| inviato il 22 Gennaio 2013 ore 13:29
“ Stanno solamente dicendo di "svilupparle" senza distorcere la realtà (vedi cloning o filtri eccessivi), insomma con un pò di buon senso. Come sempre molte cose vengono tradotte male o interpretate peggio „ Infatti loro ammettono interventi di postproduzione.. Ma la foto non va stravolta.. :) |
| inviato il 22 Gennaio 2013 ore 13:33
Credo che il distinguo sia tra fotoritocco e post-produzione, come penso sia anche sensato. Il problema è la confusione terminologica tra due attività a mio avviso parecchio distanti l'una dall'altra. Per esempio, nell'articolo è linkato questo articolo: www.washingtonpost.com/wp-srv/photo/essays/vanRiper/030409.htm Questa è manipolazione vera e propria, ed è un bene che non sia accettata (a mio avviso). |
| inviato il 22 Gennaio 2013 ore 13:41
le lavorano tranquilli in alcuni servizi si nota di brutto....anche in un bellissimo libretto di mccurry uscito in edicola "100 photos de Steve McCurry pour la libertè de la press" ci sono dei bellissimi "mapping" prima di scrivere certe minch....e dovrebbero pensare.... non siamo tutti rinc....  |
| inviato il 22 Gennaio 2013 ore 14:31
nel master di fotografia che organizzano ogni anno al forte di Bard ho avuto come docente Stefano Unthertiner (unico italiano che ha l'assigment di nat geo americano) che mi ha raccontato che i servizi vengono fatti tutti con scatti raw che vengono passati alla redazione di nat geo senza alcuna alterazione. Successivamente lui si reca a washington una settimana per scegliere e post elaborare le foto con l'assistenza di un grafico della rivista. In genere le regole seguite sono quelle dei concorsi: lievi interventi sui livelli, nitidezza, saturazione ecc ed ovviamente nessun foto montaggio. Proprio ora si è recato in america per preparare un servizio sull'indonesia che uscirà su nat geo di agosto. La regola etica è che il post processing deve riprodurre quanto fotografato superando i limiti del sensore e avvicinandosi a quello che la retina aveva visto .... così mi raccontava stefano. |
user1856 | inviato il 22 Gennaio 2013 ore 14:44
“ La regola etica è che il post processing deve riprodurre quanto fotografato superando i limiti del sensore e avvicinandosi a quello che la retina aveva visto .... „ quindi nessun bianco e nero per scelta etica? |
| inviato il 22 Gennaio 2013 ore 14:55
in genere nat geo magazine pubblica servizi a colori, perlomeno quelli sulla vita animale di Unthertiner |
| inviato il 22 Gennaio 2013 ore 15:03
Sono d'accordo con Carlo e con il docente Stefano...anche perchè alla fine la fotografa non è altro che un impronta della realta'....!! |
| inviato il 22 Gennaio 2013 ore 15:04
I soliti vecchi talebani della fotografia invidiosi dei novellini super talentuosi.. Fino a qualche anno fa consideravano il digitale una eresia...quindi non c'è da stupirsi |
| inviato il 22 Gennaio 2013 ore 15:12
Quindi per essere coerenti non dovrebbero essere ammesse nemmeno tutte le funzioni correttive impostabili direttamente in camera sui file jpeg... dovrebbero prendere i raw e tenerseli come sono ... non condivido |
| inviato il 22 Gennaio 2013 ore 15:18
Stefano Unthertiner, come molti altri scatta in raw con picture style neutro per avere sempre lo stesso file eaw di partenza pulito. Come dice anche steve mcurry al momento dello scatto concentriamoci solo sullo scatto e poi interveniamo con delicatezza dopo partendo dallo stesso punto di partenza. |
| inviato il 22 Gennaio 2013 ore 15:26
“ Quindi per essere coerenti non dovrebbero essere ammesse nemmeno tutte le funzioni correttive impostabili direttamente in camera sui file jpeg... dovrebbero prendere i raw e tenerseli come sono ... non condivido „ Coerenti ? come si faceva con la pellicola ora lo si fa con il digitale, la foto va sviluppata. Una volta consegnavi il rullino e te lo sviluppavano ( o te lo facevi tu se ne eri capace) ora con il raw è la stessa cosa, si sta parlando solo di non eccedere. |
| inviato il 22 Gennaio 2013 ore 15:29
“ “ „ Coerenti ? come si faceva con la pellicola ora lo si fa con il digitale, la foto va sviluppata. Una volta consegnavi il rullino e te lo sviluppavano ( o te lo facevi tu se ne eri capace) ora con il raw è la stessa cosa, si sta parlando solo di non eccedere. „ concordo pienamente, scatto in raw concentrandomi su composizione e funzioni di base: tempo,diaframma e iso ... e poi dopo faccio un leggero post processing |
| inviato il 22 Gennaio 2013 ore 15:32
Non ho PS ma ciò non significa nulla, intervenire per migliorare senza snaturare non mi sembra cosa affatto grave, anzi, Un tempo in camera oscura si mascherava sotto l'ingranditore o si usavano altri sistemi migliorativi e nessuno gridava allo scandalo. Produzione e post-produzione, se intese come un "continuum" logico e non distorsivo, non possono essere considerate come parti assolutamente separate ma simbiotiche e sinergiche. Quanto alle regole, di NG o di qualunque altro concorso, se note a priori, vanno rispettate condivisibili o meno che siano. In fondo, in ultima analisi e filosoficamente parlando, anche il ritaglio o resize (si dice così?) è una delle funzioni del ritocco (alias alterazione dell'originale) e in quanto tale motivo di esclusione, ma i regolamenti li fa e li cambia chi ha il potere di farlo Il fotografo ha il potere di partecipare o meno |
| inviato il 22 Gennaio 2013 ore 15:52
rpolonio sempre pronto ad interventi senza utilità :-) ....già... la scelta della pellicola e i liquidi di sviluppo non li consideriamo ah? e tutta la fase di stampa della foto nemmeno.... mah... |
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