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Documentare, manipolare, interpretare o impressionare?


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avatarsenior
inviato il 26 Agosto 2016 ore 23:21

Confermo che il libro della Sontag é un'ottima lettura. Oltremodo alla domanda che poni fornisce una profonda analisi.
Libro
Un saluto.

user21790
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inviato il 27 Agosto 2016 ore 10:28

Intanto un ringraziamento a chi ha continuato a scrivere le proprie opinioni..
E' dunque stabilito che la risposta ad un fabbisogno di stimoli sempre maggiori porta ad una decrescita degli standard qualitativi e di pensiero dell'immagine.. (Un po come per l'abitazione dal dopoguerra al '90)
Forse lo ha solo cambiato, dopotutto l'uomo si adatta Confuso
Sul fare la foto del secolo temo sia un prurito che ormai forse pochissimi riusciranno a levarsi.

Accontentarsi penso sia impossibile (per me, come per molti che "spio" qui) Ma quando il consenso di massa porta all'iterazione di un dato standard allora si cade nella trappola dell'omologazione seppur involontaria?
Lo studio del passato ci spinge ad un concetto di "bellezza" o racconto ormai anacronistico, ammantato di freschezza e purezza? mentre la tecnologia smart pone le basi per una nuova forma di racconto ormai consolidata del prendi, mangia, scappa e dillo a tutti?
Siamo così integralisti nel pensare che la tecnologia ci salverà? Ce chi spera di essere ricordato il più a lungo possibile e chi gli basta stare sempre in mezzo alle scatole per affermare la propria presenza..

Continuo a fare domande lo so.. Ma tra un po finirò i giorni di malattia e finalmente me ne tornerò al lavoroMrGreenMrGreenMrGreen

user21790
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inviato il 27 Agosto 2016 ore 10:32

racconto ormai anacronistico

Basti pensare che fino a 30'anni fa la gente adulta si riconosce va perchè smetteva i vestiti da "bambino"
Alcune foto degli anni '50 '60 potevano raccontare diversi strati della società anche ritraendo diversi modi e tempi del vivere.. non so se condividete..

avatarsenior
inviato il 27 Agosto 2016 ore 12:07

Ci sono diverse discussioni sul forum su questo tema o su temi affini.
Provo a girare la questione in una prospettiva più provocatoria.

Le nostre fotografie (ma non solo) sono uno specchio del nostro mondo interiore. Buttiamo fuori quello che abbiamo dentro, ne più ne meno.

Se ci sono troppe foto "tutte uguali", cioè che cercano di emulare un determinato canone estetico oggi prevalente (nel "paesaggio" ciò è molto evidente), significa che abbiamo un gran bisogno del giudizio positivo degli altri, di sentirci "dentro" e non "fuori" il circolo ristretto di quelli considerati "bravi".
Significa che il nostro sforzo è orientato a gratificarci nell'omologazione e non invece orientato all'ascolto della nostra personale "voce" profonda che forse (forse!) produrrebbe una fotografia diversa.
Dico "forse" perché certamente siamo tutti bravi cittadini ma non è detto che per forza io in particolare debba essere capace di esprimermi attraverso la fotografia (non parlo di tecnica, che si impara con facilità). Se non sono capace di rappresentare l'originalità del mio mondo interiore, perché non mi sono mai sforzato di farlo, allora mi rifugio nell'imitazione di un genere.

La condivisione sul web non fa che amplificare questa tendenza, rafforzando il desiderio di far parte del "circolo", anziché comprendere che un medium espressivo come la fotografia dovrebbe essere prima di tutto un potente mezzo di sviluppo personale, che ci tiene in contatto con il nostro io profondo.

Alè. Attendo i lanci di pietre...!





avatarsupporter
inviato il 27 Agosto 2016 ore 12:21

Beh no.... le pietre no! Semplicemente esistono tante motivazioni. Per esempio io faccio caccia fotografica. Anziche' uccidere scatto una foto. Sono motivato a fare tanti clik per saziare la mia avidita' di possesso della bellezza naturale, il bisogno di conoscere la grande biodiversita'. Fotografie originali e poco fotocopiabili da altri fotografi perche' richiedono conoscenze approfondite dell'ambiente e della biologia degli uccelli che fotografo.

user21790
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inviato il 27 Agosto 2016 ore 12:54

@Ale Z
Hai centrato un aspetto fondamentale a mio avviso e penso sia doveroso riconoscerlo.
Nessuna pietra anzi, non penso che tu ti stia rivolgendo a qualcuno in particolare, ma in senso lato.

