| inviato il 19 Agosto 2016 ore 10:34
Mi scuso con Paolo, ma non credevo fossimo fuori tema, cioè il fulcro è capire cosa si intende per "foto che accadono" e quindi volevo proprio mettere accento su differenza, cioè io penso a una foto come questa:
 la trovo un eempio molto calzante, fotografo è li, abbastanza vicino da essere "in contatto" con i soggetti, ma abbastanza lontano da non disturbare eventi, nella foto non c'è un vero attimo, solo lui era li e ha scattato, è come un fluire, come se tutto fosse gia li bastava solo immortalarlo, ma non c'è una vera azione che si sta compiendo. Secondo me è questo il senso |
| inviato il 19 Agosto 2016 ore 12:11
Se proprio dovessi cercare una spiegazione direi che le foto di Frank anche se rivoluzionarie per l'epoca sono ancora nella tradizione classica europea...H-C. Bresson, ecc..la foto sembra messa in scena qualcosa "accade"...Winogrand rompe tutti i canoni, a iniziato la via della foto americana prendendo la distanza con l'europa, a prima vista le sue foto sembrano banali (ha molti detrattori)...ma sono "accidentali" e non "evenemenziali", un po alla meniera dei film di A. Warhol che lasciava la cinepresa girare da sola su treppiedi nella strada...non lo so spiegare meglio...la migliore soluzione é di vedere le foto dei 2 e là si capisce subito Come dicevo sono i miei eroi preferiti, mi piacerebbe fare foto come Frank (in tutti i casi lo studio assiduamente) ma per la mia ricerca personale, oggi nel 2016, m'ispirerei più da Winogrand. |
| inviato il 19 Agosto 2016 ore 13:09
Guardando gli scatti di entrambi gli autori forse noto più somiglianze che differenze; ci sono scatti che sembrano attimi colti, in cui i soggetti sembrano non avvertire la presenza del fotografo e altri in cui i soggetti sono consapevoli e, di conseguenza, si perde quella naturalezza e quella sensazione di osservare senza essere osservati, il fotografo è dentro alla scena ma ininfluente su quanto sta accadendo. Riguardo alla foto che "accade" il concetto appare abbastanza ermetico, che si riferisse effettivamente a quanto ho descritto sopra? Cioè a una naturalezza dovuta alla capacità di essere "non presente" ? Il mistero rimane aperto. Ciao |
user33434 | inviato il 19 Agosto 2016 ore 14:11
Il contesto a cui fa riferimento Winogrand credo riguardi lo straniamento del fotografo dalla scena. Poco prima paragona Atget a Walker Evans in questi termini. Penso quindi intenda che le foto accadono perchè si ha l'impressione che il fotografo non stia applicando alcun filtro alle realtà che lo circondano. Ciò detto credo che il tutto sia più correttamente attribuibile al suo lavoro che a quello di R Frank, in cui la rottura formale e sostanziale dello specifico fotografico è meno evidente. |
| inviato il 19 Agosto 2016 ore 14:21
Nel citare le somiglianze tra i lavori di Winograd e quelli di Frank é già l'assoluta considerazione di Winogrand che ammette di essersi largamente ispirato a Frank. La sua immensa autenticità ha generato una naturale evoluzione (.... la chitarra elettrica...) e che evoluzione. La rottura formale che cita Mauro quì sopra fa parte di questa evoluzione e rende grandi i lavori di Winogrand. Devo però riprendere un po le redini della discussione che vorrei si concentrasse sul concetto espresso da Winogrand nel suo caso. Non si tratta di valutare le differenze tra autori ma di individuare quando é il caso di definire una foto "che accade". Labirint ha espresso bene il suo pensiero: “ ... il fotografo è li, abbastanza vicino da essere "in contatto" con i soggetti, ma abbastanza lontano da non disturbare eventi, nella foto non c'è un vero attimo, solo lui era li... „ Si tratta quindi dell'atteggiamento del fotografo e del suo rapporto personale con la realtà? O é verso chi guarda la foto che dobbiamo rivolgere la nostra indagine...? Ho già espresso un mio primordiale concetto in merito, proprio rivolto al fruitore della foto. L'idea secondo la quale la foto "accade" tutte le volte che la guardiamo. Come se l'attimo perdurasse nel tempo.. Per togliere un po di baricentro da Winogrand e Frank e posizionare la discussione più sul concetto vi indico un paio di scatti visti nel forum che a mio parere "accadono" così per come me ne sono fatto un'idea.

