| inviato il 31 Marzo 2021 ore 8:40
Direi che alla fine si tratti di un problema assai sovrastimato anche perché, posto che il nostro obiettivo mostri la massima nitidezza a f 8, non è che chiudendo a f 11 la nitidezza decada in maniera tale da risultare inusabile. In altre parole se, per esempio, il nostro obiettivo risolve 80 coppie di linee/mm a f 8, chiudendo a f 11 la risoluzione scenderà a circa 75 coppie di linee/mm ma di certo non precipita a 40! |
| inviato il 31 Marzo 2021 ore 8:47
Senza contare che una stampa 50x75 cm si osserva da una distanza ottimale di 0,9 metri, mentre un 70x100 cm da 1,2 metri, ragione per cui, a meno di non avere una vista da rapace, una risoluzione inferiore del 10% - se non anche meno - non si vede. |
| inviato il 31 Marzo 2021 ore 10:05
“ Mi accontento di avere esposto che "diffraction limit" è una frescaccia, "diffraction limited" no. Ci può aiutare a non credere alle favole sulla diffrazione. „ Giusto, non è una definizione corretta, ma basta intendere "diffraction limit" come "apertura limite" (alla quale la diffrazione inizia ad essere evidente, considerando sensore, stampa, distanza di visione etc.) che la cosa ha un senso (anche se poco scientifica). Ed anche il loro calcolatore, soprattutto quello "advanced", secondo me ha un senso e penso che possa essere utile. |
| inviato il 31 Marzo 2021 ore 10:30
@Rolu "diffraction limit" non significa niente. Soprattutto perché il modo in cui fa entrare la dimensione del sensel è agli effetti pratici a rovescio. Per cui un fotografo in buona fede deduce che se usa una megapixellata soffre di più la diffrazione. Invece è il contrario. In teoria. E anche in pratica. |
| inviato il 31 Marzo 2021 ore 10:50
A parità di dimensioni dei pixel e densità del sensore (mi raccomando, tenete conto di questa premessa nelle risposte!!), la diffrazione cambia solo in funzione dell'apertura "reale", corretto? Intendo, l'obiettivo "X" a f/16 su un sensore di densità "Y", ha un certo grado di diffrazione a prescindere dal fatto che il sensore sia FF, APS-C, m4/3 o quant'altro, giusto? |
| inviato il 31 Marzo 2021 ore 10:54
“ Per cui un fotografo in buona fede deduce che se usa una megapixellata soffre di più la diffrazione „ Sul fatto del termine non corretto, come ho già scritto, sono d'accordo. Però il suo calcolatore è indipendente dalla risoluzione, dipende solo dal formato del sensore, dalle dimensioni della stampa e dalla distanza di visione; si può forzare il calcolatore ed usare un CoC dipendente dalla risoluzione del sensore (che equivale a considerare la visione al 100% a monitor), ma non è il default. Quindi secondo me non è fuorviante. |
| inviato il 31 Marzo 2021 ore 11:03
“ A parità di dimensioni dei pixel e densità del sensore (mi raccomando, tenete conto di questa premessa nelle risposte!!), la diffrazione cambia solo in funzione dell'apertura "reale", corretto? Intendo, l'obiettivo "X" a f/16 su un sensore di densità "Y", ha un certo grado di diffrazione a prescindere dal fatto che il sensore sia FF, APS-C, m4/3 o quant'altro, giusto? „ A parte che dimensioni del pixel e densità sono legate e quindi basta menzionarne solo una delle due, è giusto se il confronto lo fai con una visione a monitor al 100% (o comunque alla stessa percentuale). Se invece stampi l'effetto della diffrazione, a parità di diaframma, la vedi meno con un sensore più grande. |
| inviato il 31 Marzo 2021 ore 11:29
