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@Ilcentaurorosso Quindi la mia constatazione era corretta. La tecnica infatti aggirerebbe il problema della prospettiva. Quindi in questo modo la tecnica con avanzamento può essere applicata con questi accorgimenti. Interessante. Non ci avevo pensato. Forse il problema lo si pone quando si ha il riscontro. Non scattando macro, non mi sono posto il problema, ma leggendo il topic, mi era sorto questo dubbio.
“ Si infatti infatti. Probabilmente trattandosi di microspostamenti su slitta, non saranno variazioni eccessive tanto da variare di molto il piano di ripresa quindi l'inquadratura. „
micro spostamenti dell'ordine del millimetro alla lunga cambiano anche la scala della immagine finale; non come nello spostamento del fuoco ( ipotesi 1) ma comunque c'è una variazione di scala se i passaggi sono molti; nell'ordine delle 15/20 foto e dipende anche dall'ingrandimento per cui non c'è una regola specifica nella mia esperienza; parliamo di 0,15/0,5mm circa di PdC da montare per avere qualche mm a fuoco pieno.
Nella mia esperienza la soluzione 2 è perfetta per la macro e hai anche più controllo (io sulla vite senza fine della slitta uso una brugola e la sposto con la punta del dito ruotandola il meno possibile e più la brugola è lunga più si è precisi).
la soluzione 1 è invece adatta ai soggetti grandi ( sill life) o ai paesaggi e il calo di qualità dipende anche dalla attrezzatura usata e dal manico. Se si usa Helicon focus remote è facile e divertente.
Bene. Grazie per avermi tolto la curiosità. Quando il campo di discussione non è il tuo, si rischia di fare constatazioni banali e forse stupide. Mi è andata bene
user46920
inviato il 04 Aprile 2015 ore 20:55
“ ...Quello che voglio dire è che un oggetto appena nascosto dietro ad un altro nel primo scatto, all'avanzare della fotocamera potrebbe, in scatti successivi, iniziare a comprendere anche l'oggetto nascosto... „
... in effetti, con entrambi i modi (1 e 2) si produce l'effetto che dici, mentre con un'ottica IF (fuoco interno) si dovrebbe escludere perché il centro ottico rimane invariato (medesima prospettiva), ma cambia comunque l'angolo di ripresa (tipo modo 1) ... la soluzione potrebbe essere quella di muovere solo il sensore.
Il ragionamento non fa una piega ma parliamo di variazioni minime. L'effetto di parallasse semmai si verifica solo agli estremi e si vede se hai in quella posizione oggetti molto vicini.
E' lo stesso identico difetto delle foto con decentrabili. Spostare fisicamente la lente produce dei problemi agli estremi della inquadratura. Nella fotografia decentratile si risolve montando un collare che tiene la lente e si posta solo la camera ma in macro direi che non è grave; almeno per quello che ho visto io.
Un problema analogo si ha quando due oggetti sono sovrapposti ma uno è molto dietro l'altro ( ad esempi delle zampe) . La ricostruzione dell'area prossima alla sovrapposizione è difficile da ottenere pulita e se è fatta male si vede subito; in questo caso si risolve facendo più foto in quel passaggio.
Sarebbe bell avere una slitta micrometrica motorizzata collegata a helicon remote...
“ per ragioni di prospettiva si debba procedere scattando prima con fuoco sugli oggetti lontani per poi via via passare a quelli più vicini „
Faccio esattamente l'opposto e mai avuto problemi, quelli si hanno invece se si salta avanti e indietro con i piani
“ Un problema analogo si ha quando due oggetti sono sovrapposti ma uno è molto dietro l'altro ( ad esempi delle zampe) . La ricostruzione dell'area prossima alla sovrapposizione è difficile da ottenere pulita e se è fatta male si vede subito; in questo caso si risolve facendo più foto in quel passaggio. „
Io normalmente faccio uno stack per le varie parti (es. antenne-capo) e poi li rifondo e correggo le sovrapposizioni agendo sui sorgenti, funziona molto bene come metodo
user46920
inviato il 04 Aprile 2015 ore 21:53
“ Spostare fisicamente il sensore produce dei problemi agli estremi della inquadratura. „
... in effetti, dell'immagine finale anderebbe ritagliata (crop) quella parte che "non esiste" (che non sovrappone niente o poco) ... forse è per quello che qualcuno "comincia dal fondo" (riprendendo i piani più lontani), ma appunto essendo poca cosa (pochi mm), anche Nicola non riscontra grossi problemi.
“ Io normalmente faccio uno stack per le varie parti (es. antenne-capo) e poi li rifondo e correggo le sovrapposizioni agendo sui sorgenti, funziona molto bene come metodo „
“ Io normalmente faccio uno stack per le varie parti (es. antenne-capo) e poi li rifondo e correggo le sovrapposizioni agendo sui sorgenti, funziona molto bene come metodo „
+1
“ per ragioni di prospettiva si debba procedere scattando prima con fuoco sugli oggetti lontani per poi via via passare a quelli più vicini „
..A me sembra uno standard comunque e anch'io faccio il contrario . Va detto che nello stacking prima si fa ( quando è possibile) una prova min+max degli estremi e poi si parte; serve a capire quale sarà il ritaglio della inquadratura finale altrimenti si va a caso.
