| inviato il 16 Agosto 2021 ore 11:43
Assolutamente si. Non mi viene in mente niente se non ho QUELLA reflex con QUELLA lente montata. Zero. Sono legato, felicemente e consapevolmente, per sempre al mio hardware. |
| inviato il 16 Agosto 2021 ore 11:59
La domanda che poni può sembrare banale... ma assolutamente nn lo è. Tendiamo a valutare (soprattutto i corpi) per la quantità di funzionalità. Le confrontiamo controlliamo se hanno un display con maggiore risoluzione o fanno i video in 60 fps, se fanno video in 8k... etc etc. La realtà è che esiste una rispondenza tra quello che è il linguaggio di un fotografo e l'attrezzatura che dovrebbe usare. Questo, però, nn si considera. Ma la macchina fotografica è come la bacchetta magica di Herry Potter... Questa è solo una premessa... perchè tu parli di un aspetto al contrario... essere inspirato da una macchina, verso un certo stile fotografico. Ragiona al contrario e semplifica l'hardware, nn tante funzionalità ma poche. Una lente fissa... forse una compatta, nn uno zoom. Una dimensione piccola, nn enorme. Cosa succede? Certamente nn potrai fare Avifauna, sicuramente avrai tante limitazioni.... ma il vincolo dell'attrezzatura ti abituerà a guardare il mondo in modo diverso... Okkio ci vuole un pò di tempo... ma è un esercizio utile e proficuo. Se comprendi questo, comprenderai che essere schiavo dell'attrezzatura e completare il tuo kit con 10 ottiche per fare tutti i generi... nn è altro che una pippa mentale. Il "giusto" è meglio del tutto.... lo capirai nel tempo.... e sei sulla buona strada |
user224466 | inviato il 16 Agosto 2021 ore 12:13
“ Se comprendi questo, comprenderai che essere schiavo dell'attrezzatura e completare il tuo kit con 10 ottiche per fare tutti i generi... nn è altro che una pippa mentale. Il "giusto" è meglio del tutto.... lo capirai nel tempo.... e sei sulla buona strada „ sì Francesco questo lo so benissimo. Basta che guardi il mio corredo Ma la domanda voleva stimolare qualche storia sulla "dipendenza" uomo-macchina fotografica e sulle strade complicate che a volte il cervello percorre. Fatti che come immaginavo accadono e va bene così. |
| inviato il 16 Agosto 2021 ore 12:39
<<il totale, completo, irreversibile abbandono ( quasi una abiura) di qualunque idea di paesaggio "fontana">> Questo, a mio modo di vedere non può essere che un bene. In quanto al mezzo che mi ispira una fotografia, non proprio. Però è appurato che una certa forma ed ergonomia e funzionalità della macchina influisce sul modo e sul risultato e sul tipo di foto fatte, la semiologia della fotografia lo ha anche spiegato ed illustrato. Se faccio dei foto ritratti con una 6x6 a pozzetto il risultato sarà diverso che se li faccio con un banco ottico e diversi da quelli fatti cin una reflex digitale, sia per il modo di fotografare del fotografo, sia per il modo di reagire del soggetto fotografato. |
| inviato il 16 Agosto 2021 ore 13:21
A seconda dell'ispirazione, uso diverse fotocamere (digitale, analogica AF, analogica meccanica). Ciò rappresenta per me uno degli elementi principali del piacere che traggo dallo scattare fotografia. È importante il risultato finale, ma anche tutto il processo lo è. È un po' come il concetto di viaggio: non è solo la destinazione ma il viaggio stesso ad essere importante. |
| inviato il 16 Agosto 2021 ore 13:58
Beh, più che fotocamere trovo ci siano degli obiettivi che hanno quasi una vita propria e quando ci guardi attraverso* è quasi come se loro volessero fare un certo tipo di foto. A me è successo un po' con tutti gli Zeiss ma soprattutto col 135mm con innesto contax/yashica e recentemente con un semidiroccato Zeiss Jena DDR Flektogon 35mm f/2.4 MC, che quando lo monto sulla fotocamera è quasi come se mi dicesse "Dai, facciamo un po' di bianco e nero"... e a me non è che il BN faccia impazzire, e poi non sono neanche bravo a farlo, ma quell'obiettivo lì è come se lo volesse. Ma anche lo zoommone della Lumix FZ200, che, all'opposto degli Zeiss, ha invece ha una predilezione per la resa pastello dei colori, mi tira sempre un po' dalla sua parte... Altri obiettivi invece li trovo più "neutri", come se stessero lì a dirti "ok, vediamo un po' cosa combini oggi...". Si prestano un po' a tutto ma non hanno una grande personalità. * e questo forse è un punto decisivo di vantaggio delle reflex: quando guardi nel mirino bene o male stai effettivamente guardando attraverso l'obiettivo che hai montato... |
