| inviato il 06 Gennaio 2017 ore 18:59
Ottima notizia. O meglio la notizia è potenzialmente ottima, occorrerà vedere il prezzo di vendita |
| inviato il 06 Gennaio 2017 ore 20:16
Ottima notizia,penso che il prezzo sara' dai 17 ai 20 euro purtroppo, piu' lo sviluppo si arrivera' ai 22/25 euro.....per 36/37 scatti. Anche se rimpiango moltissimo il periodo argentico non so quanto venderanno. Anche se oggi le piccole nicchie funzionano. Personalmente ho un unico rimpianto per quanto riguarda la pellicola l'hasselblad (6x6) e l'hasselblad xpan, La visione diretta dell'inquadratura quadrata o panoramica non ha nulla a vedere del tagliare dopo in pp. Un saluto :-) Francesco |
| inviato il 06 Gennaio 2017 ore 21:12
Ciao silvano, se vai su Fotomatica la Tri-X 400 la trovi. Fotomatica è un negozio specializzato in prodotti B/N. |
| inviato il 06 Gennaio 2017 ore 21:22
Oppure una bellissima AGFA APX 25...!!! Favolosa ... anche e soprattutto nelle diapositive che se ne possono ottenere! |
| inviato il 06 Gennaio 2017 ore 21:31
Lo spiego in maniera breve ma sarebbe da scriverci dei trattati... Sia la Kodak Kodachrome che la Kodak Ektachrome sono pellicole diapositive a colori. La differenza sostanziale sta nel modo in cui i colori vengono ottenuti e nel modo in cui viene sviluppata. La Ektachrome è una normale pellicola diapositiva a colori che come tutte le pellicole diapositive a colori "moderne" si sviluppa nel processo Kodak E-6 (o cloni di questo, come il Fuji CR56 per le Velvia) che è il processo standard. La Kodachrome invece è una pellicola diapositiva molto più antica, fu introdotta nel 1932, mi pare. In pratica si trattava di una pellicola con vari strati di emulsione in bianco e nero (mi pare che siano tre) ognuno di questi strati è sensibile solo alla luce di un determinato colore. Questi tre strati di emulsione in bianco e nero sono sviluppati separatamente ognuno da un bagno diverso, con un processo che veniva effettuato solo da pochi laboratori selezionati in tutto il mondo (infatti nella confezione della pellicola si trovava già una busta con l'indirizzo ove spedire il rullino, tramite il negozio di fiducia). Il colore si trovava quindi nello sviluppo, non nell'emulsione, e veniva aggiunto durante il trattamento. La differenza principale è proprio questa, contrariamente a tutte le altre pellicole diapositive a colori, nel Kodachrome i copulanti di colore si trovano nello sviluppo, non nell'emulsione della pellicola. In termini di resa, si denota nel Kodachrome (specialmente nella versione 25 ASA/ISO) una maggiore saturazione, purezza e piacevolezza del colore oltre ad una nitidezza e finezza di grana sconosciuta alle altre diapositive (almeno fino all'avvento delle Fuji Velvia). Questo a parole, ma bisognerebbe vedere una bella serie di Kodachrome 25 per capire di cosa parliamo.. Sintetico e chiaro Razius ... e anche molto preciso! L'unica notizia che manca è la denominazione dello sviluppo delle pellicole Kodachrome ... K-14 che poi altro non era se non l'evoluzione del precedente K-12, e che rispetto a esso si mostrava più tollerante rispetto alle piccole variazioni di temperatura dello sviluppo che potevano portare a delle dominanti Magenta o Ciano a seconda della temperatura (più alta o più bassa) che lo stesso poteva avere nel momento del trattamento. |
| inviato il 06 Gennaio 2017 ore 21:33
FrancescoZani83 dixit: “ Però mi piacerebbe sapere da chi è esperto le differenze tra Ektachrome e Kodachorme. „ la Kodachrome e' in pratica un FOVEON analogico :-) |
| inviato il 06 Gennaio 2017 ore 21:39
La Ektachrome era una bella pellicola, più sensibile della kodachrome e dai colori più delicati, aveva molta ricchezza nei toni medi e in situazioni a basso contrasto ma sapeva essere vivace e convincente anche quando serviva una risposta decisa, senza sballare i colori, mantenendo anche poca grana. Un'ottima pellicola insomma. Non mi sorprende che riprendano la produzione di questa e non del kodachrome. La vera kodachrome a livello top era la 25, troppo poco sensibile, ma della 64 faceva meglio la Velvia senza bisogno di spedire da nessuna parte. |
user58495 | inviato il 06 Gennaio 2017 ore 21:42
Ottima notizia,Kodak! |
| inviato il 06 Gennaio 2017 ore 22:02
La Kodachrome mi sa che non la riproporranno a meno che non ripristinino anche i laboratori di sviluppo K14. in Europa c'era solo in Svizzera a Renens nei 10 anni che ho utilizzato Kodachrome mi hanno perso 2 bobine super8 e 3 rulli 135 25 ISO, soprattutto da quando per lo sviluppo spedivano negli USA. |
| inviato il 07 Gennaio 2017 ore 1:10
Seguo .. Quest'anno ho provato per la prima volta le dia, con le velvia50 .. Ed ho acquistato un proiettore Leitz pradovit .. Mi piacerebbe provare delle kodak |
