| inviato il 19 Novembre 2012 ore 17:02
Io penso che ogni persona è libera di sprimersi come vuole e ciò che piace a te può non piacere a me,ma la vita è cosi,poi la realtà è una elaborazione soggettiva delle cose,un uccello vede il mondo in un modo,un insetto in un'altro,e l'uomo la vede in tanti modi.Quale è la realtà?Boh...lasciamo stare queste seghe mentali e concentriamoci su quello che vogliamo trasmettere attraverso le nostre immagini.Ciao |
| inviato il 19 Novembre 2012 ore 17:03
Su questo argomento quoto la mia firma... “ Una foto può esprimere molto di più della semplice realtà... „ |
| inviato il 19 Novembre 2012 ore 17:23
Non mi pare sia in discussione la libertà soggettiva del fotografo. Dunque nessuna pretesa di dettare ad altri "come" rappresentare o leggere la realtà che lo circonda. Se è possibile discutere e scambiarsi opinioni, la domanda che mi pongo e che mi pare di aver colto dal post di @pansecchi è: non'è che il dilagare delle "acque vaporose" risponda più all'entusiasmo di "saper riprodurre" una foto ad effetto( esteticamente bella, quasi sempre) che ad una soggettiva "interpretazione" di quel determinato paesaggio? Ovvero, spingere troppo sulla "vaporizzazione" soddisfa il bisogno di mostrare le proprie capacità (ai profani che possono ammirare la "meravigliosa stranezza" e agli esperti per mostrare " a che punto si è arrivati") perdendo un po' di vista anche il proprio sentire? Mi sorge il dubbio che una certa omologazione delle immagini "omologhi" anche i criteri di apprezzamento di una foto. |
| inviato il 19 Novembre 2012 ore 18:08
“ Ovvero, spingere troppo sulla "vaporizzazione" soddisfa il bisogno di mostrare le proprie capacità (ai profani che possono ammirare la "meravigliosa stranezza" e agli esperti per mostrare " a che punto si è arrivati") perdendo un po' di vista anche il proprio sentire? „ Personalmente non trovo che occorra una tecnica di altissimo livello per effettuare uno scatto con effetto "acqua vaporizzata". “ Mi sorge il dubbio che una certa omologazione delle immagini "omologhi" anche i criteri di apprezzamento di una foto. „ Con questa frase invece sono d'accordo, potrebbe essere una spiegazione della diffusione di questo effetto... Comunque ho fatto delle prove, mostrando a persone (lontane dal mondo della Fotografia) due scatti dello stesso soggetto, uno con l'acqua "immobile" e l'altro con acqua "vaporosa", anche loro preferiscono la seconda...un motivo ci sarà... |
| inviato il 19 Novembre 2012 ore 22:58
Un tentativo per ottenere cielo sfumato e mare con movimento riconoscibile www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=292681&pag_com=last#1052501 Anche qui nel primo commento trovate una serie d'immagini fatte gestendo in modo diverso il mosso dell'acqua, l'ultima è in tecnica mista. www.juzaphoto.com/galleria.php?t=153647&srt2=risp&show2=3&l=it Personalmente penso che l'effetto sfumato dell'acqua possa essere meraviglioso in alcuni scatti e terribilmente banale in altri, dipende da molti fattori, location, luce atmosfera, a volte si capisce subito se la resa sarà buona o meno ma più spesso conviene provare più soluzioni |
| inviato il 20 Novembre 2012 ore 0:37
Il sasso è caduto in acqua e le onde si sono propagate. E' scontato che non c'è limite alla creatività e uno è libero di interpretare la realtà come più la sente, ho detto sente !!!. Ho fatto questa considerazione perchè mi è sembrato, come ha detto Saben, un po' una moda. Ma anche in questo non c'è niente di male .... Scagli la prima pietra quello che, vedendo una bella foto che lo intrigava, non ha provato qualche volta a rifarla. Tra l'altro è anche un esercizio di tecnica fotografica che serve a possedere sempre meglio il mezzo, poi, è chiaro, userà questa tecnica secondo i sui gusti. Penso che il sasso sia ormai affondato e inabissato. Ciao a tutti e grazie per l'interessamento. |
| inviato il 20 Novembre 2012 ore 3:32
