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Sistema zonale in fase di scatto


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avatarsenior
inviato il 07 Febbraio 2019 ore 21:57

@Leo45: ti stai confondendo, per il sistema zonale si usa l'esposimetro a luce riflessa, non quello a luce incidente.

user175007
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inviato il 07 Febbraio 2019 ore 22:09

mai usata l'esposizione a zone

guardo l'istogramma, scatto e se necessario correggo, non che le alte luci debbano necessariamente essere salvate sempre, dipende da cosa si fotografa

avatarsenior
inviato il 07 Febbraio 2019 ore 22:12

Intanto grazie per le risposte.

Agli scettici, consiglio una ricerca su Google, per vedere alcuni filmati del fotografo Francesco Francia, che del sistema zonale è un convinto sostenitore.

Esattamente a lui faccio riferimento.
Sto guardando dei suoi video dove menziona e usa proprio il sistema zonale e so che è un argomento che tratta nei suoi corsi.
Personalmente non ha niente la mia macchina che non va, ma sono rimasto molto incuriosito da questo argomento visto che, a quanto pare, tiri fuori la foto che non necessita di particolari correzioni.

avatarsenior
inviato il 07 Febbraio 2019 ore 22:17

@Flarelux: il sistema zonale (non "esposizione a zone", anche perché non riguarda solo la fase di esposizione), se appreso bene (anche se con il digitale ha relativamente senso e comunque ha un'applicazione differente visto che non c'è lo sviluppo del negativo) insegna comunque a valutare bene la scena ed esporla nella maniera voluta al primo colpo, senza procedere per tentativi.

avatarsenior
inviato il 07 Febbraio 2019 ore 22:19

Se vuoi capire il sistema zonale applicato da Francia l'unico modo è seguire i suoi corsi.
Ha una pagina facebook ed un gruppo nei quali pubblica delle dirette video con tanto di spiegazioni live.
Vai a dare un'occhiata così puoi anche valiate se è il caso di partecipare ad uno dei suoi corsi.

Riguardo il sistema zonale in se concordo con chi dice che non è un calcolo ma un metodo, se non lo studi per bene il passaggio dalla teoria alla pratica diventa molto più arduo del previsto.

avatarsenior
inviato il 07 Febbraio 2019 ore 23:13

Sono d'accordo con Diebu.
Oggi più che l'applicazione canonica del sistema zonale, è invece utile apprendere il suo metodo di valutazione della scena. Perché questo rimane un ottimo strumento per imparare a valutare il soggetto e decidere l'esposizione in modo consapevole.

avatarsenior
inviato il 07 Febbraio 2019 ore 23:58

Oggi più che l'applicazione canonica del sistema zonale, è invece utile apprendere il suo metodo di valutazione della scena. Perché questo rimane un ottimo strumento per imparare a valutare il soggetto e decidere l'esposizione in modo consapevole.
. . . è sicuramente utile leggersi il sistema Zonale Di Ansel Adams direttamente dai suoi libri o da un'altro testo interessante: "Un corso di base secondo gli insegnamenti di Ansel Adams" di John P. Schaefer edizione Zanichelli credo, ma la cosa + importante, come dice Ale Z, è imparare a valutare la scena e decidere dove piazzare l'esposizione rispetto alla capacità di recupero del sensore nelle ombre e nelle luci in rapporto a quel che si vuole ottenere. (premetto non è pubblicità alle fotocamere canon) Sulle serie 1Dxxx Canon vicino al pulsante di scatto c'è un piccolo tasto denominato FEL che permette la lettura multi spot (credo fino a nove letture) delle aree della nostra scena in modo da registrarle e visualizzarle con degli indici di riferimento all'interno del mirino reflex in una scala comparata all'esposizione che si decide di fare, vi è la possibilità di variare in sovra o sotto esposizione fino a far combaciare i valori registrati o parte di essi con il gamma del sensore.
Questa funzione, molto interessante, permette appunto di farci decidere dove collocare una certa zona della scena rispetto alla coppia tempo diaframma. E' un po macchinosa ma neanche + di tanto, per fare uno scatto ci metti forse 10 sec. in più.

avatarsenior
inviato il 08 Febbraio 2019 ore 0:10

Leo45: ti stai confondendo, per il sistema zonale si usa l'esposimetro a luce riflessa, non quello a luce incidente.

Nel ritratto in studio è molto più utile la lettura in luce incidente..
Da quella lettura, a titolo di esempio, si può decidere se collocare l'area più luminosa dell'incarnato in zona VI (equivalente alla lettura dell'esposimetro), oppure in zona VII o V, per avere una resa più chiara o più scura del medesimo (e per rendere più o meno leggibili le aree in ombra).
Ovviamente nel paesaggio la lettura a luce incidente è di ben scarsa utilità... ma non è affatto vera la premessa citata.

