| inviato il 24 Febbraio 2017 ore 11:25
Buongiorno And29, molti esempi sono già stati portati alla tua attenzione e concordo con quanto affermato dai precedenti partecipanti. Io ti porto altri due esempi molto semplici: chi non sarebbe in grado di dipingere una tela monocromatica e poi farci dei tagli come le opere di Fontana, ma cosa c'è dietro il suo " concetto spaziale " ? Oppure fotografare con una polaroid lo schermo televisivo ed elaborare la stampa con dei segni a pennarello come Schifano ? Ma loro hanno espresso l'idea ed il concetto primordiale, tutto il resto è copia. Saluti. Graziano. |
| inviato il 24 Febbraio 2017 ore 11:29
Quando entro e metto piede in un'esposizione fotografica, curata e allestita come si deve, quello che succede durante e dopo è un processo intellettivo e sopratutto emozionale che se molto coinvolgente e duraturo mi porta a considerare il valore delle singole opere o della totalità di esse che esprimono il valore di quell'autore. Concordo con Francesco: niente modelli uniformati ma la precedenza a libertà e trasporto emotivo. |
user39791 | inviato il 24 Febbraio 2017 ore 11:35
“ Un tema interessante, con molte sfumature. Volevo aprirci un topic... Avevo scritto, se ricordi Filiberto, che "pensare per categorie" può essere condizionante. Anche la questione commenti non è esente dall'influenzare, anche in senso non positivo... „ Ricordo, e aggiungo che sarebbe molto interessante un topic dedicato a questo argomento. |
| inviato il 24 Febbraio 2017 ore 11:36
“ ..niente modelli uniformati ma la precedenza a libertà e trasporto emotivo... „ Credo sia fondamentale caro Cirillo.... Adottare criteri univoci per accostarsi ad Adams o Eggleston o Lindbergh, ci farebbe solo perdere opportunità di bello. Non perché "tutto debba piacere", ma perché "a tutto sia data la possibilità di piacere", se qualcosa da dire ha. E credo si possa trasporre anche nel piccolo, ovvero alla realtà della nostra fotografia qui, ogni giorno |
| inviato il 24 Febbraio 2017 ore 11:38
“ Ricordo, e aggiungo che sarebbe molto interessante un topic dedicato a questo argomento. „ Fili... se ti capita di aprirlo, parteciperò di certo e volentieri. E se non lo aprirai, tu o qualche altro amico, alla prima occasione lo farò magari io |
user39791 | inviato il 24 Febbraio 2017 ore 11:40
Se lo fai tu mi farebbe piacere, è un tema sul quale vedo che sei molto interessato. |
| inviato il 24 Febbraio 2017 ore 11:40
in una precedente discussione "Dieci minuti con Berengo Gardin" è stato affrontato tra i tanti l'argomento della distinzione tra foto "bella" e foto "buona". |
| inviato il 24 Febbraio 2017 ore 11:43
Quello che riscontro nel libro di Bresson, guardando le sue fotografie è l'inconfondibile impronta del periodo in cui le immagini sono state scattate. Si vede che il bianco e nero è di un'altra pasta! non so descrivere... trasmette emozione! e ti fa davvero fare un tuffo nel passato anche se in quel passato... "tu non ci sei mai stato" ma lo avverti come se lo avessi vissuto anche tu. Come dicevo, spesso uso la Rolleiflex, ma ho da poco comprato una Olympus Pen F che uso senza guardare il monito (lo tengo ripiegato e chiuso) e non uso gli automatismi, cercando di rendere questo corpo macchina il piu' analogico possibile, mi piace molto scattare senza rivedere lo scatto, guardarmeli poi a casa e confrontarmi con chi è piu' bravo di me! |
| inviato il 24 Febbraio 2017 ore 11:45