“ a me sembra più piacevole e più realistico un leggero mosso che dia si l'effetto del movimento, ma lasci intravedere i filetti, gli spruzzi ed altri particolari. „ faccio notare a tutti che ha scritto esplicitamente " A ME sembra più PIACEVOLE..." e io sono d'accordo con te! non ho nessuna avversione verso la tipica foto con tempi lunghi, solo che è moooolto inflazionata e non dà l'effetto del mosso appunto. dà una emozione totalmente diversa. se vuoi dare movimento non è quella la strada. c'è una foto di una utente qui che mi è piaciuta tantissimo - io non amo dover citare per forza "grandi" fotografi per sentirmi spalleggiato nelle mie opinioni e apprezzo altri appassionati quando riescono a creare immagini significative -: questa. è un po' destabilizzante e fastidioso all'inizio ma poi diventa molto godibile, perché l'occhio trova parti ferme con cui avidenziare il contrasto e cui "aggrapparsi". quindi per me è una foto azzeccata e mi trasmette molto di più di tutte ste cartoline con sta nebbia intorno ai pontili. belle eh ma se non c'è una ragione particolare per dare quell'effetto, diventa un cliché stucchevole |
| inviato il 20 Novembre 2012 ore 14:57
da quotare Black Imp, compreso il link alla foto di esempio. |
| inviato il 20 Novembre 2012 ore 17:32
sono gusti personali... io personalmente preferisco l'esempio (n.1) portato da Caterina Bruzzone, la foto di Black Imp come scrive anche lui la trovo un po troppo caotica a causa del movimento dell'acqua ma poi non riesco a soffermarmi sui punti stabili ..bella è, ma preferisco le altre.. |
user6267 | inviato il 20 Novembre 2012 ore 17:41
“ Come chi fa panning o congela il momento „ ciao Lorenzo, ti sei scordato di citare anche gli Star-trails anche questi ultimi secondo me non rappresentano la realtà vista dai nostri occhi, ma come detto da altri sono punti di vista soggettivi e meritevoli di rispetto ed attenzione saluti |
| inviato il 20 Novembre 2012 ore 22:17
Ciao Caterina, credo che la tua sia la risposta più esaustiva. Sul tema hai fatto una tua ricerca e hai ovviamente concluso che questo arifizio tecnico è uno "strumento" da usare di volta in volta a seconda delle situazioni, dei soggetti e.. delle atmosfere che si ritengono più consone a questi. Io ho voluto solo mettere il dito sul fatto che mi è sembrato, dalla quantità di foto viste, che questo modo di rappresentazione del mosso dell'acqua fosse "il modo", "quasi la regola". Ciao di nuovo e grazie dell'inquadramento complessivo che hai dato alla mia sassata. |
user20639 | inviato il 02 Dicembre 2013 ore 22:14
Concordo con Luigi, trovo che l'acqua vellutata sia semplicemente non vera. Trovo che l'acqua naturale è molto più ricca di dettagli e sorprese nei colori, forme e riflessi, ombre e contrasti. Oltretutto si toglie la possibilità della trasparenza per cui anche il fondo viene negato. In definitiva l'acqua vellutata oltre ad essere una negazione della realtà visiva è anche impoverire l'immagine stessa. Però non sono contrario all'acqua vellutata, se qualcuno ha voglia di farlo, lo faccia, credo se ne stancherà presto. Capirà ben presto che si tratta solo di un esperimento che limita. Saluti |
| inviato il 24 Luglio 2014 ore 14:33
Sebbene la rappresentazione fotografica della realtà possa essere vista anche come una interpretazione soggettiva della stessa realtà, concordo con Luigi e ritengo più piacevole vedere in una fotografia l'acqua in movimento con un leggero mosso. Ovviamente è solo un parere personale. |
| inviato il 24 Luglio 2014 ore 15:03
