| inviato il 14 Gennaio 2017 ore 9:00
Caneca lo sfocato è molto bello, decisamente pittorico |
| inviato il 14 Gennaio 2017 ore 9:15
L'ho scelto apposta, e continuo a ringraziare Pandamonium per avermelo consigliato. Sebbene sia un obiettivo modesto, che costa 600euri nuovo (quindi niente, per un 70-200 f2.8), ha davvero grinta da vendere, e tanta qualità (resiste anche bene al flare e alle AC). Non lo cambierei con un bighiera Nikon, se non per il peso. |
| inviato il 14 Gennaio 2017 ore 10:22
Conosco personalmente Mpaci e lo ringrazio per il suo intervento. E' persona estrememente preparata e le sue riflessioni non sono mai banali. Abbiamo condiviso diverse esperienze fotografiche ma io adesso l'ho TRADITO e sono rientrato in Canon (con la 1DX). Dopo aver avuto D80 e D90 e D700 con tutto l'arsenale di ottiche possibile e immaginabile sono passato alla 5Dmk3 (questo Mpaci non me lo ha mai perdonato) dotandomi di tutto il corredo L per poi rientrare in nikon con D4s+D810+D750. Quando ero in Nikon l'obiettivo più vicino a quello che Mpaci va cercando è stato l'85 1.8 D e in Canon il 35 1.4 L. A me queste ottiche OLD STYLE piacciono molto. Sarei curioso di sapere consa ne pensa sull'argomento l'Ing. Pollastrini che ho sempre seguito con molto interesse. Luca |
| inviato il 14 Gennaio 2017 ore 10:26
Non c'è modo migliore per buttare soldi dalla finestra che passare da un brand all'altro e viceversa e viceversa e viceversa... |
| inviato il 14 Gennaio 2017 ore 10:35
Parole sante ..... fra l'altro non ho detto che ho anche la fuji xt2 e un discreto corredo analogico e 35 mm e 6x6 (sviluppo e a stampo in camera oscura). Anche su fuji c'è stata qualche diatriba con Mpaci. non lo ritiene su sistema "serio". A me invece .... piace! Luca |
| inviato il 14 Gennaio 2017 ore 19:24
" Sarei curioso di sapere consa ne pensa sull'argomento l'Ing. Pollastrini che ho sempre seguito con molto interesse." Ringrazio per l'interesse! Per prima cosa va detto che bisogna tener presente che l'ottica della fotocamera, da sola, NON produce immagini finite e che per giudicare la bontà o meno di un'ottica, il metro di paragone vero, reale, è la qualità dell'immagine finita che viene prodotta dal complessivo che produce l'immagine finita. In questo complessivo che produce la fotografia, della quale l'ottica è solo un componente, le caratteristiche e prestazioni del fotoritocco permettono di alterare profondamente l'immagine catturata dal sensore, mentre a pellicola, l'immagine catturata dalla pellicola era praticamente la definitiva. In altre parole, il ruolo giocato dalle ottiche nel digitale è profondamente diverso dal ruolo giocato dalle ottiche con la pellicola, ed è questa diversità che comporta quelle caratteristiche diverse dalle ottiche nuove che per molti sono un problema. A pellicola, l'ottica era un componente stand alone, era indipendente dalla pellicola come operatività, ed era gestita in modo indipendente dal fotografo, mentre in digitale, l'ottica da sola semplicemente non è più in grado di operare (basta pensare anche solo alla vignettatura e distorsione geometrica imponenti che hanno le ottiche nuove) e devono sempre e comunque essere complementate dal software di fotoritocco. In una parola, NON bisogna più pensare all'ottica come un componente a sé stante che ha determinate prestazioni, oggi si deve considerare l'ottica come un componente elettro-ottico, nel quale il software di fotoritocco gioca un ruolo importantissimo, in grado di alterarne profondamente le prestazioni, e le prestazioni sono quelle del complesso elettro - ottico, non solo della parte ottica. Se si opera bene in fotoritocco, usando spazio colore giusto e gestendo bene il complessivo elettro-ottico, non solo tutte quelle magagne scompaiono, ma si ottengono prestazioni che le ottiche vecchie, semplicemente, non sono, in grado di fornire, anche se gestite dallo stesso software di fotoritocco con il quale si gestiscono le nuove perché danno nitidezza minore, tenuta al flare e riflessi