Lo scopo per me, nella discussione è raccogliere opinioni e
il nostro sforzo è orientato a gratificarci nell'omologazione e non invece orientato all'ascolto della nostra personale "voce" profonda che forse (forse!) produrrebbe una fotografia diversa.
penso sia una risposta azzeccata!
Infatti, in molti nella ricerca non trovano approvazione perchè producono qualcosa di diverso.. Spesso poco chiaro e definito, zeppo di cosiddetti "errori" ma valido in qualità di riflessione che si può portare dietro, oppure la ricerca produce qualcosa che semplicemente, non va.. la tesi è sbagliata..
Dunque la motivazione è implicita nella testa di chi esegue, ma non sempre esplicita nella valutazione di chi guarda?
allora mi rifugio nell'imitazione di un genere.

Ma di base si parte da questo, se non sapessimo imitare gli altri, moriremmo prima del 3° anno di vita MrGreenMrGreen (Qui provoco io, ma sicuramente capisci a cosa alludo)

Ti dirò che a volte mi sento frustrato nel non ricevere consenso, specialmente se dietro ad un lavoro ci ho speso del tempo prezioso.. Ma mi consolo nel fatto che quei pochi riscontri che ottengo non sempre si limitano a "bello", anche perchè questo non avviene in social ma faccia a faccia con persone che si occupano di questo e che non hanno alcun tornaconto.. dato che NON è la mia professione, mi serve però nel migliorare anche nel resto, quindi devo capire..
Anche le critiche svolte in questa modalità sono pesanti e parecchie ma non risultano mai e poi mai offensive, perchè???
D'altro canto trovo che, per me, il solo fatto di avere la scusa per uscire con la macchina (a volte non scatto una sola foto per settimane) sia un qualcosa di "terapeutico"..

A volte si produce molto, magari male, con audacia, magari è m***a.. Ma sembra sia fisiologico, bisogna produrre immagini, piatti, parole.. Sembra sia irrefrenabile, al di la della conoscenza di noi stessi..
Qui mi sa che sto straparlando..
Non me ne abbiate ma per un po seguirò MrGreenMrGreenMrGreenMrGreen

user21790
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inviato il 27 Agosto 2016 ore 13:08

Sono motivato a fare tanti clik per saziare la mia avidita' di possesso della bellezza naturale, il bisogno di conoscere la grande biodiversita'

@Claudio
Questa è un'ottima motivazione, hai associato due delle più deprorevoli caratteristiche dell'uomo con una delle migliori, per sottolineare un atteggiamento per noi naturale e non dannoso se usato bene CoolCool

avatarsupporter
inviato il 27 Agosto 2016 ore 13:24

Io penso che la tecnologia e la velocità delle informazioni (e della conoscenza), in ogni ambito, abbiano moltiplicato a dismisura l'accesso a mezzi, tecniche e desideri che prima erano appannaggio di molte meno persone.
Per la fotografia questo aspetto è, a mio modesto avviso, macroscopico.
L'errore che spesso leggo è l'idea che si possa tutti diventare "fotografi" che poi è la stessa idea che tutti si possa diventare pittori, musicisti, ballerini ecc. Che sia chiaro, in teoria e in potenza è vero che tutti possiamo tutto ma nella realtà non è così. Semplicemente c'è chi ha talento, che è raro, e attraverso le proprie attitudine, attraverso la fotografia si esprimerà nei generi che gli saranno più congeniali (doc, reportage, naturalismo, architettura ecc.) e in definitiva deciderà (o forse si lascerà portare in modo istintivo) nel "Documentare, manipolare, interpretare o impressionare" che è poi il titolo del post.
Tutti il resto saranno appassionati con un grado di capacità, bravura, sensibilità che riempirà la grande "sfumatura" che passa da un eccellente artigiano ad un pessimo hobbista, sul piano in parte soggettivo della bellezza che, come è stato scritto, rientra anche nei canoni del conformismo o della cultura del tempo che si vive.
Poi c'è un piano completamente avulso da quanto sopra e a cui le capacità, il talento, i riscontri ecc. non toccano minimamente e riguarda ognuno di noi: le motivazioni che ci spingono a fotografare, ad utilizzare questo mezzo (la fotografia), questi mezzi (le macchine fotografiche) e il sentimento di condivisione o meno di quanto produciamo...c'è chi è soddisfatto di potersele gustare da/per se, chi di condividerle con la famiglia o amici, chi sente la necessità di condividerle a nicchie più ampie ma specifiche o al mondo intero.
Il contesto in cui avviene tutto ciò è chiaramente fondamentale, riguarda un "tempo", un "luogo" e caratteristiche peculiari di una società, delle relazioni che la compongono e della percezione diffusa e diversificata che si ha della realtà e che nei secoli muta come mutano le persone.
La necessità che l'uomo ha sempre avuto di comunicare (qualsiasi cosa) sta portando alla produzione di immagini in modo certamente spasmodico perché viviamo in una società delle immagini, basti pensare come la lettura sia sempre meno utilizzata e penso ad esempio a bambini e ragazzi. Questa necessitò di comunicare non è certo un male, anzi, forse testimonia che nonostante i tan ti cambiamenti l'uomo rimane sostanzialmente un animale sociale e "mostrare" così come "parlare" è comunicazione, l'una non-verbale e l'altra si, ma sempre di comunicazione si tratta.
La qualità di tutta questa produzione è chiaramente discutibile ma semplicemente perché non nasce realmente come bisogno o desiderio artistico/poetico/espressivo, criticarlo partendo da questo approccio è quindi sbagliato.
Chi invece vorrebbe fare questo e quindi partire da un desiderio di espressione arriverà coi propri mezzi (saperi e tecnica) laddove le sue capacità glielo permetteranno, le critiche quindi ci stanno ma non vedo perché spingersi oltre anche in questo caso. ben diverso è il rapporto con il talento, saperlo riconoscere, capire "come" si riconosce, se basta la "popolarità" o sia più importante la "cultura" (e qui si apre tutta la questione sulla "critica" come professione).
I miei due cent.

