| inviato il 17 Agosto 2021 ore 0:54
“ La gran parte dei terreni qui intorno sono destinati a pascolo o coltivazione, il 90% è proprietà privata quindi avvicinabile solo tramite teleobbiettivo, e ricco di acqua: canali di irrigazione e piccoli fiumi. Anche il tempo non aiuta. Poco sole, nebbia d'inverno, tanta pioggia e soprattutto vento perenne, che sulle lunghe esposizioni è sempre una spina nel fianco. Come approcciarsi a un tipo di paesaggio di questo tipo? „ Direi che la domanda contiene la risposta. Se tu lo vedi così cerca di mostrarcelo così. Fa coincidere parole e immagini. Oppure, se non ti piacciono, cerca parole migliori. |
| inviato il 17 Agosto 2021 ore 0:56
Esci solo nelle brutte giornate, fotografa la nebbia, fotografa l'acqua, fotografa male con le lunghe esposizioni che tanti mica hai professori che giudicano, no? |
| inviato il 17 Agosto 2021 ore 7:29
@Murmunto: Il Wattenmeer è ad almeno 100 Km da qui, dovrei andare a Wremen o Cuxhaven-Sahlenburg. A me piacerebbe invece documentare proprio le zone circostanti. La libreria non c'è più, vivo qui da soli quattro anni, non ne ho mai sentito parlare. @Marietto: grazie dell'idea, ma il drone non è un investimento che penso di fare nell'immediato. |
| inviato il 17 Agosto 2021 ore 7:31
Maurese: a me non piace la piattezza del panorama. Alla lunga mi annoia e la noia traspare dalle foto. |
| inviato il 17 Agosto 2021 ore 7:34
“ Esci solo nelle brutte giornate, fotografa la nebbia, fotografa l'acqua, fotografa male con le lunghe esposizioni „ Questo è un suggerimento interessante. Non cercare di cambiare il soggetto, ma assecondarlo. Fotografare male però no |
| inviato il 17 Agosto 2021 ore 7:54
Le prime foto del blocco appunti sono già embrione interessante, né piatte né poco interessanti, davvero! Secondo me è quella la via: composizione e, come è stato detto sopra ma non proprio come sopra, assecondare il paesaggio con la sua luce e le sue caratteristiche (elementi industriali, ripetizioni, suppellettili umane, vie di fuga). |
user109536 | inviato il 17 Agosto 2021 ore 8:30
Le tue foto sono belle ma niente di nuovo. Prova, come ti ha suggerito qualcuno, con nebbia, pioggia o a fotografare male. Prova con foto minimaliste, sgranate, pop …. |
| inviato il 17 Agosto 2021 ore 9:29
niente di nuovo... Dici nulla, inventarsi qualcosa di nuovo in fotografia... Anche nebbia, pioggia, minimalismo, sgranature, non è che non si siano già visti. L'importante è farli propri in qualche modo, già così non è semplice. Dovrebbe far sentire che son sentite, se posso giocare con le parole, cmq a me molte foto di Matteo piacciono |
| inviato il 17 Agosto 2021 ore 9:51
La fotografa Sara Lando, persona di una creatività esplosiva, parla di come trovare la propria "voce fotografica" www.riccardoperini.it/trovare-voce-fotografica/ Tra l'altro, a proposito del "niente di nuovo" prima citato, la Lando dice: "Scegliendo il progetto, non cercate di essere originali. Tutto è già stato fatto, probabilmente anche meglio. Meglio essere onesti: non c'è niente di nuovo sotto il sole, ma non c'è nessuno esattamente come te." |
user109536 | inviato il 17 Agosto 2021 ore 16:26
Andrea, è vero che nebbia, pioggia, minimalismo ecc sono cose già viste ma rimangono comunque in percentuali molto basse rispetto alle classiche e forse annoiano meno. Io sto provando a fotografare con il foro stenopeico con risultati interessanti. Secondo me si deve sperimentare senza paura |
| inviato il 17 Agosto 2021 ore 17:25
