| inviato il 24 Agosto 2020 ore 0:13
Credo che grossomodo tu abbia ragione: il sistema zonale serve a poco se non si pianifica lo sviluppo/post produzione in funzione del risultato desiderato in seguito alla pre visualizzazione. È anche vero che in analogico la stampa è indispensabile per vedere la foto mentre in digitale non è necessaria, anche se io penso che quando si scatta una foto bisognerebbe farlo come se si dovesse stamparne una gigantografia, tanto per valorizzare lo scatto |
| inviato il 24 Agosto 2020 ore 8:12
@Mauro Sansivero Scusa se mi permetto, ma non so se sei mai stato in camera oscura, da quello che scrivi. Ma come fai, nel buio più totale (a meno che non usi pellicola ortocromatica), a sapere qual'è la foto scattata a vuoto? A prescindere dal fatto che nemmeno il rullino inizia ad essere esposto sempre allo stesso punto (a meno che non utilizzi fotocamere che caricano automaticamente la pellicola tipo le CONTAX G), poi come fai a contare i fotogrammi? Conti la perforazione? Dovresti crearti una dima che consenta di contare i fotogrammi, ma rimane sempre il problema di dove inizia il primo fotogramma esposto (poiché è variabile di come si è caricato, parliamo di cm) ... Mai visto fare da nessuno, perchè in pratica inapplicabile anche in teoria almeno in formato 135. Forse in teoria si può fare con il formato 120, perchè ha solo 12 fotogrammi in 6X6, ma facendo 4 fotogrammi lasciando uno spazio vuoto di 3-4 fotogrammi e facendone altri 4 alla fine. Il mondo analogico è molto diverso dal digitale, molto più "spannometrico". @Giuseppe Pan Ma chi ha detto che con il digitale si espone per le luci? Il metodo classico è ETR (Exopsure To The Right) cioè sovraesponi sempre leggermente, senza però bruciare le alte luci. Esporre per le luci ed aprire in PP le ombre, crea rumore sulle ombre stesse. fotocomefare.com/esposizione-a-destra/ www.nadir.it/tecnica/ETTR_ESPORRE-A_DESTRA/ETTR.htm Invero adesso con i sensori più moderni e la loro grande gamma dinamica (GD) la cosa si è un pò attenuata. @Bluewings94 Sarà che sono della vecchia guardia (ho iniziato alla metà degli anni 60') però per me le foto sono solo quelle stampate, tanto in analogico che in digitale. Come già detto il metodo zonale passa necessariamente attraverso un percorso preciso di esposizione, sviluppo e stampa. E come in digitale si espone in ETR, in analogico si tende (almeno con il BN, con le DIA è diverso) a esporre per le ombre per poi sviluppare per le luci. Questo è un "mini" metodo zonale per aumentare la "latitudine di posa", ossia quella che noi oggi chiamiamo la GD, la "gamma dinamica". Ma il metodo zonale, inteso nella sua interezza, si basa sugli 10 livelli dei grigi di Adams + il nero assoluto (lo 0), di cui bisogna poi tener conto in fase di sviluppo e quindi di stampa. Qui in breve: it.wikipedia.org/wiki/Sistema_zonale Come si vede si può agevolmente (si fa per dire) applicare in pratica solo con le lastre e cioè con il colpo singolo, perchè ogni singolo fotogramma (lastra) va trattato (sviluppato) a se. Il sistema zonale, inoltre, si applica solo alle foto in BN. Quanti di Voi scattano solo in BN con la fotocamera digitale? Io si personalmente, nella quasi totalità dei casi, salvo le foto sportive. Ma non sono molti come me. Questo quindi, alla radice, dimostra l'inutilità del sistema zonale con il digitale. Piuttosto si può pensare ad approfondire (anche con il colore) il principio non tanto del sistema zonale di Adams, ma di una sua sorta di evoluzione ed adattamento al sistema digitale, in post produzione partendo ovviamente da file grezzi (RAW). Concludo dicendo che il sistema zonale, con l'analogico in BN ha un suo perchè, in quanto la latitudine di posa (la GD) della pellicola va a seconda dei casi da 5-6 fino al massimo 7 EV (con pellicole speciali), ma con i moderni sensori digitali siamo da 11 a 13 con forse punte a 14-15 (SONY A7S mk III° dovrebbe arrivare li). ADAMS ha fatto tutto il suo sforzo proprio per far stare i suoi 7 EV della pellicola dentro gli 11 step della sua scala. Noi ci siamo già dentro, nella sua scala, con i ns. moderni sensori digitali. |
