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Come si fa a definire una foto emozionante?


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avatarjunior
inviato il 26 Ottobre 2017 ore 1:46

Io dico che la foto - come la vita - ci emoziona ESCLUSIVAMENTE quando ci regala situazioni inattese, impreviste e inedite. Tutto quel che viene "studiato a tavolino" sará pertanto un noiosissimo e asettico esercizio di tecnica/di stile fine a se stesso. Io paragono l'emozione di una foto alla stregua del bambino che scopre le cose durante il suo percorso di crescita e di conoscenza.

avatarsenior
inviato il 26 Ottobre 2017 ore 9:48

Io dico che la foto - come la vita - ci emoziona ESCLUSIVAMENTE quando ci regala situazioni inattese, impreviste e inedite.

Puma in linea teorica potrei essere anche d'accordo. Nella realtà mi sembra invece che si tenda a ricalcare situazioni collaudate e studiate dove si sa che il grado di empatia è maggiore. Amore, solidarietà, bambini che piangono/sorridono, situazione di disagio/malattie, traguardi sportivi e soprattutto gattini.
Se pubblicassi uno scatto "banale" di questi soggetti accanto a una foto di uno dei maestri della scuola di Düsseldorf (cioè fotografia concettuale) stai sicuro che il 99% delle reazioni sarebbe che la foto concettuale è sopravvalutata perché è vuota e non sa emozionare.

Cioè giusto per evitare di parlare del nulla. Una foto che emoziona e che sia fotograficamente valida? Esempi please...

avatarsenior
inviato il 26 Ottobre 2017 ore 11:13

Puma, hai omensso un fattore importante nella tua descrizione: la ridondanza.
Dici che in pratica l'emozione staturisce dal superamento della vista umana.
Questo per me può anche essere vero, ma è solo una parte piuttosto piccola delle risposte da dare alle domande iniziali.
Una pallottola che trafigge una mela in fermo, come mai vedremmo ad occhio nudo, è emozionante?

e una miglior vista di Andromeda?

piuttosto che quella di un protozoo?



è il superamento della visione umana, è sicuro. Ma la connessione con l'emozione mi pare inesatta.
e parlavo appunto di ridondanza. Il mai visto prima può emozionare, ma soprattutto sorprendere. Poi dopo un po' di galassie, dopo un po' di protozoi, o di immagini a 1/8000 altro che emozione. Che barba che noia che noia che barba.

Di per sè quindi il mezzo può essere magnifico (in inglese magnifyng = ingrandimento) ma associarlo all'emozione è un po' il roboante amore di Martinetti per la velocità ed il rumore dei motori...

L'emozione travalica il mezzo. L'emozione ci coglie perchè tocca le nostre corde.
L'emozione spesso non ha nulla a che fare con lo stupore, anche se altre volte può starci insieme. Non necessita di ultraumano ma di focalizzare l'umano.

avatarjunior
inviato il 26 Ottobre 2017 ore 18:25

Allora: forse mi sono spiegato male. L'emozione lato soggettivo non é codificabile. Qui si parla dell'analisi di un'ipotetica emozione oggettiva valida universalmente. Perciò ho tirato in ballo l'effetto sorpresa.

avatarsenior
inviato il 27 Ottobre 2017 ore 0:55

Rimanendo in tema foto e in ambito discorsivo (evitando il troppo tecnico), in genere un'immagine emoziona se trasmette un messaggio che l'osservatore gradisce particolarmente, o lo fa con sfumature cromatiche o compositive impressive, che stimolano i suoi sentori del bello e del funzionale, non necessariamente a livello razionale, o gli appaiono particolarmente coerenti su quello scenario.

Quanto emozionali? Due sere fa, sbirciando nelle gallerie, ho indugiato su un panorama naturale americano per altre un minuto, affascinato dalla composizione. Mi sembrava di starci dentro. Alle altre foto della stessa serie, ho dedicato qualche secondo ciascuna, eppure elementi figurali interessanti stavano anche lì.

L'emozione è sempre l'esito di un processo mentale o conseguenza di un'interazione e osservare è uno spendimento di tempo, come dedicare pensieri. Se qualcosa ti emoziona, ti attrae e spendi il tuo tempo per essa, altrimenti l'emozione contraria ti respinge... L'azione emotiva è sempre presente, ma siamo abituati a valutare soltanto quella che ci cattura, essendo attiva e coinvolgente, mentre quella repulsiva è passiva o disimpegnate e perdura pochi istanti...

