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Staged Photography







avatarsenior
inviato il 13 Gennaio 2017 ore 9:59

Il lavoro di DiCorcia è certamente apprezzabile ed interessante ma mi sembra un po' un ibrido...
Jeff Wall apprezzo il suo spessore. Certo il suo approcci è più pittorico e quindi senza un'infarinatura della storia dell'arte per masticarlo bene bisogna avere un po' di aiutini.

Da un punto di vista di chi si vuole approcciare mi sembra che alla fine Crewdson, a prescindere dal valore che non sono in grado di giudicare, sia il più approcciabile.
Il suo linguaggio di partenza è quasi "documentaristico" e quindi più accessibile. Ma le foto sono chiaramente "staged" ed è chiaro l'uso di certi elementi verosimi ma quasi surreali per creare domande e una sorta di inquietudine nello spettatore.
Poi certo anche lui capirlo bene non è affatto semplice.

Parlando in generale di introdurre elementi anche molto "sottili" che nella fotografia classica si tende a non interpretare perché casuali per cui è facile che sfuggano a un occhio non allenato al genere...
Tanto più che tanto più uno è bravo più questo elemento lo infila in maniera naturale e apparentemente casuale...

avatarjunior
inviato il 13 Gennaio 2017 ore 10:10

Hai ragione Labirint...ho usato il termine "artisti" riguardo ai fotografi di un tempo in modo gratuito. Con una parentesi che includeva un punto di domanda però. Ma se ci pensiamo bene da alcuni sono considerati dei punti di riferimento per una propria ricerca stilistica... Ho conosciuto alcuni studenti che collezionano immagini di matrimonio degli anni 50/60 e che usano a livello scolastico come ricerca e ne parlavano come fossero "artisti" di un tempo passato.
Non so quanti anni hai tu, ma quando studiavo fotografia, nella metà anni settanta, noi studenti e in genere in quel tempo, vivevamo i fotografi matrimonialisti con una certa "distanza". Erano considerati coloro che si "accomodavano" e accontentavano di un mestiere "povero" ma sicuro.. Una sorta di negozianti fotografi.

Questo mi pone una domanda ulteriore: Non è che si tende a considerare "artistico" , e questo non credo valga in tutti i "campi dell'arte", tutto ciò che ci arriva dal passato e che in qualche modo "sentiamo" si sia perso per sempre, insieme ai tempi ??
Il termine "artista" è abusato quanto quello di fotografo...forse. (?) Puoi cortesemente postare qualche pubblicazione..o sito..ecc di cui servirsi per cominciare a seguire questi autori? Dopo qualche decennio di completa distanza..si perdono punti di riferimento. Grazie per la disponibilità..che dimostri sempre.

avatarsenior
inviato il 13 Gennaio 2017 ore 10:18

Allora sicuramente per me tempo auita a capire che impatto ha avuto un fotografo su suo tempo e se nel caso all'epoca non fosse stato ingiustamente ignorato, un esempio per rimanere in tema è indubbiamente Ralph Eugene Meatyard che è stato rivalutato molto tempo dopo

prod-images.exhibit-e.com/www_peterfreemaninc_com/BlurryJumper_email1.
dailyserving.com/wp-content/uploads/2011/08/Ambrose-Bierce.jpg
dailyserving.com/wp-content/uploads/2011/08/Untitled-date-unknown-G364

Poi è ovvio che la ricerca di tecnica, visione ecc.. è importante.
Quello che considero artistico è idea che è alla base del lavoro, il perchè è stato fatto, lo scopo dell'immagine per me è inscindibile dall'immagine quando parli di artistico.

https://www.amazon.it/fotografia-come-arte-contemporanea/dp/880620372X
questo da molti spunti

avatarjunior
inviato il 13 Gennaio 2017 ore 10:29

Scusa la velocità della risposta..ma a volte la discussione assume sembianze reali, come fossimo di presenza.
Prendo ad esempio Meatyard che ricordo vagamente.. e mi pongo una domanda: alcuni sono rivalutati perchè è cambiato il modo di vedere l'immagine...o, meglio, perchè si sono allargate le maglie nell'accettarle?
Forse è un fatto solo mio...ma se penso a cosa si diceva allora di alcune immagini che oggi sono rivalutate, mi perdo nella confusione.
E' come so oggi non avessimo sotto i piedi un "suolo" solido su cui posare certezze...ma un mare in continuo movimento che oltre a non dare sicurezza...regala qualche piccolo dolore di stomaco. Grazie per il riferimento.

