user46920 | inviato il 13 Marzo 2017 ore 18:17
“ ... spesso e volentieri quando andavo a fare una gita o una vacanza, oltre che la vacanza in se provavo una sorta di eccitazione nel pensare che avrei avuto in mano la fotocamera ogni giorno e alle foto che avrei avuto modo di scattare. „ hai centrato l'analisi, che da lì puoi sicuramente vedere meglio. E comunque, visto che la passione forte può essere spesso al limite dell'ossessione, il fatto che tu l'hai vista con occhio sveglio secondo me (e non ci capisco nulla di psicologia) non era proprio una ossessione, ma forse più una passione esagerata, che comunque ti è rimasta. |
| inviato il 13 Marzo 2017 ore 20:33
Non so, il fatto è che mi sono chiesto che senso abbia fare migliaia di foto che poi finiscono nel dimenticatoio virtuale, poi quando sono a casa e l'entusiasmo è scemato di quelle foto non me ne frega più nulla, il punto è questo, da lì è nato il pensiero di liberarmi di tutto e godermi il momento senza stare a pensare alla fotografia.. Ad esempio la scorsa estate per la prima volta nella mia vita ho visitato il Salento, ho fatto una marea di foto ovviamente e non le ho ancora neanche modificate, cancellate quelle mosse etc. Non le ho neanche guardate praticamente.. |
| inviato il 13 Marzo 2017 ore 23:15
Anch'io come altri che mi hanno preceduto ti consiglio l'analogico in quanto ti porta a scattare poco e soprattutto... a STAMPARE la foto, magari quelle più riuscite in dimensioni abbastanza grandi, per poi appenderla alla parete di casa o regalarla a qualche amico o parente. Quando sei in vacanza potresti alternare i giorni: alcuni con macchina altri senza. Tra il bianco e il nero ci sono tante sfumature di grigio. |
user46920 | inviato il 14 Marzo 2017 ore 0:03
“ Non so, il fatto è che mi sono chiesto che senso abbia fare migliaia di foto... „ Daniele, che cosa vuoi che ti dica ... Boh se ti senti di “ liberarmi di tutto e godermi il momento senza stare a pensare alla fotografia.. „ molto probabilmente ne hai bisogno: segui il tuo istinto. ps: le foto che hai già fatto le farai guardare a tuo figlio ... |
| inviato il 14 Marzo 2017 ore 8:50
mi sono chiesto che senso abbia fare migliaia di foto che poi finiscono nel dimenticatoio virtuale e soprattutto... a STAMPARE la foto, magari quelle più riuscite in dimensioni abbastanza grandi, concordo, ma le stampe si possono fare anche con i sensori digitali da 24 mpx. Il digitale porta a fare una marea di foto, probabilmente troppe, secondo me bisognerebbe poi sforzarsi di fare una selezione e magari sviluppare un foto-album 30x40cm, non costa uno sproposito e mi sembra che toccare con mano le proprie foto, aiuterebbe a dare un senso a quello che si fa. Un'altra idea è quella di sviluppare le foto in formato calendario, per poi regalarlo a parenti e amici. |
| inviato il 14 Marzo 2017 ore 9:18
“ Non so, il fatto è che mi sono chiesto che senso abbia fare migliaia di foto che poi finiscono nel dimenticatoio virtuale, poi quando sono a casa e l'entusiasmo è scemato di quelle foto non me ne frega più nulla.... „ Ecco, hai perfettamente centrato il problema. Sei affetto da "scatto compulsivo", e questo ti ha portato a stancarti delle foto. All'inizio anch'io ho avuto questo "virus" che mi ha portato a dare via l'attrezzatura fotografica più volte anche prima dell'inizio dell'estate. Ora, e ripeto solo ora, dopo anni ho finalmente capito e compreso il problema, come si dice, se trovi la causa trovi la cura, devi porti un limite, la passione per la fotografia non deve essere lo scatto a raffica, ma la scelta di una scena, di un soggetto specifico, di una situazione di luce bella, di un progetto studiato prima di uscire con fotocamera al collo. Io sono partito dalla pellicola dove, dato il costo dei rullini e dello sviluppo, prima di scattare ci pensavi bene per evitare di buttare troppe fotografie che ti sono costate, il digitale mi aveva illimitato appunto, e questo mi ha portato alla noia. Adesso ho preso l'abitudine di ragionare da pellicola, ed arrivo a casa con una media di 50 / 100 scatti al massimo, quindi non essendo troppi mi diverto a sistemare, dopo una selezione che ne cancella subito almeno la metà. Ho ritrovato con questo sistema la vera passione e non l'ossessione come giustamente dicevi tu. Ci sono addirittura giorni che esco e non scatto nemmeno una foto, magari perchè non ho visto nulla di interessante quindi perchè scattare per forza? Spero di esserti stato d'aiuto. buone foto. |
user46920 | inviato il 14 Marzo 2017 ore 12:59