Gli esperti della manipolazione mentale, lo sanno...

Ovviamente, è soggettiva! Io mi "emoziono" quando ritrovo le mie sfumature cromatiche preferite, mentre quelle che detesto mi fanno percepire antipatiche anche immagini formalmente notevoli.

Un criterio "emozione" valido universalmente è sempre un concetto mai privo di variabili.

Si può considerare quella che viene evocata da percezioni condivise nel senso comune, ma giungere a una definizione compiuta o assoluta, non credo sia possibile.

Sono sempre emozioni...MrGreen






avatarsenior
inviato il 27 Ottobre 2017 ore 8:59

Si può considerare quella che viene evocata da percezioni condivise nel senso comune, ma giungere a una definizione compiuta o assoluta, non credo sia possibile.

Quoto...
Diciamo comunque che soprattutto nel campo pubblicitario c'è uno studio molto approfondito su quelle che tu chiami "percezioni condivise nel senso comune"... Ogni tanto cannano anche loro e alcune pubblicità vengono ritirate o modificate.

avatarsenior
inviato il 27 Ottobre 2017 ore 9:13

Diciamo che gli elementi emozionali considerabili come "oggettivi" sono una questione di statistica, più che di universalità; anche la gran mole di studi di settore in campo pubblicitario serve per elaborare comunicazioni che emozionino la fetta più estesa possibile di potenziale pubblico, ma tutti i pubblicitari sono perfettamente consci che quella comunicazione non toccherà "tutti" nel medesimo modo

avatarsenior
inviato il 27 Ottobre 2017 ore 10:23

peraltro, una "universalità" della natura umana innegabilmente esiste, come esistono le basi emozionali su cui è possibile fare leva.

avatarsenior
inviato il 27 Ottobre 2017 ore 10:33

Diciamo comunque che soprattutto nel campo pubblicitario c'è uno studio molto approfondito su quelle che tu chiami "percezioni condivise nel senso comune"... Ogni tanto cannano anche loro e alcune pubblicità vengono ritirate o modificate.


Diciamo che gli elementi emozionali considerabili come "oggettivi" sono una questione di statistica, più che di universalità; anche la gran mole di studi di settore in campo pubblicitario serve per elaborare comunicazioni che emozionino la fetta più estesa possibile di potenziale pubblico, ma tutti i pubblicitari sono perfettamente consci che quella comunicazione non toccherà "tutti" nel medesimo modo


Condivido i rilievi di entrambi. Peraltro nel pubblicitario si gioca "sporco", poiché si fa leva sull'effetto subliminale, la rievocazione del ricordo piacevole più o meno inconscia, allegandovi un "utensile" da acquisire come condizione per riedificare quell'emozione. Le scene di vita quotidiana, con i personaggi menzionati insistentemente per nome, mirano agli utenti che scelgono sospinti dai ricordi o dal raziocinio emulativo.

L'emozione è l'esito di quell'insieme di sentori che consentono di assegnare i valori e quindi è sempre "fluida", come sempre differenziata è la realtà a cui arriviamo in contatto e differente è il nostro stato d'animo.

Gli si può assegnare un valore "di servizio"...





avatarsenior
inviato il 27 Ottobre 2017 ore 11:33

Ooo, ci sono indubbiamente dei valori universali per la psicologia umana, ma quello che fa scattare la molla delle emozioni credo che nasca comunque dal nostro vissuto personale rispetto a quei valori; un po' come per il fuoco: per alimentarlo devi disporre di materiale combustibile, ma poi ti serve un innesco, che però agirà solo su quel tipo di materiale e non su altri.

avatarsenior
inviato il 27 Ottobre 2017 ore 11:47

Ma la domanda è: una foto (non commerciale) che vi emoziona voi come la valutate?
1) Ma che bei gattini!
2) Considero che l'uso di "trucchi" a tavolino e/o cliché sia comunque positivo se ben eseguiti/inseriti.
3) Valutato se questa emotività sia dovuta indirettamente a un'idea originale/autoriale del fotografo.
4) Non ho emozioni (da ragazzino invece di Playboy sfogliavo "Architettura moderna") e valuto solo l'aspetto intellettuale.


avatarsenior
inviato il 27 Ottobre 2017 ore 12:04

Il tipo di emozione dipende moltissimo dalla memoria storica individuale (un certo Freud diceva che bisognava scavare lì...) e soprattutto nel modo in cui è stata interiorizzata. Se gradita o traumatica favorisce percezioni differenti per situazioni analoghe e in genere agisce favorendo indoli ottimiste o pessimiste ecc...

