| inviato il 23 Novembre 2016 ore 20:42
Grazie Alessandro lo leggerò con calma questa sera |
| inviato il 24 Novembre 2016 ore 7:24
Se non sbaglio, salgado stampa l'immagine negativa su acetato di dimensioni generose e poi stampa ad ingranditore (o chi per lui...) |
user90373 | inviato il 24 Novembre 2016 ore 9:28
Non capisco perchè ci si debba complicar la vita per far si che il digitale assomigli all'analogico e l'analogico al digitale, anche nel caso si ottengano i risultati voluti sono e restano due mondi paralleli, uno non è migliore dell'altro, sono semplicemente diversi. A casa mia coesistono tranquillamente e se dovessi "ibridarli" cercherei di dar vita a qualcosa di alternativo all'imitazione di uno dei due. Un saluto. |
| inviato il 24 Novembre 2016 ore 9:44
Si io questo processo della analogicazione dei file digitali lo vedo più sensato nelle rioroduzioni artistiche tipo platino palladio o gomma bicromata. |
| inviato il 24 Novembre 2016 ore 13:55
Uau quanti consigli strautili!...Comunque per i molti che si son mostrati scettici riguardo alla necessità di emulare il b/w analogico: Io penso che solo Salgado, tra i fotografi di oggi, può essere annoverato tra i grandi del bw nella storia della fotografia e come molti hanno detto lui stesso "converte" (a dirla breve) digitale in analogico....questo vorrà dir qualcosa! In più io non ho un genio assoluto e mi tocca imparare dai grandi del passato...ergo, avendo IL NEGATIVO dell'egregio signor AnselAdams in mio possesso approfitto ad imparare bene cosa vuol dire fotografare bw in analogico dai grandi, per poi passare al bw digitale! Che come ha detto qualcuno prima è ben diverso, e aggiungo che necessita una solidissima base a livello tecnico. (Fine dell'inciso) |
| inviato il 24 Novembre 2016 ore 15:44
Consiglio anche la lettura de "la stampa" . Dall'esposizione del negativo al lavaggio della stampa è tutta una catena unica, della quale è necessario conoscere ogni anello |
| inviato il 28 Novembre 2016 ore 15:55
@Ik1lbo Ritorno su questa discussione sul B&N analogico fatto in digitale. Come dicevo sopra, Salgado ha lavorato a pellicola e digitale (in digitale, Canon, soprattutto Canon 1DX MKIII) e poi si fa stampare le foto in modo tradizionale, chimico. Salgado, forse come qualcuno saprà, lasciò il Brasile da giovane, e si stabilì a Parigi, con studi di economia, poi sempre a Parigi ci trovò moglie, una conterranea, mi pare, che amava la fotografia. Prese la passione della fotografia della moglie, lasciò di fare l'Economista e si dette alla fotografia, sempre a Parigi, facendo di tutto, street, matrimoni, etc, per campare. Poi prese a fare il free lance in zone "calde" del pianeta, ed ha fotografato, in due parole, le basi, i valori fondamenti dell'Uomo e del Pianeta, la grandezza di Salgado è la sintesi. Ma per la formazione fotografica, Salgado è Francese come la Torre Eiffel, dalle sue fotografie si vede benissimo. E si è sempre appoggiato e si appoggia in Francia per la parte tecnica, sviluppo (quando usava la pellicola) e la stampa, in pellicola e digitale. Le stampe in B&N delle mostre di Salgado sono di ottima qualità, da sempre. Ho fatto un po' di indagini in giro: lo stampatore di Salgado ( "Works", il servizio sugli Innuits, "Genesi", etc,) è il ben noto (a chi stampa!) Dominique Granier, che, alleluia!, ha un sito: www.dominique-granier.book.fr/ Se hai necessità, senti lui, che ha fatto quel lavoro di conversione per Salgado, è a Drancy, tra l'altro è ad un tiro di schioppo da l'aeroporto Charles De Gaulle ed in mezza giornata e ben pochi euro ci arrivi, ci sono decine di voli al giorno da tutta Italia. |
| inviato il 28 Novembre 2016 ore 18:55
GRAZIEEER MILLE ALESSANDRO |
| inviato il 28 Novembre 2016 ore 20:58
Da tempo sono giunto alla conclusione che se si ha necessità di stampare è di gran lunga più conveniente riprendere direttamente in digitale ... e possibilmente senza cercare di scimmiottare l'effetto pellicola ! Perché davvero ... se si vuole l'effetto pellicola si fotografa direttamente in pellicola ... altrimenti è decisamente meglio lasciar perdere perché si rischia fortemente di scadere nel ridicolo. Se invece sei proprio deciso a voler provare l'ebbrezza della fotografia chimica allora comincia a fotografare in diapositiva e poi proietta ... è l'unico modo che hai per assaporare fino in fondo la bellezza della fotografia chimica! |
| inviato il 29 Novembre 2016 ore 7:05
