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Ci troviamo di fronte a un nuovo inizio per la fotografia?


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avatarsenior
inviato il 11 Settembre 2018 ore 12:17

Condivido l'invito a restare in ambito fotografico, altrimenti il discorso si allarga molto.

Il cambiamento più rilevante sull'uso della fotografia credo lo abbiano introdotto i social.
Oggi è sempre più diffuso (purtroppo) un bisogno spasmodico di mostrare agli estranei la propria vita privata, spesso anche nella sfera più intima. E ci si sente autorizzati ad entrare nella vita degli altri in ogni momento.
Questo comporatamento, che a me sembra segnale di un narcisismo e voyeurismo patologici, funziona perché è fondamentalmente sostenuto da un gigantesco apparato fatto di fotografie.
Nel racconto della vita personale quotidiana non si usa il "diario", cioè la parola, ma l'immagine. La generazione dei ventenni ormai racconta se stessa agli altri usando prevalentemente foto e video, riprese e immediatamente diffuse con lo stesso diabolico strumento.

Conseguenze? Penso tante. Me ne viene in mente una.
Tradizionalmente il "diario" ti obbligava alla rielaborazione dell'evento in funzione della parola scritta. E spesso il diario era personale, non veniva diffuso. Era uno strumento che contribuiva alla costruzione dell'identità.
Oggi noi permettiamo al "pubblico" di accedere alla nostra sfera privata, di commentarla, di criticarla. Senza mediazione, senza riflessione, sulla base di un'infinita sequenza di foto che ci mostrano in un continuo cambiamento di scena e di ruolo.
E l'identità che si costruisce su queste basi è per forza di cosa meno "personale" ma più soggetta all'influenza della massa indefinita dei nostri "amici" social.
Dev'esser duro avere vent'anni oggi.




avatarsenior
inviato il 11 Settembre 2018 ore 12:34

si e no, è anche vero che è più semplice avvicinarsi alla fotografia, è più facile raccogliere informazioni, ci sono anche opportunità come questa:
www.burnmagazine.org/about/

avatarsenior
inviato il 11 Settembre 2018 ore 12:43

Ce ne sono tante...
Tutti "pescatori" di fotografi che si sentono "emergenti" ma spesso fanno cose che stanno dentro tre/quattro filoni molto sfruttati.

avatarsenior
inviato il 11 Settembre 2018 ore 13:39

si be diciamo che questa gestita da David Alan Harvey non è proprio quelle on line del cacchio
Ma è un esempio perchè tutto ciò da una grande possibilità di confronto e crescita

avatarsenior
inviato il 11 Settembre 2018 ore 13:58

Condivido tutto quello che dici tranne questo piccolo dettaglio... a mio avviso a essere diventata più superficiale non è tanto la fruizione delle immagini, ma la creazione . La quantità di spazzatura che abbiamo è generata non tanto dal fatto che la gente guarda le foto in maniera più superficiale, quanto dal fatto che tutti le scattano e le pubblicano, e il 99% lo fa in maniera superficiale.


Concordo sull'aspetto della creazione (o meglio su quello della pubblicazione/diffusione senza filtri). Ma sono due facce della stessa medaglia.
Se parliamo di fruizione converrai che un conto è andarsi a vedere una mostra o comprar un libro da sfogliare con calma e più volte.
Un altro è scorrere 30 foto in 10 secondi.

Il che, attenzione, almeno teoricamente, non vuol dire che la mia capacità di giudizio non sia in grado di discernere la spazzatura dalla buona foto. Ne che la foto fatta da smarthphone con lo scopo dichiarato di essere fruita due secondi, non sia una bella foto. Tra l'altro se il linguaggio si evolve in questo senso andare solo a vedere mostre diventa pure "culturalmente" limitante.
Per riprendere la similitudine di ALeZan... oggi si trovano "diari online". Ma a prescindere dai contenuti, dalle analisi sociali, dal senso artistico... c'è anche chi questo diario lo sa scrivere dannatamente bene.

L'umanità continua a evolversi nella forma. Meno nei contenuti forse. D'altra parte i più grandi geni musicali che la razza umana abbia mai creato sono morti e sepolti da più di 200 anni. Succederà la stessa cosa coi fotografi? Sorriso


Comunque forse sto un po' mischiando le cose...
Un conto è fare un'analisi sociologica tout court (tipo quella di ALeZan che condiviso), un conto è chiedersi se anche in questo modo frenetico di fruire le foto ci siano fotograficamente esempi rilevanti che potrebbero fare da apripista...


user90373
avatar
inviato il 11 Settembre 2018 ore 14:12

Internet è una cassa di risonanza, di per se vuota , se uno è bravo resta bravo ma se non lo è, fa solo più rumore.

