| inviato il 10 Marzo 2016 ore 12:49
Salvo che non si tratti del "gioco di post produzione" che qui ogni tanto passa non vedo perché e come un'autore debba e possa essere “ il più esplicito possibile sul suo intervento di pp „ ... e non credo neanche che esplicitando ogni clic in post si possa aiutare l'interpretazione e la comprensione di un'immagine... o se ci limitiamo alla paesaggistica si possa evitare fraintendimenti, per così dire, della scena ripresa (?) Intendo dire che secondo me non è una soluzione... e che non c'è una soluzione anche perché non c'è nessun problema L'immagine è il prodotto di un autore e quella è punto. Per essere apprezzata non deve essere esplicitato nulla di ciò che l'ha prodotta... a meno che non si sia in una scuola (o in un forum?) con pretese di insegnamento! Tornando al sito linkato da Shambola (per mostrare le foto antiche delle 5 Terre e non il sito) almeno tre foto sono orripilanti (a mio modo di vedere): Vernazza troppo satura; Manarola storta e con W/B cannato; Riomaggiore storta anonima e finta nel cielo ... Come a dire è una questione di "manico" ma anche di post... ha così importanza? Per gli autori del sito evidentemente NO. |
| inviato il 10 Marzo 2016 ore 12:59
“ E' una scelta stilistica, artistica, un proprio modo di comunicare. „ La scelta stilistica e lo stile arriva quando sei conscio del mezzo che usi e del tempo in cui sei collocato, altrimenti ripeti in loop solo quello fatto da altri sentendoti un "artista", e magari lo affermi pure, oltretutto per arrivare a crearti un tuo stile servono anni e anni. Consiglio di leggerti un po' di roba di estetica, arte contemporanea ecc. e vedere mostre, lascia stare le gallerie dei forum. |
| inviato il 10 Marzo 2016 ore 13:16
La post produzione si faceva moltissimo anche con pellicola... non è una cosa relativa SOLO al digitale. Stiamo curando una mostra su un fotografo "storico" del paese, e il suo primo ruolo (dagli Alinari di Firenze) era il ritoccatore di negativi. Altra fotografa storica, di cui abbiamo sempre curato la retrospettiva, racconta che nelle foto di ritratto si disegnavano gli occhi a chi li aveva chiusi, si "miglioravano" i volti delle persone cancellando le rughe, sistemando la pelle. Insomma: niente di nuovo, cose sempre fatte. Non per nulla PS mutua alcuni termini da processi eseguiti in camera oscura. Pensiamo ad Ansel Adams: non era post, tutto il suo sistema zonale? Per cui... niente di nuovo sotto al sole. Infine: c'è questa tendenza a vedere le foto che escono "come sono" dalla macchina come se fossero una riproduzione perfetta della natura, di ciò che vedo e di ciò che ho fotografato. Niente di più falso... se c'è una cosa falsa, questa è proprio la foto, quale essa sia. La foto è sempre e solo interpretazione... per cui, tutte le operazioni che ci faccio sopra, vuoi per veicolare un messaggio, vuoi per rafforzarne uno già presente, sono da ritenersi valide. Il problema è chi compie la post senza rendersi conto di ciò che sta facendo e perchè... a quel punto si è solo un mero esercizio di stile, un semplice atto meccanico... |
| inviato il 10 Marzo 2016 ore 15:14
La post produzione ci aiuta a salvare una foto che altrimenti sarebbe stata scialba e poco interessante. Quante volte vi è capitato di trovarvi nel posto giusto ma al momento sbagliato? Se una foto è brutta non c’è post produzione che tenga! Se sbagliate inquadratura, messa a fuoco, esposizione, tempo di scatto ecc…, o semplicemente se il soggetto è assolutamente privo di interesse, potete fare ben poco per migliorare. Quello che invece voglio dire è che se siamo sfortunati e le condizioni meteorologiche ci sono avverse, con un pizzico di buona volontà ed anche di fortuna, qualche cosa di umanamente accettabile la si può tirare fuori. |
| inviato il 10 Marzo 2016 ore 18:13
