| inviato il 28 Ottobre 2020 ore 6:28
se scatti di sera a mano libera con smartphone e gcam la FF ha già perso, non serve nemmeno vederle le foto, ma se vuoi umiliarci fai pure |
| inviato il 28 Ottobre 2020 ore 8:25
A parte l'uso che se ne fa per la messa a fuoco, credo che l'AI lavori quasi sempre in fase di post; tutti gli utilizzi, tipici dei cellulari, che comportano più scatti simultanei o in successione veloce (ad esempio per il recupero di luci e ombre o per aumentare la risoluzione dell'immagine) prevedono comunque l'applicazione di algoritmi vari nella fase successiva allo scatto, esattamente come si potrebbe fare in un normale workflou di post con Photoshop ma con tempi più... biblici, sia in fase di scatto che di elaborazione; anche i sistemi per ingrandimenti fotografici in cui l'algoritmo viene "istruito" per ricreare particolari aggiuntivi, quelli in cui l'AI agisce realmente in modo differente dalle normali elaborazioni di "sviluppo" fotografico (cioè aggiunge cose che il sensore non ha rilevato), lavorano in fase di post |
| inviato il 28 Ottobre 2020 ore 8:41
Della serie "se lo conosci lo eviti": sta al fotografo decidere se utilizzare l'AI in toto o solamente nelle operazioni che potrebbe svolgere manualmente, ma dove l'AI gli fa risparmiare tempo. Ad esempio, nella tecnica cosiddetta Super Resolution, in cui si eseguono a mano libera 4-8-10 e più scatti della medesima compo (utilizzando ovviamente la raffica in una sorta di pixel shift manuale) e poi li si monta a opacità differenziata per recuperare una maggior risoluzione "reale", non inventata, l'algoritmo in camera non fa altro che velocizzare le fasi di impilamento, messa a registro e montaggio degli scatti, tutte cose che potremmo fare manualmente (anni fa usavo GIMP persino per mettere a registro manualmente, ad alto ingrandimento, gli scatti da utilizzare in focus stacking), o con un'azione in cui inserire i normali strumenti di Photoshop, ed è già un bel risparmio di tempo, oppure con un algoritmo AI, e ancora non è detto che quest'ultimo restituisca il risultato migliore. |
| inviato il 28 Ottobre 2020 ore 9:17
Secondo me la modalità automatica delle reflex è esattamente la causa del declino delle vendite stesse. Ora chi si approccia alla fotografia con reflex o simili, probabilmente viene già da quello che si può definire un camera phone. Tralasciando gli aspetti artistici, probabilmente prima di avere risultati migliori di uno smartphone deve imparare a conoscere la propria attrezzatura, conoscere un poco di postproduzione... Quindi il passaggio risulta ostico, molti abbandonano |
user177356 | inviato il 28 Ottobre 2020 ore 9:44
La questione è che non ne capiamo una ceppa di AI. DxO ha correttemnte denominato la nuova funzionalità di denoising "Deep", con riferimento alla tecnica del "Deep learning" per la costruzione di algoritmi basati su reti neurali. Si tratta quindi di una tecnica che affina l'algoritmo di denoising attraverso il cosiddetto machine learning. Una volta che l'algoritmo è definito, noi lo applichiamo esattamente come qualsiasi altro algoritmo sviluppato in modo tradizionale. Non è che il software reagisca in modo "intelligente" alla nostra specifica immagine, ma è solo più sofisticato, in un modo che difficilmente sarebbe ottenibile attraverso i tradizionali metodi di programmazione. |
| inviato il 28 Ottobre 2020 ore 10:25
“ La questione è che non ne capiamo una ceppa di AI. „ Parli per tutti? “ noi lo applichiamo esattamente come qualsiasi altro algoritmo sviluppato in modo tradizionale. „ esatto ma tenendo a mente che l'effetto è poco immaginabile prima di fare click dato che attinge a immagini che non conosciamo e le utilizza per accrescere un dettaglio che non solo non si vede ma che di fatto ad un certo livello di prob. non c'è. D'altra parte è una carta in più da giocarsi e dato che comunque i software sono interattivi con tempi di risposta ragionevoli (e qui la potenza della macchina serve!) si può provare e nel caso fare un passo indietro e fare diversamente se il risultato non soddisfa. Quello che ho notato finora, che appunto risente dell'approccio e della soluzione nonchè dell'attuale ricchezza della base di conoscenza, è che a volte sbalordisce, a volte fa cilecca, peggio del tradizionale. |
| inviato il 28 Ottobre 2020 ore 10:54
Da quello che si vede nella proliferazione di software più o meno AI, con questo genere di prodotti si può fare un po' di tutto, da un denoising più accurato alla sostituzione di intere parti dell'immagine (e già si parla di vera e propria "invenzione" di intere parti di foto). Indubbiamente la cosa può lasciare interdetti, ma come qualunque vecchio strumento o tecnica che possa essere utilizzato sia in fotografia che in grafica, è l'operatore che decide fino a che punto spingersi. La fotografia è affetta da questo genere di considerazioni fin dalla sua nascita, perché il ritocco fotografico, magari col classico pennello di setole, e persino la sostituzione di parti importanti dell'immagine sono sempre state possibili, anche se delegate a pochi personaggi dotati di notevole "manico", mentre la fotografia stessa era stata osannata inizialmente come lo strumento di fedele e assoluta riproduzione del reale. Poi la realtà "vera" dimostrò fin da subito che non esistono strumenti che non possano distorcere le cose, ma che tutto ciò viene lasciato alla volontà dell'operatore; credo che mai come oggi quest'ultimo aspetto vada rivendicato e soprattutto rivalutato, proprio per rimanere noi i padroni dell'operato dell'AI e non viceversa. |
| inviato il 28 Ottobre 2020 ore 10:57
Dimenticavo di aggiungere: almeno finché non ci venderanno apparecchi fotografici che "obblighino" all'utilizzo immediato della tecnologia AI senza lasciare spazio di scelta |
| inviato il 28 Ottobre 2020 ore 11:01
Quelli sono per AbI Photographers (Abnormal brain Intelligence Ph), vade retro |
| inviato il 28 Ottobre 2020 ore 11:04
Ab... qualcosa (Mel Brooks ha precorso i tempi ) |
| inviato il 28 Ottobre 2020 ore 12:14
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user198779 | inviato il 28 Ottobre 2020 ore 12:22
Devo ricredermi dopo avere letto i vostri post , per me le due cose erano ben distinte ma ora non ne sono più tanto convinto, è come un serpente che si morde la coda. |
| inviato il 28 Ottobre 2020 ore 12:25
Il fatto è che non si inventa più nulla di nuovo dal punto di vista dell'obiettivo finale, ma solo del come arrivarci, e in genere la fase del workflou in cui applicare queste invenzioni è sempre la stessa. |
| inviato il 28 Ottobre 2020 ore 12:30
La cosa simpatica Giordano & B. è che anche tu pubblicando i tuoi scatti contribuisci alla base di conoscenza sfruttata dall'AI e un dettaglio di una tua foto comparirà tra qualche tempo in qualche dove… |
user198779 | inviato il 28 Ottobre 2020 ore 12:34
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