| inviato il 24 Agosto 2020 ore 8:25
@tonyringo mi sono avvicinato all'analogico meno di un anno fa (quando ho iniziato a frequentare la specialistica in fotografia) e devo ammettere che è davvero affascinante, e lo studio dei tre volumi di Adams è stato illuminante (anche se quasi perverso: a me faceva ridere ogni riferimento ad Edward Weston che lavorava in maniera "approssimativa" rispetto ad Adams ma otteneva risultati straordinari). Purtroppo non avendo a disposizione un banco ottico o una camera oscura degna di tale nome non ho avuto modo di applicare la metodologia del sistema zonale (previsualizzazione-esposizione-sviluppo-stampa) quindi la mia conoscenza è puramente teorica (e dovrei ripetere ogni tanto) ma cerco di applicarla un minimo o almeno ragionare in quei termini quando faccio fotografie. Comunque anche io apprezzo la stampa, anche se lavorando in digitale non è un passaggio obbligato e cerco di stampare (una minima parte) ogni volta che posso |
user33434 | inviato il 24 Agosto 2020 ore 9:03
@Tonyrigo Per motivi che non starò qui a spiegare per non tediare nessuno quello che ti ho descritto lo faccio quasi tutti i giorni col 35mm, fai come San Tommaso prova con un rullino e poi mi fai sapere |
| inviato il 24 Agosto 2020 ore 9:30
I principi che regolano la fotografia non sono cambiati. Bromolio, daguerrotipia, carta salata, cianografia,..... le regole sono le stesse in linea generale. Serve oggi forse l'applicazione di queste modalità? no certo ma , per me, è bellissimo conoscerle. Fanno parte dell'arte fotografica, della conoscenza, del piacere di sapere. Come altre volte ho detto, siamo fortunati, perchè oggi viviamo sulle spalle dei giganti del passato, e grazie a questo, se lo vogliamo, abbiamo la possibilità di guardare più lontano e tentare di produrre qualche cosa che sia... buono. Il mio invito, quindi: frequentare pinacoteche, mostre fotografiche, fare ricerche e... un po' di studio, tra cui, perchè no, il sistema zonale. amico vostro franco santi |
| inviato il 24 Agosto 2020 ore 9:45
@Mauro Sansivero Da quanto mi dici, a questo punto, non metto in dubbio sia possibile anche con il 135. Spiegami il metodo però? Hai creato una dima per contare i fotogrammi? Un film 135 da 36 pose è circa 1,5 metri, come fai a centrare il fotogramma nero? Oppure usi pellicola ortocromatica ed allora un pò di luce c'è? Spiegami, cortesemente, perchè sono davvero curioso. E ci sono tante cose che non so: “ Sa chi sa che nulla sa, ne sa più di chi ne sa, perchè sa che nulla sa ” è il mio motto (socrate 2.500 anni fa). |
user33434 | inviato il 24 Agosto 2020 ore 10:53
“ I principi che regolano la fotografia non sono cambiati. Bromolio, daguerrotipia, carta salata, cianografia,..... le regole sono le stesse in linea generale. Serve oggi forse l'applicazione di queste modalità? no certo ma , per me, è bellissimo conoscerle. Fanno parte dell'arte fotografica, della conoscenza, del piacere di sapere. Come altre volte ho detto, siamo fortunati, perchè oggi viviamo sulle spalle dei giganti del passato, e grazie a questo, se lo vogliamo, abbiamo la possibilità di guardare più lontano e tentare di produrre qualche cosa che sia... buono. „ Concordo pienamente, siamo molto fortunati. Personalmente sono convinto che in fotografia non si debba buttare mai niente, ogni cosa ha il suo specifico spazio di applicazione e può, con il giusto concetto a supporto, trovare il suo spazio in un dato contesto. @Tony Figurati, quelle che non so io saranno anche di più , il mondo della fotografia analogica ha talmente tanta storia alle spalle che non credo esista qualcuno che conosce realmente tutto. Venendo a noi, il procedimento è esattamente come l'hai capito ma stai