| inviato il 24 Marzo 2020 ore 11:50
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| inviato il 24 Marzo 2020 ore 12:01
"la Topcon è stata considerata ai massimi livelli, vedendosela ad armi pari con le altre reflex professionali a sistema completo, cioè Nikon e Canon" Da (poi) nikonista, secondo me la Super DM era costruita con altro standard, percepivi meglio un "insieme" del tutto (mirino a pozzetto, obiettivo, corpo macchina), mentre la "Photomic", pur disponendo di un sistema forse più esteso, dava maggiormente la sensazione di assemblata, non che ci fossero giochi fra le parti, ma la Topcon sembrava quasi a mirino fisso. Quanto poi tale sensazione di "consistenza" contasse ai fini pratici non lo so, |
| inviato il 24 Marzo 2020 ore 12:01
Comunque, il pulsante di scatto che alcuni ritengono "sbagliato", cioè sul frontale e non nella parte superiore, non è affatto un problema. Ho usato per anni la RE2 con il pulsante sopra e la Super DM con il pulsante davanti, e passavo dall'una a l'altra senza problemi di sorta. Anche l'errore dell'aver scelto l'innesto Exakta è tutto sommato relativo. Quando uscirono le reflex Topcon, l'Exakta era una macchina molto diffusa e praticamente l'unica reflex a sistema, chiaramente con le limitazioni di allora. Una macchina come la VX 1000 permetteva la totale intercambiabilità, di pentaprisma, pozzetto, schermi di messa a fuoco, aveva addirittura la taglierina incorporata, per fare spezzoni di poche foto. Topcon usò l'innesto Exakta cambiando però il leveraggi dell'automatismo del diaframma, interni e non più esterni, aggiungendo anche il collegamento per il simulatore di diaframma. Sul diaframma automatico Topcon e Pentax arrivarono prima delle altre, anche se sulla Topcon la lettura era a tutta apertura mentre Pentax, con l'innesto a vite, doveva accontentarsi dello stop down. |
| inviato il 24 Marzo 2020 ore 12:10
L'unica limitazione dell'innesto Exakta era il bocchettone stretto ed il tiraggio. Per questo motivo gli obiettivi Topcon non sono adattabili praticamente a nessuna altra macchina reflex, vecchia e nuova. E' possibile solo utilizzando anelli con un gruppo ottico, costosi, di dubbia qualità e difficili da reperire. Si trovano forse negli Usa dove Topcon vendette parecchio, inclusa una grossa fornitura militare, credo alla marina americana. Il bocchettone stretto comporta anche una possibile vignettatura nella macro spinta. Riguardo a Nikon, la sensazione "accrocchiosa" del photomic è più che una sensazione. La Nikon F, nata prima e quindi senza esposimetro, fu adattata alla bell'e meglio, aggiungendo anche la famigerata forchetta, che richiedeva di inserire l'obiettivo su diaframma 5,6, altrimenti mancava l'aggancio, e poi trac trac ... tutta apertura e tutta chiusura per informare il photomic. |
| inviato il 24 Marzo 2020 ore 12:11
Ultimamente sto usando con soddisfazione i vecchi obiettivi della Topcon sulla Sony A7II. c'è anche qualche foto nelle mie gallerie. |
| inviato il 24 Marzo 2020 ore 13:11
"Comunque, il pulsante di scatto che alcuni ritengono "sbagliato", cioè sul frontale e non nella parte superiore, non è affatto un problema." No, perché offre maggior stabilità nello scatto essendo il movimento impresso al pulsante "parallelo" alla presa della stessa fotocamera. |
| inviato il 24 Marzo 2020 ore 13:22
Nessun problema nell'uso. Veri carri armati. La Super DM, professionale di livello come Nikon F2 e Canon F1, me la consigliò Mario De Biasi, con la quale lavorò a lungo e ci fece anche libri importanti al tempo (anni 70-80) |
| inviato il 24 Marzo 2020 ore 16:22
Grazie Sky, non l'ho mai usata, ci ho solo giocherellato in casa. L'ho trovata a buon prezzo ed era talmente affascinante che non ho resistito. Poi ho trovato un 50/1.4 nuovo che mi è costicchiato un po', però lo meritava. Ora stanno bene insieme. Dovrei avere anche la RE super, ma in un posto remoto ormai. Bella la tua F. Io parto dalla prima che ho avuto nel 78, la F2A. Della produzione precedente ho solo una bella Nikkormat |
| inviato il 22 Aprile 2020 ore 11:33