avatarsenior
inviato il 11 Settembre 2018 ore 14:22

Internet è solo uno strumento (
cassa di risonanza, di per se vuota
), senz'altro rivoluzionario come l'invenzione della ruota, ma in un'epoca di scorciatorie da 'democrazia' diretta e di consumismo imperante, ognuno si compiace, senza esserne cosciente, del proprio vuoto che riempie velocemente con la quantità, avendo paura del vuoto creativo come capacità zen di ascolto, di silenzio, di lenta maturazione.
Nello specifico ambito fotografico tutto ciò esplode nel tentativo di aver un veloce 'successo' (fatto di visibilità, likes, amicizie virtuali e superficiali) che ci rassicuri.
Esempi positivi però ne troviamo anche in questo forum soprattutto in autori che portano avanti un progetto ad ampio respiro (tra i paesaggisti cito Andrea Pozzi e Beckerwins, tra i reportages di viaggio Alessandro Bergamini, Sergio Pan, Daniele Fra, Taranis etc., tra gli steeters Danpa76 e tanti altri che emergono se li sappiamo scovare, ognuno nel suo ambito). Quasi tutti quelli che scrivono un articolo con foto inerenti sono interessanti perchè seguono un filo (vedi 'Articoli' tra quelli non di recensioni hardware, che andrebbero messi a parte).
Tra i promotori culturali citerei invece il buon Matteo Groppi :-P che continua a proporre dibattiti ed autori per non soccombere alle lecite ma preponderanti discussioni tecniche.

ciao, Fabrizio

avatarsenior
inviato il 11 Settembre 2018 ore 14:29

Internet è una cassa di risonanza, di per se vuota , se uno è bravo resta bravo ma se non lo è, fa solo più rumore.

falso, tanti bravi non sanno gestire la parte comunicativa e per questo rimangono nascosti.
Non solo internet non è vuoto ma pieno di cose e chi fruisce le immagini attraverso internet (cioè la maggior parte) lo fa in modo diverso e si aspetta qualcosa di diverso, non capirlo è semplicemente un problema perchè la possibilità di condivisione immediata ha avuto un'impatto anche più grande dell'avvento del digitale sulla fotografia, non si può ignorare il modo in cui la foto viene "guardata" o meglio consumata
E' proprio questo lo scopo del topic, come ha influito questo modo di vivere la fotografia sulla fotografia stessa?
Non parlo del forum ma degli autori.
Pensiamo anche solo alla foto sportiva, nel calcio dopo un minuto la foto del goal deve essere sul web, per non parlare del reportage, a volte in effetti è più onesta la foto con cellulare del ragazzino che vive li piuttosto magari quella dell'inviato che sta in un luogo poco tempo, non è meglio o più qualitativa, ma è indubbio l'impatto che ha avuto su questo genere internet dove ora il racconto o il lavoro organico secondo me ha una grandissima importanza e questo deve avere una certa qualità anche comunicativa.
Il fatto che la foto sia così diffusa, che se nè scattino così tante, non è solo dovuto al fatto che la foto è di più facile accesso, ogni telefono ha una fotocamera, questo è vero, ma il numero di foto fatte è esploso quando si è potuto condividerle liberamente, questo fenomeno non va sottovalutato e quello che ne nasce non sono solo selfie o cose banali.
Nella moda per esempio non si scattavano certe prospettive dall'alto, ora l'occhio delle persone si è abituato a una certa inquadratura data dallo stile selfie e questo è stato recepito e usato anche nella fotografia e pubblicità per fare un esempio banale.
Ma tutto il modo di comunicare è diverso e se ci si vuole rapportare con la massa, con un pubblico bisogna provare a capire chi guarda e come le fotografie

user90373
avatar
inviato il 11 Settembre 2018 ore 14:36

@ MatteoGroppi

tanti bravi non sanno gestire la parte comunicativa e per questo rimangono nascosti.


Ciò non toglie nulla alla capacità, quando realmente esiste.

avatarsenior
inviato il 11 Settembre 2018 ore 14:39

falso, tanti bravi non sanno gestire la parte comunicativa e per questo rimangono nascosti.
... dunque sta a noi scovarli! Diceva più o meno un antico saggio orientale: 'ciò su cui nulla puoi fà che nulla possa su di te!'
Chi ha davvero a cuore la fotografia esce quando vuole dal virtuale e legge, osserva mostre, gode dello sguardo 'fotografico' anche senza macchina fotografica sulla realtà, bella o brutta, che ci circonda.
Un abbraccio a Matteo, nostro promotore (parola orrenda, ma ora non me ne viene altra) culturale. Cool

avatarsenior
inviato il 11 Settembre 2018 ore 14:49

dove ora il racconto o il lavoro organico secondo me ha una grandissima importanza

Ha una grandissima importanza per are il valore aggiunto che il ragazzino dell'esempio non potrebbe mai dare.
Però credo che su "media" di internet il "lavoro organico" visto come progetto/reportage/story telling non esprima di sicuro il suo meglio.
La foto singola (al massimo il dittico/trittico) regna sovrana. O no?
Se invece come "lavoro organico" indichi una traccia, uno stile, un messaggio di fondo che renda peculiare quel determinato autore sono totalmente d'accordo.