 Evidenzio che é un piacere leggervi e vi ringrazio della partecipazione. Un saluto. |
| inviato il 19 Agosto 2016 ore 14:36
Per me nessuna delle due rispecchia l'accadono di Winogrand, i suoi erano scatti di vita di strada rubati e congelati. |
user33434 | inviato il 19 Agosto 2016 ore 14:47
Paolo, credo che la prima che hai postato rientri nella categoria cui fa riferimento Winogrand. La foto è lì e sta succedendo, il fotografo la porta a casa ma non la "fa", è un accadimento ineluttabile. Questo si collega ad un discorso sull'improvvisazione che ultimamente mi fa riflettere. La capacità operativa che il fotografo ha con il suo mezzo e la contemporanea messa in atto di alcune scelte stilistiche che più che ad un ragionamento rispondono ad un'azione inconscia, influenzata dagli aspetti della nostra coscienza più radicati e consolidati. |
| inviato il 19 Agosto 2016 ore 15:04
“ Per me nessuna delle due rispecchia l'accadono di Winogrand, i suoi erano scatti di vita di strada rubati e congelati. „ Concordo, in particolare la seconda, ha più il sapore di uno scatto preparato. Credo che il concetto espresso da Mauro sia quello che più si avvicina a quanto volevo esprimere anch'io, una sorta di astrazione dalla scena, esserci senza interferire su quanto sta accadendo. |
| inviato il 19 Agosto 2016 ore 16:28
“ La foto è lì e sta succedendo, il fotografo la porta a casa ma non la "fa", è un accadimento ineluttabile „ Un bel contributo quello di Mauro. Allora le foto accadono anche quando nessuno é li che scatta e la capacità e la bravura di un fotografo sta nel registrarle. Vado oltre é mi pongo dalla parte di chi guarda la foto... La prima immagine postata, quella delle bambine, non vi pare che stia ancora accadendo? Anche la foto postata da Labirint... Sembra un fatto in corso del quale si attende lo sviluppo.. Forse, prendetemi con le molle, una foto accade e viene registrata per continuare ad accadere... Sarà questo il senso da attribuire? |
| inviato il 20 Agosto 2016 ore 0:33
“ La foto è lì e sta succedendo, il fotografo la porta a casa ma non la "fa", è un accadimento ineluttabile. „ errore secondo me, l'accadimento" non esisterebbe senza la foto che lo fissa e lo isola dal flusso temporale |
| inviato il 20 Agosto 2016 ore 2:08
Ovviamente non parlando di nature morte o still life in studio e situazioni similari, foto che ritraggono un accadimento per la proprietà transitiva sono foto che accadono. Nulla d più semplice “ il fotografo la porta a casa ma non la "fa"è un accadimento ineluttabile „ Già, infatti se qualcuno ti chiedesse ad una collettiva chi ha scattato una data foto indicandola, nel caso tu sia l'autore, non puoi rispodere che l'hai fatta tu. O se preferisci potresti rispondere che hai scattato tu e l'hai portata a casa, ma in realtà non l'hai fatta. |
user33434 | inviato il 20 Agosto 2016 ore 3:07
Paolo forse è come dici tu e il fatto che noi facciamo rivivere un momento osservandolo è in parte vero. Le foto permettono ad un istante di perpetuarsi all'infinito tramite gli occhi degli osservatori. Lo trovo un pensiero confortante Leo è interessante, una sorta di principio antropico esteso dalla coscienza alla fotografia. Remember, dipende se la foto indicata la trovo brutta scarico la responsabilità, in caso contrario ammetto di averla fatta io . Scherzi a parte è quello che Winogrand dice nel video paragonando il suo scatto a quello di Frank. L'ho trovata una distinzione filosoficamente intrigante. |
| inviato il 20 Agosto 2016 ore 8:51
“ errore secondo me, l'accadimento" non esisterebbe senza la foto che lo fissa e lo isola dal flusso temporale „ L'accadimento trascende la fotografia, quest'ultima ne tramanda una piccola parte. Non va dimenticato che R. Frank rivoluziono' il modo di fotografare. I suoi non erano scatti singoli ma in seguenza dando quindi al lettore l'impressione di far parte degli accadimenti. Inoltre come già sottolineato da Labirint, Frank difficilmente socializzare con i suoi soggetti, documentava spezzati di vita reale dalla cui sequenzialita' trasparivano le contraddizioni della società americana del tempo. L'accadono di di Win... penso si riferisca a ciò. |
user14286 | inviato il 20 Agosto 2016 ore 10:24
“ Ovviamente non parlando di nature morte o still life in studio e situazioni similari, foto che ritraggono un accadimento per la proprietà transitiva sono foto che accadono. Nulla d più semplice „ Ragionamento ineccepibile. Infatti, secondo me si cerca di attribuire forzatamente a queste parole, magari proferite soltanto per riempire l'intervista con un uscita che apparisse splendida, un senso che con tutta probabilità non hanno, un pò come le interviste a certe star dello spettacolo o dello sport, che "fraseggiano fraseggiando" senza un reale costrutto (vedi le interviste possibili del mitico Trapattoni, per fare un esempio...). Infatti che la foto accade è del tutto ovvio, esattamente come la ruota che ruota. |
| inviato il 20 Agosto 2016 ore 10:47
“ L'accadimento trascende la fotografia, quest'ultima ne tramanda una piccola parte. „ e come sarebbe possibile?...una cosa "accade" se se ne hanno delle tracce...sappiamo che l'estinzione dei dinosauri é avvenuta perché abbiamo trovato gli scheletri fossilizzati....senza testimonianza non "accade" nulla...é il niente...a meno di credere a'omniscienza divina |
Che cosa ne pensi di questo argomento?Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!
Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 253000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista. |

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |