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affetti e passioni, orologi e Leica


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avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2021 ore 15:55

L'orologio non è tuo padre, è un oggetto che lui ti ha dato senza nemmeno usarlo.
Avrei parzialmente condiviso il discorso degli altri se fosse stato il suo orologio, magari vistogli addosso per anni, mentre lavorava, mentre ti abbracciava, o mentre pensoso guardava la tv...
Così è solo una cosa slegata da lui se non per il fatto che te l'ha regalata...ma a parte il valore economico non ci vedo nessuna differenza con qualcosa di banale e consumabile, ad esempio se ti avesse regalato una vacanza ne avresti usufruito senza che ti rimanesse nulla oltre ai ricordi della stessa.
Con questo orologio non hai memmeno quelli.
Se tu lo vendessi non ti biasimerei affatto, piuttosto conserva gelosamente qualcosa di suo, qualcosa che porti addosso la sua energia e che richiami qualcosa di lui in te.


avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2021 ore 18:44

mah.. che dire?...
forse dovresti indossare l'orologio e caricarlo tu di energia, per passarlo poi a qualche figlio.

Io non porto orologi, ma gli orologi di mio padre (appassionato) li ho passati direttamente ai figli.
Piuttosto ho una sua rollei biottica che non venderei mai. La usava sempre.

Tracce.. bisogna cercare le tracce. L'uso modifica l'oggetto.
Io ho un coltello da vela fatto dalla WILKINSON. E' un rasoio e mi accompagna da piu di 35 anni (nche se ora lo uso pochissimo). Porta su le impronte della mia mano. A furia di usarlo per chiudere grilli,tagliare scotte e slegare nodi si e' consumato nel corso degli anni.
resta un oggetto particolare.

P.S. la leica la lascerei in vetrina.. i sogni e' bene che restino sogni...




avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2021 ore 18:55

"Siete dei pragmatici o dei romantici?"

Pragmatico, ed a detta di tutti, troppo, non mi sono mai affezionato a nulla.


avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2021 ore 18:58

Assolutamente pragmatico... ma, innegabilmente, restano tracce d'uso sugli oggetti che sopravvivono al tempo.

Certi oggetti diventano unici e portano segni indelebili d'uso.

Anche le intenzioni vanno considerate. Sopratutto su un regalo.
Lo stesso orologio, vinto in una mano di poker, non avra' mai valore uguale.
Potra' essere perso domattina senza rimpianti.. Non cosi per uno ricevuto in dono sincero.

avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2021 ore 19:06

Salt

mi piace ogni parola che hai detto. ;-)

avatarjunior
inviato il 23 Gennaio 2021 ore 19:49

Io ti do solo un suggerimento da perfetto estraneo. senza sentimentalismi: un buon orologio della marca giusta si rivaluta nel tempo o quanto meno mantiene il suo valore. Ora che ho i capelli un po' bianchi posso dirti che, non piacendomi particolarmente, non lo indosserei e lo terrei al sicuro. In futuro potresti pensare di tramandarlo ad una persona cara o a darlo indietro monetizzando. E' una riserva di valore che non sconta tasse su tasse e facile da gestire. La macchina fotografica puoi comprarla con le tue risorse anche a rate.

avatarsenior
inviato il 24 Gennaio 2021 ore 0:47

Vado controcorrente: penso che i genitori , qualsiasi genitore , vorrebbe la felicità dei figli .
Questa felicità molto spesso viene cercata di essere esaudita con dei regali .
Molto spesso questi regali sono sbagliati.
Tutto ciò é umano . Anzi , dopo vari anni , ci si ride anche sopra ( penso sia accaduto a tutti ).
Per cui , non sei appassionato di orologi , non ti piace l'orologio in se , hai altri desideri ?
Comprati quello che desideri .
La Leica é il sogno di tutti e il punto di arrivo di molti ( tra l'altro ,a q2 penso sia una macchina perfetta per certi generi ) .
Non penso che nessuno ti rimprovererà e non penso che dovrai sottostare a dei sensi di colpa.
É la vita.

Ps : per rendere la scelta meno sofferta guardati l'episodio dell'orologio di Pulp fiction: é un ottima presa in giro di certi regali che siamo quasi costretti a onorare.

avatarsenior
inviato il 24 Gennaio 2021 ore 10:06

"La Leica é il sogno di tutti......"

Mahhh....

Di uno di sicuro no!

avatarjunior
inviato il 24 Gennaio 2021 ore 11:24

ho un omega del 1949 lasciatomi da mio padre. L ho fatto revisionare pezzo pezzo e lucidare. Ogni volta che guardo l ora ripenso a mio padre. Non ti azzardare a venderlo. E' eterno.. ma la leica no...la tecnologia fotografica passa.

avatarsenior
inviato il 24 Gennaio 2021 ore 12:41

"Cos'è la "pragmatica"............da sola?"

Sempre che tu ti rivolga a me, io non avrei usato il termine "pragmatica", scienza sociale, nel contesto citato sopra, lo giudico errato, avrei invece usato il termine "pragmatismo", corrente filosofica sorta nel Paese pragmatico per eccellenza, ossia gli USA.