| inviato il 16 Agosto 2021 ore 16:04
Non so se ho capito l'incipit... La mia risposta è forse si... Ogni "attrezzo" ha una sua peculiarità, se all'inizio si possono esplorare le più specifiche peculiarità di fatti facendo dei test sul come funziona e se mi serve, poi si arriva al quello che c'è e quello che mi piace, in questo periodo si possono sperimentare cose che magari non avremmo fatto col modello precedente. E scoprirci in grado di poter cambiare linguaggio, oppure, tornare piano piano al nostro solito "tram tram". Se mi dai una usa e getta a fuoco fisso o una moderna compatta superzoom o una ipertecnologica ml con pixel shift probabilmente sperimenterò cose diverse anche se semprein qualche modo al mio modo di essere o cmq vedere la fotografia... Però dico che è solo un adattamento allo strumento, non comincerò a fare ritratti perché mi regalano una medio formato, per esempio, potrei provare a fare più scatti da cavalletto però... È un esempio né |
user14408 | inviato il 17 Agosto 2021 ore 22:05
Vilem Flusser " per una filosofia della fotografia" "Mentre l'apparecchio funziona in funzione dell'intenzione del fotografo, questa stessa intenzione funziona in funzione del programma dell'apparecchio ... ..."Il fotografo può registrare tutto, ma in realtà può registrare solo ciò che è fotografabile, cioè tutto ciò che figura nel programma. Di conseguenza, nonostante la scelta dell'oggetto da registrare sia libera, è comunque una funzione del programma dell'apparecchio. " volumetto che si legge anche durante i viaggi in autobus/metro/treno. ovviamente per chi non vuole perdersi esclusivamente dietro a questioni ( pur importanti) di rumore e invarianza ISO, sensori Foveon vs Bayer ecc ecc |
| inviato il 19 Agosto 2021 ore 0:28
Mario Giacomelli ricevette in regalo una macchina fotografica nuova ( forse una Leica o giù di lì). Si affrettò a nasconderla dentro un armadio, per paura che la vecchia macchina, tenuta insieme con il nastro adesivo potesse offendersi. |
| inviato il 19 Agosto 2021 ore 1:52
Nel mio caso una buona ergonomia con poche ma ben studiate funzionalità mi mettono a mio agio togliendo ogni ostacolo all'ispirazione che di fatto è una caratteristica del fotografo. Per il resto mi va bene ogni tipo di camera sia meccanica che elettronica digitale, l'importante che fotocamera e ottica non diventino un'impedimento all'ispirazione e alla creatività. |
| inviato il 19 Agosto 2021 ore 7:17
Di ispirazione, non direi. Di “aiuto”, si. Ad esempio qualche anno fa, mi è stata utile una Fuji xe1; lenta per gli standard, usata con ottiche mf, ma quella sua lentezza mi ha permesso di concentrarmi meglio sull'inquadratura, di darmi il tempo di controllare meglio a mirino, di focheggiare prima nel caso di azioni veloci dove l'af non sarebbe riuscito a seguire. Un po' quello che accade con uno zoom ed un fisso, uso uno zoom oggi, consapevolmente, mentre agli inizi è stata una manna passare ai fissi, per allenare l'occhio invece di zoomare senza scopo. Quindi si, una giusta attrezzatura può aiutare a concentrarsi su certi aspetti più che su altri, quando stai formando il tuo occhio. Ma è un tempo limitato, una volta appresi i concetti e meccanizzato i movimenti, l'attrezzatura non è altro se non ciò che ti serve per portare a casa lo scatto, al netto della comodità personale, altrimenti credo che ci sia qualcosa che non va. |
| inviato il 19 Agosto 2021 ore 7:55
Si, in tre passaggi: quando abbandonai la pellicola e approdai al digitale dopo diversi anni con una Eos 550D. Nel passaggio da Aps-C a FF e ultimamente da Dslr a ML Canon. E di pari passo, con corsi specifici ho dovuto anche evolvere lato post-produzione, la macchina è solo l'inizio, alla fine rappresenta sempre 1/3 di tutto il workflow. |