@Matteo Di Giulio: Sarà che a me piace tantissimo la fotografia che fa, ma molte delle foto che hai preso come "appunto" le vedrei stra bene con lunghe esposizioni stile Kenna.. magari a colori invece che in bianco e nero, sfruttando la poca varietà di colori presente di base nei paesaggi che hai finora presentato.. solo un'idea, tienici aggiornati comunque |
| inviato il 17 Agosto 2021 ore 20:00
Tanti spunti da elaborare, grazie. Mi avete dato un'idea, partendo dal suggerimento di accettare quel che si ha a disposizione. Fotografare la campagna piatta con un ultra wide per renderla ancora più piatta e sconfinata. Domani e giovedì faccio qualche prova e se i risultati sono all'altezza delle aspettative posto qualcosa. Davvero interessante l'intervista a Sara Lando, che si conferma una persona molto intelligente: sembra che dica banalità e invece va letta con attenzione, perché rivela spunti di riflessione molto lucidi. |
| inviato il 17 Agosto 2021 ore 20:10
“ Davvero interessante l'intervista a Sara Lando, che si conferma una persona molto intelligente: sembra che dica banalità e invece va letta con attenzione, perché rivela spunti di riflessione molto lucidi. „ E' una che ha le idee chiare.. |
| inviato il 17 Agosto 2021 ore 23:25
Tra l'altro sto riguardando alcuni scatti di Richard Misrach, tra cui questo: www.icp.org/browse/archive/objects/sage-brush-and-first-light La cui semplicità è incantevole, tale da avermi spinto a ordinare il suo saggio "on Landscape and Meaning: The Photography Workshop Series". Vi farò sapere se nelle pagine ci sono ulteriori spunti. |
user12181 | inviato il 17 Agosto 2021 ore 23:50
Però devi conoscere il significato di quel paesaggio per fotografarlo significativamente. Le altre cose sono strumenti che puoi o meno utilizzare per esprimere il significato che ha per te. Non credo possa aver un gran successo il mettersi di fronte a un paesaggio e poi chiedersi cosa ci si può tirar fuori. Lo devi conoscere. Se lo vedi, anzi ci vivi, da quattro anni e per te significa qualcosa, è quel qualcosa che devi cercare di esprimere. Se lo vuoi fotografare ma non riesci a coglierne un significato, non ti resta che approfondirne la conoscenza. Qui i consigli servono al trenta per cento. Le tue non dovrebbero essere foto da turista di passaggio o da fotografo professionista che riceve un incarico, si documenta e va a fotografare il posto. Se dovessi suggerire qualcosa, sarebbe di non uccidere la profondità del significato con la superficialità di un ultragrandangolo, l'intensità con l'estensione. Un ultragrandangolo può certamente essere usato come qualsiasi altro obiettivo, ma sempre per catturare il significato del luogo, non per dargli un significato, che significherebbe inevitabilmente banalizzarlo. P.S. Indubbiamente nel Nord la qualità della luce ha un carattere particolare, bellissimo, parlo proprio di Brema. P.S.2 Un paesaggio europeo è molto spesso, in grandissima misura, un paesaggio culturale, cioè storico. Le cose quindi si fanno più difficili... Per capire quanto sia denso di storia il bassopiano tedesco, sarebbero da leggere le "Wanderungen durch die Mark Brandenburg" di Theodor Fontane. Non descrivono i tuoi posti, ma sono molto istruttive, anzi direi impressionanti, addirittura sconvolgenti, nel far parlare la storia che soggiace ad ogni chilometro di campagna della Marca e, analogamente, di tutta la Gemania. Si potrebbe dire la medesima cosa per tutti gli altri paesi europei (non parliamo poi dell'Italia, per la quale bisognerebbe leggere i racconti di viaggio di moltissimi autori stranieri, tra cui, ancora, non pochi tedeschi, in particolare di storici eruditi come Gregorovius, altro prussiano...). |
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