sovrastimando lo scarto di distanza che avrai in fase di ricarica in macchina. Ovviamente non funzionerà con una Leica dove devi accedere al rullo tramite la rimozione del fondello (io almeno non ci provo neanche) ma con una reflex con sportellino di apertura dove puoi precisamente infilare l'inizio della pellicola nella sua asola vedrai che lo scarto non è così incredibile. Per prudenza puoi anche dare qualche scatto vuoto in più ma al limite hai perso 2 o 3 scatti su 36 e non mezzo rullino. In realtà c'è anche un altro sistema che è quello di cambiare i rullini durante una sessione di scatti ma il principio è lo stesso quindi dovrai sempre darti un margine di sicurezza. Non ho mai provato con il 120 anche perché credo che la carta complicherebbe un po' le cose e con un dorso Hasselblad non riesco a immaginare come si potrebbe fare. Detto ciò è vero che l'alveo naturale per questo tipo di applicazioni sono le pellicole piane ma per quello che serve a me se usassi le lastre dovrei accedere ad un altro mutuo. |
| inviato il 24 Agosto 2020 ore 10:54
ETR significa sovraesporre leggermente (senza però bruciare le alte luci), non esporre per le luci. Esporre per le luci significa sottoesporre il resto (si usava così e si usa tutt'ora con le DIA). Il risultato è che la curva si sposta a destra: da qui ETR. Io di solito, a seconda dei casi, a occhio metto un +1 / 3 o + 2 / 3 di EV a seconda delle condizioni, usando l'automatismo. Anche di più in alcuni rari casi, ma deve proprio essere un gran controluce. |
| inviato il 24 Agosto 2020 ore 10:59
Ti ringrazio Mauro. Infatti io a pellicola scatto quasi solo con LEICA e quasi sempre L39, dove è ogni volta un'avventura già caricare il rullino ... Però non mi hai ancora spiegato come fai in camera oscura a capire dove c'è un fotogramma invece di un'altro. Usi quindi una dima, oppure l'ortocromatica? Spiegami, Ti prego. |
user33434 | inviato il 24 Agosto 2020 ore 11:05
Tony ricarichi il rullo in macchina e arrivi allo scatto vuoto che ti funge da ponte scattando con il tappo davanti all'obbiettivo, a quel punto puoi entrare in camera oscura, aprire lo sportellino e sforbiciare. Con la Leica non solo credo non si possa fare ma probabilmente c'è il rischio di rovinare i dentini di aggancio o il rullino. |
| inviato il 24 Agosto 2020 ore 11:06
Ecco che succede a non collegare il cervello (il mio si intende) ora ci ragionavo, se sopraesponi, le ombre saranno sopra esposte di conseguenza, poi in PP si ripristina chiudendo(leggermente) non come ho detto io. Come giustamente ha detto Tony aprendo le ombre aggiungi anche rumore. È giusto ho no? |
| inviato il 24 Agosto 2020 ore 12:05
Si!! perchè se nella "zona" delle ombre c'è qualche cosa, si può fare altrimenti è il GRIGIO. franco santi |
| inviato il 24 Agosto 2020 ore 12:24
AH! Non ci avevo pensato. Io facevo così in effetti (50 anni fa) se dovevo sviluppare subito e non avevo ancora finito in modo significante il rullino. Si, il metodo funziona perfettamente. Io invece pensavo (e li la vedo effettivamente dura) che Tu su 36 pose ne facessi diciamo 12 di seguito (senza passare per la camera oscura), con soggetti diversi o con esposizione diversa, e poi riuscivi a sezionarli al buio. Da qui l'oggettiva difficoltà, salvo avere una dima (ma non è facile lo stesso), oppure una pellicola ortocromatica che consente un pò di luce rossa. Grazie del chiarimento. |
| inviato il 24 Agosto 2020 ore 12:27
Così come hai scritto è corretto Giuseppe, con una precisazione. Esponendo in ETR non è che sovraesponi le ombre, ma sovraesponi le luci (ma senza "bucarle" però). Le ombre saranno sempre sottoesposte (se no che ombre sarebbero ...), solo che sono meno sottoesposte e quindi consentono un più facile recupero in PP, generando meno rumore. Leggi gli articoli che ho postato in precedenza dove viene sapientemente spiegato il principio. |
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