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Wide vs panorami







avatarsenior
inviato il 12 Marzo 2017 ore 21:23

La prospettiva dipende anche dalla posizione del «piano» su cui si effettua la proiezione rispetto a ciò che viene inquadrato.
Immagina di fotografare la facciata di un edificio, collocando la fotocamera perfettamente in bolla e con il piano del sensore parallelo alla facciata. Sul fotogramma si proietteranno le linee dell'edificio mantenendo l'ortogonalità tra quelle orizzontali e quelle verticali.
Se ora anche ruoti la fotocamera attorno al punto nodale, il sensore non sarà più parallelo alla facciata: di conseguenza le linee verticali si manterranno tali e parallele tra loro; ma quelle orizzontali convergeranno verso un punto.
Secondo te nei due casi si tratta della stessa prospettiva?

avatarsenior
inviato il 12 Marzo 2017 ore 21:32

La prospettiva dipende anche dal «piano» su cui si effettua la proiezione rispetto a ciò che viene inquadrato.
Immagina di fotografare la facciata di un edificio, collocando la fotocamera perfettamente in bolla e con il piano del sensore parallelo alla facciata. Sul fotogramma si proietteranno le linee dell'edificio mantenendo l'ortogonalità tra quelle orizzontali e quelle verticali.
Se ora ruoti la fotocamera attorno al punto nodale, il sensore non sarà più parallelo alla facciata: di conseguenza le linee verticali si manterranno tali e parallele tra loro; quelle orizzontali convergeranno verso un punto.
Secondo te nei due casi si tratta della stessa prospettiva?


nelle due foto distinte è ovvio che le linee cadenti cambiano. Ma se le foto le monti tutte insieme, e crei la panoramica sferica, hai la rappresentazione esatta e "perfetta" di quello che c'era intorno alla macchina: le linee cadenti non hanno più alcun significato, dipenderanno solo dal punto che decidi di inquadrare per ricavare la proiezione.

E, come ho ripetuto tutte le volte, se scegli una proiezione rettilineare otterrai la stessa foto che otterresti con un qualsiasi obiettivo rettilineare, grandangolo o tele che sia, in base alla porzione che decidi di ritagliare.

avatarsenior
inviato il 12 Marzo 2017 ore 21:33

mi chiedo come si faccia in pratica perché non conosco funzioni di LR o PS che permettano questa operazione.
Inoltre quest'operazione non potrebbe essere fatta automaticamente ma dovrebbe essere l'utente a scegliere arbitrariamente quale sia il centro della proiezione, equivalentemente a ciò che si fa quando si punta la camera per un singolo scatto grandangolare.


Io in passato usavo l'opzione Photomerge di Photoshop, ma devo dire che lascia pochissimo spazio al controllo umano, soprattutto in caso di errore del software. Da qualche tempo uso PTGui e lo trovo molto ben fatto. La teoria dietro l'unione di più scatti è stata sviscerata più volte in questo forum e non mi ci inerpico. Personalmente mi limito a scattare una serie di scatti, spesso senza treppiede (tranne che per le foto in notturna), e ad unirli in post. Da quando ho abbandonato gli zoom peraltro la necessità di unire più foto si fa sentire, anche perché ho con me solo un 14, un 35 e un 180, e soprattutto tra 35 e 180 la distanza si sente. Ovvio che unire le foto non equivale ad usare una lente diversa, e quindi non è che mi compaia magicamente nello zaino un 85 nascosto. Il 180, essendo un macro, si presta molto al famoso metodo Brenizer (che poi non è altro che un'unione di più scatti fatti da vicino, con un tele, con apertura ampia).

Inoltre quest'operazione non potrebbe essere fatta automaticamente ma dovrebbe essere l'utente a scegliere arbitrariamente quale sia il centro della proiezione, equivalentemente a ciò che si fa quando si punta la camera per un singolo scatto grandangolare.

Il programma di cui parlavo, PTGui, permette di scegliere il centro della proiezione e anche di scegliere tra molti tipi di proiezione.

Questa è un'unione di vari scatti fatti con il 14 mm:
www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=2077204
Dal bordo del vulcano non c'erano grosse alternative. L'unione di immagini fatte col 14 necessita di un bel po' di distorsioni alle singole foto per permettere l'unione. Se ne occupa il programma, non senza qualche problemino nelle zone periferiche in termini di perdita di dettaglio (problemino che si attenua facendo immagini con ampi margini di sovrapposizione tra loro).

Questa è un'unione di vari scatti fatti a 180 mm:
www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=2077203
Il risultato è una foto con dettagli a iosa, adatta ad essere stampata su una parete. Si riconoscono agevolmente i singoli uccelli, ed è una goduria. Quando avrò una casa sarà una delle prime foto che stamperò, anche se devo ancora rivedere ampiamente la post-produzione. L'unione di scatti del 180 non comporta quasi nessuna distorsione e si avvicina quasi ad un collage. Il risultato è paragonabile a quello che avrei se avessi usato un sensore molto più grande.

