| inviato il 16 Febbraio 2013 ore 22:25
Si, evidentemente è una cosa fatta per favorire in primis il fotografo. Non mi fa scalpore il favoreggiamento ( ) purchè non si esageri, e quindi se le cose stanno come dice Elleemme non stanno esagerando. (PS per Giobol: anch'io ho il problema dei gatti ma su una proprietà di due ettari e mezzo si distribuiscono sui pochi metri quadri occupati dalla terrazza. Ho trovato un punto lontano con alberi altissimi inaccessibili alla base perchè sotto è un roveto. Quindi sul balcone no, se trovi una zona lontana e da loro non frequentata invece è possibile.) |
| inviato il 16 Febbraio 2013 ore 23:00
Erminio, responsabile dell'oasi di Cervara, e' una persona molto preparata ed ha creato un oasi naturalistica con alcuni capanni fatti per i fotografi ma è comunque un oasi non uno zoo e gli animali sono in piena libertà. |
| inviato il 16 Febbraio 2013 ore 23:16
Poi c'è da aggiungere che con la scusa dei fotografi disposti a pagare si mantiene tutta l'oasi e non solo la pozzanghera del martino. Quindi una pozza forse poco "naturale" in cambio di un oasi dove gli animali siano protetti: per me mi sembra uno scambio equo e se ci sono persone capaci, non spinte dall'avidità, il tutto si risolve con un bilancio positivo per la natura. Credo che questo sia la cosa più importante. |
| inviato il 16 Febbraio 2013 ore 23:18
Ragazzi, la mia non è una critica all'oasi, la domanda è esclusivamente riferita alla fotografia naturalistica, non alla tutela dell' ambiente... |
| inviato il 17 Febbraio 2013 ore 0:22
@ M3m3nto72 (ma un nome più facile no?  ): la risposta di Lauro mi sembra totalmente esauriente rispetto alla tua domanda. Per il resto chi è stato a Cervara ed ha visto come è organizzata l'oasi (che non è uno zoo) ed ha scambiato pareri con Erminio Ramponi ha semplicemente voluto sottolineare le caratteristiche sicuramente positive del luogo. Ciao Vittorio |
| inviato il 17 Febbraio 2013 ore 0:59
I tuoi interrogativi me li sono posti spesso anche io, ma mi sono reso conto che il confine tra le varie situazioni è molto labile. Sei in grado di stilare una sorta di scala di valori in base alle condizioni di vita della fauna ed alla difficoltà di fare caccia fotografica? Uno zoo parte con il valore più basso, cioè zero. Il Centro cicogne di Racconigi, è molto simile ad altre oasi LIPU, dove l'avifauna è libera di fare quello che vuole, fermarsi perennemente oppure fermarsi per qualche tempo poi riprendere il viaggio migratorio. All'interno ci sono anche alcune gabbie, inoltre il direttore sparge il mangime alla anatre all'interno dell'oasi. E' facilissimo fare caccia in un ambiente simile, eppure gli animali non sono domestici. Che valore gli dai? E il PNGP dove stambecchi, volpi, marmotte sono ormai abituati alla presenza umana e sanno che nessuno "gli tira"? Le marmotte si lasciano avvicinare addirittura ad un metro, nel periodo dopo il letargo. Anche gli stambecchi si lasciano avvicinare, ma per la propria sicurezza conviene girarci distanti. E le volpi? Allunghi la mano e loro vengono a mangiare dalla tua mano come fanno i cani. Gli fai addirittura la foto col 17-40 su FF. Eppure gli animali sono tutti ben selvatici. Che valore gli dai? Dove abito io è pieno di fauna ed avifauna, inoltre la zona è ad alta densità di cacciatori, quelli "che tirano", ed anche qualche bracconiere. Gli animali del bosco sono molto timorosi e guardinghi perché non si fidano. La caccia itinerante l'ho fatta per molto tempo e sono tornato a mani vuote 99 volte su 100 (c'è il gusto delle lunghe passeggiate nella natura), meglio dovrebbe essere con un buon appostamento (mi sto organizzando a comprare un capanno). Quindi, in una situazione simile il valore dovrebbe essere massimo, vista la notevole difficoltà. Ma se poi mi compro un coniglio morto al mercato e lo ficco da qualche parte dove ho piazzato un capanno in attesa di vedere chi arriva a curiosare (volpi, donnole, faine, poiane)? improvvisamente diventa caccia pilotata, quindi il valore cala? Quale metro di misura occorre adottare per definire qual'è la vera fotografia naturalistica? Sei in grado di stilare una sorta di decalogo della "Vera fotografia naturalistica"? Giorgio B. |