Col digitale è quasi automatico che ad un forte appassionato, possa venire lo scatto compulsivo ... perché è come avere un mitra sempre carico in mano e migliaia di bicchieri e di bottiglie da rompere con qualche raffica ... trattattarattrttrttratararratttarattaratarataratrararatà ... replay: Click Click Click Click Click Click Click Click Click Click Click Click Click Click Click Click Click Click Click Click Click Click Click Click Click Click Click Click Click Click Click Click Click Click Click Click E comunque, anche la signorina Vivian Maier pare avesse vissuto un pò la tua stessa esperienza. |
| inviato il 14 Marzo 2017 ore 13:01
E' la mancanza di idee, non il digitale, che porta a scattare maree di foto, spesso inutili. |
user46920 | inviato il 14 Marzo 2017 ore 13:14
“ E' la mancanza di idee, non il digitale, che porta a scattare maree di foto, spesso inutili. „ no, no, intendevo proprio che il digitale ti da l'accesso ad una modalità di ripresa che è molto più vicina al filmato, piuttosto che alla fotografia. E poi, non è solo una questione di mancanza di idee, perché le idee possono anche non venire, ma se davanti ti trovi qualcosa di interessante lo riprendi, punto e basta: mica avevi l'idea di riprendere proprio quella cosa lì, quando sei uscito di casa. Guarda quante riprese che ha fatto Vivian, senza sapere nulla, vagando per la città e trovandosi davanti qualcosa di interessante. E così tanti altri fotografi più o meno famosi o quotati. |
| inviato il 14 Marzo 2017 ore 13:17
A vent'anni passavo anche nottate nella mia camera oscura e a prescindere i costi, dovevo pure considerare le ore sottratte al sonno. Erano altri tempi. Oggi il rischio di diventare "registratori di immagini" senza uno scopo sensato, è veramente alto. |
| inviato il 14 Marzo 2017 ore 13:41
“ Guarda quante riprese che ha fatto Vivian, senza sapere nulla, vagando per la città e trovandosi davanti qualcosa di interessante. E così tanti altri fotografi più o meno famosi o quota „ Vivian Maier non scattava a caso. Raccontava storie e le foto erano in funzione di quello che voleva raccontare. Ripeto, parere personale ovviamente, il digitale non ha nessuna colpa. E' un alibi che ci creiamo, come molti altri (non ho abbastanza megapixel, i miei obbiettivi non sono abbastanza luminosi...... l'invasione delle cavallette ecc... ecc...). |
user46920 | inviato il 14 Marzo 2017 ore 14:05
“ Vivian Maier non scattava a caso. Raccontava storie e le foto erano in funzione di quello che voleva raccontare. „ molto probabilmente, o magari era solo una sua ossessione che si è trasformata in qualcosa di buono, e comunque chi ti assicura che le foto di DanieleBoh siano invece scattate a caso? o che non raccontino? “ Ripeto, parere personale ovviamente, il digitale non ha nessuna colpa. „ ma perché mi parli di colpa? .. e quindi di alibi? “ E' un alibi che ci creiamo, come molti altri (non ho abbastanza megapixel, i miei obbiettivi non sono abbastanza luminosi...... l'invasione delle cavallette ecc... ecc...). „ io non ho nominato né l'una né l'altro. |
| inviato il 14 Marzo 2017 ore 14:30
Ho circa 300.000 foto digitali e capisco il problema dello "scatto compulsivo" di DANIELE. Ho superato da tempo il problema, grazie a LR. Dopo ogni sessione scorro velocemente le foto con LR (spesso sono 2.000 al giorno, perchè lo sport moderno esige la raffica a 10FPS), seleziono con una* quelle decenti (solitamente un 10%). Poi mi prendo un pò di tempo per fare una scelta dedicata e da 2.000 passo a 200 e quindi 50 o forse meno. Prima che qualche anno fa conoscessi in modo decente LR effettivamente era un pò un dramma: tante foto, tante da buttare, e poco tempo per vederle. Anche se oggi, ogni tanto, è davvero gradevole rivedere le foto di 20 anni fa (aimhè in JPG) che sono fonti di grandi ricordi. Per non parlare, come ha detto qualcuno, dei figli. |
| inviato il 14 Marzo 2017 ore 18:56
“ ma provare a dare un senso ad ogni scatto con un'ottica manuale e un genere che ti piace. Banditi tutti gli automatismi della fotocamera e lo zoom, si scatta in M e con la MF, pochi scatti pensati, il piacere di fotografare aumenta e con esso la capacita di apprezzare i risultati ottenuti. „ Se le foto sono inutili, lo saranno anche se scattare in manuale, a pellicola, con il telescopio Hubble e via dicendo. Del resto esistono anche i grafomani, che devono scrivere per forza, ma non hanno nulla da raccontare, dovrebbero mettersi a scrivere con il pennino per dare un senso ai loro scritti? Quello che serve è frenare il dito e mettere in moto il cervello. Finalizzare una foto ad un racconto, ad un gusto estetico etc.. e lavorare per quello. Poi stai tranquillo che se arriverai a scattare con una finalità precisa, per le foto ricordo sarà sufficiente un cellulare. |
| inviato il 14 Marzo 2017 ore 19:12
Quotone |
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