe successo. Eppure, il valore inestimabile che stanno avendo queste foto per me è come minimo affascinante. Quindi tornando un po' in tema (appunto..), la mia idea è che ci penserei 10 volte prima di etichettare una foto "street" come insignificante perchè non racconta una storia, perchè non ha valore "artistico" da WOW, perchè non è stata scattata avendo un progetto alle spalle eccetera.. In un certo senso, mi piacerebbe che questa estemporaneità (se mi passate il termine) potesse essere elevata come importanza al pari della "street" d'autore, artistica e "di contenuto" che vedo essere l'unica considerata "meritevole" al giorno d'oggi. Perchè per me ce l'ha, eccome se ce l'ha. Che è poi un po' quello che è successo con la fotografia vernacolare a partire dagli anni '70 o giù di lì. Il mio approccio e visione della "street" quindi, è un po' questo: esco SEMPRE con la macchina fotografica, anche solo quando a fare la spesa, me la metto in spalla od a tracolla in modo automatico nello stesso modo in cui mi infilo il cellulare in tasca prima di uscire o mi allaccio la cintura di sicurezza appena appoggio le chiappe sul sedile della macchina.. a volte non scatto nemmeno una foto per giorni, la maggior parte delle volte NON esco con una idea precisa in testa appunto perchè ho altro da fare e non è una uscita fotografica, a volte una mia foto può (vagamente, eh) contenere una ricerca estetica, tutte le altre volte può essere assolutamente insignificante se consideriamo il metro di giudizio imperante. Secondo Virus che leggo adesso, questo mio approccio NON è fare street.. bhe può darsi.. se invece esco con una idea intesta invece sto facendo strett.. ancora, può darsi. Comunque, per riassumere perchè ormai sto delirando, io farei molta attenzione nel fare elenchi di punti di cosa deve essere o non essere un genere come la street che, oltretutto, ha mille sfacettature perchè rischiamo di semplificare troppo ed a volte quando abbiamo semplificato e stringato troppo ci ritroviamo con un pugno di mosche in mano. Scusate per il lunghissimo post. |
| inviato il 20 Novembre 2021 ore 9:10
"chi è che ha fatto la "vera" documentazione della "vera" vita nelle varie epoche? L'hanno fatta proprio quelli che uscivano a scattare senza un progetto, senza uno scopo "artistico"...concordo con quello che scrivi però manca un pezzo importante che fa la differenza: ci sono diversi libri dove gli autori hanno fatto un lungo lavoro di documentazione è ricerca recuperando materiale di foto amatoriali degli anni addietro. Queste immagini sono state selezionate è raccolte in dei libri molto belli ed interessanti. Il progetto degli autori era proprio questo. www.ibs.it/midcentury-memories-the-anonymous-project-libro-vari/e/9783 |
| inviato il 20 Novembre 2021 ore 9:20
“ "chi è che ha fatto la "vera" documentazione della "vera" vita nelle varie epoche? L'hanno fatta proprio quelli che uscivano a scattare senza un progetto, senza uno scopo "artistico"...concordo con quello che scrivi però manca un pezzo importante che fa la differenza: ci sono diversi libri dove gli autori hanno fatto un lungo lavoro di documentazione è ricerca recuperando materiale di foto amatoriali degli anni addietro. Queste immagini sono state selezionate è raccolte in dei libri molto belli ed interessanti. Il progetto degli autori era proprio questo „ Certo, non dico di no. Io stavo vedendo la faccenda dal punto di vista dell'origine del misfatto, per così dire. Però ammetterai pure che i lavori ai quali ti riferisci non hanno ancora ottenuto l'effetto di "allargare" la validità e la dignità di quel tipo di fotografia al grosso dell'utenza. Succederà, come è successo in parte con la fotografia vernacolare, ma per ora anche leggendo molti interventi ed opinioni in questa discussione (ma potrei portare letteralmente miliardi di altri esempi in decine di altri forum et similia) mi viene da dire che siamo molto lontani da che ciò accada. |
| inviato il 20 Novembre 2021 ore 9:37
www.ibs.it/midcentury-memories-the-anonymous-project-libro-vari/e/9783 Maltsev avevo aggiunto in ritardo questo link nel post precedente ma mi hai anticipato. L'utenza si divide in due fasce: gli ottusi che non vanno oltre a quello che leggono sul web o libri (che hanno una certa importanza sicuramente) è quelli che invece cercano di trovare un proprio percorso senza porsi limiti ma non lo fanno da sprovveduti. Personalmente fotografo per scopi personali è cerco di farlo bene in base alle mie capacità. Che siano foto di famiglia, amici o sconosciuti non scatto mai senza un motivo di fondo. Avendo lavorato con le immagini (disegnate) per anni sono abituato ad operare in un certo modo è lo faccio anche da fotoamatore. Non pretendo che tutti abbiano lo stesso approccio ci mancherebbe ma il percorso di un autore (che sia professionista o amatoriale) lo noto subito. C'è molta teoria nel fotoamatore in genere che non compacia con le immagini che poi propone. Ci sono anche tanti fotoamotari molto bravi. |
| inviato il 20 Novembre 2021 ore 10:04
