| inviato il 26 Maggio 2019 ore 11:30
Mi pare un'ottima analisi, meriterebbe una discussione a sé |
| inviato il 26 Maggio 2019 ore 13:11
Da un lato è vero riguardo le immagini scattate a caso e che il banale rimane banale (a differenza di chi ha la capacità di valorizzarlo), come il focalizzarsi su immagini cliché (riprodurre scene già viste e riviste per assicurarsi il like) . In ogni caso ci sono autori molto bravi e altri sopravvalutati e ormai delle vere star sul web (non oltre!!!) ma sono opinioni personali. |
| inviato il 27 Maggio 2019 ore 18:32
Appoggio il Signor Mario, disamina molto interessante da approfondire quantomeno come spunto di discussione |
user14103 | inviato il 27 Maggio 2019 ore 18:46
“ Leggetevi quest'articolo e fatevi quattro risate... MrGreen petapixel.com/2019/05/23/street-photography-compositions-with-the-rico E' bellissimo quando mette delle righe su foto fatte a cavolo per giustificarne la composizione! MrGreen „ cacchio e mi avevano detto che la street era ben diversa .. allora posso farla anche io |
| inviato il 27 Maggio 2019 ore 20:54
È tutt'altro infatti. |
| inviato il 30 Maggio 2019 ore 15:39
L'articolo pertinente linkato da Meki sottolinea anche un altra questione: la messa in pubblico di una quantità di materiale (street photography in questo caso) enorme senza nessun filtro ( critici, esperti di fotografia ecc). Secondo l articolo questo comporta un appiattimento ed un omologazione della proposta. Personalmente mi sento di dare in parte ragione all autore dell articolo. Ovviamente una grandissima parte di questo materiale rimane pubblicato in rete, visto super velomente e basta. Senza nessun risvolto successivo. Poi bisogna considerare il fatto che molta gente vede i critici, gli esperti del settore (questo sta accadendo in ogni ambito) come un elite che non serve a niente. Tanto la rete è "democratica". Nulla di piu falso a mio avviso Rimetto il li link per comodita ilfotografo.it/primopiano/la-street-photography-contemporanea-e-nuda-i |
| inviato il 30 Maggio 2019 ore 15:52
Questo articolo l'ho già visto anche troppe volte in giro, ed ho notato che la gran parte concorda, peraltro ovviamente. Io ci vedo solo una analisi superficiale e fuori luogo, vista peraltro proprio da chi la selezione dovrebbe farla. Due righe le avevo già espresse in rete, più o meno queste: L'articolo è abbastanza banale e superficiale. Troppe foto e troppi fotografi con internet? Forse. Ma anche troppe pseudo riviste. Una volta i fotografi vivevano con le foto. Chi vive oggi di fotografia, in particolare di street? Le foto non si vendono, al massimo si regalano per la gloria. Pare che donare foto al NG (e di altri) sia motivo di beneficenza molto popolare... Le pseudo riviste non si vendono (e chi le comprerebbe?), al massimo si mette qualche like. Il problema non è che vi sono tante foto, il problema (i problemi sarebbero diversi in realtà) è che nessuno ha più gli strumenti per selezionare. La confusione tra autore ed editore (spesso le riviste sono nate da fotografi) si invortica in spirali senza fine, a cui partecipano amici, ed amici degli amici, a loro volta titolari di altre pseudo riviste e così, scivolando verso il basso... Quello che manca veramente è la critica (autorevole), per cui passa il messaggio che alla fine anche un fotoamatore possa essere bravo tanto quanto un professionista. Un po come uno sportivo dilettante che è bravo nelle proprie categorie e si convince di poter giocare in serie A solo perchè ha fatto un gol in rovesciata. Basterebbe che ci fosse qualcuno, proprio qualche rivista, che lo facesse notare e concretamente, non sparando contro il troppo (che equivale a contro nessuno). Ridicolo è anche il paragone con i nomi riportati. E' sempre un errore proporre paragoni e non contestualizzare. Ma proseguire diverebbe un pippone ancora più grande di quanto abbia già fatto. Troppe foto inutili, per troppe "riviste" inutili. Iniziassero loro a fare le cose perbene che devono fare e non confondere i ruoli. Chi è autorevole e chi lo stabilisce? Bella domanda. Si compra o si guadagna? Quelli che sono sulla seconda via, se ci sono... |
| inviato il 31 Maggio 2019 ore 11:44
Mirko in effetti c'è molta confusione sulla street e il mercato non esiste a livello editoriale tranne se non ti finanzi a spese tue, come non penso che oggi giorno chi faccia questo genere fotografico possa definirsi un professionista (tranne quei pochi ambassador pagati dai grandi marchi per pubblicare sul web e qualche mostra organizzata nei loro store). Se qualcuno è in grado di segnalare fotografi street di new generation che percepisce soldi al di fuori dei workshop (ormai tanto di moda!!!) ne sarei grato. |
| inviato il 31 Maggio 2019 ore 11:57
“ Mirko in effetti c'è molta confusione sulla street „ Personalmente l'ho abbastanza chiaro, compreso la gran parte dei margini di grigio. Abbastanza non è tutto, ovvio, ma una linea di demarcazione netta la ritengo utopistica e limitativa. Più facile ed evidente è ritenere che alcune cose siano altro, adottando una rappresentazione per esclusione. Qualche linea più autorevole di altri c'è, poi seguirla o anche cercare di praticarla o meno è altro discorso, ed ad ogni modo per me è assurdo che a lamentarsi delle troppe immagini sia proprio chi dovrebbe essere deputato a selezionare in modo critico. Ma i fotografi si lamentano che ci sono troppe ed inutili riviste o forme editoriali? Sceglieranno loro quali si e quali no, se servono o meno... Tanto è tutto gratis. “ Se qualcuno è in grado di segnalare fotografi street di new generation che percepisce soldi al di fuori dei workshop „ Il mondo è cambiato, se pensi che i musicisti guadagnano senza vendere i dischi... ed infatti molti nemmeno sono più musicisti o cantanti. Basta intrattenere.. per i fotografi non avrei alcun suggerimento valido per sfruttare economicamente le capacità individuali in modo adeguato. |
user51067 | inviato il 31 Maggio 2019 ore 12:09
PETO PIXEL |
| inviato il 31 Maggio 2019 ore 12:13
“ Mirko in effetti c'è molta confusione sulla street „ Vincenzo... e sempre ci sarà secondo me. Perchè nella sotanza il "ritratto" è sostanzialmente un "genere", mentre quella che viene chiamata steet è di fatto una convenzione |
| inviato il 31 Maggio 2019 ore 12:22
Ma poi... in fin dei conti... chi se ne frega. Non è che debbo fare solo foto di un certo genere, mi piace una fotografia un pochino più ampia come angolo di campo. La mia curiosità in realtà verte su un'altra domanda su cui si potrebbe aprire una discussione più o meno seria. Cosa resterà (di questi anni 80 ) di tutta questa enorme quantità di materiale in rete, perchè se è innegabile che vi sia molta rumenta (in fotografia come in altre discipline), se è innegabile una forma patologica di relativismo assoluto sia ad oggi dominante, molte cose valide vi sono e resteranno. Che fine (o esiti) faranno ed avranno? |
| inviato il 31 Maggio 2019 ore 13:23
“ Ma poi... in fin dei conti... chi se ne frega. Non è che debbo fare solo foto di un certo genere, mi piace una fotografia un pochino più ampia come angolo di campo. „ A chi lo dici Se spulci, troverai un mio topic di qualche tempo fa, proprio dedicato al limite che (secondo me) è implicito in una fotografia "categorizzata"... |
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