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Parlare di/della fotografia - 6


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user39791
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inviato il 26 Marzo 2019 ore 10:39

Non può non essermi simpatica visto che abbiamo in comune la data di nascita. MrGreen

La sua serie più famosa è sicuramente quella degli adolescenti fotografati in riva al mare. Un altra serie interessante è quella delle giovani madri con i loro bambini. La sua fotografia mi ricorda aspetti pittorici. Per certi versi il suo lavoro, anche se meno neutrale, lo vedo collegato a quello di Thomas Ruff. È un tipo di fotografia che posso capire dal punto di vista concettuale ma che faccio fatica ad apprezzare più di tanto.

www.google.com/search?q=Rineke+Dijkstra&safe=off&client=ms-android-sam

avatarsenior
inviato il 26 Marzo 2019 ore 10:49

a me i ritratti della Dijkstra piacciono molto.
Usa una medio formato secondo voi?

user39791
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inviato il 26 Marzo 2019 ore 10:52

Si una field camera 4*5. Almeno così ho trovato in rete. E mi pare anche quasi sempre un flash perché non vedo mai ombre.

avatarsenior
inviato il 26 Marzo 2019 ore 11:03

Ho trovato questo:
La Dijkstra utilizza una field camera giapponese 4×5, con un obiettivo standard su un treppiedi ed un flash su un altro treppiedi dietro. Anche quando ritraeva i ragazzi sulla spiaggia, utilizzava lo stesso setup, con un flash protatile per ridurre il contrasto e aprire un po' le ombre sui visi, modulando la luce del sole. In ogni caso, la luce del sole rimane sempre la sua fonte di illuminazione principale

avatarsenior
inviato il 26 Marzo 2019 ore 11:09

Sembrano messi davanti a un fondale con stampato il mare, per quanto paiono slegati dallo sfondo... un effetto quasi inquietante in molti dei ritratti, ai miei occhi... non trovate anche voi?

user39791
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inviato il 26 Marzo 2019 ore 11:15

fotografiaartistica.it/la-fotografia-ritratto-rineke-dijkst

Un interessante approfondimento.

Si anche io vedo degli aspetti inquietanti, anche se lei dice che nelle sue foto cerca anche un senso di calma e serenità.

avatarsenior
inviato il 26 Marzo 2019 ore 11:19

Magari viste coi colori/luce che pensava lei in una mostra o in un bel libro stampato danno l'effetto di serenità, si, però viste come fototessere qui sulla ricerca di Google, specie quelle col cielo coperto, ecco... l'inquietudine mi resta. MrGreen

E qui si potrebbe aprire anche un altro quesito interessante: cioè quanto il formato/supporto sul quale si vede la foto, e le condizioni in cui la si visualizza, alterino la maniera di percepirl@ rispetto a come l'autore la intendeva.

Per queste della Dijkstra (cognome a me affine anche per la sfera informatica MrGreen) molto, a mio avviso!

user39791
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inviato il 26 Marzo 2019 ore 11:28

Ho letto che stampa foto in formati molti grandi, a grandezza quasi naturale dei soggetti ripresi. Credo che viste dal vivo possano fare un effetto molto doverso che da uno schermo o da un libro fotografico.

avatarsenior
inviato il 26 Marzo 2019 ore 14:35

Il fatto che non tutti i ritratti siano ambientati me la rende interessante.
Va un po' controcorrente: certe volte si sente dire tra noi amatori che i ritratti non dovrebbero essere fototessere, ma invece sarebbe d'obbligo un'ambientazione.
Nel suo caso mi sembra che un intento documentale, unito a una non comune capacità di studiare i soggetti con distacco e una certa umiltà, la rendano motlo interessante.

C'è un mio contatto su flickr che sta portando avanti un bel progetto "Italians":
Giancarlo Rado, veneto e cultore di musica. Credo scatti in medio formato, accompagnando i ritratti con una breve didascalia di presentazione delle persone ritratte.

Merita un giro nel suo photostream. Per me è un fotografo solido e senza fronzoli

www.flickr.com/photos/23868213@N03/

user39791
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inviato il 26 Marzo 2019 ore 15:07

Ho visto un po' di foto del fotografo proposto da Paolo. Mi è piaciuto molto, va alla ricerca di ciò che è interessante nella quotidianità, lo fa usando la lentezza o almeno mi comunica quello. Le foto sono tutte fatte con un'ottica che mi sembra un 50, o equivalente se usa il medio formato, in modo da non concedere nulla ad alcun tipo di effetto.

avatarsenior
inviato il 26 Marzo 2019 ore 15:09

Questo ritratto mi piace assai:
www.flickr.com/photos/23868213@N03/46487741071/

user39791
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inviato il 26 Marzo 2019 ore 19:45

Cambiando genere Lauren Simonutti è uno degli autori che più mi ha colpito in assoluto. Questa fotografa ha usato la fotografia come se fosse una terapia per la sua malattia, la schizofrenia. La malattia mentale è una condizione che in genere isola le persone che ne sono afflitte, lei invece ha cercato di raccontare questa condizione. Cosa ne pensate?

www.google.it/search?q=lauren+simonutti&safe=off&prmd=insv&source=lnms

avatarsenior
inviato il 26 Marzo 2019 ore 23:58

C'è un mio contatto su flickr che sta portando avanti un bel progetto "Italians":
Giancarlo Rado, veneto e cultore di musica. Credo scatti in medio formato, accompagnando i ritratti con una breve didascalia di presentazione delle persone ritratte.

Giancarlo Rado lo trovo molto interessante. Ho organizzato qui a BO due mostre dove c'erano sue foto.
La serie Italians la sta portando avanti da diversi anni. Sono immagini che prendono forza nella serialità. Bisogna guardarne tante e così il senso del lavoro appare molto chiaramente.
Quando l'ho visto lavorare, scattava con l'Hasselblad.

user90373
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inviato il 27 Marzo 2019 ore 8:54

Ho partecipato ad una serata durante la quale Rado ha raccontato del suo lavoro "Un giorno lungo un anno", praticamente i vari momenti della giornata dei pastori, ripresi però in in stagioni e luoghi differenti. Si notava il netto distacco dall'effetto WoW a favore di una decrizione quasi "familiare".

it.blurb.com/books/834895-un-giorno-lungo-un-anno

user39791
avatar
inviato il 27 Marzo 2019 ore 9:26

Familiare è una descrizione giusta del suo lavoro, sembra proprio che riesca entrare dentro alla vita di queste persone.



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