| inviato il 20 Febbraio 2018 ore 18:20
Sì... E i movimenti della macchina come li simula? E la gestione della prospettiva e della messa a fuoco... Nessuno macchina può sostituire l'uomo. Per ora. |
| inviato il 20 Febbraio 2018 ore 18:30
a prescindere dalla tematica sulla necessità del fotografo, ritengo tuttavia che una aspetto molto importante del flusso di lavoro, magari spesso trascurato, è la capacità di selezione delle foto scattate. Questa ragazza mi pare abbia una buona capacità in questo. |
| inviato il 20 Febbraio 2018 ore 19:07
“ Per cui la domanda è: tra soggetto, macchina fotografica, fotografo e "selezionatore" l'elemento meno importante e sostituibile per una buona fotografia è diventato (almeno in alcuni casi) proprio il fotografo? E si può estrapolare il metodo? Cioè, fotografare a caso in posti che ci sembrano interessanti per poi selezionare attentamente le foto che ci sembrano più interessanti potrebbe portare a un miglioramento nella nostra fotografia? „ per la prima domanda "le'elemento importante" sicuramente quello che è meno allo stato attuale è il fotografo ed infatti è per questo che si vedono sempre più foto inguardabili in giro.Nella moda ad esempio uno stilista o stylist ha in mente un concetto che esiste solo nella sua mente malata,lui vede quel concetto e basta,anche se esiste solo nel suo cervello e,la foto deve essere quella.Il miglioramento nella nostra fotografia come dico sempre alle lezioni ai miei studenti che vogliono solo fotografare la top model famosa o la celebrity di turno è questo:"hai mai fotografato il palazzo di fronte a casa tua?la via in cui vivi?il negozio del panettiere sotto casa?la chiesa della tua zona?Quella è la partenza,da lì si prendono gli spunti interessanti che ti serviranno lungo il percorso professionale per diventare un fotografo migliore." |
| inviato il 20 Febbraio 2018 ore 19:12
“ Sì... E i movimenti della macchina come li simula? E la gestione della prospettiva e della messa a fuoco... Nessuno macchina può sostituire l'uomo. Per ora. „ Quello che fa è permettere di decidere come fare una panoramica o uno zoom appunto "a posteriori". Guarda i video. Ovviamente nessuno parla di sostituire l'operatore. Sto dicendo che c'è una tendenza diffusa a superare la necessità di sapere cosa fare nel "momento decisivo". E' questo che è interessante notare in questo momento. I risultati verranno nel tempo... |
| inviato il 20 Febbraio 2018 ore 19:21
è già così in buona parte, infatti scattiamo in raw, aggiungo che un tempo scattavi e poi aspettavi lo sviluppo per vedere il risultato. vi immagginate quanti fotografi in meno ci sarebero oggi se fosse ancora cosi? imparare dagli errori era una operazione lunga e costosa. |
| inviato il 20 Febbraio 2018 ore 20:28
Be' sì. Ritardare il momento cruciale. Certo cambierebbe un po' il significato di fotografia. Ma credo che il fotografo sia imprescindibile. Che poi venga mandato un robot a scattare foto a caso e tra queste lui scelga quali scatti usare non cambia molto il ruolo del fotografo. |
| inviato il 20 Febbraio 2018 ore 20:58
Mi ricordo qualche anno fa un White paper di Canon dove in sostanza si faceva la previsione che l'aumento di qualità dei fotogrammi delle riprese video avrebbe portato con sè il superamento delle immagini "still", che sarebbero state estratte come fermo immagine dal flusso del video senza perdite di qualità. Poi sono arrivate le Live Photo.... Esistono già delle fotocamere consumer che scattano da sole quando il soggetto inquadrato sorride... Ci sono fotocamere che scattano una raffica da 20 fps... Questo corrisponde al superamento del "giudizio istantaneo" del fotografo che non ha più la responsabilità di scegliere il momento giusto. Mi ha colpito la videocamera che riprende a 360 gradi e permette di scegliere dopo quale porzione dello spazio includere nel video, perché estende il superamento del "giudizio istantaneo" del fotografo anche all'inquadratura. D'altra parte, da quando le fotografie non sono più stampate solo a contatto, è possibile intervenire a posteriori sull'inquadratura. Quindi sia il tempo sia lo spazio sono (o potranno essere) sottratti a quel giudizio (istinto, sensibilità, previsione..) che facevano parte delle qualità del fotografo. Salutiamo definitivamente Cartier Bresson quando definiva il fotografo come colui che pone sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi e il cuore. Cosa resta del fotografo? È vero che una "libera attività espressiva" sulla scelta del tempo e dello spazio che devono rientrare nel risultato finale della fotografia può essere valida anche se espressa a posteriori. Quindi in modo riflessivo, a freddo, con la possibilità di infiniti ripensamenti e aggiustamenti. Ma bisogna essere consapevoli che le cose cambiano parecchio..... |