Salgado ha cominciato, decenni fa, a fotografare a pellicola, e quando è sopraggiunto il digitale, non è passato al digitale immediatamente, poi, ma molto di recente, è passato a Canon. Ma la stampa le vuole fatte nel modo tradizionale, carta e sviluppi chimici: lui non emula nulla, semplicemente stampa come si è sempre stampato in B&N con la pellicola. Dal RAW, il grafico gli fa il fotoritocco, e poi gli proietta l'immagine su un pellicola Hilford Delta da 10 cm X 12 cm e questa poi viene sviluppata e stampata la stampa normalmente su carta chimica, gli fa tutto Granier. Chiaramente, dopo che lui di persona ha selezionato gli scatti da stampare, Salgado passa giornate dallo stampatore per dirgli come vanno stampate quelle immagini, le linee guida di stampa le fornisce il fotografo. Non vanno mai fatte emulazioni, di nulla, perché vengono sempre male. La stampa in digitale è semplicemente diversa da quella chimica, ed a me, piace di più quella in digitale che quella chimica, il colore è diverso, a me piacciono le stampe molto fredde, ed il digitale a me piace di più. Molta gente è più condizionata di me, più tradizionalista, e preferisce ancor oggi la stampa chimica, ma è solo questione di gusti. Con il passaggio da digitale a film, la stampa chimica che Granier fa su carta, è sicuramente assai più equilibrata della stampa chimica tradizionale direttamente da pellicola, perché fai il fotoritocco digitale ad una immagine che poi viene stampata in chimica, e con un negativo di 10X12 cm ci stampi grande quanto vuoi. Ed infatti le stampe di "Genesi", la grandissima maggioranza, è roba ottima, quelle degli Innuit in Siberia e quelle dei pinguni al vulcano sono favolose, ma nessuno è senza peccato ed anche in "Genesi" ci sono 3 o 4 stampe a parer mio da correggere. per prima quella dei pinguini che saltano in acqua dal pack, scattata da una barca. |
| inviato il 29 Novembre 2016 ore 9:25
Ciao Nigresson, Mi riporto direttamente all'inizio del Topic. Non ho capito se il tuo problema é di sfruttare la tua macchina analogica a poche spese e senza disporre di camera oscura (tank e spirali di sviluppo, ingranditore, prodotti chimici, carta da stampa di diverse gradazioni, ecc... o di proiettore di diapositive)...o di emulare l'effetto del film analogico con procedimenti digitali come lo dice il titolo. Nel primo caso ti consiglio il metodo qui descritto : www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=2017452&show=last#9966835 che inoltre ti permette di salvare i tuoi vecchi negativi e diapositive che cominciano a deteriorarsi con gli anni. Nel secondo caso, esistono numerosi software per emulare diversi tipi di film a partire da un file digitale : DxO FilmPack, AlienSkin Esposure, Nik collection, ecc...quest'ultima ha il vantaggio di essere gratuita su Google. Voilà, sono solo consigli tecnici, ecco tutto...non mi permetto di giudicare le tue motivazioni. |
| inviato il 29 Novembre 2016 ore 11:40
Grazie Leo comunque era più il primo caso |
| inviato il 29 Novembre 2016 ore 14:24
Dal RAW, il grafico gli fa il fotoritocco, e poi gli proietta l'immagine su un pellicola Hilford Delta da 10 cm X 12 cm e questa poi viene sviluppata e stampata la stampa normalmente su carta chimica, gli fa tutto Granier. E tu credi che la proiezione di un file RAW, ottenuto peraltro da un formato Leica (che al massimo quindi può disporre di una risoluzione pari a 50 milioni di pixels e che comunque perde parecchio già in fase di proiezione*) su una pellicola piana equivalga a stampare un originale Bianco&Nero? ... casomai un originale a sua volta ripreso con la stessa pellicola piana 4x5"? dai Alessandro su ... non scherziamo! *) a meno che tu non ritenga davvero che basti proiettare un file RAW su una lastra 4x5" per far si che il file originale (sempre e comunque in formato Leica) possa automaticamente acquisire tutta la qualità intrinseca, e propria, di una lastra di dieci cm per docici ... |
user90373 | inviato il 29 Novembre 2016 ore 14:55
@ ik1lbo Visti e considerati i prezzi del passaggio digitale>analogico penso proprio che il gioco non valga la candela, a meno di forti sponsorizzazioni da parte delle ditte che producono le strumentazioni atte allo scopo. Se sei disposto ad andare a Parigi, forse ti converrebbe prima venire in Veneto in provincia di Treviso a provare l'ebrezza della stampa analogica nel piccolo mondo antico che ho in casa. Un saluto. |
| inviato il 29 Novembre 2016 ore 15:29
Ettore non credo di avere intenzione di fare passaggio sviluppo da digitale ad analogico ma ero incuriosito sulla questione tecnica di come poter fare anche perché comunque purtroppo non ho mai fatto una foto in vita mia con la pellicola :fase: se passo dalle tue parti accetto l'invito saluti Massimo |
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