| inviato il 07 Gennaio 2017 ore 1:54
Ho iniziato con Kodachrome 25 negli anni '70, poi sono passato al 64, coi tele lunghi e poco luminosi. Pellicole magnifiche, resa cromatica meno squillante della Velvia, ma contrasto e definizione elevati. Spettacolare in proiezione. Pellicola ideale, al tempo, per le foto di natura, usata da quasi tutti i fotografi naturalisti. A fine anni '80 la produssero anche in formato 120 (solo la 64), ho ancora delle dia 6x6 bellissime. Poi fecero anche la 200ISO, che con poca luce si impastava, ma con luce buona dava una grana visibile ma molto secca e nitida. Nei primi anni '80 la sviluppavano in parecchi centri sparsi in tutta Italia. Per un periodo anche a Palermo e, dato il volume di lavoro minore, tornava indietro in 2 settimane e più pulita e curata che altrove. Ma era il canto del cigno. Man mano cominciarono a diminuire i laboratori finchè ne rimase uno solo mi pare a Cinisello Balsamo, ma non lavoravano granchè bene, tempi lunghi, dia sporche, con molti residui solidi, etc. Veniva montata in telaietti di plastica, ottimi perchè sottilissimi quanto quelli vecchi di cartone, ormai dismessi da molti anni. A quel punto, si creò il canale svizzero, dove in molti la mandavamo volontariamente con un piccolo contributo (lo sviluppo era normalmente compreso nel prezzo d'acquisto). Infine, mentre negli USA era ancora disponibile, anche in 120, non la svilupparono più tranne che in Francia, dunque un rullino esposto a metà luglio, una volta lo rividi a fine settembre. Insostenibile. Nel frattempo cominciò ad affermarsi il Fuijchrome 50, e subito dopo nacque Velvia, che in certi posti sviluppavano in un'ora, ciò che causò la prematura scomparsa del Kodachrome, qui in Italia. La Ektachrome era invece la pellicola generica di Kodak, in varie sensibilità e in tutti i formati. Chi ci si abituava poi non la mollava più. Il suo trattamento E6 era il più diffuso (anche la Velvia si sviluppa nel medesimo) e aveva una diffusione enorme. Non l'ho usata quasi mai, solo per prova nelle sue infinite varianti, ogni volta più deludenti per chi cercava almeno una 100ISO decente, sensibilità che non è mai stata raggiunta a un livello di qualità paragonabile al Kodachrome 64 o alla Velvia 50. Se effettivamente tornerà in produzione, bisogna vedere se arriverà anche qui, infatti da noi arrivavano solo pochi tipi e in pochi formati, rispetto quanto in produzione in USA. Per me che amo fare un po' di pellicole l'anno e ho alcune macchine allo scopo, c'era sempre il timore che Fuji decidesse di chiudere la Velvia da un momento all'altro. Se Kodak addirittura rimette in produzione le Ektachrome è un'ottima notizia perchè certifica un rinnovato interesse per la pellicola. Senza nulla togliere al digitale e alle sue enormi potenzialità, è bello che rimanga la possibilità di potersi esprimere in tutti i modi possibili. |
| inviato il 07 Gennaio 2017 ore 2:22
Proprio stasera ho guardato un rullino di Velvia che avevo scattato all'inizio di quest'autunno, presso il giardino di Villa Melzi, a Bellagio. Avevo con me 2 Eos, una digitale, ed una analogica, quest'ultima l'ottima Eos3. Ovviamente ho potuto utilizzare gli stessi obiettivi. Devo dire che avere con me anche la digitale mi è stato di molto aiuto per azzeccare l'esposizione giusta... anche se l'esposimetro della eos3 è ottimo.. ( la diapositiva non perdona...) Quasi tutte perfette... colori stupendi, brillanti, alte luci brillanti ma non bruciate..insomma , un altro mondo...! Tempo fa avevo tentato di venderla.. per fortuna mi hanno offerto troppo poco.. e così l'ho tenuta. Senza nulla togliere al digitale.. Un solo appunto... non capisco come mai su una macchina di quel livello (seconda solo alla serie 1..) non abbiano previsto la regolazione diottrica dell'oculare... la mia vista non è più la stessa di quando la usavo normalmente.. ed ho trovato abbastanza fastidioso dovermi fidare ciecamente dell'autofocus....: |
| inviato il 07 Gennaio 2017 ore 7:51
“ Ottima notizia,penso che il prezzo sara' dai 17 ai 20 euro purtroppo, piu' lo sviluppo si arrivera' ai 22/25 euro.....per 36/37 scatti. Anche se rimpiango moltissimo il periodo argentico non so quanto venderanno. Anche se oggi le piccole nicchie funzionano. „ Eppure basterebbe metterle in vendita a prezzi decenti per rilanciare il mercato... Non dico assolutamente di regalarle, eh... ma anche un 6-7-8€ a rullino, secondo me ne venderebbero ben più del doppio di oggi, con un rullino che costa 18-20€ (a cui aggiungere lo sviluppo). A me piacerebbe tanto fare dia... e qualche rullino ogni tanto lo faccio, ma se costassero di meno, ne farei molte di più, e come me tanti, tanti altri. |
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