Universale è un bel lemma, ma di universale c'è soltanto l'universo...

Gli umani sono predatori, ovvero istintualmente portati a fruire di risorse altrui senza il loro consenso, né eventuali rimostranze... Come si sa, per il predatore è importante saper valutare le vulnerabilità ambientali di cui può approfittare o le preponderanze da cui proteggersi e qui il lavoro emotivo è di primaria importanza.

Si potrebbe distinguere tra l'emotività predatoria e quella cooperativa "con la natura" (es. il lupo e la pecora), ma siccome l'evoluzione cosciente notoria è quella terrestre e non sappiamo le ragioni recondite dell'esistenza (né se delle ragioni vi stiano) l'accezione "universale" assegnabile a prescindere preferenze umane, permane una mera ambizione.



avatarsenior
inviato il 27 Ottobre 2017 ore 13:06

allora vediamo un po' se riusciamo a eviscerarla un po' meglio questa universalità umana delle emozioni. Seguono immagini con miei opinabili commenti:


Suricato con cucciolo. L'immagine porta immediatamente all'amore della madre per il proprio piccolo nonostante non si abbia alcuna prova che l'adulto sia genitore del cucciolo. I suricati sono noti per alcuni aspetti antropomorfi nonostante come phyllum siano abbastanza distanti da noi primati, per es. si mettono in piedi, accudiscono individui malati, fanno grumming che ricorda l'umana tenerezza. In questa immagine la zampa dell'adulto diventa la mano della madre che protegge il cucciolo che guarda al mondo. Idealmente colpisce quanto di più profondo del rapporto madre figlio abbiamo vissuto e conosciamo in modo unilaterale e corale, ovvero universale.


Leone con cucciolo. altra immagine di animali. Questa volta un maschio "aggredito" da un cucciolo. In questo caso l'evocazione è quella del libero sfogo dell'aggressività del piccolo con la tolleranza del genitore. Qualcuno potrà evocare un vecchio gioco che può aver fatto con i figli, per es. il bambino piccolo fa BOOM e il genitore fa finta di spaventarsi, ovviamente a ripetizione come piace ai cuccioli tutti, quelli d'uomo compreso.


Bambino in procinto di piangere. poverino, c'è rimasto male. trattiene, non piange, no, adesso piangere, ha il magone, sta per esplodere. Un sentimento anche questo atavico, un'emozione nota. Si tratta della sorpresa negativa, ovvero della delusione. Ma c'è una sorta di ritegno nel farla uscire. Sarà veramente così? La delusione tutti può colpire ma in un bambino piccolo può essere incontenibile. Emoziona perchè è piccolo, perchè sta soffrendo la sua delusione (e ci fa entrare in empatia), perchè tenta invano di contenerla.


Paesaggio idilliaco. si può pensare ad un posto ideale dove vivere nella natura o semplicemente restare incantati dalla meraviglia della natura stessa. In qualsiasi caso si è confortati da quanto questa natura, talvolta imprevedibile e tremenda, possa essere benigna e ideale. Emoziona perchè viene incontro al bisogno di sicurezza che tutti gli umani hanno.

avatarsenior
inviato il 27 Ottobre 2017 ore 14:53

Eppure sono convito che la prima che hai postato, su cui personalmente condivido le tue conclusioni, non avrebbe sortito il medesimo effetto su parecchie persone della generazione dei miei nonni o anche solo dei miei genitori, per una questione di abitudine culturale a considerare diversamente gli animali e in particolare quelli selvatici

avatarsenior
inviato il 27 Ottobre 2017 ore 14:57

ne sono convinto anche io Daniele. Ma è noto che anche la mano d'arcieri antichi si fermò di fronte la vista di madre e prole.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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