E pur facendo molta foto di street, è proprio per il mio pragmatismo ingegneristico che ad oggi non ho la Leica, io metto avanti a tutto la qualità d'immagine.

Da giovane, ai tempi della pellicola, 40 anni fa, ci sbavavo sopra dal desiderio di qualità d'immagine, a quei tempi tra le foto fatte in 35 mm con una Leica e le foto fatte in 35 mm con roba di altra marca, c'era veramente un abisso di differenza, io riconoscevo scatti fatti con Leica al primo sguardo, e poi la roba Leica, allora come oggi, è roba fatta meccanicamente benissimo, ma al tempo non avevo i soldi per comprarla.

Oggi potrei comprarla, ma oggi la situazione qualitativa è molto, molto diversa, in pratica si è invertita, oggi una fotocamera Nikon "buona" con uno Zeiss "buono" pure quello, qualitativamente, sono migliori di una Leica, a pesi però non comparabili con i Leica.

Questo è dovuto al fatto che Leica era una società di pura ottica e meccanica di precisione, e non di elettronica, ed a mio avviso, nemmeno oggi, dopo tanti anni di fotografia digitale, Leica si è messa in pari elettronicamente con una Nikon, a mio avviso la migliore oggi sulle fotocamere, come QI, e poi Leica oggi ha un brutto, veramente brutto, Peccato Originale, uno slot solo di memoria, oltretutto una perfida SD, le meno affidabili, e per quello un Battesimo ancora non c'è,

Ed è per quello che non bramo più, e non compro una Leica oggi.

avatarsenior
inviato il 24 Gennaio 2021 ore 12:58

io penso che oggi si sia troppo poco attaccati alle cose.
Si sia persa la cognizione del fatto che le cose attorno a noi appartengono alla nostra sfera d'influenza.

Il fatto di trovare al buio l'interruttore sul comodino. Di trovare al tatto la rotella di regolazione. Di sapere che il pedale, ruotando, emette un cigolio in quell'esatto punto. E che lo faccia da quella caduta di dieci anni fa, contribuisce a creare uno spazio attorno a noi dove la sicurezza e' migliore. Dove ci troviamo meglio e a nostro agio.

Ultimamente questa frenesia delcambiare del provare e cercare il nuovo, credo portino ad una solitudine non solo materiale.
Stiamo progressivamente riducendo i nostri riferimenti nell'ambiente esterno. Restringiamo la nostra zona conosciuta ad un uso superficiale.

Per questo molti sostengono che gli oggetti non hanno un anima e si equivalgono. Hanno perso la capacita' di "sentire" lo strumento di ritrovare su di essi il segno dell'uso.
Prova a cambiare il violino al violinista... riconoscera' anche bendato il suo strumento.


avatarsenior
inviato il 24 Gennaio 2021 ore 13:08

Ottime considerazioni Salt. Ma oggi si propaganda l'uscire dalla comfort zone come salutare è necessario, aggiungiamoci i messaggi del marketing e invece di provare provare provare fino a che ci si riesce si preferisce cambiare cambiare cambiare senza arrivare mai a godere di quello che si ha già.

avatarjunior
inviato il 24 Gennaio 2021 ore 13:09

Caro Salt, sono d'accordo con te. Andrebbe sviluppata una filosofia dell'utilizzo, che oltre a farci "sentire" l'oggetto tra le mani realmente nostro, forse restituirebbe delle emozioni diverse, una soddisfazione diversa. La filosofia capitalistica abolisce ciò, altrimenti il mercato rallenterebbe e non di poco. Lecito cambiare per cercare l'oggetto che più si addice, ma una volta che questo si carica di significato, di tempo trascorso con noi, come si può cambiare con questa facilità?
La ricerca dell'emozione vera è diventata più difficile.
Questo il mio umile pensiero.

avatarsenior
inviato il 24 Gennaio 2021 ore 14:19

Intendiamoci.
Uscire dalla comfort zone è salutare quando si cerca di crescere.
Studiare un nuovo schema luci significa lavoro
Impegno e fallimento.Fino al momento in cui riesci e stabilisci una nuova comfort zone più ampia
Il cambiare attrezzo solo per.ansia di modernità invece riduce la tua comfort zone

Devi prenderti il tempo necessario .

avatarsenior
inviato il 24 Gennaio 2021 ore 15:23

Intendiamoci.
Uscire dalla comfort zone è salutare quando si cerca di crescere.
Studiare un nuovo schema luci significa lavoro
Impegno e fallimento.Fino al momento in cui riesci e stabilisci una nuova comfort zone più ampia

+1

Il cambiare attrezzo solo per.ansia di modernità invece riduce la tua comfort zone
Devi prenderti il tempo necessario.

www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=3759377&show=5#21559065
"Il fatto è che ci sono pochi fotografi capaci di padroneggiare il proprio strumento. Al contrario, si fanno padroneggiare dal mezzo e si infilano in un interminabile inseguimento alla nuova lente, alla nuova carta, al nuovo gadget... Non stanno mai con un solo equipaggiamento abbastanza a lungo da impararne tutte le potenzialità."
Edward Weston

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