Domanda non retorica: oggi all'aspirante "artista" fotografo cosa è richiesto di produrre come "corpus" per definirsi tale? Un racconto fotografico su libro? Una mostra? Una serie di foto arbitraria su instagram?
O girando la domanda, i lavori validi sulla breccia in questo momento dove potrei osservarli "al meglio"? Al MOMA? In libreria? A Düsseldorf? "Su" google? Su instagram?


avatarsenior
inviato il 11 Settembre 2018 ore 14:58

Opisso credo che tu abbia centrato il punto, l'istituzione del museo è stata messa in discussione dall'arte stessa.
Quello che chiedi è appunto parte del discorso, dove e per chi pubblico? come lo faccio?
Richard Prince ha usato instagram come un ready made e lo ha portato in un museo, l'autore è lui o quelli che han fatto le foto?
www.richardprince.com/exhibitions/new-portraits_1/

Altri usano Instagram come cassa di risonanza e fanno lavori pensati per essere pubblicati e visti li e non in un libro
Ma il libro non è morto, un lavoro interessante sta per uscire di Alessandro Zanoni, ha fotografato la Cina odierna e mette le foto vicino ad altre dell'italia degli anni '60 per mostrare un raffronto, una similitudine.
Non so se c'è una risposta univoca ma mi piace capire cosa nè pensino anche gli altri

avatarsenior
inviato il 11 Settembre 2018 ore 15:03

Scusate se ritorno al mio discorso precedente.

Stiamo dicendo che c'è molta "spazzatura". Ma c'è sempre stata.
Stiamo dicendo che ci sono talenti che emergono e altri che restano nascosti. Ma ci sono sempre stati.
E le fotografie sono sempre state condivise.... ecc, ecc.
Non è un problema di quantità o di facilità.

Secondo me dobbiamo renderci conto che è cambiata la funzione sociale della fotografia. A dire il vero tutto è iniziato con "you press the button, we do the rest"...
Oggi i maggiori produttori di fotografie non sono i fotografi (pro, amatori, qualsiasi tipologia). Manco per nulla....!
Le stragrande maggioranza di fotografie è prodotta da non-fotografi che non sono assolutamente interessati alla Fotografia, sotto nessun aspetto.

Quindi se vogliamo capire dove va la fotografia, non possiamo guardare solo il nostro orticello di chi fa fotografia come la intendiamo noi.
Altrimenti discutiamo di dove va la fotografia amatoriale o professionale o artistica... e va pure bene, basta intendersi.



avatarsenior
inviato il 11 Settembre 2018 ore 15:08

Certamente. E anche l'uso che si fa di questa fruizione.
Che per la maggior parte delle fotografie fatte da non-fotografi rientra in un processo di costruzione dell'identità personale dove l'immagine ha un ruolo senza precedenti....


Ad esempio credo che sarebbe molto interessante se un fotografo si mettesse a ragionare (e produrre) attorno al tema della costruzione di identità nei social...

avatarsenior
inviato il 11 Settembre 2018 ore 15:20

Le stragrande maggioranza di fotografie è prodotta da non-fotografi che non sono assolutamente interessati alla Fotografia, sotto nessun aspetto.


Ok quoto.
Ma il paradosso è il non fotografo vince a man bassa in molti campi in cui bazzica (bazzicava?) il fotografo serio.
Foto di un evento? Ha più chance di arrivare prima per via della statistica. Foto curiose? Stesso discorso. Reportage? Basta trovare qualcuno che raggruppi le precedenti. Foto erotiche? Spesso più interessanti quelle amatoriali della compagna di scuola che quelli della modella. Foto sociali? Spesso più interessanti quelle dei fotografi involontari che forniscono un'opinione anche sul fotografo stesso. Foto pubblicitarie sui generis? Microstock.


A questo punto è si interessante capire dove sta andando la fotografia tutta, ma anche dove stanno i fotografi che dovrebbero fare da apripista a questa nuova rivoluzione. Winogrand & C. avevano fatto vedere che anche con il linguaggio della fotografia popolare e di strada si potevano fare delle foto degne di nota. Fecero le loro mostre, divennero famosi e i loro libri si trovano ancora oggi.
Queste figure autoriali ma relativamente conosciute scompariranno e resterà solo qualche super fotografo intelettualoide/sofisticato sconosciuto alle masse?



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