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Le foto vanno spiegate.


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  4. » Le foto vanno spiegate.





avatarjunior
inviato il 16 Gennaio 2017 ore 14:44

Le mostre di pittura vengono sempre inaugurate da una vernice.
Conoscere l'autore e il contesto aiuta a comprendere meglio l'opera.
Per la fotografia a mio avviso non è differente.

avatarsenior
inviato il 16 Gennaio 2017 ore 14:46

Quando alcuni scatti riescono ad avere il proprio senso senza alcuna didascalia io li definisco "oggettivi". E' un grande dono quello che in questi casi si riesce ad attribuire al proprio lavoro e non é per niente cosa facile. Nel resto dei casi mi sento di affermare con una certa sicurezza che, la fotografia, come tante altre attività, convive con altre forme di linguaggio e non è impermeabile alle contaminazioni. Sara Munari mi pare che citi anche i giornali; nello specifico mi pare l'occasione di evidenziare che la scrittura a sua volta sia permeata dal linguaggio della fotografia dei fatti che vengono raccontati.
Proprio con riferimento ai giornali vale la pena di ricordare numerosi fotoreporter (mi viene da citare Don McCullin) che compivano il loro assignment insieme ad un reporter. Davano forma al messaggio. Alla notizia.
Pleonastico, nel caso di McCullin, evidenziare che diverse sue foto sono poi passate alla storia ma, credo fondamentalmente che si debba fotografare in piena libertà e infine post produrre lo scatto sino a liberare il suo significato e la sua motivazione anche con eventualmente un titolo o una didascalia.
L'importante é esprimersi.
Un saluto.

user39791
avatar
inviato il 16 Gennaio 2017 ore 14:50

Vale anche per molte mostre d'arte, se non si ha una conoscienza di base non si contestualizza e non si capisce quello che si guarda o meglio il perchè di certe scelte, faccio altro esempio:


Come avevo scritto prima comprendo - e condivido - che un lavoro (o un autore) venga spiegato nella sua globalità. Una foto come quella che hai proposto staccata da un contesto di ricerca su un determinato ambiente non dice sulla nemmeno se spiegata a mio avviso. Il lavoro dei coniugi Becher in particolare non può vivere su una singola immagine seppure corredata di titolo e adeguata spiegazione.

avatarjunior
inviato il 16 Gennaio 2017 ore 14:56

Si parla di emozioni... ma l'immagine è, anche, messaggio. Qualcuno ha fatto riferimento alla pittura.
Non è esattamente la stessa cosa. Nella storia dell'arte affrontando le opere del passato, ma anche le contemporanee, ci si imbatte spesso in autori controversi per chi li sa "leggere" ma assolutamente privi di significato per l'osservatore "comune".
Non dimentichiamoci che agli artisti di un tempo i propri lavori venivano commissionati dai potenti dell'epoca.. Politici, militari..o religiosi. Un Papa commissionava un opera per confermare il proprio potere e per "confermare", attraverso l'opera, un dettame religioso.
Ma quanti oggi, davanti ad un opera d'arte del cinquecento, oltre ad emozionarsi per la pittura, sa interpretare la stessa opera così come l'artista ha voluto trasmetterla?
Quanti particolari, in un quadro, hanno significati diversi a secondo della sola forma? Guardando una figura di donna..quanti sanno identificarla dal tipo di fiore che ha tra le mani? I fiori...le piante.ecc identificano ritratti apparentemente simili.
Questo per dire che forse l'assenza di "didascalia" dovrebbe far pensare più alla volontà di "sottomettere" l'osservatore con le sole "emozioni".
Le immagini fotografiche, per definizione, sbagliando, dovrebbero bastare a se stesse... ma non è così. Se questo potrebbe valere per le immagini paesaggistiche (ma almeno dire di che luogo si tratta) la stessa cosa non può essere applicata ad altro tipo di immagini.
A volte per capirle è necessario ripercorrere a ritroso la storia e le intenzioni dell'autore....a volte non possono esimirsi dall'essere spiegate seppur con breve didascalia.
Ogni forma d'arte per essere pienamente compresa..ha bisogno di approfondimenti.. e la fotografia, come forma d'arte relativamente giovane, non può essere un eccezione.
Io aggiungerei che sarebbe necessario aggiungere un minimo di spiegazione...servirebbe almeno ad arginare la deriva culturale in atto.
L'uso dell'immagine..soprattutto massificata, nasconde spesso una volontà di "non dire"...o "raccontare in modo distorto una realtà". Un buon esercizio sono le immagini usate per la pubblicità. In Italia siamo maestri. Sia nel subire che nel costruire.

avatarsupporter
inviato il 16 Gennaio 2017 ore 15:29

Credo che nella fotografia naturalistica una didascalia ben scritta sia quasi sempre utile e gradevole. Citazioni sulla specie ripresa, i modi in cui è stato possibile scattare, difficoltà, aneddoti, non possono che arricchire la visione delle foto.