| inviato il 21 Febbraio 2018 ore 8:23
“ Che poi venga mandato un robot a scattare foto a caso e tra queste lui scelga quali scatti usare non cambia molto il ruolo del fotografo. „ Boh, sinceramente non saprei proprio. Diciamo che si sposta il ruolo da fotografo a critico di se stessi. Cosa che in fondo non mi dispiacerebbe visto che da un certo punto di vista mi considero più bravo come selezionatore che come fotografo. E quando mi sembra di fare foto migliori non capisco più nemmeno bene quale aspetto ho migliorato. Da notare che la tizia dei link non seleziona nemmeno foto sue. Forse paradossalmente questo le dà anche una mano a sceglierle in modo più obiettivo. Certo che se monti una "Rylo" su un drone che si muove per i fatti suoi e lo lanci in mezzo alla strada... alla fine non saprai bene nemmeno tu che foto "hai fatto"... Sarà quasi come selezionare le foto di qualcun altro. Tra l'altro esiste proprio una branca della fotografia che è la "found photograpgy". Già sdoganata come forma d'arte: en.wikipedia.org/wiki/Found_photography Che un po' quello che fa questa tizia anche se estrapola le foto da una fonte un po' particolare... |
user90373 | inviato il 21 Febbraio 2018 ore 8:40
@ Opisso “ Tra l'altro esiste proprio una branca della fotografia che è la "found photograpgy". Già sdoganata come forma d'arte : „ Hazzo! Ho appena comprato una "nuova" Pentax Super-A spendendo ben 50 euri, se ero a conoscenza di questa "forma d'arte" li avrei investiti in vecchie immagini trovate nei mercatini. Ma, per l'appunto, si parla d'arte, non di fotografia. |
| inviato il 21 Febbraio 2018 ore 8:51
“ "found photograpgy" „ che è un po' quello che sta prendendo piede in tanti altri campi: mettersi in mostra col lavoro altrui. Non sto denigrando la found photography che, anzi, è forse un modo per evidenziare la stortura di un sistema in cui è diventato più importante saper vendere rispetto a saper fare; sta di fatto che in un sistema di questo tipo "sembra ovvio" che l'importanza del fotografo vada a scomparire. Il lavoro della tizia in questione, al di là dei suoi reali problemi psicologici che la tengono lontana dalle situazioni "reali", si muove fondamentalmente su questo binario; è una sorta di "filiera allungata" come quella dell'agroalimentare, dove l'anello apparentemente più importante è quello del supermercato anziché quello del contadino. Rimane comunque il fatto che, in ogni epoca, la mercificazione estrema è sempre stata un segno di decadenza, non di progresso reale |
| inviato il 21 Febbraio 2018 ore 9:02
“ Non sto denigrando la found photography che, anzi, è forse un modo per evidenziare la stortura di un sistema in cui è diventato più importante saper vendere rispetto a saper fare; „ Be' si, forse, anche se stai spostando il discorso su un aspetto economico. Dal punto di vista "autoriale" invece... diciamo che c'era già chi additava la fotografia come "ready made".Adesso si passa al ready made "al quadrato" Sul quanto poi il "ready made" possa essere "arte"... credo si trovino in giro dei pareri più autorevoli che i nostri. |
| inviato il 21 Febbraio 2018 ore 9:24
Il problema è che l'arte prefigura un'epoca, poi ne denuncia le storture quando quest'epoca si manifesta pienamente, infine si trasforma in un "giustificativo" di quella stessa epoca diventando perciò pura e semplice "accademia". Ai ritmi frenetici del giorno d'oggi credo che la found photography, pur ancora sconosciuta ai più, si trovi già in bilico tra la seconda e la terza fase |
| inviato il 21 Febbraio 2018 ore 9:42
Non saprei ribattere ma credo di capire quello che vuol dire. Di "famosi" conosco solo Jachim Schmid e dal poco che ho visto in effetti potrebbe ricadere nella tua descrizione. moisdelaphoto.com/en/artistes/joachim-schmid/ Forse vale il discorso di prima: se la fotografia rischia di diventare "accademia" la found photography" esaurita la sua spinta può diventare "accademia al quadrato". Ma sto un po' divagando... PS Chissà se l'amico Jachim ha mai utilizzato una delle "nostre" foto. Troverebbe un sacco di materiale utile |
user90373 | inviato il 21 Febbraio 2018 ore 9:53
@ Daniele Ferrari “ ..... l'arte prefigura un'epoca, poi ne denuncia le storture quando quest'epoca si manifesta pienamente, infine si trasforma in un "giustificativo" di quella stessa epoca diventando perciò pura e semplice "accademia". „ Mi piace questa definizione di arte. Un sola perplessità sull'arte "prefigurativa", significa che precede ciò che inevitabilmente accadrà, oppure è in qualche modo complice affinchè ciò che "andava prefigurando" succeda? |
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