A parte questa logica accortezza non vedo differenze perché anche in helicon focus puoi decidere l'ordine della giunzione a prescindere da come hai fatto le foto. Se non dico proprio una fesseria la vedo come in matematica, godiamo della proprietà commutativa dell'addizione :)
Ciao a tutti, torno dopo tanto tempo a riprendere questo discorso perché solo attualmente sta aumentato il mio interesse nel campo specifico. Molto interessanti i punti di vista di Michelangelo. Ho provato ad eseguire i 2 sistemi di scatto descritti da Altaluce, usando una scala millimetrica Manfrotto. I risultati sono buoni in entrambi i casi ma solo se il soggetto è relativamente vicino e non comporta una serie elevata di scatti, diversamente si sposta nel fotogramma rendendo difficoltosa o vana l'operazione di allineamento automatico con PS. 1) slitta millimetrica non perfettamente allineata ? 2) e se anche così fosse, perché anche semplicemente focheggiando manualmente ho lo stesso problema cioè del soggetto che esce dal fotogramma man mano che cerco di mettere tutto a fuoco?
Intervengo anch'io su quest'argomento, iniziato molto tempo fa, ma vedo ancora pieno di interrogativi. Prima però suggerisco di andarvi a vedere il seguente video su YouTube:
L'autore, Michael Erlewine, fa una bella disamina sulla pupilla d'entrata e su quella d'uscita di un obiettivo, che offre sufficienti spunti di meditazione sugli effetti della messa a fuoco di un'ottica e di conseguenza sulla tecnica di focus stacking. In seguito elenca le tecniche di ripresa che, secondo lui, sono tre e non due come si è considerato anche in questo thread. Esse sarebbero (in ordine di preferenza, secondo M.E.): 1) Messa a fuoco (usando il soffietto) tenendo fissa la standarta anteriore del soffietto e muovendo solo quella posteriore. Ma in questo modo non si cambia il rapporto di ingrandimento? 2) Messa a fuoco usando l'elicoide dell'obiettivo (su manual, ovviamente). Di qui la necessità di scegliere ottiche con un elicoide con corsa molto estesa. 3) Messa a fuoco sul punto più lontano (o più vicino? Secondo la mia modesta esperienza, fa poca o nessuna differenza) e poi avanzando il complessivo fotocamera-soffietto-obiettivo tramite una slitta macro. E' il metodo che ho usato io con risultati soddisfacenti e francamente non ho capito perché sia solo terzo come "best choice". Sono anch'io in fase di apprendimento delle tecniche di FS, mentre invece mi sono fatto una certa esperienza sull'hardware, cioè sulle slitte macro e affini. Se l'argomento vi interessa, vi suggerisco di andare a vedere i thread più recenti relativi alle slitte macro (rif. "accessori per il focus stacking") qui su Juza.
Salve, non ho capito la tecnica del Focus Stacking. Pongo l'obiettivo ortogonalmente al soggetto e metto a fuoco... (che punto?) Poi allontano la fotocamera e metto a fuoco un punto più vicino all'obiettivo ... Così proseguendo sino all'ultimo prte del soffetto più prospicente l'obiettivo. Se ho capito bene, qusta potrebbe essere efficache con un soggetto con una certa profondità (un fiore a calice), ma con un goggetto che fondamentalmente si presenta piatto (che so una moneta)? Poi arretrando sempre più il soggetto si rifuce di dimensioni sulla foto, o sbaglio? e il software come compone poi gli scatti con soggetti di dimensioni diverse? Per lavoro dovrei fotografare aree piccole, superfici di frattura, difetti su materiali, etc, cosa mi consigliate (attrezzature, luce, esposizione, sensibilità, focale ...) per ottenere foto corrette? Grazie.
@Davide_1914 In realtà hai sbagliato proprio l'inizio. La fotocamera resta fissa e quello che cambia è il tuo piano di messa a fuoco. Su un soggetto, come una moneta, considerando uno scatto macro, metti a fuoco sul bordo frontale della moneta. Poi senza spostare la fotocamera, sposti la maf leggermente dopo fino ad arrivare all'ultimo scatto che è il retro della moneta. Te l'ho spiegato "terra terra", senza entrare nelo specifico. Ma l'errore iniziale è quello di spostare la fotocamera mentre deve restare fissa e cambiare solo il piano di Maf. Questo video ti può chiarire le idee.
Ripeto quanto già consigliato in precedenza: se si mastica l'inglese (ci sono i sottotitoli, se l'audio fosse poco comprensibile), vale la pena di vedere il video di Michael Erlewine su Youtube. Indipendentemente dall'efficacia dei vari modi di eseguire il focus stacking, per iniziare è forse meglio usare quello del fuoco fisso spostando la macchina con la slitta micrometrica. Per foto macro di oggetti di due-tre cm sono sufficienti avanzamenti di mezzo millimetro.
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