user21790
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inviato il 27 Agosto 2016 ore 13:35

Che dire, sei stato cristallino!
In pratica hai fatto uno schema eccellente della situazione, riflessioni così ce le facevano all'ISA nelle lezioni di laboratorio per farci ragionare su quale fosse la nostra strada.
Interessante vedere cosa salta fuori ;-)

avatarsupporter
inviato il 27 Agosto 2016 ore 13:39

Ciao @Matteo, grazie.
Per la cronaca lavoro all'ex ISA della mia città (ora Liceo artistico), nel dipartimento di grafica e audiovisivo multimediale.
Sarà mica deformazione professionale?MrGreen

user21790
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inviato il 27 Agosto 2016 ore 14:01

Ma dai!? Io l'ho finito 13 anni fa ormai!
Non so come sia ora, ma quella volta ci facevano sudare anche con sti pipponi!!MrGreen
Sei di ruolo?

Cmq di quelli che conosco in molti hanno continuato dopo gli studi e ora sono professionisti.. Non rinnego nulla di quegli anniMrGreen

avatarsenior
inviato il 28 Agosto 2016 ore 10:32

Ve l'ho già detto, a quanto vedo le basi teoriche le avete già (che poi generalmente servono sopratutto a giustificare l'azione creativa) allora uscite a fare fotoMrGreenMrGreen...putroppo in questo momento sono senza macchina, se no non sarei qui a raccontarvi cazzateMrGreen

PS mi sono accorto a posteriori che l'ultima frase puo essere fraintesa...preciso sono io che dico cazzate

avatarsenior
inviato il 28 Agosto 2016 ore 11:20

Sulle motivazioni che portano il fotografo ad utilizzare tutte le opportunità che il mezzo fotografico gli offre mi pare sia già stato scritto parecchio; compreso il fatto che un minimo di "interpretazione" è inevitabile proprio per le caratteristiche del procedimento.
Tornando al titolo e mettendolo in relazione al passaggio finale della fotografia, cioè il momento in cui la mostrerai al potenziale osservatore, direi che la cosa fondamentale è non cercare di ingannarlo a tutti i costi cercando di "impressionarlo" facendogli credere che la tua "interpretazione" sia una semplice "documentazione", mentre invece è frutto di una estrema "manipolazione"MrGreen
A parte la battuta, quello che voglio mettere in evidenza è il fatto che tutti questi scopi sono legittimi, purché manifesti.
Oggi invece, si fa un uso abnorme delle immagini, ma senza una vera cultura dell'immagine, per cui si mescolano "sacro e profano" senza cognizione di causa. La cosa è tanto più vera quando si affrontano generi fotografici particolari, cone reportage e naturalistica

user46920
avatar
inviato il 27 Dicembre 2017 ore 22:09

Perché usare la macchina fotografica?

avatarsenior
inviato il 28 Dicembre 2017 ore 0:18

e perché no?Sorriso...non guasta micaSorriso

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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