avatarsenior
inviato il 13 Gennaio 2017 ore 10:51

Io credo che sia come tutte le arti, concetti cambiano, cambiano modi di vedere le cose, a volte succede che qualcuno è anacronistico, magari precorrendo i tempi.
Le cose cambiano, non ci sono verità assolute , negli anni 70 sono emerse Body Art, land Art ecc.. legate molto spesso a temi politici o ambientali perchè il sentire di quel decennio era così, prima di duchamp il Ready-made nell'arte praticamente non era considerato
In fotografia c'è stato il gruppo F64 di cui faceva parte anche Adams nel cui manifesto si dava molta importanza a forma e al fatto che tutta immagine fosse perfettamente leggibile e a fuoco, poi altri hanno preso percorsi differenti

avatarjunior
inviato il 13 Gennaio 2017 ore 11:26

Rileggendoti e rileggendomi mi sono reso conto che ho usato inconsciamente un esempio, il mare sotto i piedi, per descrivere la situazione di ignoranza in cui mi ritrovo oggi rispetto al mondo dell'immagine.

Non posso che ringraziarti di questo.
( a tal proposito mi viene il dubbio che tu non sia un mio "vecchio" conoscente Milanese, che ben si abbina all'immagine del "burbero" Bad Spencer che tu usi come avatar)

avatarsenior
inviato il 13 Gennaio 2017 ore 11:35

Forse è un fatto solo mio...ma se penso a cosa si diceva allora di alcune immagini che oggi sono rivalutate, mi perdo nella confusione.
E' come so oggi non avessimo sotto i piedi un "suolo" solido su cui posare certezze...ma un mare in continuo movimento che oltre a non dare sicurezza...regala qualche piccolo dolore di stomaco.

Ti ha risposto bene Labirint...
Considera poi che la fotografia è anche relativamente più recente di altre arti.
Dopo un po' il tempo sedimenta e si riesce meglio a distinguere "la moda" da una corrente artistica o da una rivoluzione del linguaggio fotografico.
A complicare le cose c'è anche il fatto che il linguaggio viene influenzato anche dalla fotografia amatoriale (o vernacular come dicono gli anglosassoni).
Il che anche se può essere un bene in quanto aiuta un po' ad allentare le gabbie di certe correnti artistiche col paraocchi, complica ulteriormente la matassa.
Se uno è interessato l'unica è cercare di sentire "umilmente" le diverse campane della critica, e poi dopo un po' che mastica l'argomento, cercare di farsi un'idea con la propria testa.
Dove per "critica" ovviamente non intendo l'amico del gallerista che scrive l'articoletto sul giornale locale per convincere il pubblico a visitare la mostra...


avatarsenior
inviato il 13 Gennaio 2017 ore 13:48

Comunque la foto di messa in scena ha delle caratteristiche peculiari, ma anche tante sfumature vorrei fare una menzione a questo lavoro di Jemima Stehli

static1.squarespace.com/static/5702ab9d746fb9634796c9f9/5702b54efd0282

viene fatta un'analisi su reazioni degli uomini, ogni uomo che è scelto perchè nel loro campo hanno un certo potere può interrompere lo spogliarello in qualunque momento facendo scattare la fotocamera.
ho voluto non solo di mostrare la donna come un oggetto sessuale, ma per mostrare me stessa, l'artista, diventando un oggetto



altro lavoro molto interessante è quello di Hannah Starkey esplora le connessioni fisiche e psicologiche tra l'individuo e l'ambiente urbano quotidiano. Protagoniste delle sue immagini sono le donne, spesso attrici o conoscenti della fotografa, viste attraverso la cornice della città odierna.
L'artista costruisce immagini statiche che in qualche modo alludono al movimento, anche se non vi è alcuna traccia di movimento fisico. Hannah Starkey descrive la ricostruzione del reale come un atto di ridefinizione dello stesso, al fine di rivelare un ambiguo intreccio psicologico con l'uso di un solo fotogramma.