Sto leggendo 'Magnum' di R. Miller. E' la storia dalla nascita della famosa agenzia fotografica e dei suoi primi turbolenti 50 anni di vita. Al di là di alcuni aneddoti finalizzati a mitizzare questo gruppo di Fotografi (e alcuni vero mito lo erano!), mi accorgo che quasi tutte queste persone prima di essere grandi fotografi erano grandi pensatori, artisti, visionari. Insomma delle persone fuori dal comune. Le loro fotografie, oggi riconosciute quasi universalmente come pietre miliari, sono solo il frutto di tali personalità. Ogni loro scatto è figlio di un percorso che non può essere ignorato. Qualcuno (di certo non io) sarebbe in grado di produrre uno scatto 'uguale'? Possibile, ma la visione di una Fotografia non può esimersi dall'analizzare il contesto (storico, sociale, geografico) in cui è stata realizzata. ciao Carlo |
| inviato il 24 Febbraio 2017 ore 11:48
“ in una precedente discussione "Dieci minuti con Berengo Gardin" è stato affrontato tra i tanti l'argomento della distinzione tra foto "bella" e foto "buona". „ Qui Cirillo, ti confesso che io sono alquanto "freddino" Si tratta di distinzioni lessicali, di "codici" che diventano le nostre convenzioni. Ed è giusto, per poter comunicare, avere codici condivisi. Ma devo dire che, personalmente, a questo tipo di distinzioni do pochissimo peso, se non nell'interpretare cosa il mio eventuale prossimo mi sta dicendo... |
| inviato il 24 Febbraio 2017 ore 12:08
Francesco nemmeno io mi faccio condizionare troppo dal discorso foto bella o buona e utile, il processo emozionale nella sua complessità, osservando una fotografia, è quello che mi "scalda", mi trasmette, mette in moto un processo intellettivo e mi permette di capire e valutare cosa mi stà dicendo il mio eventuale prossimo. |
| inviato il 24 Febbraio 2017 ore 12:27
“ Francesco nemmeno io mi faccio condizionare troppo dal discorso foto bella o buona e utile, il processo emozionale nella sua complessità, osservando una fotografia, è quello che mi "scalda", mi trasmette, mette in moto un processo intellettivo e mi permette di capire e valutare cosa mi stà dicendo il mio eventuale prossimo. „ Credo io pure che... c'è poco da fare: parlando per immagini, pensieri veloci, espressioni ultrasintetiche (come comprendo la contemporaneità richiede), non si può che finire per tagliare col machete quel che richiederebbe invece l'uso del bisturi. Va benissimo ed è inevitabile. Ma è poi difficile pensare che si possano promuovere conoscenze o sensibilità parlando per slogan. |
| inviato il 24 Febbraio 2017 ore 13:02
“ sfogliando le pagine di questo libro e dando un occhio agli scatti mi sono detto:"Ma... questo foto sono belle, per carità, però di scatti cosi', ne vedo tantissimi postati sia su 500Px che su Flickr!" „ Oggi. Ma quanti scatti così vedevi quarant'anni or sono? Se non contestualizzi una fotografia, un quadro, un libro fai un ragionamento che non ha senso. Stasera torno a casa e disegno una scatola di zuppa Campbell, oppure dipingo una tela di rosso e poi faccio un bel taglio nel mezzo. Magari dipingo meglio di wharol e taglio meglio di Fontana. Ma che senso avrebbe. Nell'arte conta avere idee nuove prima degli altri. Ogni tanto si sente dire: "quello avrei potuto farlo anch'io". Ok, il punto è che non ci hai pensato. |
| inviato il 24 Febbraio 2017 ore 13:29
E se fosse proprio Cartier Bresson a mettere le foto su 500 px e si sentisse dire che copia lo stile del signor Pinco Pallino solo perchè questo è arrivato prima e della sua foto ha potuto far sapere che quando l'ha scattata era in punta di piedi su un uovo sodo. E poi, 30 40 anni fa magari le condizioni sociali non permettevano a tanti se non a tutti la fortuna di poter provare a fare il fotografo. Ho conosciuto ad un corso base di fotografia un ventenne alle prime armi, a mostrato a me e ad altri le foto che scatta ... che invidia collettiva, ha un dono. L'ho rivisto e gli ho chiesto come andava; ha venduto la macchina fotografica per comprare un orologio |
| inviato il 24 Febbraio 2017 ore 13:47
non ho ben capito il significato dell'aneddoto |
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