| inviato il 03 Giugno 2016 ore 17:31
Bellissimo tema, Ironluke. E splendida fotografia da tutti i contributi. Diane Arbus:
 Mi colpiscono: La qualità dello sguardo La posa del capo La consapevolezza che la fotografa rivolge su se stessa Il nudo L'imminente maternità L'oggettività nel rappresentare qualcosa che è unico, ossia la personale sfera umana e femminile racchiusa in lei. Questo autoritratto assume un po' il valore di una profezia, un manifesto del ruolo che la donna avrebbe rivendicato e assunto di lì ad alcuni anni. |
user30556 | inviato il 03 Giugno 2016 ore 17:56
Salgado.... Come le formiche. Per questo mi risulta difficile schiacciarle(gli chiedo scusa, ma che se la sono proprio voluta ), pure quando mi salgono sul letto. |
| inviato il 03 Giugno 2016 ore 18:43
“ Salgado. Foto magnifica nel suo essere testimonianza di una tragedia sociale „ È una fotografia straordinaria, ma anche del tutto fuori tema. |
user30556 | inviato il 03 Giugno 2016 ore 18:50
Vero. Si parlava di ritratti . Non ci avevo fatto caso. Sara' la seconda bottiglia di freixenet brut Scusami l'OT |
| inviato il 03 Giugno 2016 ore 19:33
 Sandro Becchetti: Pier Paolo Pasolini (1971) |
| inviato il 04 Giugno 2016 ore 8:36
Post veramente interessante, grazie! |
| inviato il 04 Giugno 2016 ore 12:03
Richard Avedon, Brigitte Bardot , Parigi, 1959
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| inviato il 06 Giugno 2016 ore 1:16
David Bailey, Michael Caine , 1965
 “With my pictures I'm just trying to tell the story. Boom. Immediately. Without any window dressing, no palm trees. I don't like palm trees. The photographer that's closest to me, I think, is a French photographer. I guess it's 1860s. Nadar, the French photographer. And when I look at his pictures, I see my own pictures. He knew what I know… or I know what he knew. Whatever. When I photograph people, directly they come through the door, I'm already photographing them. You watch the way they move and their personality. And which side of their face they prefer and all sorts of things. What kind of mood they're in. And it's like a Zen thing. I mean, if they're in a bad mood, then you encourage the bad mood, 'cos then you get something from the picture. And if they're in a good mood, you encourage the good mood. That's why I like my pictures, 'cos you can't really copy what I do, because I don't do anything. I just do it with dialogue, talking to people. I'm not looking for anything, I'm looking for that person. I'm looking for what they have, I'm not looking… I know what I have, you know, I know my limitations, but I want to get these people to make them look like they have no limitations. So, I mean, it's from them, really. It's like being a vampire, you know, I want to capture their personality. Yeah, a style is really dangerous because, when you try to avoid it, it's like being political. When somebody says they're not political, I mean, the fact they say they're not political, they're already political. So when I say I have no… I don't have any style, I do but I don't want it. I don't want the style. My style is nothing. It's kind of my way of making everything minimal - it sounds really pretentious! Making everything minimal. And just concentrating on the person and getting rid of everything else. It's just the person I want - that's the only thing I want - I don't want anything else. I don't want their hands, I don't want them doing silly things that look like they're on the back of a book. So it makes it harder for me 'cos I just want… I want very sophisticated passport pictures really ? which are quite hard to do!” “Con le mie fotografie cerco semplicemente di raccontare la storia. Bum. Con immediatezza. Senza allestire vetrine, niente palme. Non mi piacciono le palme. Il fotografo che è più simile a me, credo, è un fotografo francese. Degli anni '60 dell'Ottocento, mi sembra. Nadar, il fotografo francese. Quando guardo le sue foto, vedo le mie foto. Lui sapeva quel che io so… o io