Bel corredo Fileo Mi raccomando usa le lenti su A7II, meritano! Ciao, Roberto |
| inviato il 22 Aprile 2020 ore 11:37
Sono state tutte arruolate con il digitale, ho cambiato solo i tappi perché quelli vecchi si erano allentati e tendevano a perdersi. |
| inviato il 24 Aprile 2020 ore 12:26
Tornando a questioni tecniche, Topcon è stata tra le primissime case ad uscire con una reflex dotata di esposimetro TTL. Prima del 1960, le reflex erano senza esposimetro o al massimo avevano un esposimetro che leggeva esternamente. La Nikon F nacque senza esposimetro e la realizzazione del photomic fu una maniera di aggiungere il TTL ad una macchina nata senza, senza riprogettare tutto da capo. Subito prima degli anni '60, la massima espressione tecnologica nel campo delle reflex, la Zeiss, era uscita con il famoso modello di Contarex, chiamato scherzosamente Polifemo, che presentava un bell'esposimetro esterno, piazzato davanti al pentaprisma. All'inizio degli anni '60, Pentax e Topcon commercializzarono i primi apparecchi con esposimetro TTL. Era una innovazione epocale, perché gli esposimetri a lettura esterna, montati su una macchina ad ottica intercambiabile, in alcuni casi, risultavano parecchio imprecisi. L'esposimetro TTL, per funzionare, deve necessariamente essere informato, prima dello scatto, del diaframma impostato sull'obiettivo. Nelle macchine fatte fino ad allora, il diaframma si chiudeva al valore prefissato (diaframma automatico), solo al momento dello scatto. Per far funzionare il TTL, era necessario un collegamento tra obiettivo e macchina, che indicasse all'esposimetro il valore impostato, senza chiuderlo effettivamente, per non oscurare il mirino. Questo sistema, chiamato simulatore di diaframma, era già presente sulla Topcon, ma non esisteva sulla Pentax Spotmatic, che a causa dell'innesto a vite, che non garantiva una posizione univoca di bloccaggio, non poteva dare una informazione precisa al corpo macchina, con un leveraggio meccanico. Quindi, la Topcon RE Super effettuava già la lettura a tutta apertura, mentre la Pentax Spotmatic, si doveva accontentare dello stop down, cioè, per misurare l'esposizione, era necessario chiudere effettivamente il diaframma, con tanto di oscuramento del mirino. A questo va aggiunto un elemento importante, quasi tutti gli esposimetri TTL, erano inseriti nel pentaprisma, cosa che comportava la perdita dell'esposimetro, quando si smontava il pentaprisma e si montava il mirino a pozzetto. Sulla Topcon, pensata per offrire un sistema completo intorno all'esposimetro TTL, fu deciso di mettere la cellula dell'esposimetro nello specchio. Osservando lo specchio delle Topcon, si nota un piccolo reticolo sulla superficie dello specchio, che in alcuni casi, tipo macro spinta o uso di obiettivi non automatici, può notarsi anche nel mirino. Questo permetteva alla RE Super, di misurare l'esposizione anche con il mirino a pozzetto, leggendo le indicazioni del ripetitore esterno dell'ago esposimetrico, naturalmente dopo aver chiuso il cappuccio, per evitare infiltrazioni di luce. |
user120016 | inviato il 24 Aprile 2020 ore 14:58
Confermo, RE super grandissima macchina. Ho due esemplari: una classica ed una con marchio Beseler che era l'importatore per gli USA. In effetti la stessa identica macchina. Aggiungo alla precisa disamina di Fileo, che l'utilizzo del fine sistema esposimetrico funziona con le ottiche Topcor RE. Nel caso in cui si utilizzi una delle lenti compatibili come baionetta Exakta ma non dotate del leveraggio meccanico delle topcor, per la misurazione corretta della luce occorre lavorare anche in questo caso in stop down. E questa cosa rimane comunque un vantaggio rispetto all'esposimetro nel pentaprisma, dal momento che uno dei punti di forza delle Topcon è proprio la possibilità di montare mirini sostitutivi, a pozzetto ecc che la rendono un sistema professionale completo! |
| inviato il 24 Aprile 2020 ore 15:00
C'è da chiedersi perché abbia avuto così poco successo, viste le premesse. |
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