minore, minore effetto 3D ( SI' minore!) etc. Se uno non intraprende la strada del fotoritocco fatto con un minimo di cognizione di causa, le ottiche nuove danno effettivamente le grane citate (= troppo contrasto, troppa saturazione, neri tappati e bianchi strinati, con gamma dinamica bassa, ed effetto 3D basso, immagine piatta). Le motivazioni tecniche di quelle grane sono ben precise, sono diverse e sono tutte giustificate, c'è una motivazione tecnica per la quale l'ottica ha quelle prestazioni, ossia del motivo per il quale un progettista ha deciso di farla così, anche se vista in modo non corretto, sembra fatta male. Dopo tanti decenni di stampa a pellicola ed in digitale, da sempre in formato minimo 30 X 40 cm, io preferisco di gran lunga le ottiche nuove, ma uso molto il fotoritocco. |
| inviato il 14 Gennaio 2017 ore 20:04
ovviamente, le foto d'esempio che ho postato sono al netto di correzioni (AC) PP (tranne l'ultima, dove ho eliminato solo un paio di inestetismi della pelle) |
| inviato il 14 Gennaio 2017 ore 20:10
Cosa intendi Alessandro per ottiche vecchie? Quella della generazione analogica? Io stavo parlando di serie G Nikon in confronto in particolare alla serie ART di Sigma ed alla nuova serie E? I confronti che ho visto, uno dei quali l'ho riferito attraverso un link nel mio messaggio iniziale, mostra immagini fatte dallo stesso fotografo, postprodotte allo stesso modo utilizzando la stessa macchina e variando solo l'ottica 70-200G con la 70-200E. In quella comparativa credo sia possibile fare un paragone tra le due ottiche perchè il complessivo, ottica a parte, è lo stesso. In quella comparativa quello che vedo è assolutamente una maggiore nitidezza del nuovo, al prezzo di un colore un po meno natuale (cosa però non cosi drammatica nella serie E mentre terribilmente drammatica spesso con i Sigma ART) ma soprattutto di una taglio netto delle ombre. Personalmente credo che i progettisti stiano semplicemente rincorrendo quello che il grande pubblico cerca, contare il maggiore nummero possibile di linee per mm anche se per fare questo poi si introducono altri tipi di problematiche. Concordo però sul fatto che per lavorare in digitale sia preferibile utilizzare un ottica nata per questo. |
| inviato il 14 Gennaio 2017 ore 20:19
“ Io credo che la qualita del colore e la ricchezza di passaggi tonali partendo dal bianco per arrivare al nero, facciano molto piu che una estrema nitidezza che troppo spesso da più l'idea di falsità che di tridimensionalità „ Lo credo molto anche io ma, per ricondurmi a quello che dice Pollastrini, io non uso nessun fotoritocco. Voglio la pappa pronta, e pure buona. |
| inviato il 14 Gennaio 2017 ore 20:20
La disamina esposta da Mpaci nel post iniziale mi trova praticamente d'accordo. Sembra che abbia fatto la recensione pari pari del canon 24 mm stm pancake e del suo fratellone maggiore 40 mm. Ottiche affilatissime, ma gestione delle alte luci e delle ombre troppo estreme, con relativa dominante ciano. Possibile che nel 2017 non si riesca a coniugare nitidezza e fedeltà dei colori? Dobbiamo affidarci a san sensore? |
| inviato il 14 Gennaio 2017 ore 21:37
"Cosa intendi Alessandro per ottiche vecchie? Quella della generazione analogica? Io stavo parlando di serie G Nikon in confronto in particolare alla serie ART di Sigma ed alla nuova serie E? " Io intendevo le ottiche della vecchia generazione, l'ho detto chiaramente, quelle della pellicola, e non parlo solo di Nikon, ma delle ottiche "vecchie" delle varie case per la pellicola, con quelle nuove delle varie case per il digitale. La differenza tra le ottiche ultima generazione, in casa Nikon la G, con qualche ottica sempre nuova, e tu ti riferisci al nuovo 70 -200 E VL, io la devo ancora vedere, e non credo assolutamente che si possa prendere come affidabile un giudizio espresso sul web su di una ottica. Più aumenti la risoluzione ed il microcontrasto, ossia la nitidezza, più aumenti ila saturazione ed il contrasto dell'ottica, e se c'è una differenza