so quel che lui sapeva, come ti pare. Quando fotografo le persone, non appena varcano la porta le sto già fotografando. Osservi il loro modo di muoversi e la loro personalità. Quale lato del viso preferiscono e cose del genere. Di che umore sono. È come una cosa Zen. Voglio dire, se sono di cattivo umore, allora stimoli il cattivo umore, perché poi la foto racconta qualcosa. E se sono di buon umore, stimoli il buon umore. Ecco perché mi piacciono le mie fotografie, perché non si può proprio copiare ciò che faccio, perché non faccio niente. Faccio tutto semplicemente con il dialogo, parlando con le persone. Non cerco niente, cerco quella persona. Cerco quello che hanno, non cerco… So quello che ho, sai, conosco i miei limiti, ma voglio fare in modo che queste persone si mostrino come se non avessero limiti. Quindi, voglio dire, in realtà viene tutto da loro. È come essere un vampiro, sai, voglio catturare la loro personalità. Sì, lo stile è davvero pericoloso, perché, quando cerchi di evitarlo, è come fare politica. Voglio dire, quando qualcuno dice di non fare politica, con il fatto che dicono di non fare politica, già fanno politica. Così quando dico che non ho nessuno stile, ce l'ho, ma non lo voglio. Non voglio lo stile. Il mio stile non è niente. È per così dire il mio modo di rendere tutto minimale - suona veramente presuntuoso! Rendere tutto minimale. Concentrarsi solo sulla persona e liberarsi di tutto il resto. È solo la persona che voglio - quella è l'unica cosa che voglio - non voglio altro. Non voglio le loro mani, non voglio che facciano cose ridicole che sembra che sono sul retro di un libro. Quindi è più difficile per me, perché voglio solo… In effetti, voglio delle fototessere molto sofisticate - che sono abbastanza difficili da fare!” ( David Bailey: Four beats to the bar and no cheating , 2010) www.visualartists.com/artist/davidbailey/ |
| inviato il 06 Giugno 2016 ore 9:19
Michael Ackerman, un'altra delle mie ossessioni fotografiche (e qui il limite di una foto per autore mi strugge).
 p.s. nota a margine, il suo bellissimo libro fotografico "Half Life" ha raggiunto quotazioni pazzesche, non riuscirò mai a comprarlo, cavolo! |
| inviato il 06 Giugno 2016 ore 10:28
Marilyn Monroe ritratta da Richard Avedon nel 1957:
 In questo breve ma interessante articolo viene messo a confronto l'approccio di Avedon al ritratto con quello di un altro grande ritrattista, Yousuf Karsh, appartenente ad una diversa scuola di pensiero: evanbaines.blogspot.it/2008/11/photographer-deathmatch-karsh-vs-avedon dove si commenta appunto la foto di Avedon in questione: durante la sessione Marilyn "did Marilyn Monroe", ma al termine riuscì a coglierla con un' espressione stanca e delusa, secondo la sua abitudine di "beccare" i suoi soggetti quando abbassavano la guardia, in modo da coglierne una natura più intima, al di là dell'immagine che volevano dare al pubblico. P.S.: Ho fatto il copia incolla da un mio post nel thread "ufficiale" di Richard Avedon: www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=1666285&show=1 |
| inviato il 06 Giugno 2016 ore 11:16
Approfitto della foto di Marilyn Monroe di Avedon per aggiungere il ritratto fatto da Cecil Beaton per Vanity Fair
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| inviato il 06 Giugno 2016 ore 12:02
Io apprezzo molto l'occhio fotografico di Eugene Atget. alcuni suoi ritratti:
 edit: una sola foto per volta. scusami Ironluke, non avevo afferrato. |
| inviato il 06 Giugno 2016 ore 12:20
“ Michael Ackerman, un'altra delle mie ossessioni fotografiche (e qui il limite di una foto per autore mi strugge). „ Nessun limite per autore. Avevo suggerito solo un limite giornaliero di una foto per utente, ma non c'è alcun problema nello scegliere foto dello stesso autore, tanto più se c'è una buona partecipazione che garantisce comunque la varietà di proposte. Per quanto mi riguarda finora l'ho evitato, ma non sarà ancora per molto! |
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