“ se qualcuno ha voglia di farlo, lo faccia, credo se ne stancherà presto. Capirà ben presto che si tratta solo di un esperimento che limita. „ Basta un esempio: Michael Kenna!!!, nessuna tecnica limita, nessuna tecnica stanca, sono le sue applicazioni senza idee che possono limitare o stancare, è il scartare a priori alcune tecniche ciò che limita veramente, la questione del vero o meno è stata fortunatamente risolta da tempo in fotografia, cito un grandissimo; Franco Fontana: “ "Per me la fotografia non è ne un mestiere ne una professione,ma è la realtà della mia vita,dopo gli affetti della famiglia e dell' amicizia. È quella scelta che mi dona la qualità della vita, perché la vivo con entusiasmo e creatività, esprimendomi per quello che penso,testimoniando come pretesto quello che vedo e ne sono. Fotografare è un atto di conoscenza: è possedere. Quello che si fotografa non sono immagini ma è una riproduzione di noi stessi, così come quando fotografo un paesaggio è il paesaggio che entra in me è si fa "l'autoritratto" per esistere al meglio autentificandosi perché esiste solamente quello che si fotografa. Il fotografo si dissolve nelle sue fotografie e diventa lui stesso la fotografia, e si annulla sempre davanti al soggetto che fotografa .La fotografia è ciò che facciamo di essa, è quello che fotografiamo non è quello che vediamo ma quello che siamo perché si scopre al mondo solamente quello che ci portiamo dentro, ma abbiamo bisogno del mondo per scoprirlo e testimoniarlo come vorremmo che fosse. Esiste nel fotografo quell'istinto che precede l'intuizione creativa per esprimere la sua fecondità e donare tutto se stesso in quel momento. Anche in fotografia l'attimo che illumina e concepisce quello che vede è come un colpo di fulmine. La creatività non illustra, non imita, ma interpreta diventando la ricerca della verità ideale. Che cos'è la creatività? Come prima impressione la determinerei un presenza dell'intelligenza ,una nota distintiva della personalità fatta di invenzione,emozione,fantasia,versatilità,agilità , un pensiero avventuroso che fa a pezzi le regole,aperto a nuove esperienze,che cerca sempre nuove risposte interpretando il mondo che ci circonda che è fatto di persone,di paesaggi,di orizzonti,di cieli,di colore e di tante altre variopinte situazioni,testimoniando e interpretando in modo sconvolgente e differente da quel quotidiano ripetitivo che si conosce,assumendosi la responsabilità dei risultati perché la fotografia creativa non deve riprodurre ma interpretare rendendo visibile l'invisibile. Citando Otto Steiner : la creazione fotografica assoluta nel suo aspetto più libero rinuncia ad ogni riproduzioni della realtà. E perché il colore? Bisogna far capire che la creatività con l'aiuto del colore anche in fotografia non è sinonimo di creazione arbitraria, ma di un movimento che genera vita e non sofferenza con valenza positiva per tutti. Il colore è anche sensazione fisiologica,interpretazione psicologica emozionale,modo e mezzo di conoscenza ed è per questo fondamentale soprattutto nella fotografia . Come diceva Klee : il colore è il luogo dove l'universo e la mente si incontrano. La forma è la chiave dell'esistenza cerco di esprimerla in fotografia testimoniandola nello spazio in correlazione con le cose coinvolte in esso,che non è ciò che contiene la cosa ma ciò che emerge in relazione della cosa, che può essere un paesaggio, una persona, un albero, un? automobile, un ambiente, ecc ecc... E tutto ciò che ci circonda può venire ripreso per essere testimoniato con significato. Non si può conoscere l'essenza delle cose se si crede solamente che un fiore sia solo un fiore, che una nuvola sia solo una nuvola,che il mare sia solo il mare, un albero solo un albero o un paesaggio solo un paesaggio: vorrebbe dire che la conoscenza si limita alla superficie senza coscienza, senza capire la loro esistenza, nel loro contenuto,limitando la loro verità e identità. Le fonti dell'arte sono l'entusiasmo e l'ispirazione ,in una parola la vitalità e una parte importante è l'immaginazione ; quelli che non immaginano amputano la parte creativa del pensiero, perché è più facile ragionare razionalmente che immaginare e creare,ma è solo immaginando che si può fare il giro del mondo in un giorno invece che i ottanta giorni. Quelli ancorati al ragionamento sentono le vertigini davanti al cambiamento,eppure bisogna cambiare sempre per rimanere quello che si è così come fa e insegna la natura. Franco Fontana" „ |
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