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Dopo 32 anni di direzione commerciale, non nel settore fotografico, mi permetto di suggerirvi questa lettura: I contratti selettivi si fanno di norma per prodotti costosi, dallo sfavorevole rapporto qualità/prezzo (renderebbe meglio l'inglese "value") e quindi già di per sè prodotti di nicchia destinati a vendersi in quantità omeopatiche. In queste situazioni, anzichè abilitare alla vendita tutti i potenziali rivenditori, si preferisce scegliere qualche rivenditore storicamente idoneo a vendere prodotti con queste caratteristiche e imbonendolo con discorsi nei quali fa sempre capolino le parole "privilegio", "esclusiva" , "specialist" limpegnarli con un contratto che consenta di ficcargli sul collo quello che il target in termini di numeri. Poi, grazie a Internet, il prodotto "esclusivo" l'utente finale se lo compra dove cazz0 gli pare ad un 30% in meno. Quindi sono tutti felici. Il brand, il rivenditore "specialist" e l'utente finale. Meglio di così......
Blennius, Luca Bigli, sono completamente d'accordo con voi.
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