| inviato il 17 Febbraio 2013 ore 7:15
Giorgio, quello che hai scritto è ampiamente condivisibile, io stesso sono socio Lipu e frequento l'oasi di Ostia, però, a parte il fatto che in quest'ultima nessuno sparge mangimi se no ai passeriformi in inverno e lontano dai capanni, in un anno e mezzo ho evoluto il mio concetto di scatto naturalistico. Ho poco tempo per questioni di lavoro e di famiglia, ma quel poco lo dedico tutto alla mia passione: mi sono comprato il capanno mobile ( ameristep gunner blind ) e ho comimciato a preferire la ricerca della specie al di fuori delle oasi. Così è tutto nelle mani mie e della sorte, ma di sicuro scelgo l'ambiente, lo sfondo e questo mi da la soddisfazione di aver realizzato uno scatto tutto mio. Ovvio che in nei periodi di caccia aperta la Lipu è la mia seconda casa. Vedo, qui sul forum, gallerie da 21 foto di martino sullo stesso posatoio: io francamente mi divertirei la prima volta, poi cercherei di fare qualcosa di nuovo. Però è anche vero che quando national geographic fa vincere una foto scattata in uno zoo, forse uno qualche domanda deve cominciare a farsela... Roberto |
| inviato il 17 Febbraio 2013 ore 14:36
Infatti memento la cosa è abbastanza soggettiva, un fotografo potrebbe scegliere di volere fare solo quel tipo di foto e lo stimerei per questo. L'oggettività invece potrebbe essere dettata da chi gestisce i concorsi di fotografia naturalistica dettando regole precise sul punto. Per quanto mi riguarda, se lo dovessi fare io un concorso ammetterei lo scatto vicino alla mangiatoia, non quello allo zoo, oppure si potrebbe graduare la cosa prevedendo una categoria a parte per scatti più controllati, però è difficile perchè poi a graduare, vengono fuori molti interrogativi. Per esempio io ne ho qualcuno sul concetto di "ambiente controllato": cosa s'intende? Nel senso che non dipende un pò anche dall'estensione...? Qualcuno lo ha mai definito? |
| inviato il 17 Febbraio 2013 ore 14:42
Fotografia naturalistica cosa significa? Fotografia a soggetti di natura. Quindi anche le foto fatte al'oasi possono definirsi fotografia naturalistica? Secondo me si. Per definizione. La discriminante la fa il soggetto, non altri fattori. C'è poco da stare a discutere. Oppure la domanda è posta male. |
| inviato il 17 Febbraio 2013 ore 15:00
Un conto è fotografare in oasi come Racconigi in cui l'animale se vuole può anche andarsene dove gli pare un conto è fotografare in un' "oasi" come S. Alessio...che è uno zoo. Leggo: “ Personalmente ritengo che gli scatti in questi luoghi siano tutt'altro che facili „ Personalmente invece ritengo che se non scatti un'ottima foto in una condizione del genere è meglio cambiare hobby e spendere i propri soldi in maniera più proficua. L'autrice organizza workshop in quell'oasi quindi il suo giudizio non mi pare fra i più obiettivi. |
| inviato il 17 Febbraio 2013 ore 15:03
Guido, io suppongo intenda tecnicamente, nel senso che tecnicamente (= tecnica fotografica) è uguale. |
user13260 | inviato il 17 Febbraio 2013 ore 15:15
Scusate una domanda, ma che si collega a quella iniziale, come si definisce la fotografia a soggetti animali/vegetali non nel loro ambiente naturale? Ad esempio una macro a un fiore in un giardino? O un animale allo zoo? |
| inviato il 17 Febbraio 2013 ore 15:30
“ Scusate una domanda, ma che si collega a quella iniziale, come si definisce la fotografia a soggetti animali/vegetali non nel loro ambiente naturale? „ Si chiama "fare pratica" |
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