avatarsenior
inviato il 08 Febbraio 2019 ore 0:33

@Frank_pb: Intanto non si stava parlando di uno specifico tipo di fotografia quale il ritratto in studio, bensì del sistema zonale in genersle e questo si basa sulla lettura delle luminanze del soggetto che sono dipendenti della riflettanza; queste pertanto possono essere valutate agevolmente (poichè la lettura esposimetrica a luce riflessa ne risente direttamente senza fare altri ragionamenti o valutazioni e senza basarsi sull'esperienza) solo con l'esposimetro a luce riflessa che, appunto, misura la luce riflessa dal soggetto e non quella che cade su di esso.
Lo stesso Adams nel suo libro "il negativo", al capitolo 3 (ma anche in altre parti del libro) spiega bene come utilizare l'esposimetro e afferma "Dobbiamo ora analizzare il modo d'impiego degli esposimetri, IN PARTICOLARE L'USO DELL'ESPOSIMETRO A LUCE RIFLESSA." Pertanto affermare, come è stato fatto, che utilizzare l'esposimetro a luce incidente per individuare l'esposizione sia la base per applicare il sistema zonale, non è corretto. Poi certo, si può fare, ma in tutto il libro di Ansel Adams le spiegazioni e i principi sono basati sull'uso dell'esposimetro a luce riflessa.
Ancora meno esatta è l'affermazione che dice che occorre cenntrare l'esposizio e individuando i toni medi, quando invece Adams afferma che la cosa più importante è "misurare", "valutare" e "porre" (andatevi a leggere la sua spiegazione sui concetti di "porre" e "cadere") sulla giusta zona i toni scuri in fase di esposizione.

avatarsenior
inviato il 08 Febbraio 2019 ore 2:48

Non si sta parlando dell'applicazione rigida del metodo Adams, ma della sua trasposizione nell'utilizzo con fotocamere digitali.
Forse stai dimenticando che la lettura in luce riflessa risente moltissimo del grado di riflettenza delle superfici, pertanto con soggetti più chiari o più scuri della "media", può portare ad errori sensibili.

avatarsenior
inviato il 08 Febbraio 2019 ore 8:58

Nell'ambito dei pochi ritratti che scatto e delle foto di interni utilizzo anch'io la lettura della luce incidente, mentre per la lettura della luce riflessa sappiamo tutti che certe superfici creano problemi, ma in ambito di foto di paesaggio si utilizzano le letture in luce riflessa e per tornare sullo zonale applicato al digitale è comodo appunto fare una serie di letture multi spot e poi rapportarle al gamma di cattura del sensore della propria fotocamera che ovviamente varia in base ai modelli, non sempre è bene fidarsi della lettura matrix o valutativa, appunto, per il problema che evidenziava Frank: gli errori sensibili della riflettanza delle superfici troppo chiare o scure e poi gli algoritmi matrix/valutativi calcolano le scene in base a criteri stabiliti dal costruttore.
Nel multi spot "zonale" è il fotografo a decidere quali aree sono importanti e di conseguenza dove misurare per poi valutarne il risultato, nella pratica è un sistema abbastanza facile da applicare e direi quasi infallibile.

avatarsenior
inviato il 08 Febbraio 2019 ore 10:38

Forse stai dimenticando che la lettura in luce riflessa risente moltissimo del grado di riflettenza delle superfici, pertanto con soggetti più chiari o più scuri della "media", può portare ad errori sensibili.

non lo sto dimenticando, lo sto rimarcando proprio perché su questo si basa il sistema zonale.
E se sai come funziona un esposimetro e hai imparato ad esporre (tenere conto dei toni più chiari e più scuri del tono medio è proprio la base, tutti dovrebbero conoscerla a menadito) non ti puoi sbagliare.

...per tornare sullo zonale applicato al digitale è comodo appunto fare una serie di letture multi spot e poi rapportarle al gamma di cattura del sensore...

Esatto.

Nel multi spot "zonale" è il fotografo a decidere quali aree sono importanti e di conseguenza dove misurare per poi valutarne il risultato, nella pratica è un sistema abbastanza facile da applicare e direi quasi infallibile.

Esatto.

avatarsenior
inviato il 08 Febbraio 2019 ore 11:33

Se vuoi capire il sistema zonale applicato da Francia l'unico modo è seguire i suoi corsi.
Ha una pagina facebook ed un gruppo nei quali pubblica delle dirette video con tanto di spiegazioni live.
Vai a dare un'occhiata così puoi anche valiate se è il caso di partecipare ad uno dei suoi corsi.

Sono andato alla presentazione di quello che ha appena finito, qui a Roma (a breve comincia quello avanzato). Purtroppo gli orari sono incompatibili col mio lavoro.
Sono anche iscritto al suo gruppo ma giustamente non svela il suo metodo, altrimenti chi ha pagato per il corso si incazzerebbe non poco.

avatarsenior
inviato il 08 Febbraio 2019 ore 11:39

Se riesci a partecipare ad un suo workshop già ti arrivano molti concetti.
Tieni solo conto che li è incentrato su glamour e moda.

avatarsenior
inviato il 08 Febbraio 2019 ore 11:56

Il sistema zonale, così come l'ha teorizzato e messo in pratica Adams, non lo si può fare con la luce incidente, perché non riesci a separare i campi di incidenza della luce riflessa dalle varie zone dell'immagine, dunque devi operare con la misurazione a luce riflessa, che è il tipo di misurazione che fanno tutte le fotocamere con l'esposimetro TTL incorporato.

Detto questo, se uno sa esporre un minimo bene e conosce la propria attrezzatura, scattando in RAW in digitale e con la gamma dinamica dei moderni sensori, magari usati anche in Bracketing, e come se non bastasse, con l'aggiunta di fotoritocco fatto con cognizione di causa, il sistema zonale è, in pratica, inutile.

Gli anni passano, quelle sono glorie del tempo che fu.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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