“ La post produzione ci aiuta a salvare una foto che altrimenti sarebbe stata scialba e poco interessante. Quante volte vi è capitato di trovarvi nel posto giusto ma al momento sbagliato? „ Ecco questo è proprio un concetto sbagliato di intendere la postproduzione o sviluppo di una foto.. ovviamente non ce l'ho con te; ho solo quotato per avere lo spunto. Mia opinione |
| inviato il 10 Marzo 2016 ore 18:22
L'effetto "panna in cucina" che raddrizza qualsiasi piatto insomma... Poi anche lì c'è da capire quanto è integralismo religioso e quanto buon senso. Se ho clamorosamente sbagliato l'esposizione in una foto e per fortuna il raw mi permette di tirar su o giù un paio di stop, di certo non mi metto il cilicio, la cancello e mi fustigo davanti all'altare di Cartier-Bresson! Certo però che se torno a casa con 100 foto di cui 80 sono sbagliate, due domande sulle mie capacità di leggere almeno il libretto di istruzioni della macchina me le faccio. |
| inviato il 10 Marzo 2016 ore 20:30
Molto spesso si affianca alla parola fotografia, un’altra parola: Photoshop, solitamente declinata nei modi più disparati: Photoshoppare, Photoshoppata, e chi più ne ha, più ne metta. Come al solito, anche quando si sta affrontando l’argomento in maniera seria, si tende a banalizzare questa fase della produzione fotografica, e a volte capita di sentir denigrare questi strumenti, senza rendersi conto che sono utilizzati da tutti i fotografi professionisti del mondo. La fotografia deve essere bella, deve comunicare, deve emozionare. L’utilizzo di strumenti di post produzione, ma anche di vero e proprio fotoritocco, possono e devono, secondo me, aiutare in questo, a comunicare a chi guarderà la foto quello che vogliamo dire, la sensazione che abbiamo provato al momento dello scatto, il motivo per il quale abbiamo deciso di scattare. Ciò non toglie che la fase di scatto debba essere comunque curata al massimo, quando possibile, per ottenere già on-camera un risultato quanto più possibile vicino a quello voluto. |
| inviato il 10 Marzo 2016 ore 23:15
“ La scelta stilistica e lo stile arriva quando sei conscio del mezzo che usi e del tempo in cui sei collocato, altrimenti ripeti in loop solo quello fatto da altri sentendoti un "artista", e magari lo affermi pure, oltretutto per arrivare a crearti un tuo stile servono anni e anni. Consiglio di leggerti un po' di roba di estetica, arte contemporanea ecc. e vedere mostre, lascia stare le gallerie dei forum. „ E' ovviamente una tua opinione che rispetto ma, non condivido affatto. Per quanto riguarda i consigli, ti ringrazio.  |
| inviato il 10 Marzo 2016 ore 23:22
“ credo che ne siamo assuefatti, a tal punto di non lasciare quasi mai una fotografia così com'é, „ Quoto! |
| inviato il 10 Marzo 2016 ore 23:47
Non penso che la postproduzione sia per forza una trappola. C'è chi si diverte ad andare in giro a fare foto e c'è chi si diverte anche passando altro tempo a elaborare le foto che ha scattato. Il problema non è la postproduzione ma imporre il fatto che sia giusta o sbagliata. Il problema è anche usare i termini giusti in quanto una immagine e una fotografia non sempre sono la stessa cosa. Per quanto riguarda i furbetti o i "disonesti"...che dire....affari loro! La vita è fatta per imparare.. Sia a riconoscere cosa sia l'aria fritta, sia a capire che non va spacciata per un capolavoro. |
user15476 | inviato il 11 Marzo 2016 ore 1:33
La post produzione è una materia a parte; in quanti sanno usare veramente Photoshop? In quanti ci sapevano fare veramente in camera oscura? Intendo perlopiù fotoamatori. Pochi. Si assiste poi spesso ad un fenomeno stile "Fare come la volpe con l'uva" (reagire a una sconfitta sostenendo di non aver mai desiderato la vittoria): le immagini post prodotte sono false, lontano dalla realtà, meglio fare solo qualche piccola regolazione o tenerle come escono dalla camera. Un peccato fermarsi a questo ostacolo e non riuscire a portare la propria fotografia oltre |
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