eclatante tra le ottiche vecchie, analogiche, con le nuove digitali, tale differenza è veramente minima, se non assente, tra un'ottica della serie G ed un'ottica della serie E: il 24 - 70 Nikon nuovo ha un capello di risoluzione meno del vecchio G al centro, di più ai bordi, a tutta apertura, poi sono in pratica uguali, mentre il nuovo 70 - 200 ne ha un capello più del vecchio, sempre a tutta apertura, poi sono uguali: le differenze di contrasto e saturazione tra le G e le E saranno più basse di quelle tra le vecchie analogiche e le G. Il diverso cromatismo è dovuto al vetro ed al trattamento antiriflessi: con tanti tipi di vetro e di trattamenti diversi, anche dello stesso costruttore di ottiche, si perde un po' l'uniformità cromatica delle ottiche anche di uno stesso parco di ottiche. A me il cromatismo dei Nikon non è che mi vada a genio, perché le "N" tendono al bluastro, è un trattamento antiriflessi fatto male, toglie sì i riflessi rossastri, ma blocca anche un po' di trasmissione delle onde lunghe e dunque privilegia le onde corte e l'ottica assume una dominante "fredda", mentre le tradizionali hanno un trattamento evaporato anche quello fatto male, è vecchio come tecnologia, e quel trattamento lì ha difficoltà sulle onde lunghe, labbatte di più le onde medie e corte e le ottiche sono mediamente "calde", tipo le vecchie Nikon della pellicola. Le Art sono più neutre, hanno trattamento antiriflessi fatto meglio, è evaporato ma è fatto meglio, più efficiente e più equilibrato, tipo le Zeiss. La Zeiss è quella che ha il miglior trattamento antiriflessi, da sempre, taglia in modo molto uniforme su tutte le frequenze, le Zeiss sono neutre come cromatismo, e le Zeiss, da sempre sono state considerate invece come “fredde” in mondo in cui le altre ottiche erano invece più "calde" come dominante: in effetti le Zeiss sono giuste, e sono le altre sbagliate come cromatismo. Molti hanno dei condizionamenti mentali e non se ne rendono conto, per loro un'ottica "calda" è quella giusta, sono le altre che sono sbagliate: non è affatto detto che un'ottica che fornisce prestazioni cromatiche equilibratissime, sia poi quella più gradevole al gusto personale di molti. Comunque oggi non ci sono più quei fondi di bottiglia che c'erano negli anni '70, quando c'era della roba che faceva le foto con cieli rosso ciliegia, incarnati verde lucertola, gialli che erano arancioni etc, oggi le differenze sono minime, ma comunque si vedono. |
| inviato il 14 Gennaio 2017 ore 21:41
"Voglio la pappa pronta, e pure buona. " Fai come Dracula che voleva bere solo sangue di vergine:.............morì di sete! Non esiste. |
| inviato il 14 Gennaio 2017 ore 21:48
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| inviato il 14 Gennaio 2017 ore 22:04
Questo nuovo 70-200mm/2,8, a guardare quel test, sembra migliore in modo abbastanza significativo. Il fatto che i contrasti delle ottiche digitali siano superiori a quelle delle vecchie secondo me è un bene. A parte che sono differenze non esagerate e che vanno viste caso per caso ma io lo trovo utile. I nuovi sensori hanno una gamma dinamica elevatissima, quindi le ottiche è bene che siano accordate con questa loro caratteristica. |
| inviato il 14 Gennaio 2017 ore 22:16
“ La tendenza che hanno i Tamron a limitare la gamma dinamica l'ho segnalata anch'io nelle mie recensioni. „ veramente l'autore si lamenta perchè la espandono. e parla erronemante di riduzione. “ molto carichi ed alterati e contemporaneamente vanno a ridurre la gamma dinamica dell'immagine, finendo per bruciare le alte luci ed andando a tappare le ombre. „ di per sè aumentare la gamma dinamica, bruciando le alte luci e tappando le ombre è una caratteristica dell'obiettivo che fa il suo lavoro, non mescolando cose che non andrebbero mescolate. Il compito di estendere la gamma dinamica recuperando le alte luci e non tappando le ombre dovrebbe essere lasciato ai sensori, sperando in questi nuovi sensori oled. |
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