rispetto a altri autori della staged lei ha una dimensione più intima:
images.tanyabonakdargallery.com/www_tanyabonakdargallery_com/2003_The_
image.guardian.co.uk/sys-images/Arts/Arts_/Pictures/2007/02/15/hannahs
www.gac.culture.gov.uk/images/larger/17727.jpg

avatarsenior
inviato il 13 Gennaio 2017 ore 14:53

Ma è considerata staged anche quella di Jemima Stehli ?
Mi viene il dubbio che si possa ampliare indiscriminatamente la categoria a molte foto preparate e/o da studio.
Cioè anche la foto di moda alla modella è preparata e curata nei dettagli e a volte c'è anche la messa in scena.
Ma non credo si possa considerare "staged"...

avatarsenior
inviato il 13 Gennaio 2017 ore 14:57

ni diciamo che siamo al limite, cioè è tutto preparato, luci posizione ecc... ma non c'è pieno controllo e unica vera attrice è lei non persona dall'altra parte, quindi siamo molto al limite del concetto in effetti

avatarjunior
inviato il 13 Gennaio 2017 ore 15:59

osservando le foto di Hannah Starkey riesco a capire la difficoltà di chi deve interpretarmi nella scrittura e, di più, nel parlato. (mi accusano, non qui, di esprimermi troppo per concetti)
Bisognerebbe contestualizzare ogni autore e seguirne le tracce dal punto di partenza. Sarà un ottimo viaggio.

avatarsenior
inviato il 16 Gennaio 2017 ore 12:47

Molto particolari sono le foto di Julie Blackmon legate alla sua famiglia,l'opera della Blackmon mescola immagini reali e fiction, con una cura maniacale nei dettagli. Le scene domestiche vengono attualizzate e reinventate grazie all'inserimento di elementi fantastici e spiazzanti. Adulti e bambini ora convivono, ora si scontrano scambiandosi i ruoli.
La disposizione degli elementi si ispira alla pittura di Jan Steen, con un uso ossessivo dei particolari,ogni oggetto è dotato di un proprio e determinato significato, posizionato entro uno spazio specifico e in comunicazione con la complessità della composizione.

hyperallergic.com/wp-content/uploads/2014/10/The-Power-of-Now.jpg
www.ggibsongallery.com/wp-content/uploads/2014/04/blackmon_familyportr
www.ggibsongallery.com/wp-content/uploads/2014/04/blackmon_stocktank.j
d32dm0rphc51dk.cloudfront.net/wchQfZrWKPYpPtBv3pGwCQ/large.jpg
www.ggibsongallery.com/wp-content/uploads/2014/04/blackmon_oliveandmar

avatarsenior
inviato il 01 Febbraio 2017 ore 11:31

Un'altra interessante autrice Lori Nix costruisce manualmente dei mondi in miniatura, utilizzando diversi materiali comuni, per ricreare scene surreali di un mondo apocalittico. La serie “The City” segue l'evoluzione dell'indagine tematica, avviata nei lavori precedenti dall'artista americana. Lori Nix immagina una città futura senza umanità, dove la natura sembra essersi riappropriata degli spazi che le erano stati privati.
Lori Nix costruisce, con una maniacale attenzione ai dettagli e alla disposizione degli elementi, dei diorami che vengono sapientemente illuminati, attraverso giochi cromatici, e fotografati in pellicola, con una camera di gran formato 8x10.

s.newsweek.com/sites/www.newsweek.com/files/2015/02/06/0213lorinix01.j

static1.squarespace.com/static/55d77558e4b05e2874c32d03/55d77d9de4b0f1

static1.squarespace.com/static/55d77558e4b05e2874c32d03/55d77d9de4b0f1

www.slate.com/content/dam/slate/blogs/behold/2012/11/23/Lori-Nix_Subwa


user107253
avatar
inviato il 01 Febbraio 2017 ore 11:39

Direi spettacolare! Infinita pazienza e cura dei dettagli!

avatarsenior
inviato il 01 Febbraio 2017 ore 14:51

è un genere che offre secondo me molto e di cui forse si parla troppo poco

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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