Se una delle foto di partenza è anche solo leggermente mossa o fuori fuoco (meglio usare sempre il fuoco manuale), ogni programma stenta, incluso PTGui. Lì tocca armarsi di pazienza e modificare a mano i punti di raccordo tra le foto. Il programma consente di farlo agevolmente (meglio avere un monitor bello grande e risoluto).

avatarsenior
inviato il 12 Marzo 2017 ore 21:35

@Perbo
Ma se fosse così come dici, perché spendere soldi in grandangoli e decentrabili?

avatarsenior
inviato il 12 Marzo 2017 ore 21:36

Ovvio che unire le foto non equivale ad usare una lente diversa, e quindi non è che mi compaia magicamente nello zaino un 85 nascosto.


veramente lo è, se fai le cose fatte bene. Ci sono persino siti relativi al metodo Brenizer (che giustamente citi), che permettono di calcolare la focale e l'apertura equivalente sulla base degli scatti effettuati.

avatarsenior
inviato il 12 Marzo 2017 ore 21:38

@MicheleCT
Come ho già scritto, nella foto di paesaggio le cose si sistemano facilmente e senza eccessivi incongruenze.
Prova però a fare il collage con il 180 mm fotografando piazza San Pietro...

avatarsenior
inviato il 12 Marzo 2017 ore 21:39

@Perbo
Ma se fosse così come dici, perché spendere soldi in grandangoli e decentrabili?


Per fare uno scatto solo invece di n scatti
Per evitare problemi di fusione (nuvole, alberi, auto, acqua, animali, persone che si spostano)
Per evitare problemi di parallasse
Per non dover utilizzare una testa panoramica
Per visualizzare (e inquadrare) esattamente la scena in fase di scatto, invece di vederla solo in post
Per facilità e semplicità in fase di post produzione

Sono solo le prime cose che mi vengono in mente, ma di sicuro ce ne sono molte altre.

avatarsenior
inviato il 12 Marzo 2017 ore 21:40

se fosse così come dici, perché spendere soldi in grandangoli e decentrabili

Mi permetto di intromettermi nel discorso. Io credo che il decentrabile offra un controllo molto più preciso, e soprattutto permetta di arrivare al risultato più rapidamente e senza troppi "smanettamenti" via software, con le relative conseguenze di eccessivo stiramento dei file e relativa perdita di dettaglio nelle aree stirate.

avatarsenior
inviato il 12 Marzo 2017 ore 21:42

veramente lo è, se fai le cose fatte bene

Allora evidentemente non avrò fatte le cose fate bene.
Nella foto della montagna continuo a vedere lo schiacciamento dei piani del 180, pur avendo raggiunto un angolo di campo moooolto più grande.
(mi riferisco a questa: www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=2077203)

avatarsenior
inviato il 12 Marzo 2017 ore 21:44

Prova però a fare il collage con il 180 mm fotografando piazza San Pietro...

In realtà la focale lunga risulta molto utile nell'architettura, limitando -di molto- il warp delle immagini via software e relative possibili incongruenze sulle linee rette (che in alcuni casi, usando il 35, non rimangono sempre rette, a meno di interventi manuali).
Il limite del 180 lo trovo nel famoso "schiacciamento dei piani", piuttosto visibile sulle foto di architettura, dove preferisco usare molto di più il 35.

avatarsenior
inviato il 12 Marzo 2017 ore 21:44

Mi arrendo...
Sono pronto comunque a vedere foto di piazza San Pietro (e dell'interno della basilica) realizzate fotografando a pezzi con un 50 mm (non sono stato poi così cattivo...).

avatarsenior
inviato il 12 Marzo 2017 ore 21:44

Nella foto della montagna continuo a vedere lo schiacciamento dei piani del 180, pur avendo raggiunto un angolo di campo moooolto più grande.


nel thread che ha generato questo hanno spiegato con esempi pratici come lo "schiacciamento dei piani" NON dipenda dalla focale: www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=2246444

avatarsenior
inviato il 12 Marzo 2017 ore 21:45

Mi arrendo...
Sono pronto comunque a vedere foto di piazza San Pietro (e dell'interno della basilica) realizzate fotografando a pezzi con un 50 mm (non sono stato poi così cattivo...).


fattela tu, visto che sei tu quello che non ci crede :-P

Non c'è miglior modo di convincersi delle cose che provandole di persona, non trovi? ;-)

avatarsenior
inviato il 12 Marzo 2017 ore 21:48

nel thread che ha generato questo hanno spiegato con esempi pratici come lo "schiacciamento dei piani" NON dipenda dalla focale

Conosco il thread, e se ne è parlato a lungo anche altrove negli ultimi anni. Quello che dico è che se confronto la foto globale ottenuta da PTGui al termine del lavoro di stitching, con le singole foto di partenza, vedo la stessa identica prospettiva, lo stesso "schiacciamento" perché la mia posizione e la lente sono rimaste identiche.
L'effetto finale mi sembra molto diverso da quello che avrei avuto usando un 50 mm in quella stessa posizione e momento, al posto del 180 (ma ovviamente non ne ho le prove, avendo venduto da un pezzo il mio cinquantino).

avatarsenior
inviato il 12 Marzo 2017 ore 21:48

Ma certo che ho provato più volte a fare degli stitching. ;-)

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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