| inviato il 06 Settembre 2019 ore 12:11
Io ho alloggiato proprio sulla rambla, tra l' altro con mia moglie e mio figlio di 12 anni, mai problemi anche tornando la sera alle 24... |
| inviato il 06 Settembre 2019 ore 12:35
Come tutto nel mondo d'oggi va a cu.lo. Ovunque uno sciroppato si può svegliare storti e provarci. Potrei dire che in anni di frequentazione del Delta del Po, mai avuto un problema, e dieci sarebbero pronti a dire il contrario. Ho girato a Istanbul, Atene, Londra, Casablanca, Rabat, Madrid, Roma, Tokyo, etc... e mai avuto un problema. Poi magari domattina faccio un salto a spiaggia e mi rapinano... Il fattore C è importante, ma anche essere “invisibile” aiuta. Andarsela a cercare garantisce il successo. |
| inviato il 06 Settembre 2019 ore 14:11
Diciamo pure che alcune cose sono molto soggettive. C'è chi si spaventa alla minima occhiata e chi sta costantemente con la testa tra le nuvole anche nel posto meno sicuro del mondo. |
user177356 | inviato il 08 Settembre 2019 ore 23:53
Anni fa un mio conoscente (quasi parente, in effetti), noto regista di spot pubblicitari, peraltro proprio barcellonese, stava girando nel barrio chino di notte. Risultato: intera troupe rapinata di buona parte delle attrezzature, oltre a portafogli, gioielli e orologi. Io sono stato a Barcellona una decina di volte, in tutti i quartieri e a tutte le ore senza subire alcunché. In un paio di occasioni ho dovuto sfoderare l'esperienza dei miei trascorsi giovanili non proprio limpidissimi |
| inviato il 09 Settembre 2019 ore 4:15
in tutti i viaggi all estero ho sempre portato tutto..tranne barcellona perchè l ultima volta che sono andato avevo solo il telefono eheheh..oltre a questo di solito mangio e vado a letto preferisco svegliarmi presto alla mattina. l ultimo viaggio in scozia solo in alcune vie di Glasgow giravo con una gamba del treppiede in mano ed erano gli altri a guardarmi male..ahaha |
| inviato il 09 Settembre 2019 ore 12:05
le esperienze personali possono fornire qualche consiglio pratico, ma in termini statistici non valgono quasi nulla, per non dire nulla. Esistono luoghi (vie, quartieri, città, o intere nazioni) oggettivamente più pericolose, dove i reati contro le persone sono oggettivamente e statisticamente maggiori. Ma, fortunatamente, la probabilità di essere oggetto di aggressioni è sempre estremamente bassa anche nel posto più pericoloso (escludo le zone di guerra o comunque in situazioni particolarmente instabili), di fatto stimabile in valori tipo 1 su 1.000.000 o meno; per cui, che a Barcellona ci siano, statisticamente 10, 100 volte crimini rispetto ad un'altra città, non cambia significativamente il rischio: una persona potrebbe andare a Barcellona tutti gli anni della sua vita senza aver il minimo problema, così come avere uno scippo il suo primo giorno a Tokio (per citare una città notoriamente sicura). E' come con le strade: ci sono strade dove, statisticamente, avvengono 100 volte gli incidenti che avvengono in altre...cosa conta l'esperienza di chi ci passa 2, 3, anche 10 volte in 1 anno senza fare incidenti o quella di chi ha fatto un incidente la prima volta che ci è transitato. Nulla, così come, dal punto di vista statistico, nulla conta l'esperienza personale di chi visita 1 2 10 volte un posto. |
user177356 | inviato il 09 Settembre 2019 ore 12:22
Angor, con i miei due esempi volevo proprio sottolineare come le esperienze personali possono essere varie e apparentemente non coerenti con le statistiche. Ex post conta l'esperienza concreta, ex ante la probabilità. Tuttavia, anche le statistiche possono essere poco significative, perché la situazione individuale può differire sensibilmente da quella rappresentata dalla statistica. Se giro nei quartieri spagnoli con una reflex di alta gamma al collo e un Rolex al polso, la probabilità di subire uno scippo è sensibilmente superiore se non porto con me oggetti così vistosamente di valore. Giusto per fare un esempio. Sempre per raccontare un aneddoto: all'inizio degli anni '90 andai per lavoro a Bari; per passare il tempo, io e la mia collega (giacca e cravatta io, tailleur la collega, entrambi con valigetta stile manager anni '80) avemmo la brillante idea di fare un giro per Bari vecchia, del tutto ignari dei rischi. L'apparente spavalderia (che era invece incoscienza) fu forse quello che ci salvò. Quando raccontammo la cosa al tizio con il quale avevamo appuntamento, il direttore generale di una banca locale, non si capacitava di come fossimo usciti indenni. Si possono fare cose rischiose senza avere conseguenze, ma rimane piuttosto stupido farle. |
| inviato il 09 Settembre 2019 ore 14:23
si, ovvio...le statistiche si applicano alla media: un "pollo" che gira da solo con reflex nuova, mega obiettivo a tracolla, e sandali fotografando piccioni per un quartiere malfamato è escluso, così come due istruttori di krav-maga da 140kg che camminano con coltello nella cintura. |
| inviato il 09 Settembre 2019 ore 17:27
Il mio insegnante di combattimento tattico mi diceva sempre (estremizzando un po') che per situazioni di pericolo non belliche avere armi con sé non serve, te le può sempre "prestare" quello che ti aggredisce, cosí la fatica di portarsele la fa lui. |
| inviato il 09 Settembre 2019 ore 20:13
...lo dicevo io che avevi fatto close combat o simili... |
| inviato il 09 Settembre 2019 ore 20:16
a Barcellona ho amici che ci vivono. quando vado a trovarli giriamo ovunque a qualsiasi ora. le prime volte con reflex in mano. ora faccio il cittadino |
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