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Grazie per avermi dato il modo di intervenire in questo forum dopo tanto tempo, ho iniziato a fare speleologia nel 1973... all'epoca avevamo ancora le scalette, vabbè comunque mi sono tenuto vicino e ovviamente adesso non posso più fare attività impegnativa, questo per spiegare. Intanto benvenuto in un mondo particolare sia di persone che di ambienti. In maniera coincisa ti è già stato dato qualche buon suggerimento, per chiarirti si può fare foto in grotta in due modi, 1 in esplorazione ( o comunque durante una entrata in progressione) macchinetta il più possibile robusta e anfibia foto d'azione e via, flash in camera, non c'è tempo. 2 si va appositamente in grotta a fare foto, si può andare anche in grotte che non si conoscono ma è preferibile esserci già stati perché potrai prevedere i luoghi migliori e nello stesso tempo avrai meno patemi su come attrezzare il percorso, occorrono dei bravi e stoici aiutanti, da ben ripagare almeno in boccali di birra o vino, per portare il materiale, fare da portaflash ecc,. Le metodologie te le hanno accennate open flash, faretti che sono cento volte meglio, c'è un tizio a Prato che ne costruisce di ottimi, poi puoi utilizzare più scatti addirittura c'è chi usa due macchine, insomma col digitale e le buone tropicalizzazioni abbiamo fatto un bel salto di praticità, interessantissima la parte macro sia di soggetti statici che di animali. Il gioco sta tutto nelle luci ovviamente. Naturalmente ricordati che sei in un ambiente ostile e le tecniche di progressione e di autosoccorso sono conoscenze indispensabili. PS forse su eBay si trova ancora il vecchio libro di Edo Prando editrice castello, analogico ma ti da il data base fondamentale. Auguri
Vi segnalo un paio di amici che, come voi, hanno la passione per la fotografia e la speleologia, magari trovate qualche spunto interessante: Enekopy Sorginetxe
Chiedo ai più esperti: sareste disposti a condividere qualche vostro scatto con relativa spiegazione dell'attrezzatura e delle tecniche utilizzate? Purtroppo non siamo in molti a condividere la passione per questo tipo di fotografica, e sarebbe fonte di grande insegnamento e ispirazione...
ho fatto 3 uscite in grotta nelle ultime settimane ma per me erano didattiche visto che sono un novizio, ovviamente ero accompagnato da gente esperta che mi insegnava. Non abbiamo fotografato a parte in una occasione dove un altro ragazzo ha fatto qualche scatto ma avevamo solo le torce frontali come illuminazione e abbiamo avuto enormi problemi ad illuminare decentemente le sale viste le dimensioni ma comunque non era quella una uscita fotografica quindi poche pretese.
Purtroppo viste le imminenti restrizioni che ci saranno dubito che riuscirò a tornare in grotta a breve ma vorrei sperimentare lo stesso qualche tecnica.
A casa ho provato a mettere la reflex in posa bulb e poi ho azionato il flash tenendolo in mano e puntandolo qua e la nella stanza al buio semplicemente premendo sul pulsante di test, è questa la tecnica chiamata open flash?
“ Non deve esser facile fotografare lì sotto „
no assolutamente, è un problema anche solo trasportare il materiale per non parlare del maneggiarlo visto che fango e acqua sono una costante. direi che non è proprio il posto dove portare l'attrezzatura fotografica se uno è un pò "ficoso".
“ Vi segnalo un paio di amici che, come voi, hanno la passione per la fotografia e la speleologia, magari trovate qualche spunto interessante: Enekopy „
Spettacolare, grazie!
Per esempio una foto in un ambiente così grande come si fà ad illuminare in questo modo?
Se la fauna selvatica è protetta, la speleofauna ha un grado di protezione elevatissimo. Alcune specie di polidesmidi sono sensibili persino all'alito umano. Non parliamo di quelli che scendono senza guanti e manipolano anfibi o altro decretandone una contaminazione dell'apparato respiratorio. I flash disturbano pesantemente i Chirotteri. E così via. Il sottosuolo è un ecosistema particolarissimo e fragile dove specie animali hanno evoluto comportamenti su cui l'uomo non deve interferire. I Pipistrelli da un paio di anni soffrono un virus che li uccide, si chiama sindrome WNDS white nose disease. Si tratta di un fungo Pseudogymnoascus destructans. Ogni speleologo cosciente dovrà indossare abiti puliti ad ogni uscita, disinfettando tutto il vestiario ad ogni uscita. Altrimenti si porta la contaminazione da una cavità all'altra. Abbiamo trovato un Pipistrello morto nella Tana della radice in valbrevenna -liguria- vittima proprio di questo virus che lascia ai pipistrelli morti il naso bianco di una specie di muffa.
Dobbiamo essere speleologi consapevoli.
Se ti fa piacere vengono organizzati corsi di fotografia speleo.
Allego un breve video di poco tempo fa.
Resto a disposizione, auguri di bellissime foto.
Ugo
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