Sensore più grande comporta ingrandimento minore, chiaramente una FF mostra meno diffrazione di una m4/3, a parità di dimensione di stampa. Ma il sensel di una m4/3 è sempre più piccolo del sensel di una FF, anche se megapixellata. Basti pensare che un sensore di prima generazione m4/3 da 16 Mpx corrisponderebbe a una megapixellata FF da 64 Mpx. E l'm4/3 da 20 Mpx non ha corrispondente FF a 80 Mpx (per ora...). (Notare che C1 sa correggere in parte la diffrazione, anche se farlo con un sensore con filtro AA è abbastanza discutibile). In altre parole è il solito motivo per cui uno per impieghi al limite usa FF e non m4/3, senza tirare in ballo il rumore, una turbativa in più a sfavore dei piccoli formati (smartphone, anyone?). |
| inviato il 31 Marzo 2021 ore 11:31
@Paolo “ Direi che alla fine si tratti di un problema assai sovrastimato anche perché, posto che il nostro obiettivo mostri la massima nitidezza a f 8, non è che chiudendo a f 11 la nitidezza decada in maniera tale da risultare inusabile. „ Buon senso di una volpe argentica...bravo! |
| inviato il 31 Marzo 2021 ore 11:44
“ A parte che dimensioni del pixel e densità sono legate e quindi basta menzionarne solo una delle due, è giusto se il confronto lo fai con una visione a monitor al 100% (o comunque alla stessa percentuale). Se invece stampi l'effetto della diffrazione, a parità di diaframma, la vedi meno con un sensore più grande. „ Grazie! |
| inviato il 31 Marzo 2021 ore 11:52
la difrazione dipende dalla capacità della lente stessa e poi della stessa rispetto alla densità del sensore dove viene ad essere usata e filtro, solitamente su aps-c e ff di pare densità la difrazione arriva uno stop prima rispetto a 12-24mpx FF. Comunque sempre rispetto al progetto della lente, ci sono lenti che sono buone sia a diaframmi aperti che chiusi (come il 24 1.4 GM), lenti che sono buoni solo chiuse (molte ottiche vintage quali l'helios 44-3 ad esempio), lenti che invece vanno in difrazione già a f8 evidente anche su FF come il 45 samyang 1.8, basta vedere gli MTF sostanzialmente |
| inviato il 31 Marzo 2021 ore 15:31
Se uno stampa veramente grande, tipo l'A2 o oltre, e strozza molto il diaframma, su F 18 - f 22 con fotocamere pixellate, la foto viene palesemente velata, mentre per stampe piccole, 10 x15 cm, ma anche A4, 20 x30 cm, con fotocamere normali, 10 - 20 Mpx, anche F 22 va bene. Non bisogna fasciarsi la testa. |
| inviato il 31 Marzo 2021 ore 15:58
Troppo buono Valerio, grazie |
| inviato il 31 Marzo 2021 ore 16:06
“ lenti che invece vanno in difrazione già a f8 evidente anche su FF come il 45 samyang 1.8, basta vedere gli MTF sostanzialmente „ Potresti spiegare come capire questa caratteristica dagli MTF? Non ho mai visto grafici MTF fatti a diaframmi più chiusi di f/5.6 |
| inviato il 31 Marzo 2021 ore 18:03
“ Potresti spiegare come capire questa caratteristica dagli MTF? Non ho mai visto grafici MTF fatti a diaframmi più chiusi di f/5.6 „ Tutti i siti che fanno test di obiettivi presentano grafici MTF con dati fino a f/16/22. Per esempio questo: www.lenstip.com/ ha un buon archivio di obiettivi ed è secondo me affidabile. Però a diaframmi chiusi non vedrai molte differenze, tutti gli obiettivi tendono ad uniformarsi in quanto a quelle aperture gli effetti negativi della diffrazione (che sono molto simili per tutti gli obiettivi e dipendono quasi esclusivamente dall'apertura) sono preponderanti. Se controlli vari obiettivi, anche di lunghezze focali molto differenti, provati sullo stesso sensore, vedrai che i valori a f/16 differiscono di poco, quelli a f/22 ancora meno. |
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