| inviato il 19 Agosto 2021 ore 8:45
A mio modesto parere e se ho ben compreso il senso del post , funzionalità diverse possono portare anche a "produzioni" diverse , assimilabili queste ultime (forse) a ispirazioni diverse . Faccio un esempio banalissimo ma credo calzante , almeno per quel che mi riguarda : una macchina col display posteriore orientabile può permettermi punti di ripresa che una macchina con il display fisso non mi consente e già questo mi permette un tipo di ripresa diverso e a me più congeniale e mi spiego : io amo molto le riprese dal basso , o raso terra : se la macchina ha il display fisso , non le posso fare , stop . Lo stesso discorso (anche se meno cogente) per la street: nulla di meglio che "carpire" un'immagine dando l'impressione di guardare da un'altra parte ! Ho usato questo esempio banalissimo perché mi tocca ma potrei citare la rapidità dell'AF che può invogliare a generi particolari , la portabilità che permette di avere la macchina sempre con se e utilizzarla in ogni contesto... quindi sì , direi che l'attrezzatura idonea può , quanto meno , petmetterci maggiori margini espressivi , cosa a mio avviso assai vicina all'ispirazione . |
| inviato il 19 Agosto 2021 ore 9:29
Certamente si! Ogni momento della mia storia fotografica è stato influenzato da una fotocamera che ha segnato un certo mio modo di fotografare, che non è necessariamente cambiato nel tempo, ma si è semplicemente aperto ad altre prospettive: - negli anni 60' -70' la MINOLTA SRT101; - negli anni 80'-90' la MINOX 35 GT; - negli anni 2000 la SONY A100; - nel 2014 la SONY A7R; - nel 2015 la SONY A5000 modificata in IR e la SONY RX1R.2; - nel 2016 la SONY A99.2; - da un paio di mesi la LEICA MONOCHROM CCD. Del resto “scopa nuova, scopa meglio” … Poi rimane il morboso piacere nel maneggiare, nel fare “Click” anche senza pellicola, con quelle vere e proprie meraviglie della meccanica dei tempi andati come le LEICA a vite di prima della guerra, le M3, le HASSELBLAD 500, le ZEISS SUPER IKONTA, le LENINGRAD, le CONTAX II° e tante altre che raccolgono in poche centinaia di grammi di peso almeno mezzo secolo di storia della fotografia. Infine spesso ancora maggiore è il piacere nell'innestare davanti alla propria modernissima ML un'ottica quasi centenaria e rimanere affascinati nell'osservare come il vecchio cimelio sappia ancora sapientemente distillare la luce, lui che in tutti questi anni se non ne ha viste di tutti i colori è solo perché ai suoi tempi il colore non c'era… |
| inviato il 19 Agosto 2021 ore 15:56
“ Faccio un esempio banalissimo ma credo calzante , almeno per quel che mi riguarda : una macchina col display posteriore orientabile può permettermi punti di ripresa che una macchina con il display fisso non mi consente e già questo mi permette un tipo di ripresa diverso e a me più congeniale e mi spiego : io amo molto le riprese dal basso , o raso terra : se la macchina ha il display fisso , non le posso fare , stop „ Senza voler offendere la sensibilità altrui, o voler imporre la mia visione, ma secondo me questo esempio travisa l'ispirazione con quella che è la possibilità che concede il mezzo. È ovvio che un display fisso è meno indicato per riprese dal basso, che non uno snodato. Ma l'ispirazione è sempre di chi è dietro la fotocamera: il mezzo consente solamente di realizzare tale visione. Mi sembra logico, per gareggiare in f1 devo avere una Ferrari da corsa e non certo una panda! Non è la fotocamera che ti ispira riprese dal basso, sei tu che vuoi realizzarle, e per farlo puoi usare comodamente gli schermi snodati. Io credo che per “ispirazione” si intenda che, senza quella macchina, non avremmo “pensato” quella foto, piuttosto che realizzato. Una cosa quindi è l'idea, altra cosa è lo strumento tecnico che ci serve per concretizzarla. |
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