Ma anche in altri tipi di immagini, come in alcuni reportage, la didascalia o la spiegazione può essere non solo gradevole, ma può anche valorizzare ulteriormente uno scatto. Faccio un esempio molto pratico. Sono un convinto estimatore delle foto di Salgado. Posseggo, diversi volumi del grande fotografo brasiliano.
Alcune sue immagini sono scolpite nella mia mente ed oltre che suscitare la mia infinita ammirazione fungono da ispirazione, per i miei ben più modesti lavori. Lo splendido documentario di Wim Wenders, "il sale della terra" il quale, oltre che raccontare della vita del fotografo, si sofferma sugli scatti più famosi del grande fotografo, commentandoli, raccontandoli spesso con l'ausilio di Salgado stesso. Che bello, quegli stessi bianco e nero che ho ammirato per anni, che ho visto e rivisto hanno assunto un valore ancora più forte, un significato più profondo. E non certo perché le immagini non erano sufficientemente esaustive, ma solo perché la realtà è molto complessa e possedere le giusti chiavi di lettura non può che esaltare ulteriormente l'opera di un fotografo.
La penso così anche per molte altre espressioni artistiche.


user90373
avatar
inviato il 16 Gennaio 2017 ore 15:42

La didascalia, il titolo o la presentazione da parte dell'autore dovrebbero esser viste non come spiegazione univoca ma come una sorta di "dichiarazione d'intento". Al fruitore il compito di successive e diverse letture e/o valutazioni. Un saluto.

avatarsenior
inviato il 16 Gennaio 2017 ore 16:03

Secondo me il titolo in una foto ci sta, ma non la didascalia.
Certo che se poi è Sara Munari (?) a dire che Ansel Adams dice stupidaggini............... . Non che non si possa criticare o esporre il proprio punto di vista ma mi sembra che non abbia compreso il concetto di Adams.
Se una foto emoziona non ha bisogno di didascalie. Basta il titolo.

avatarjunior
inviato il 16 Gennaio 2017 ore 16:06

La penso così anche per molte altre espressioni artistiche.

ma se vado in una galleria, mettiamo la Borghese, le opere sono esposte con titolo e anno, stop.
compro un disco di Berio, nel libretto c'è l'elenco degli orchestranti e la lista dei brani, stop.
l'arte a mio avviso è percezione, una spiegazione punto per punto del come, dove, perchè, spegne la mia immaginazione.

avatarjunior
inviato il 16 Gennaio 2017 ore 16:06

Io credo che dipenda soprattutto dai generi: il fotoreportage non può non essere accompagnato da una didascalia (o addirittura da un testo), in quanto è veicolo di trasmissione di una realtà molto complessa.

avatarsenior
inviato il 16 Gennaio 2017 ore 16:07

Diogene mi parli di esempi che ho pubblicato?
non voglio essere assolutista e non è detto che serva titolo e didascalia, ma spesso non è così.
Detto ciò Adams era anche nel gruppo F64 che aveva un preciso manifesto che poi è stato anche ribaltato da altri autori che avevano visione diversa della fotografia

avatarsenior
inviato il 16 Gennaio 2017 ore 16:12

Credo che nella fotografia naturalistica una didascalia ben scritta sia quasi sempre utile e gradevole. Citazioni sulla specie ripresa, i modi in cui è stato possibile scattare, difficoltà, aneddoti, non possono che arricchire la visione delle foto.
....quoto in toto!!!

avatarjunior
inviato il 16 Gennaio 2017 ore 16:14

Decidere se un autore deve o non deve spiegare/commentare una determinata foto rientra nella classica situazione del farsi i c.... degli altri. Sorriso

avatarsenior
inviato il 16 Gennaio 2017 ore 16:16

bè quando pubblichi un lavoro è chiaro che inviti le persone a vederlo sapendo che esprimeranno un giudizio

avatarjunior
inviato il 16 Gennaio 2017 ore 16:21

bè quando pubblichi un lavoro è chiaro che inviti le persone a vederlo sapendo che esprimeranno un giudizio

Ma per lavoro si intende ciò che l'autore fa. Punto. Se non c'è un testo è solo immagine, altrimenti è immagine + testo. Credo Sorriso

avatarsenior
inviato il 16 Gennaio 2017 ore 16:24




ritieni quindi che non serva contestualizzarlo?



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