Non vorrei che il mio intervento sia stato troppo sconclusionato e che mi sia frainteso con me stesso per così dire La mia non voleva essere un'apologia al "scatatte pure a casaccio che tanto qualcuno prima o poi un senso alle vostre foto lo troverà" perchè ovviamente non è quello che intendevo e non lo metto in pratica neppure io. Il mio discorso era più generale sul "corpus" di in certo genere, e sull'approccio che ha il fruitore, amatore semi esperto od esperto che sia, a quel genere di foto quando le giudica "inutili". E qui mi posso ben ricollegare al bellissimo libro che hai linkato, perchè quella è la prova provata di quello che dicevo circa la fotografia vernacolare (che è proprio la base del libro) ed è un'operazione per me meravigliosa e d'altra parte anche di gallerie e musei famosi hanno ormai ampiamente sdoganato. Il mio punto è che non vedo succedere la stessa cosa (ancora) con la fotografia "street estemporanea" (non so nemmeno come definirla) alla quale mi riferivo specificatamente nel mio intervento precedente. Io sono davvero affascinato da quel certo tipo di "normalità", magari inutile, magari noiosa.. ma che forse è ben spiegata (o no? fate voi..) da due righe in una canzone splendida di Guccini: "Noi passeggeri di treni paralleli, piccoli eroi delle occasioni perse Anche se so che non ci incontreremo, ma solamente ci guardiamo passare" Ed allora tu Virus mi dirai "eh ma quindi non pari di scattare a casaccio e nemmeno tu lo fai" ed è lì il punto.. il punto è quello che gli altri colgono o non colgono in quel genere di scatti dei quali stiamo discutendo.. e secondo me il NON cogliere la normalità e bollarla come foto senza significato, vuota ecc.. è un errore.. perchè non è vuota per quanto possa sembrarlo. Giuro, oggi non ho ancora iniziato a bere |
| inviato il 20 Novembre 2021 ore 10:38
"Ed allora tu Virus mi dirai "eh ma quindi non pari di scattare a casaccio e nemmeno tu lo fai" ed è lì il punto.. il punto è quello che gli altri colgono o non colgono in quel genere di scatti dei quali stiamo discutendo.. e secondo me il NON cogliere la normalità e bollarla come foto senza significato, vuota ecc.. è un errore.. perchè non è vuota per quanto possa sembrarlo."...considera che quelle fotografie appartengono a vecchi ricordi di famiglia o conoscenti. A parte questo negli anni passati si scattava solo se necessario a differenza di oggi con il digitale. Buona parte di chi fotografa oggi giorno scatta a c***o perché mal che vada cancella la foto venuta male (D: mi fai una foto?...R: perdonami mi sono rimasti pochi scatti è mi servono. Quante volte abbiamo sentito queste frasi negli anni dell'analogico?). Oggi non è più così, si fanno foto su foto inutili perché non si ha bisogno di comprare il rullino ne tantomeno rivolgersi ad un laboratorio e attendere per giorni lo sviluppo dei rullini. Con il pensare in analogico, fotografare in digitale sicuramente girerebbero meno foto inutili. |
| inviato il 20 Novembre 2021 ore 10:57
Non so, leggo i primi punti e poi pensa ai grandi della fotografia di strada, citando i più conosciuti, Bresson e la Maier e penso a loro che proprio camminando per strada a "casaccio", hanno scattato alcune tra le foto più iconiche. Non si deve mica per forza realizzare un reportage per fare Street, un termine che poi è stato troppo snaturalizzato, perchè per "Strada" puoi realizzare anche paesaggi urbani, per citarne uno. La forza del fotografo deve essere quella si di prevedere la scena, ma anche quella di saper intuire se una scena è meritevole di essere scattata oppure no, quindi in ci si può trovare benissimo per caso al posto giusto, nel momento giusto. Invece di pensare di fare "Street Photograghy", sarebbe meglio fare "normali" fotografie e slegarsi da inutili mode. |
| inviato il 20 Novembre 2021 ore 11:03
C'è anche il valore documentario della Fotografia. Un tempo i pittori ritraevano il mondo e ce ne hanno lasciato testimonianza visiva. Credo che la Fotografia non sarà soppiantata del tutto dalla cinematografia, nella sua funzione documentaria di una società, di una cultura, di un periodo storico. Per questo penso a una rilettura e ricomprensione di certi nostri album o archivi fotografici. Io, per esempio, da alcuni anni persguo un progetto ( niente di nuovo o di speciale ) intitolato 'Luoghi comuni-Anonymous places', dove raccolgo gli scatti che faccio a luoghi (in senso generale, ma soprattutto esterni ) che non attirano l'attenzione perché per nulla 'fotogenici'. Cerco di farlo con cura, quasi maniacale. A me piace molto raccogliere a poco a poco questi scatti. Forse, più che valore documentario, hanno il pregio di rappresentare una sorta di taccuino d'appunti nel quale convogliano immagini, ma anche stati d'animo, stupore davanti a quanto facciate, angoli, spaccati urbani, luoghi disadorni, possano dire a un occhio lento e attento. |
| inviato il 20 Novembre 2021 ore 11:05
“ Invece di pensare di fare "Street Photograghy", sarebbe meglio fare "normali" fotografie e slegarsi da inutili mode. „ Concordo. |
| inviato il 20 Novembre 2021 ore 11:51
"Bresson e la Maier e penso a loro che proprio camminando per strada a "casaccio", hanno scattato alcune tra le foto più iconiche."... Bresson era un fotogiornalista. Un fotogiornalista documenta non scatta a caso, ha documentato la società fino a metà del secolo scorso (più o meno) ma non solo. La Maier?...non era una professionista ma le sue foto si sono rivelate una fonte di documentazione della società americana sempre del secolo scorso. Se fossero state fotografie se pur belle senza documentazione storica della società americana di quel periodo le sue immagini restavano nel baule dove son state trovate. Se vogliamo giustificare il fotografare a c***o è altro discorso. |
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